1. BRIAN MCLAREN E IL RAMADAN
(Georg Walter):
Brian McLaren è uno dei rappresentanti più noti e più influenti della «Emerging
Church» (Chiesa Emergente). Egli ha annunciato sul suo sito Web che quest’anno
lui e alcuni amici cristiani vogliono osservare il ramadan, il mese di digiuno
musulmano (nel 2009, inizio il 21 agosto). In tal modo intendono «mostrare la
loro vicinanza al vicino musulmano e partecipare a quest’importante evento nella
sua vita».
McLaren assicura sul suo sito web che non vuole aderire
all’Islam, ma che «vuole imparare dalle sue sorelle e dai suoi fratelli
musulmani».
Egli descrive la sua motivazione a partecipare al
ramadan con le seguenti parole: «Noi, come cristiani, osserviamo il ramadan
insieme ai musulmani come espressione della pace, della comunione e d’un buon
rapporto di vicinato alla gloria di Dio...
Il principale obiettivo della nostra partecipazione al ramadan deve servire alla
nostra crescita spirituale, alla nostra salute e alla nostra maturazione, ma ci
auguriamo anche che la nostra esperienza possa ispirare altri a pregare e
lavorare con tutte le persone d’altre fedi per la pace e il bene comune».
2. ALCUNI APPROFONDIMENTI
(Nicola Martella): Il movimento della «Chiesa Emergente» è molto presente negli
Stati Uniti, ma anche in Europa. È un fenomeno molto controverso all’interno del
mondo protestante occidentale e che ha suscitato preoccupazione e opposizione
fin dall’inizio. La «Chiesa Emergente» stata criticata soprattutto dagli
evangelicali conservatori e da quelli e fondamentalisti. Al riguardo è centrale
soprattutto il libro di D.A. Carson.
È un movimento molto variegato e dalle tendenze pluraliste, sebbene ci siano
delle caratteristiche distintive comuni. Ecco qui di seguito diverse perplessità
e obiezioni da parte dei critici di questo movimento.
■ Critica alla tradizione: Sebbene i membri di tale movimento provengano
perlopiù da uno sfondo evangelico, si mostrano molto critici e polemici verso la
tradizione cristiana in genere e quella soprattutto evangelica. È nato come un
movimento di protesta verso il conservatorismo, senza di essere veramente
riuscito a diventare costruttivo.
■
Relativismo: La «Chiesa Emergente» pone troppo l’accento sulla pluralità e
perde così di vista l’assoluta verità dell’Evangelo. Viene messa particolarmente
in secondo piano l’esclusività della salvezza in Gesù Cristo.
■ Decostruzionismo: La tradizione evangelica e
perfino i testi biblici vengono demoliti nel loro significato, per poi
accreditare nuovi significati dottrinali e nuove convinzioni morali,
biblicamente inaccettabili.
■ Insana dottrina: A volte nella «Emerging
Conversation» (conversazione emergente) si fanno sentire voci che non sostengono
più una tipica «teologia della croce», così come è stata propugnata dalla
Riforma. Dai critici della «Chiesa Emergente» non sono pienamente ritenuti
ortodossi i punti di vista di alcuni esponenti su dottrine quali l’espiazione
tramite il sangue di Cristo, la giustificazione per grazia mediante la fede e la
condanna eterna.
■ Secolarizzazione: Ci si adatta volentieri allo
spirito del tempo e si tralascia di praticare una critica della società.
■ Politicizzazione: Si nutre un maggiore
interesse per questioni sociali e politiche, invece che per questioni spirituali
e morali. Intenti al miglioramento delle condizioni sociali della gente, si
trascura specialmente l’evangelizzazione e, perciò, l’avanzamento del regno di
Dio.
■ Sincretismo: La spiritualità delle «Chiese
Emergenti» è eclettica, poiché recepisce le esperienze religiose poco tipiche
del mondo evangelico, quindi non solo praticate all’interno del resto
cristianesimo (p.es. «esercizi spirituali» tipici di frange del cattolicesimo e
dell’ortodossia), ma anche quelle della spiritualità delle religioni orientali.
Ciò mostra una tendenza sincretistica simile alla spiritualità New Age.
3. PUNTI DA PONDERARE (Nicola
Martella): Quanto proposto e attuato da
Brian McLaren e da quanti sono con lui consenzienti è il sincretismo religioso
mediante contaminazione reciproca delle forme devozionali, «pregare e lavorare
con tutte le persone d'altre fedi per la pace e il bene comune». Ciò è qualcosa
di molto diverso da quanto ha affermato dall'apostolo Paolo: «Pur essendo
libero da tutti, mi sono fatto servo a tutti,
per guadagnarne il maggior numero;
e con i Giudei, mi sono fatto Giudeo, per
guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto
come uno sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge),
per guadagnare quelli che sono
sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi
senza legge (benché io non sia senza legge riguardo a Dio, ma sotto la legge di
Cristo), per guadagnare quelli che
sono senza legge. Con i deboli mi sono fatto debole,
per guadagnare i deboli; mi faccio
ogni cosa a tutti, per salvarne a
ogni modo alcuni» (1 Cor 9,19-22).
Qui di seguito mi limito solo porre delle domande come stimoli di riflessione.
