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1. La tesi
{Antonella Valenti}
▲
Caro fratello Nicola, ho ricevuto la tua mail riguardo il pastorato
femminile e ho letto successivamente i tuoi commenti in riferimento al
cristianesimo se fosse nato a Sparta. Di solito non raccolgo le provocazioni
(perché tale mi sembra! in quanto donna che serve attivamente nella chiesa)
ma, in questo caso, mi sorge dal cuore una domanda da porti:
«Perché, se la base del messaggio di Gesù è l’amore e il metterlo in
pratica, ti stai accanendo in questo modo (...hai scritto anche un libro al
riguardo!), avvalendoti persino di formule comunicative sarcastiche, per
screditare e annullare quello che Dio vuole suscitare nelle e con le
donne?». Conosco la Parola di Dio e quante volte, nonostante la cultura
nelle varie epoche storiche, Dio non si sia mai conformato alla convinzione
che la parola d’una donna non avesse valore, ma ha suscitato varie donne nel
ministero (Anna, Ester, Febe, Maria Maddalena, ecc.). Io credo che tutta la
Parola è ispirata da Dio e nulla va tolto ne aggiunto ma certo anche che,
con la guida dello Spirito Santo, va letta tenendo presente il contesto
storico per poterla comprendere. Secondo te poteva Gesù scegliere discepole
donne sapendo che il valore della loro testimonianza era zero e non
sarebbero state credute? Nella sua immensa sapienza, non ha voluto togliere
nulla alle donne, ma al contrario le ha coinvolte nel suo ministero
attraverso il servizio, infatti alcuni dei discepoli erano sposati (p.es. in
Matteo si parla della suocera di Pietro malata, ciò significa che Pietro
aveva una moglie) e le loro mogli erano di certo coinvolte non solo nel
servizio pratico ma anche spirituale (p.es. Marta e Maria: Gesù apprezzò di
Maria la sua predisposizione ad ascoltare le sue parole ritenendo questo più
importante d’ogni altra cosa). Se, grazie a Dio, oggi le donne possono dire
la propria opinione e possono votare è di certo una conquista e ciò non
toglie nulla agli uomini... è solo una ricchezza in più! Vedila così. Che
fastidio ti dà essere ammaestrato da una donna, che differenza fa per te che
Dio usi una donna piuttosto che un uomo... vuoi forse limitare le scelte di
Dio? Ho visto l’unzione dello Spirito potente sopra delle donne nel
ministero e ti garantisco che io non sono nessuno per giudicare Dio e le sue
scelte!! Se Lui ritiene per i nostri tempi d’avvalersi anche delle donne,
gloria a Lui! Perché siamo negli ultimi tempi e insieme, tutti insieme, non
importa se uomini o donne, tutti insieme, in armonia proclamiamo la
grandezza di Dio e portiamo al mondo la manifestazione dei suoi figli come
il mondo sta da tempo aspettando. Io desidero vedere un
risveglio in Italia, ma quello che vedo nelle chiese d’oggi è un
morboso attaccamento alla dottrina più che all’amore di Cristo in noi e
attraverso di noi! Vedo muri e barricate creati dal giudizio e dalle
etichette religiose, dalle diverse interpretazioni bibliche che dividono le
chiese! Il Diavolo ci gioca con queste cose e ruba energie, tempo e risorse
per fare si che la Sposa di Cristo rimanga ferma e inconcludente!
Basta! Sono stanca d’ascoltare ragionamenti vani e umani e desidero
fermamente che venga il Regno di Dio in mezzo a noi... uomini e donne, senza
distinzione di valore, pronti ad agire come Dio comanda! L’amore è la
chiave. Accogliamo quello che Dio usa, così come Pietro, negli Atti, fu
invitato da Lui a mangiare di tutto... e cominciò a predicare anche ai
Gentili!
Così anche noi lasciamo a Dio la libertà d’azione come il vento dello
Spirito che agisce ed è imprevedibile! Accanirsi contro il ministero delle
donne secondo me è solo una perdita di tempo e non ha senso! Anche Gesù
disse di lasciare predicare quelle persone, anche se non erano suoi
discepoli: se non parlavano contro di lui, allora erano con lui, e ciò era
buono! Secondo te una donna che predica con la sua guida è contro di lui?
