1. LA QUESTIONE: Il giornale online «
Rainews 24» annunciava che nella chiesa valdese di Trapani sarebbero state celebrate
dal pastore Alessandro Esposito le nozze gay tra due tedesche, l’una luterana e
l’altra mennonita (08-06-2010).
Le due cose che mi sono saltate agli occhi sono: ▪ 1. Alessandro Esposito; ▪ 2.
Le presunte nozze gay; ▪ 3. Il presunto consenso della Tavola valdese. Il
primo è una mia vecchia conoscenza. Le seconde sono un assurdo già
sul piano legislativo, visto che in Italia non c’è ancora una legge in merito;
nonostante ciò si parla di «spose», di «rito che ha unito le donne», di «patto
nuziale». Sul terzo aspetto c’è da dire che, se la Tavola valdese non
avesse dato il consenso, c’è qualcuno che mente; se lo avesse dato, perché
mantenere segreta la cosa per mesi e poi mettere tutti dinanzi al fatto
compiuto?
In effetti si tratta soltanto di un rito religioso, durante il quale
l’unione delle due donne «è stato benedetto gioiosamente dalla comunità
trapanese, tra formule e inni pronunciati in italiano e in tedesco». Il
giornalista fa notare che è «la prima volta che in Italia un pastore protestante
benedice un matrimonio omosessuale». Come si vede, sono espressioni ambigue. Da
una parte si parla si rito di benedizione, dall’altra di matrimonio! E a detta
di Alessandro Esposito la Tavola valdese avrebbe autorizzato tale unione.
Lo stesso Esposito ha dovuto ammettere che tale rito ha un valore simbolico e
soltanto sotto il profilo ecclesiastico, non possedendo effetti civili.
Nonostante ciò tale comunità valdese chiede un pieno riconoscimento dei diritti
civili per le coppie omosessuali. Non solo, ma reclama un pronunciamento
ufficiale da parte delle chiese battiste e metodiste, visto che quelle valdesi
sembra che abbiano superato il guado. Esposito reclama tale atto a costo che si
crei una spaccatura, che «può e deve essere provocata».
Altri dettagli si possono leggere in un articolo di Laura Spanò sul quotidiano «la
Repubblica» nell’edizione di Palermo (08 giugno 2010). Da qui si evince che
tale rito religioso è avvenuto già il sette aprile 2010, ma è stato
tenuto segreto ed è stato fatto trapelare pian piano, fino a diventare di
dominio pubblico; probabilmente von tale strategia si voleva mettere la Chiesa
valdese dinanzi al fatto compiuto. Alessandro Esposito è stato coadiuvato da
altri due pastori, entrambe donne, appartenenti rispettivamente alle chiese
luterana e mennonita.
2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI:
Meraviglia che Alessandro Esposito, pastore della chiesa valdese di Trapani e
Marsala parli soltanto di diritti civili e di riconoscimento di diritti umani.
Meraviglia che non faccia nessun cenno alla sacra Scrittura quale autorità
dottrinale, spirituale e morale. Non c’è quindi da meravigliarsi che, quando la
Bibbia non ha più un valore oggettivo di autorità, ciò ha conseguenze sul piano
morale. Gettandosi dietro alle spalle i comandamenti di Dio, rimane soltanto un
umanesimo cristianizzato, sul cui altare si è disposti a sacrificare la verità
biblica in nome di Dio (!) e del suo amore (!) falsamente compreso.
Alessandro Esposito non ci è sconosciuto. Avevamo preso posizione sulle sue
dottrine, quando era soltanto un candidato pastore (sebbene egli già si
titolasse come pastore). Egli è un antitrinitario e nega la deità di Gesù. Avevo
discusso di ciò con lui e con altri. Avevamo cercato spiegazioni in merito
presso i vertici della chiesa valdese. Ecco qui il tutto:
►
Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi {Nicola Martella} (A)
►
Conduttore antitrinitario nelle chiese valdesi? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Deità di Gesù e autorità del Nuovo Testamento {Alessandro Esposito - Nicola Martella} (T/A)
►
Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)
►
Deità di Gesù e autorità del NT? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)
Non meraviglia che
chi è antitrinitario e nega la deità di Gesù, non riconoscendo quindi l’autorità
dell’intera sacra Scrittura, arrivi anche a cristianizzare a suo arbitrio
l’umanesimo, a confondere società civile e chiesa e a intendere l’etica
cristiana appunto come un efflusso dell’umanesimo cristianizzato. Quando si
devia nella dottrina biblica, ciò non rimane senza effetti sul piano etico. Il
pastore valdese Alessandro Esposito non fa eccezione.
Nel succitato quotidiano «
la Repubblica» si parla delle due donne come «spose» e del fatto che sono «due
persone che si apprestano a pronunciare l'impegno di vivere insieme per tutta la
vita». Non viene detto nessuna parola su ciò che pensa il Dio della Bibbia. Si
evince che il principio etico arbitrario, fatto valere da Alessandro
Esposito e i suoi accoliti, è il seguente: «Dio vuole l’amore, non lo giudica».
Poco importa loro che questo principio umanistico cristianizzato stia in netta
contrapposizione con il principio biblico, secondo cui i fornicatori, adulteri,
effeminati e sodomiti, tra altri, non erediteranno il regno di Dio (1 Cor 6,9s),
e che chi è stato tale prima della conversione, poi ha smesso tale pratiche (v.
11).