■ Si sbagliava
Mosè a mettere in guardia contro il sincretismo religioso, morale e
culturale verso i Cananei? «Non farete quel che si fa nel paese d’Egitto dove
avete abitato, e non farete quel che si fa nel paese di Canaan dove io vi
conduco, e non seguirete i loro costumi. Metterete in pratica le mie
prescrizioni e osserverete le mie leggi, per conformarvi ad esse. […]
Osserverete dunque i miei ordini, e non seguirete alcuno di quei costumi
abominevoli che sono stati seguiti prima di voi, e non vi contaminerete con essi»
(Lv 18,3s.30; 20,23).
■ Fece bene
Geroboamo a far peccare Israele, costruendo due santuari illegittimi,
imitando in essi il culto legittimo di Gerusalemme e arricchendolo di una
teologia e una spiritualità pagane? Il rimprovero di Dio ai re d’Israele e di
Giuda fu costantemente questo: «Tu hai battuto le vie di Geroboamo e hai
indotto il mio popolo Israele a peccare, in modo da provocarmi a sdegno coi suoi
peccati» (1 Re 16,2.19; 21,22).
Fecero bene persone, come Achab e Izebel, Achaz e Manasse, a proseguire
in tale sincretismo religioso, morale e culturale?
■ Si sbagliavano i profeti a denunciare la paganizzazione della
religione, della morale e della cultura d’Israele mediante contenuti
mediorientali? Come motivo delle deportazione d’Israele prima e di Giuda poi, fu
scritto: «Essi avevano imitati i costumi delle nazioni che l’Eterno aveva
cacciate d’innanzi a loro, e quelli che i re d’Israele avevano introdotti. […] E
neppur Giuda osservò i comandamenti dell’Eterno, del suo Dio, ma seguì i costumi
stabiliti da Israele. E l’Eterno rigettò tutta la stirpe d’Israele, la umiliò, e
l’abbandonò in balìa di predoni, finché la cacciò dalla sua presenza» (2 Re
17,8.19s; cfr. Gr 10,2ss).
■ Si era sbagliato Elia a chiedere che Israele si decidesse fra Jahwè,
Dio d’Israele, e Ba`al, dio babilonese (Bel) e dei popoli di Canaan? (1 Re
18,21).
■ Si sbagliarono i re di risveglio, come Giosia, a purificare il culto da
tutti gli elementi delle religioni e della devozione pagani? (2 Re 23).
■ Si sbagliarono Zerubabele, Giosuè e i capi a rifiutare ai popoli
circonvicini di ricostruire insieme il santuario d’Israele, dopo il ritorno
dalla cattività? «Essi dissero loro: “Noi edificheremo con voi, giacché, come
voi, noi cerchiamo il vostro Dio, e gli offriamo dei sacrifici dal tempo di
Esar-Haddon, re d’Assiria, che ci fece salir qui”. Ma Zerubabele, Giosuè e gli
altri capi famiglia d’Israele risposero loro: “Non spetta a voi e a noi insieme
di edificare una casa al nostro Dio! Noi soli la edificheremo all’Eterno, al Dio
d’Israele…» (Esd 4,1ss).
■ Si sbagliò
Gesù a non praticare la spiritualità della Samaritana, trovandosi nei
pressi del santuario samaritano? (Gv 4,20s). «Voi adorate quel che non
conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei»
(Gv 4,22)?
■ Si sbagliò
Paolo ad affermare che non bisogna mettersi con gli infedeli sotto lo
stesso giogo di devozione? «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo
che non è per voi; perché quale comunanza v’è fra la giustizia e l’iniquità? O
qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar [=
Bel, Ba`al, Belzebù]? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale
accordo fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio
vivente» (2 Cor 6,14ss).
■ Si sbagliò Gesù a proclamarsi l’unica via, verità e vita? (Gv 14,6). Si
sbagliarono gli apostoli a predicare che fuori di Gesù Cristo non c’è
salvezza? «E in nessun altro è la salvezza; poiché non v’è sotto il cielo
alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi possiamo
essere salvati» (At 4,12; Rm 10,13; Ef 1,20ss).
■ Si sbagliarono gli apostoli a reclamare una vita non conforme allo spirito
del tempo? «E non siate conformi a questo mondo, ma siate trasformati
mediante il rinnovamento del senno, affinché siate in grado di provare quale sia
la volontà di Dio: quella buona e gradita e perfetta» (Rm 12,2; cfr. 1 Pt
1,14).
■ Ci stiamo avviando a una «apostasia emergente», al sincretismo e alla falsa
devozione che caratterizzerà la fine dei tempi? «Ma lo Spirito dice
espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando
retta a spiriti seduttori e a dottrine di demoni per via della ipocrisia di
uomini che proferiranno menzogna, segnati di un marchio nella loro propria
coscienza» (1 Tm 4,1s). «Verrà il tempo che non sopporteranno la sana
dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno insegnanti secondo le loro
proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti»
(2 Tm 4,3).
«Nessuno a suo talento vi derubi del vostro premio per via d’umiltà e di
culto degli inviati, affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di nullità dalla
mente della sua carne e non attenendosi al Capo» (Col 2,18s; cfr. vv. 20ss).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Emerging_Church_discrepanz_Esc.htm
22-08-2009; Aggiornamento: 07-09-2009
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