Perché spegnere ciò che Dio stesso ha suscitato, anche in modo
soprannaturale! Chi siamo noi, piccoli individui, a giudicare quello che Dio
fa e come lo fa!
Sicuramente avrai da ribattere… ma sarei felice di rendere pubblica questa
e-mail perché anche altri possano riflettere. In ogni caso tieni presente
che quello che risponderai non sarà indirizzato tanto a me (che non sono
nessuno) quanto invece a Colui che ha creato l’universo e decide per ogni
cosa! Con affetto. {06-12-2007; Antonella Valenti è responsabile nella
Chiesa Evangelica «Il Tabernacolo» di Milano e cantautrice del CD «Seguirti
davvero»}
2. Osservazioni e obiezioni (1)
{Nicola Martella}
▲ Se non mi
fosse arrivata per un paio di volte un invito a partecipare nel Palermitano
alla consacrazione a pastore di una ragazza di 19 anni all’interno di
una chiesa locale in cui i suoi genitori fungono ambedue già come pastori,
non avrei mai pensato di scrivere un tale articolo. Mi sono sentito in
obbligo, visto che oggigiorno tali cose fanno «tendenza» e li si assume in
altre chiese, senza fare un lavoro rigoroso di ricerca sul testo biblico.
Premetto anche che ho una grande rispetto per le donne cristiane che
da due millenni servono il Signore con dedizione e sacrificio nelle chiese e
in missione. Senza di loro l’opera di Dio sarebbe impensabile. Qui non si
discute il potenziale che Dio ha messo in loro né la dedizione del loro
servizio. Ho scritto un intero libro (Generi
e ruoli) per mostrare l’importanza delle donne
nella storia biblica, nei secoli e nella dottrina del nuovo patto. Anche nel
mio libro di esegesi dei primi capitoli della Genesi (Le
Origini) ho mostrato che in Gn 2 non bisogna tradurre
semplicemente «aiuto convenevole» (oggi s’intende ben altro), ma
«soccorritrice che gli sta a fronte», quindi valida partner.
La questione è un’altra e ha a che fare con la
struttura dei due generi. Nel libro «Sesso & Affini 1» (Sessualità
e contesti) ho mostrato che esiste un «Pianeta
donna» (pp. 324-328) e un «Pianeta uomo» (pp. 328ss), poi mostro «i generi a
confronto» (pp. 331-338) con i loro punti di forza e le loro debolezze
specifiche, mostro le loro differenze fisiche (pp. 339-351), psichiche (pp.
352-359) e il loro specifico rapporto con la realtà (pp. 360ss).
La questione è quindi che nella Bibbia e specificamente nell’economia del
nuovo patto non esiste un «unisex ministeriale». Se si parte dalla
convenienza, dai desideri, dal consenso di gruppo, dal rincorrere tendenze
sociali o da altri parametri sociologici, è una cosa; se si vuole essere
sottomessi alla sacra Scrittura, è un’altra.
È indubbio che Dio ami tutti e ricolmi di amore uomini e donne perché lo
riversino sugli altri. È indubbio che in ogni tempo ci siano state donne
coraggiose e che hanno servito Dio con dedizione e sacrificio. Il punto è un
altro: i ministeri di primo piano hanno un carattere discriminativo
sia per uomini sia per donne. Conduttore di una chiesa può diventare solo
chi rispecchia nella totalità i prerequisiti ingiunti dall’apostolo Paolo a
Timoteo (1 Tm 3) e a Tito (Tt 1). Una conduzione al femminile era
assolutamente esclusa e le motivazioni non erano contingenti né culturali,
ma assolute: come Dio aveva riservato il sacerdozio nell’AT ai soli Leviti,
così ha riservato il ministero di conduzione di chiesa ai soli uomini che
rispecchiano certe specifiche caratteristiche. Il servizio del Signore è
aperto a tutti (e a tutte), il ministero di conduzione no.
È vero che Gesù veniva servito da pie donne che lo seguivano (Mt
27,55s) e che diversi apostoli erano sposati (1 Cor 9,5), ma né Gesù né gli
apostoli si sognavano di mandarle in giro a predicare a due a due (cfr. Lc
10,1) né a insediarle come conduttrici di chiesa. Al riguardo ci vuole
onestà verso la Parola; il potenziale delle cristiane era altrove, ad
esempio nelle buone opere e nelle opere di misericordia (cfr. At 9,35.39
Tabita; 1 Pt 3,1ss).
