Indice delle parti
Questa è qualcosa di più di una semplice lode. Come può il nome di Dio essere
«santificato»?
La santità di Dio
Il santità di Dio è un tema biblico ben noto
(cfr. p.es. Is 6,3) e sembra essere relativo alla giustizia di Dio. È scritto in
Ez 38,23: «Così mi magnificherò e mi
santificherò e mi farò conoscere
agli occhi di molte nazioni, e riconosceranno che io sono l’Eterno».
Jitqaddaš «sia santificato» è la
probabile parola ebraica che Gesù ha utilizzato nella preghiera che ha insegnato
ai suoi discepoli, è parallela a
wehitqaddištî «e mi santificherò» di Ez 38,23.
Questo verso di Ezechiele ci aiuta a capire meglio il significato di «sia
santificato»: «far sì che tutto il mondo possa riconoscere e dare gloria al
tuo nome».
Santificare il Nome
Che cosa voleva dire questa espressione per gli
ascoltatori di Gesù di quasi duemila anni fa? Il significato esatto della parola
«santificare» era difficile da definire in termini concreti, e così è stata
talvolta chiarita con il suo opposto: «profano». Infatti, questo contrasto lo si
può già vedere in Ezechiele: «Io
santificherò il mio grande nome
profanato fra le nazioni, che avete
profanato nel loro mezzo. Le nazioni riconosceranno che io
sono l’Eterno… quando sarò
santificato in voi davanti ai loro
occhi» (Ez 36,23).
Il nome del Signore può essere santificato o profanato
dalla condotta di qualcuno. Poiché un martire ha frequentemente fatto in modo
che altri glorificassero Dio in seguito al suo sacrificio, l’idioma ebraico
«santificare il Nome» è stato spesso inteso come riferentesi a qualcuno che ha
dato la sua vita per la propria fede.
Midrash rabbinico
Gli antichi commenti giudaici ci aiutano a
capire come i passaggi biblici erano interpretati durante i tempi del Nuovo
Testamento. A tal proposito è chiarificatore leggere il midrash
(commento) sul verso: «Non profanerete il mio santo nome, ma sarò santificato
in mezzo ai figli d’Israele» (Lv 22,32).
I maestri d’Israele hanno interpretato questo verso nel
senso che uno deve essere disposto a morire per la propria fede:
Uno dovrebbe intendere «non profanare», con lo stesso
senso di «santificare». E quando dice «sarò santificato», vuol dire
«sacrifica la tua vita come un martire e santifica il mio nome» (commento
rabbinico su Lv 22,32).
Inoltre, «siate santi, perché io, l’Eterno, il
vostro Dio, sono santo» (Lv 19,2) è stato interpretato: «Voi sarete
separati… se vi santificherete, quindi considererete la vostra [santificazione]
come se aveste santificato me» (commento rabbinico su Lv 19,2). Questo è un concetto molto forte: uno santifica Dio
vivendo una vita santa. Forse la forza piena di questa espressione della
preghiera del Signore è data con molta precisione dalle parole: «Così
risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone
opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).
Sul concetto di
«santificare» e derivati cfr. in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «Sacro e profano», p. 315;
«Santità», pp. 319s; «Santo - sacro», pp. 320s; cfr. pure «Puro e impuro», pp.
289s. ● Sul nome di Dio cfr qui «Nome di Dio», pp. 239s; «Nome personale», pp.
240s. ● Per il significato di «profano» e «santo» rispettivamente nel senso di
«normale» e «speciale» cfr. nei brani citati del Levitico in: Nicola Martella,
Levitico: Traduzione letterale (Punto°A°Croce, Roma
1998).
Sul «Padre nostro» vedi le domande di controllo in Nicola Martella,
Matteo, l’evangelista dei giudei
(Punto°A°Croce, Roma 1999), pp. 17s. Vedi qui nel Dizionarietto finale i
termini: 1) «Santificare», p. 103; 2) «Nome», p. 93.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Padre_nostro2_Sh.htm
04-02-2007; Aggiornamento: 26-05-2010
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