L'articolo «Blasfemia o dualismo?»
presenta dapprima il
reperto biblico
e discute poi il
dualismo integralista
giudaico, cristiano e e giudeo-cristiano. Abbiamo visto che, sebbene
quest'ultimo voglia rifarsi alla Bibbia, attinge in effetti ad altre fonti come,
ad esempio, al dualismo orientale, al misticismo, allo gnosticismo,
all'ascetismo e a vari integralismi vecchi e nuovi; questi ultimi sono basati su
casistiche e precetti religiosi inventati dagli uomini che non si accontentano
di ciò che la sacra Scrittura definisce come «abominio», ma mettono l'etichetta
di «blasfemo» pressoché su tutto ciò che non rientra nei loro gusti morali. Qui
di seguito diamo spazio ai lettori per discutere il contenuto di tale articolo.
Atteniamoci però al tema!
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
tema
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sottostante
1.
{Alessandra Bedin}
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Contributo:
Posso darti un parere semplice? Gesù ci ha detto che lo Spirito Santo ci
avrebbe guidato in tutta la verità.
Non sono uomini a dover decretare cosa è giusto tramite la legge, la religione e
le opere (morte), ma lo Spirito di Dio, con la grazia, la fede e la vita. È
sufficiente? {25-06-2008}
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Risposta: Grazie del consiglio, Alessandra. Alla risposta finale
si può rispondere con un sì o con un no, a seconda che con l'espressione «tutta
la verità» (Gv 16,13) s’intendano le parole di Gesù, contenute nel NT, oppure
nuove rivelazioni. Infatti, proseguendo il verso, si legge che lo «Spirito della
verità» «non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito», ossia
da Gesù stesso: «Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve
l’annunzierà» (vv. 14s).
Posso darti in aggiunta io un consiglio? Anzi uso uno più eloquente di Paolo:
«...affinché per nostro mezzo impariate a
praticare il “non oltre quel che è scritto”»
(1 Cor 4,6). Per discernere ciò che viene dallo Spirito e ciò che viene da
spiriti o dalle menti umane, è necessario il «discernimento degli spiriti» (1
Cor 12,10) e tale discernimento viene solo dalla conoscenza della Parola di Dio,
la sola che ci insegna a discernere il bene dal male (Fil 1,9s). Altrimenti come
si farà a provare gli spiriti? (1 Gv 4,1). Si sarà solo confusi e s’andrà solo
dietro a ogni vento di dottrina: «…
affinché non siamo più dei bambini,
sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode
degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore, ma che,
proseguendo verità in amore, noi cresciamo in ogni cosa verso colui che è
il capo, cioè Cristo» (Ef 4,15s).
Ecco perciò la ricetta biblica contro le «dispute di parole» (2 Tm 2,14) e le
«profane ciance» (v. 16): «Studiati di presentare
te stesso approvato
dinanzi a Dio: operaio che non abbia a esser confuso, che
tagli rettamente la parola della verità»
(v.15). E quest’ultima è la Parola di Dio.
Quindi lo «Spirito della verità» è legato indissolubilmente con la «verità», che
è la Parola di Dio. Parola di Dio e verità sono due concetti intimamente
connessi nella sacra Scrittura (Sal 119,43.160; Gv 17,17; 2 Cor 6,7). Fin
dall’antichità, è tale parola di verità sulle labbra che fa riconoscere chi sia
un uomo di Dio (1 Re 17,24). Perciò chi falsifica la Parola di Dio non ha
biblicamente né la verità né lo Spirito Santo (cfr. 2 Cor 4,2; cfr. invece Ef
1,13; Gcm 1,8). Ciò che è giusto lo Spirito ce lo rivela nella Parola di Dio,
con la quale ci manifesta pure che cosa sia la grazia, la fede e la vita. «Siete
stati
rigenerati non da seme
corruttibile, ma incorruttibile, mediante la
parola di Dio vivente e permanente»
(1 Pt 1,23). È chiaro? È sufficiente? {Nicola Martella}
2.