La mia interlocutrice afferma: «Che fastidio ti dà essere ammaestrato da
una donna, che differenza fa per te che Dio usi una donna piuttosto che
un uomo... vuoi forse limitare le scelte di Dio?». È una questione di
verità: Dio non ha previsto che una donna ammaestri pubblicamente la chiesa:
«La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. 12Poiché
non permetto alla donna d’insegnare, né d’usare autorità sull’uomo, ma stia
in silenzio» (1 Tm 2,11s). Non si tratta quindi di voler «forse limitare
le scelte di Dio», come chiede la mia interlocutrice, perché Dio non sceglie
alcunché in contrasto con la sua volontà mostrata chiaramente nelle sua
Parola. È chiaro che qui bisogna fare una scelta fra fedeltà alla Parola di
Dio e «sentir comune» all’interno del proprio gruppo d’appartenenza! La
donna può nell’assemblea solenne pubblicamente pregare e profetare (1 Cor
11,5), ma non può giudicare il parlare ispirato altrui, poiché
significherebbe insegnare (1 Cor 14,29.34s), né rivestire cariche di primo
piano (conduzione, predicazione, insegnamento).
Sinceramente, se devo scegliere fra una soggettiva percezione di una «unzione
dello Spirito potente sopra delle donne nel ministero» e una corretta e
rigorosa esegesi della sacra Scrittura, scelgo quest’ultima; infatti non
sarà «l’unzione» altrui a darmi il plauso o il biasimo dinanzi al trono di
Cristo, ma la mia ubbidienza personale alla Scrittura (Gv 12,48; cfr. 5,24;
8,31s). (Si noti che il termine «unzione» è estraneo al NT nel senso usato
da vari credenti oggi! Tutti i credenti hanno l’unzione, poiché «cristiano»
significa «unto»! 1 Gv 2,20.27.)
Ora, se Dio contraddice la sua stessa Parola, che è la base delle
nostra fede e della nostra condotta, come gli si può più credere in alcun
punto? La questione non risiede però in Dio, ma negli uomini che per motivi
apparentemente «spirituali» e ritenendo di dare così «maggiore gloria» a
Dio, stanno svuotando da dentro l’ordine e i comandamenti di Dio per il
nuovo patto!
Proprio per gli ultimi tempi la Parola annuncia l’insorgere di falsi
profeti che relativizzeranno la Parola di Dio, cercheranno di sedurre gli
eletti (Mt 7,15; 24,11.24) e di creare una grande disaffezione dalla fede
(apostasia; 2 Ts 2,3). In tale contesto Gesù avvertì: «Non chiunque mi
dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà
del Padre mio che è nei cieli» (Mt 7,21). A quelli che si presenteranno
con una particolare «unzione» (v. 22), Gesù dichiarerà: «Io non vi
conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità» (v. 23).
Non è un caso che per la fine dei tempi Gesù stesso abbia parlato non solo
di Nicolaiti e Baalamiti (ambedue «dominatori di popolo», particolari
«unti»), ma anche di «quella donna Jezabel, che si dice profetessa e
insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino
cose sacrificate agli idoli» (Ap 2,20). È un dato di fatto che molte
false dottrine sono sorte nel corso della storia della chiesa proprio
mediante donne mistiche che, dopo aver ritenuto di aver avuto in visione
tali cose, le hanno propagate fra il popolo. C’è da aspettarsi che così sarà
alla fine dei tempi, poiché le donne per loro natura sono più permeabili da
parte di spiriti guida.
Ogni risveglio genuino durante la storia della chiesa è sorto sempre
laddove si è tornati a investigare le Scritture, per verificare la volontà
di Dio, e a metterle in pratica. I sentimentalismi, i propri desideri, le
proprie «visioni» e quant’altro non hanno mai portato una riforma reale
della chiesa.
