1. LA DRAMMATICA PROBLEMATICA:
Specialmente tre sono gli ambiti, dove i credenti in genere e conduttori
di chiesa e servitori in particolare sono tentati, messi alla prova e, a volte,
cadono: sesso, soldi e prestigio (oltre a tratti negativi del loro carattere).
Qui di seguito tratterò solo il caso, in cui un conduttore sposato si sente
sentimentalmente attratto da una credente della sua chiesa e comincia a
corteggiarla. Può succedere che lui, se rifiutato, dopo un eventuale rimorso di
coscienza e dopo un certo lasso di tempo, cominci a fissare la sua attenzione su
un’altra credente.
Quando un conduttore comincia a flirtare con un’altra donna, nulla è come
prima con lei: i confini dell’amicizia, dell’amore fraterno e della cura
pastorale vengono morbosamente superati, e si espone la credente ad attenzioni
ammaliatrici mediante parole, tono di voce, atteggiamenti e gesti. Tutto ciò può
suscitare in lei attrazioni, aneliti e appetiti, che, se corrisposti in
qualche modo, possono portare ambedue in labirinti mentali, ormonali ed emotivi.
Può darsi che rimanga tutto a livello platonico, per paura delle conseguenze,
tuttavia nasce una nuova intesa sentimentale, che fa spostare l’attenzione
psico-sessuale
dall’oggetto legittimo (il coniuge) a una terza persona. Questo è un
atteggiamento di fornicazione (seppur ancora mentale), che può tradursi in
adulterio, se tale donna è sposata, o in pratica di fornicazione, se lei è
nubile.
Nei rapporti fra un uomo e una donna, in cui nasce un’attrazione proibita,
quando il treno emotivo raggiunge un certo limite, il passo dal film
mentale all’azione, continuamente rivisto, è breve. Gesù stesso ha descritto
tale fenomeno così, come si può tradurre Matteo 5,28: «Chiunque guarda una
donna così da suscitare in lei appetiti, ha già commesso adulterio con lei nel
suo cuore».
Prima o poi, le cose vengono notate, non sempre dai rispettivi coniugi,
ma da altri, ed escono fuori in variegati e drammatici modi. Non c’è alcunché
che sia nascosto, che non venga prima o poi alla luce (cfr. Mc 4,22). I
dissidi, il caos e la tribolazione, che si ingenerano allora, sono tanti, a
diversi livelli e in differenti ambiti (personale, matrimoniale, ecclesiale,
ministeriale), e sono soprattutto imprevedibili. Quando succedono tali cose, ciò
mostra come la nostra carne è un abisso e che essa non può essere
riformata. Con gli appetiti della carne non si può ragionare, ma dinanzi a loro
bisogna solo fuggire, riparando in azioni morali positive (2 Tm 2,22). Ciò
mostra pure come il diavolo è abile a trovare il punto debole d’ognuno e
a porre proprio lì il «piede di porco» per fare leva, scassinare la porta del
nostro cuore, buttare tutto all’aria e aggiogarci.
2. PUNTI DA PONDERARE:
Sarebbe sempre meglio prevenire cose del genere. Che cosa succede
nelle diverse parti coinvolte, quando esce fuori che conduttore sposato si è
messo a corteggiare una credente della sua chiesa? Quali sono i diversi
meccanismi, che si ingenerano nelle due persone coinvolte, nei rispettivi
coniugi, negli altri responsabili di chiesa, nella comunità, eccetera? Quali
sono le cose da evitare e quali quelle da fare assolutamente per
risolvere una questione così pesante e drammatica? Quanto segue non vuol essere
esaustivo, ma vuole porre una base per la riflessione e il confronto.
■ Trovo sempre sbagliato quando fratelli vanno a fare studi a sorelle senza le
loro mogli o praticano cura pastorale a donne senza un’altra presenza femminile.
Anche i maschi più santi sono una categoria a rischio. Lo spirito è pronto, ma
la carne è debole. I propositi della mente sono una cosa, gli istinti primari
(sessuali, ecc.) sono un’altra.
