Indice delle parti
L’apparente semplice petizione di Mt
6,11, «dacci oggi il nostro pane quotidiano», è stata per secoli un
argomento di controversia. L’insolita parola greca epiousion, che è
tradotta «quotidiano», è la causa della controversia. Alcuni studiosi hanno
suggerito che la frase originale abbia contenuto una parola dal suono simile,
epeimi (il successivo) e abbia così voluto dire «pane per il prossimo
giorno». Tuttavia la traduzione latina del Nuovo Testamento ha inteso la parola
nel senso di pane necessario per il sostentamento.
Girolamo
(342-420 d.C.) ha osservato nel suo commento a Matteo che egli aveva trovato
nell’Evangelo dei Nazareni la parola ebraica maḥar (domani), insieme
alla parola pane. Tuttavia, maḥar non ha alcuna
testimonianza testuale oltre al ricordo di Girolamo e inoltre non può rendere
conto della parola greca piuttosto oscura epiousion. Mentre è vero che il
greco
epeimi è vicino nel suo significato a «domani», un traduttore molto
probabilmente avrebbe utilizzato la comune parola greca per domani, aurion,
per tradurre il
maḥar ebraico.
Retroterra ebraico
Sembra che
la presenza d’epiousion, un termine greco raro, indichi un più difficile
idioma ebraico piuttosto che una parola comune come «domani». Lo studio del
retroterra ebraico delle parole di Gesù e del suo uso delle Scritture ci
fornisce una soluzione più soddisfacente, e che s’avvicina di più al testo greco
degli Evangeli.
Le Scritture
del Vecchio Testamento possono dare una risposta a questo problema. Un idioma
ebraico in Proverbi può avere formato la base della petizione di Gesù. Il verso
è anche una preghiera: «Allontana da me vanità e parola mendace; non mi dare
né povertà né ricchezze, cibami del pane che m’è necessario» (Pr 30,8).
«Cibami
del pane che m’è necessario» è una traduzione di
leḥem ḥuqqî. La parola resa «cibami del pane» è in effetti leḥem,
l’ebraico per pane. Estendendo il significato, rappresenta tutte le necessità
fisiche d’uomo e l’espressione leḥem ḥuqqî si riferisce a uno a cui è
stata assegnata una parte, una porzione. Questo verso di Proverbi sembra essere
in connessione con le idee espresse nella preghiera del Signore.
Quando una
persona prega Dio, deve richiedere ciò di cui ha bisogno per il sostentamento —
né ricchezza né povertà, ma la porzione che Dio gli ha assegnato secondo i suoi
piani. Sembra che questo sia l’intento d’epiousion — un appello alla
provvidenza di Dio per le necessità dell’uomo.
Metodo rabbinico
Gesù faceva
spesso allusione alle Scritture senza citare pienamente il testo. In questa
petizione della preghiera del Signore abbiamo un esempio dell’uso allusivo che
Gesù faceva delle Scritture. Non sarebbe stato «professionale» per un grande
maestro come lui citare pienamente Pr 30,8, e una lunga citazione sarebbe stata
fuori posto in una preghiera.
Gli
ascoltatori di Gesù erano sufficientemente informati riguardo alle Scritture per
cogliere la sua allusione e riconoscere il passaggio. Tuttavia, poiché le parole
di Gesù sono state tradotte in greco, non sempre è facile riconoscere quando
Gesù si stava riferendo a un passo delle Scritture.
Israele nel deserto
Il
riferimento che Gesù fa ai discepoli riguardo il «pane quotidiano» è una
reminiscenza delle esperienze degli Israeliti nel deserto. Dio ha regolarmente
inviato loro la manna, ma la quantità fornita era giornaliera, e il popolo
doveva dipendere da Dio per la loro porzione quotidiana (Es 16,4s). Il giorno
precedente il sabato, però, ogni Israelita raccoglieva una parte doppia di manna
in modo che non profanasse il sabato raccogliendo il cibo.
Il discepolo
è totalmente dipendente da Dio per ogni sua necessità, come i figli d’Israele
nel deserto.
Enfasi su oggi
L’enfasi
principale di questa petizione nella preghiera del Signore dovrebbe essere sulla
parola «oggi». La promessa che Dio provvederà alle necessità fisiche d’un
discepolo deve essere esaminata nel contesto dell’esortazione di Gesù di mettere
il regno di Dio sopra ogni cosa: «Ma cercate prima il regno e la giustizia di
Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Non siate dunque con ansietà
solleciti del domani; perché il domani sarà sollecito di se stesso. Basta a
ciascun giorno il suo affanno» (Mt 6,33s; cfr. Es 16,4).
Gesù era
molto deciso riguardo l’ansietà del futuro: «Non siate con ansietà solleciti
per la vita vostra di quel che mangerete o di quel che berrete; né per il vostro
corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento, e il corpo più del
vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non
raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutrisce. Non siete voi assai
più di loro?» (Mt 6,25s; cfr. Es 16,4).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Padre_nostro5_MeG.htm
04-02-2007; Aggiornamento: 26-05-2010
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