Non si tratta delle «diverse interpretazioni bibliche che dividono le
chiese», ma di appurare quale sia la volontà di Dio nelle cose, ed
essa è solo nella sua Parola! I «ragionamenti vani e umani» sono di chi
vuole prescindere dai comandamenti di Dio e farsi una dottrina a propria
immagine e somiglianza. Così non verrà mai il «Regno di Dio in mezzo a noi»
ma solo «venti di dottrina» che sballotteranno qui e la i bambini nella fede
(Ef 4,14). Il «Regno di Dio» si realizza alle condizioni di Dio, ed esse si
trovano nella sua Parola.
La mia interlocutrice parla di «uomini e donne, senza distinzione di
valore, pronti ad agire come Dio comanda». Bisogna ribadire che una cosa
è il valore e la dignità (è Dio che le elargisce alle sue creature), altra
cosa è il tipo di ministero che devono svolgere. Chi è pronto «ad agire come
Dio comanda» non andrà oltre a ciò che egli ha comandato nella sua Parola:
in essa non ha previsto un ruolo ministeriale di primo piano all’interno
dell’assemblea solenne!
Si afferma che «l’amore è la chiave», ma l’amore senza verità diventa
puro sentimentalismo. È vero che Dio ha detto a Pietro di mangiare tutto ciò
che gli mostrò, ma non gli ha mai comandato di eleggere donne a conduttrici
di chiesa e a insegnanti nelle assemblee solenni! Quando si confondono capri
e cavoli, poi si arriva a falsi sillogismi che non onorano il Dio di verità.
Quando «il vento dello Spirito» agisce in contrasto con la Parola —
visto che il suo compito è di ricordare ciò che Cristo ha detto! — allora
bisogna avere qualche dubbio che si tratti veramente dello Spirito di
Cristo! Poi non si tratta di «accanirsi contro il ministero delle donne», ma
di evidenziare quale sia nel progetto divino il vero «ministero delle donne»
all’interno del nuovo patto; esso non è certo quello di conduzione e
d’insegnamento nell’assemblea solenne.
È vero che Gesù disse di non proibire a quelli di fuori di cacciare i
demoni nel suo nome (Mc 9,38ss; non si trattava di «predicare» come
erroneamente affermato!); ma ciò non ha nulla a che fare con l’ordine di
Cristo per la sua chiesa.
Sì, una donna che conduce una chiesa, predica e insegna in essa, è
disubbidiente all’ordine rivelato da Dio e non è guidata da Lui. Dio
stesso suscita solo ciò che è conforme alla sua volontà. Noi possiamo
giudicare ciò che viene o meno da Dio, verificando ciò con la sua Parola;
siamo chiamati a provare gli spiriti (1 Gv 4,1).
Quanto a «Colui che ha creato l’universo e decide per ogni cosa», Egli ci ha
dato la sua Parola, dove verificare la sua volontà. Paolo e i suoi
accompagnatori volevano che i Corinzi, purtroppo dediti al misticismo e allo
spiritualismo gnostico, imparassero «a praticare il “non oltre quel che è
scritto”» (1 Cor 4,6). La Bibbia si chiude con il serio avvertimento a
non aggiungere né a togliere. I Giudei di Berea furono considerati da Luca «più
nobili di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con
ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose
stavano così» (At 17,10s). Tutto il NT è pieno di esortazioni a uscire
dall’infanzia della fede e di acquisire una fede matura (Ef 4,13ss; Col
1,28), forgiata sulla «sana dottrina» chiaramente rivelata.
Ecco la previsione per il tempo della fine: «Perché verrà il tempo
che non sopporteranno la sana dottrina; ma per
prurito d’udire si accumuleranno
insegnanti secondo le loro proprie
voglie
4e distoglieranno le orecchie dalla verità e si
rivolgeranno ai miti» (2 Tm
4,3s).
Ogni conduttore di chiesa, che rispecchi i
prerequisiti ministeriali, per contrastare ciò, dev’essere «attaccato
alla fedele Parola quale gli è stata insegnata, affinché sia capace
d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori» (Tt 1,9).
Che poi Dio nella sua immensa misericordia «scriva dritto sulle riga storte»
della nostra vita e della storia, è altra cosa. Ma ciò non è una scusante
per non riconoscere e praticare la verità, rivelata nella Parola immutabile
di Dio!
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Pastorato_femminile_cfr1_S&A.htm
08-12-2007; Aggiornamento: |