■ Laddove un conduttore comincia a corteggiare una credente della sua chiesa,
resta sempre la seguente domanda: Dov’era la moglie del conduttore,
mentre egli, esplicando un ministero fra donne, flirta con una credente della
chiesa? La moglie di un conduttore, essendo una con lui, resta pur sempre colei,
che gli sta a fronte (= partner) e sorvegliante della morale matrimoniale e
domestica. Inoltre, la sua disponibilità agli affetti matrimoniali può tenere il
marito in stato di salute psico-sessuale, cosa che avrà un effetto positivo
sulla sua irreprensibilità e sulla lotta contro le tentazioni; o, in caso
contrario, l’avarizia degli affetti da parte di lei può alimentare in lui turbe
e disturbi, ed esporlo in tentazioni e a cedimenti.
■ Quando un conduttore sposato corteggia una credente della sua chiesa,
anch’essa sposata, è una cosa sbagliata, che mina la sua irreprensibilità
(1 Tm 3,2.10; Tt 1,6s), credibilità e autorità morale. Se lui la corteggia e lei
lo incoraggia, c’è una connessione di colpa. Poi bisogna verificare se il
tutto è rimasto tutto sul piano verbale e degli ammiccamenti, oppure se si è
avuto un qualche contatto fisico di qualunque genere.
■ Un conduttore di chiesa è più responsabile di ogni pecora del gregge,
poiché è premessa come qualità del suo incarico l’essere irreprensibile; lui
deve pasturare le pecore al meglio, esercitando purità incorrotta (Tt 2,7) e
castità (1 Tm 4,12; 5,2). Dove vengono meno tali qualità, vengono a
mancare pure i presupposti perché lui, almeno al momento, possa continuare a
esercitare il suo ministero di conduzione, di cura pastorale e d’insegnamento
ecclesiale. In tali casi, quando non è successo nulla di materiale sul piano
sessuale, ma si è rimasti al corteggiamento, è bene che tale conduttore si
dimetta dal suo incarico e faccia un pausa di riflessione e depurazione,
magari aiutato da qualcuno, che è capace di ripristinarlo.
■ Di là dalle colpe del conduttore, ogni maschio, quantunque possa essere
sessualmente confuso e disorientato, si spinge tanto in là quanto la donna
gli concede (o per lo meno egli pensa che sia così). Visto che ogni peccato
interpersonale si commette in due, ambedue hanno di che ravvedersi.
■ Se il comportamento del conduttore verso alcune donne è stato ricorrente, egli
fa bene a dimettersi da questo ruolo. E questo dovrebbe accadere per i
seguenti motivi: ▪ 1. Per il bene della testimonianza: le voci si spargono
fuori più in fetta di quanto si pensi; anche i credenti disgustati potrebbero
allontanarsi; ▪ 2. Per il suo proprio bene: deve guarire dal suo male morale e
ristabilirsi; ▪ 3. Per il bene del suo matrimonio: deve chiarirsi con la moglie,
purificare i loro rapporti e mettere nuove basi; ▪ 4. Per il bene della sua
famiglia: un uomo fedifrago scandalizza i figli (ed eventuali nipoti) e li
scoraggia nel cammino della fede; ▪ 5. Per il bene della chiesa: non si può
insegnare autorevolmente agli altri laddove non c’è coerenza nella propria vita;
rimangono sospetti e ombre morali.