{Emilio Spedicato 1}
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Contributo: Del tutto approvabile. D’altronde basta guardare all’uomo
definito il più saggio di tutti, Salomone, su cui la Bibbia ha fatto pesare una
immensa censura, per capire come si deve comportarsi.... tolleranza + tolleranza
+... {26 giugno 2008}
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Risposta: La tolleranza non può avvenire a spese della verità e
della giustizia. Un giudice che fa valere la tolleranza a spese di verità e
giustizia, ha sbagliato mestiere e mette in pericolo gli altri. Così pure un
medico tollerante, che così facendo mette in pericolo la salute e forse la vita
del suo paziente.
L’analisi, la diagnosi e l’intervento sanzionatorio di Dio su Salomone e il suo
regno mostrano che Dio non fece valere la tolleranza a spese di verità e
giustizia. Solo così può chiamarsi «Dio di verità» (Sal 31,5; Is 65,16) e «Dio
di giustizia» (o Dio giusto). «E perciò l’Eterno sarà pronto a farvi
grazia, e perciò si leverà per aver
compassione di voi; poiché l’Eterno
è un Dio di giustizia. Felici tutti
quelli che sperano in lui!» (Is 30,18).
Tutto sta quindi a discernere quel che è veramente «verità rivelata» (da
Dio nella sua Parola) dalle tradizioni e convenzioni degli uomini (cfr. scribi e
Farisei; Mt 15,6; Mc 7,13). Quindi, bisogna chiedersi: Che cosa ha Dio
veramente
rivelato? Il dualismo integralista come pure il libertinismo relativista vanno «oltre
ciò che è scritto» (1 Cor 4,6). Al riguardo c’è bisogno di un’esegesi
contestuale, che tenda presente sia la rivelazione progressiva, sia il contesto
(letterario, storico, culturale) del singolo brano. La medicina al riguardo è la
seguente: «Studiati di presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio
che non abbia a essere confuso, che tagli rettamente la parola della verità»
(2 Tm 2,15).
3.
{Emilio Spedicato 2}
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Contributo: Forse più che zoroastrismo è manicheismo... E Mani fu
eliminato dagli zoroastriani.
Ma che dire allora d’Agostino che nel «De civitate dei» introduce una teoria
della concupiscenza che vede la sessualità come un fatto negativo, tanto da
affermare che se non ci fosse stato il peccato originale si sarebbe concepito
senza penetrazione? Una teoria che per secoli ha disastrosamente afflitto il
cristianesimo. A quando una revisione d’Agostino, che pur tuttavia ha il grande
merito che quasi tutti negli autori classici da lui citati si sono salvati?
Triste eccezione il trattato di Varrone sulla origine delle religioni. Saluti.
{28 giugno 2008}
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Risposta: Mani è un sincretista, radicato egli stesso nello
zoroastrismo (religione sincretista persiana fra l’India e Babilonia). Egli
cercò con i suoi discepoli di cristianizzare il suo sincretismo orientale di
stampo gnostico per poi portare gli elementi gnostici nel cristianesimo. Così
avviene ancora oggigiorno per mezzo di tanti «santoni» orientali che vengono in
Occidente per formare un loro movimento.
Anche Agostino era un cripto-manicheo (a dir bene era specialmente montanista)
e, anche dopo che se ne distanziò, molti aspetti di tale integralismo dualista
erano ormai calate sottopelle sia lui sia al clero del tempo, creando una certa
convenzione ascetica.
Non entro in merito sulle altre cose menzionate su Agostino, sia perché ci
porterebbero qui fuori tema, sia perché sarebbero di difficile comprensione per
la maggior parte dei lettori. Sulle persone sopra menzionate rimando in Nicola
Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), i seguenti articoli:
«L’escatologia gnostica», pp. 42ss; «L’amillenarismo
dottrinale», pp. 45-49.
Sull'autore del contributo si veda la mia ricerca su di lui:
►
Emilio Spedicato, matematico e misteriosofo.
4.
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5.
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6.
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7.
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9.
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10.
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11.
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12.
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►
Blasfemia fra umorismo e dottrina
{Gianni Siena} (A)
►
Blasfemia o dualismo? 1:
Il
reperto biblico {Nicola Martella}
►
Blasfemia o dualismo? 2:
Il dualismo integralista
{Nicola Martella}
►
Centro antiblasfemia alias Ebrei per Gesù
{Nicola Martella - A. Quintavalle}
(A)
►
Religione di buoni sentimenti e senza umorismo?
{Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Blasfem_dual_parla_Lv.htm
25-06-2008; Aggiornamento: 28-06-2008
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