1.
L’ESPERIENZA DI GEREMIA: Dio disse a Geremia: «Se
tu torni indietro, io ti
ricondurrò, cosicché tu sarai dinanzi a me; e se tu separi ciò quanto è prezioso
da quanto è vile, tu sarai come la mia bocca. Quelli ritorneranno a te,
ma tu non tornerai a loro. Io ti farò essere per questo popolo un forte muro di
rame, ed essi combatteranno contro di te, ma non potranno vincerti; perché io
sarò con te, per salvarti e per liberarti, dice l’Eterno. E ti libererò
dalla mano dei malvagi, e ti riscatterò dal pugno dei violenti» (Gr
15,19ss).
Pressoché tutti gli uomini di Dio, i proclamatori dell’antico e del nuovo patto,
hanno avuto bisogno di una seconda chiamata, dopo che il loro ministero si era
arenato o dopo che essi erano arrivati in fondo al pozzo, umanamente parlando, a
causa di una crisi esistenziale e ministeriale. |
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Questo è molto evidente nella vita di Geremia (cfr. anche Mosè, Giona, Isaia,
ecc.). Sotto la pressione delle diffamazioni dei suoi contemporanei, questo
proclamatore aveva deciso rispetto a Dio quanto segue: «Io non lo menzionerò
più, non parlerò più nel suo nome»; si accorse però che era diventato
come un vulcano, che volesse contenere dentro di sé il fuoco ardente (Gr
20,8ss). Il suo particolare sfogo della sua angoscia, legato a un ministero che
gli portava solo ingratitudine, si può leggere in Lamentazioni 3; alla fine,
dopo uno sfogo liberatorio, dovette confessare: «Grande è la tua fedeltà!»
(Lam 3,23). Anche nel suo libro omonimo, dopo aver cercato per un po’ di non
praticare il suo ministero in mezzo a un popolo ingrato e ribelle, Geremia
crollò dinanzi alla grazia e alla potenza di Dio, confessando e ammettendo: «O
Eterno, tu mi hai persuaso, e io mi sono lasciato persuadere; tu mi hai
fatto forza e mi hai vinto» (Gr 20,7).
Il Signore gli ripeté all’incirca quanto gli aveva detto alla prima chiamata: «Ecco,
oggi io ti stabilisco come una città fortificata, come una colonna di
ferro e come un muro di rame contro
tutto il paese, contro i re di Giuda, contro i suoi principi, contro i suoi
sacerdoti e contro il popolo del paese. Essi ti faranno la guerra, ma non ti
vinceranno, perché io sono con te per liberarti, dice l’Eterno»
(Gr 1,18s). Similmente gli disse alla seconda chiamata (Gr 15,19s).
2.
CRISI, OSSIA SEPARARE GRANO E PAGLIA:
Gesù, essendo seguito da persone che credevano che Egli fosse il Messia, e
da altre che lo seguivano per opportunismo o convenienza, creò le basi
per una crisi fra i suoi seguaci, tenendo discorsi per loro sconcertanti,
ma con cui intendeva separare il grano dalla paglia. Egli non voleva aggregati,
ma seguaci convinti e validi collaboratori nel regno di Dio; a tal riguardo, lo
dovevano tanto assimilare in se stessi, che sul piano ideale era come se
mangiassero la sua carne e bevessero il suo sangue, ossia dovevano diventare una
stessa cosa con Lui (Gv 6,51-56). L’effetto fu che
molti dei suoi discepoli rimasero scandalizzati (vv. 60s), non
comprendendo il significato spirituale delle sue parole (v. 63), e «si
tirarono indietro e non andavano più con lui» (v. 66). Anche per i Dodici
fu una crisi e uno shock. Gesù provocò anche loro, chiedendo se anch’essi non
volessero andarsene (v. 67). Pietro, parlando per tutti loro, confessò Gesù come
il «Santo di Dio», ossia il Messia, Colui che intendevano seguire (vv.
68s). Anche per loro fu, per certi versi, una seconda chiamata.
3. LA
SECONDA CHIAMATA OGGI: E che dire della mia esperienza? Nella mia
vita spirituale e nel mio servizio per il Signore mi sono trovato più di una
volta a fare un nuovo inizio, per la grazia di Dio. Era scoppiata la
grande crisi esistenziale e mi trovavo nel tunnel buio o in un labirinto, senza
conoscere la via d’uscita. Ero sotto bersaglio del Calunniatore (gr. diábolos);
era come se una grande coalizione del Nemico si fosse alleata proprio contro di
me. Avevo raggiunto il fondo del pozzo con lo sconforto e la depressione. La
nave della mia vita s’era incagliata e si trovava oramai a secco. Mi trovavo a
un bivio da solo, e pressoché tutti mi avevano abbandonato. Avevo bisogno di un
intervento speciale dal Signore, di essere rianimato, ristabilito e potenziato
con la sua grazia. Necessitavo di una nuova chiamata, di una nuova conferma
del tipo: «Ritorna a seguimi. Ti ho manifestato la mia clemenza, abbi fiducia in
me. Io sarò con te e ti proteggerò. Va’ e sii il mio servitore. Io ti benedico,
inizia daccapo e sii di benedizione». Conosco, quindi, la grazia della seconda
chiamata, e non solo quella.
Forse anche tu ti sei arenato. Probabilmente anche tu ti trovi in una crisi
profonda. Forse anche tu ti trovi a un bivio. Probabilmente anche tu necessiti
di una seconda chiamata da parte del Signore. Sintonizzati su Dio, fatti
accordare dallo Spirito Santo e rettificati su Gesù.
►
La grazia della seconda chiamata? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Chiamata_2a_UnV.htm
12-03-2015; Aggiornamento:
14-03-2015
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