■ Ci sono sempre cattivi presupposti, che rimarranno come ombre morali
sulla persona e sul ministero del conduttore, nei seguenti casi: ▪ 1. Il
conduttore nega ogni addebito, nonostante le evidenze. ▪ 2. La moglie del
conduttore cerca di proteggere il marito ad oltranza, nonostante le evidenze. ▪
3. Gli altri conduttori, per non perdere il collega, insabbiano tutto o lasciano
cadere tutto nel silenzio. ▪ 4. Si fa terra bruciata intorno alla donna
coinvolta, isolandola praticamente dalla chiesa locale, pur di tenere in piedi
il ministero di tale conduttore. ▪ 5. In un’eventuale assemblea di chiesa si
ascoltano le ragioni del conduttore, ma non quelle della donna in causa. ▪ 6. Si
continua a dare ministero e incarico di guida a tale conduttore, come se nulla
fosse successo o perché nessuno potrebbe ottemperare agli incarichi e alle
mansioni, che ha lui, e ai ministeri, che lui svolge. ▪ 7. Si cerca di sminuire
la colpa morale di tale conduttore, gettandola sul fatto che siamo tutti
peccatori, che
tutti abbiamo bisogno di misericordia e che tutti dovremmo avere una
seconda chance. ▪ 8. Si cerca di sminuire la colpa morale di tale conduttore,
cercando colpe morali in tale donna, oggetto del corteggiamento; oppure le si
rinfacciano cose del genere: mancanza di disponibilità al perdono, fare
maldicenza, gettare fango su di lui, rovinare la reputazione di lui, mettere
zizzania nella chiesa e rovinare la testimonianza della comunità. ▪ 9. Con
dialettica e retorica si cerca di ribaltare i fatti, addossando tutte le colpe a
tale donna, screditandola sistematicamente agli occhi degli altri credenti e
presentandola come una donna leggera nei costumi o addirittura come adescatrice
di uomini. ▪ 10. Si cerca di isolare tale donna dalla comunione e dalle
relazioni comunitarie, nell’intento che si allontani volontariamente dalla
comunità, cosicché tutto venga semplicemente dimenticato; tuttavia, i bubboni
non incisi, non purificati e non guariti, mostreranno prima o poi tutta la loro
patologia infettiva. ▪ 11. Il conduttore in causa, invece di ammettere le
proprie colpe, cerca alleati nella moglie, in altri conduttori e nei membri
della chiesa locale. ▪ 12. Gli altri responsabili della chiesa locale non hanno
abbastanza capacità morale, spirituale e personale per prendersi le loro
responsabilità e affrontare l’altro loro collega dapprima a tu per tu nel
consiglio dei conduttori e poi nell’assemblea di chiesa. ▪ 13. Si dà
l’impressione che i conduttori e i loro collaborati, qualunque cosa essi
commettano, siano, in effetti, una «casta» di intoccabili, che levitino al di
sopra dei «normali» credenti; questo è sempre l’inizio della separazione fra
chierici e laici nella chiesa.
■ Un
eventuale ritorno al ministero pubblico e alla carica di conduttore dipende
da vari fattori, ad esempio dai seguenti: ▪ 1. L’ammissione completa e
sincera delle proprie colpe; ▪ 2. L’accettazione delle giuste sanzioni e delle
condizioni postegli dalla chiesa; ▪ 3. La guarigione e il ristabilimento morale;
▪ 4. Un periodo di «convalescenza morale» sufficiente lungo e la verifica della
presenza dei prerequisiti di irreprensibilità e castità.
■ Se non si interviene adeguatamente in casi del genere, non solo si
danneggia la testimonianza verso fuori, ma si lasciano profonde ferite
nella stessa comunità. Rimanendo ombre morali, tali conduttori hanno comunque
perso autorità rispetto alla chiesa locale. Inoltre, difficilmente si andrà da
loro per chiedere un consiglio morale, spirituale e pastorale o risolvere i
propri problemi. Un certo grado di sfiducia e delusione rimarrà comunque nei
membri di chiesa. Nelle parti lese, che non hanno ottenuto giustizia, rimarrà
inoltre un sentimento di amarezza, risentimento e rabbia.
Per
l’approfondimento si vedano in Nicola Martella,
Tenerezza e fedeltà, Sesso & Affini 2 (Punto°A°Croce, Roma 1998),
i seguenti articoli: «Seduzione e concupiscenza», pp. 328-335; «Il tradimento»,
pp. 336-345; «Tradimento e Bibbia», pp. 346-351; «Infedeltà e consulenza», pp.
352-360. ● In Nicola Martella,
Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), si
vedano i seguenti articoli: «Le molestie sessuali», pp. 237-253; «Sevizie e
stupro: Bibbia e consulenza», pp. 279-288; «Pastori che abusano», pp. 341-345.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Condutt_cortegg_S&A.htm
19-10-2011; Aggiornamento: 03-11-2011 |