Se le affermazioni di Alessandro Esposito, secondo cui la Tavola valdese avrebbe
autorizzato tale unione, fossero vere, allora ciò sarebbe una cosa singolare e
triste; ciò significherebbe che la stessa chiesa valdese stia oramai deviando
dagli stessi principi dottrinali, spirituali e morali dei loro stessi padri
valdesi. A detta del segretario di presidenza del Senato Lucio Malan e membro di
chiesa valdese, tale benedizione di una coppia gay sarebbe un atto arbitrario
e apertamente contrario all’ordinamento valdese. Si legga in proposito
l’intera intervista: «Il valdese Lucio Malan sulle “nozze” gay» (8 giugno 2010). Vedremo come stanno
le cose veramente e quali interventi prenderà in merito la Tavola valdese, o se
farà finta di niente. Che Alessandro Esposito e altri pastori cerchino da tempo
di scardinare i cardini dottrinali e morali della chiesa valdese, è sotto gli
occhi di tutti.
3. DICHIARAZIONE DELL’ALLEANZA EVANGELICA:
Mi è arrivata per posta elettronica al proposito la seguente dichiarazione
dell’AEI, che volentieri riporto qui a completamento della grave questione
morale, in cui si trovano Alessandro Esposito e la chiesa valdese (formattazione
redazionale).
L’Alleanza Evangelica Italiana, in relazione alla benedizione dell’unione di una
coppia omosessuale avvenuta a Trapani da parte della locale Chiesa valdese,
afferma quanto segue.
■ Si ricorda come, biblicamente parlando, la chiesa non può benedire ciò che
Dio non ha benedetto. Sino a prova biblica contraria, le unioni sessuali al
di fuori del matrimonio non sono benedette da Dio e la chiesa ne deve prendere
serenamente atto. Se non lo fa, non è più serva della Parola, ma signora sulla
Parola.
■ Si ricorda altresì che questo atto è frutto di una più che decennale e
crescente tendenza all’interno dell’evangelismo, che si riconosce nella
Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, culminato con l’adesione della
FCEI all’appello «Sì lo voglio» favorevole non solo alle unioni di fatto, ma
anche al matrimonio civile per tutti e tutte (NEV 24-3-2010).
■ Ribadendo la volontà di dialogo col mondo federato, più volte praticato e
ricercato anche su questi temi, l’AEI non può che ripetere che la differenza
all’interno dell’evangelismo italiano non sta in un particolare etico o in una
diversa sensibilità su alcune questioni, ma in un approccio teologico
complessivo che ha delle inevitabili ricadute etiche. Essere evangelici
significa praticare il sola Scriptura, anche su temi delicati come
questo. {9 giugno 2010}
4. ASPETTI CONCLUSIVI:
Quando la chiesa si accomoda nei salotti del mondo, questo entrerà poi nelle
sale di culto nella fattispecie di umanesimo cristianizzato e presto parlerà in
modo suadente dai pulpiti delle chiese. Allora vengono in mente le parole
ammonitive di Gesù: «Il
sale, certo, è buono; ma se anche il sale diventa insipido, con che gli
si darà sapore? Non serve né per terra, né per concime; lo si butta via» (Lc
14,34s).
Mi vengono in mente anche le parole di valenza escatologica dell’apostolo Paolo:
«Ora, lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni
apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di
demoni per via della ipocrisia di uomini che proferiranno menzogna,
segnati di un marchio nella loro propria coscienza» (1 Tm 4,1s). E ancora: «Predica
la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta
con grande pazienza e sempre istruendo. Perché verrà il tempo che non
sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno
insegnanti secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla
verità e si volgeranno alle favole» (2 Tm 4,2s).
Dove va Alessandro Esposito? Dove trascina la sua chiesa locale? Mi vengono
da ricordare le parole che Gesù rivolse al conduttore della chiesa di Laodicea:
«Poiché tu dici: “Io sono ricco, e mi sono arricchito, e non ho bisogno di
nulla”, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e
nudo, io ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco,
affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non
apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi,
affinché tu veda. Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque
zelo e ravvediti» (Ap 3,17ss).
Dove va chiesa valdese? C’è il rischio che venga rimosso il suo
candelabro ecclesiale all’interno della storia della salvezza? Gesù disse al
conduttore della chiesa di Efeso: «Ricordati dunque dove sei caduto, e
ravvediti, e fa’ le opere di prima; se no, verrò a te, e rimoverò il tuo
candelabro dal suo posto, se tu non ti ravvedi» (Ap 2,5).
Oppure si dirà presto a tale chiesa, come a chi sta oramai in
coma spirituale e morale, similmente a quanto disse Gesù al conduttore della
chiesa di Sardi: «Io conosco le tue opere: tu hai nome di vivere e sei
morto»? (Ap 3,1).
Resta certo una domanda: Sulla base di quale dichiarazione di fede
valdese Alessandro Esposito è stato consacrato pastore? Se i convincimenti di
quest’ultimo non corrispondono ai dettami dottrinali e morali della chiesa
valdese, perché tale «pastore» viene lasciato al suo posto? Se la chiesa valdese
resta soltanto a guardare, non si rende colpevole dinanzi a Dio? Se non farà
nulla, non creerà un cattivo precedente, incoraggiando persone come Alessandro
Esposito a proseguire a corrodere dall’interno le basi dottrinali e morali dei
Valdesi?
Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella,
Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), gli articoli: «L’omosessualità»,
pp. 157-171; «Omosessualità e Bibbia», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp. 185-193. |
►
Alessandro Esposito e le nozze gay {Nicola Martella} (A)
►
Nozze gay nella chiesa valdese! Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Nozze-gay_valdese_EnB.htm
11-06-2010; Aggiornamento: 27-06-2010 |