Tutti conosciamo il mito di Icaro e il suo intento di volare
con mezzi insufficienti, imitando gli uccelli. A mano a mano che
s’innalzava verso il Sole, si scioglieva il povero collante usato
per tenere insieme le piume; la sua caduta fu rovinosa. Il
cosiddetto «transumanesimo» rappresenta una moderna versione del
«volo di Icaro». Antiche ideologie gnostiche e ostili al Dio
della Bibbia vengono riproposte e combinate con i presupposti
dell’umanesimo, con i dettami dell’evoluzionismo e con le
aspirazioni di una tecnologia fantascientifica. Il transumanesimo
non è nient’altro che un tecno-gnosticismo con aspirazioni
onnipotenti e con tratti inquietanti, che fanno paventare uno
sviluppo nella direzione di un
tecno-nazismo. {Nicola Martella} |
1. ENTRIAMO IN TEMA:
Il transumanesimo è una concezione filosofica e culturale che
sostiene fiduciosamente la capacità umana di guidare il cammino
evolutivo dell’uomo esclusivamente mediante le risorse scientifiche e
tecnologiche. Attraverso l’ingegneria genetica, la biotecnologia e
l’intelligenza artificiale l’uomo transumanista è fiducioso di debellare
non solo le malattie e il
dolore, ma anche di rallentare il processo biologico d’invecchiamento,
aumentare le capacità sensoriali e cognitive, sviluppare un corpo
virtualmente perfetto e, per i più ottimisti, sconfiggere la morte
stessa. In aggiunta, i transumanisti vagheggiano anche un miglioramento
dello stato psichico (sconfitta della depressione e della tristezza) e
della vita morale (eliminazione degli impulsi criminali e violenti).
Ancora, forme radicali di transumanesimo includono il cosiddetto
«megascale engineering», cioè
ingegneria su larga scala, che riguarda non solo costruzioni immense
come ascensori spaziali o stazioni orbitanti, ma anche la trasformazione
dei pianeti e lo sfruttamento delle energie stellari.
È ragionevole pensare che da questa brevi note introduttive del
Transumanesimo l’uomo si sostituisce a Dio, sembra essere «dio»:
escludendo Dio dalla sfera creazionale e redentiva egli diventa egli
stesso creatore e redentore. È una visione rigorosamente
materialistica
quella transumanista, anche se non esclude una «trascendenza» in senso
estetico, ossia rappresentata dalla poesia, dalla musica e dall’arte; la
pienezza della vita e il raggiungimento della felicità, postulate dal
transumanesimo, non sono caratterizzate da una trascendenza storica e
sovrannaturale. Il criterio ermeneutico, con il quale viene interpretata
la natura umana, è tecnologico
e non religioso. Persino le ambizioni religiose del New Age vengono
superate: l’avvento di una Nuova Era non è prospettata attraverso una
visione religiosa e spirituale della vita, ma attraverso un processo
evolutivo, che determina il passaggio dall’uomo sapiens all’uomo
cyborg.
2. ORIGINI DEL TRANSUMANESIMO: Il Transumanesimo è un
fenomeno culturale nato e sviluppatosi nella seconda metà del 20°
secolo. Fu il biologo Julian Huxley
a coniare il termine. In un saggio pubblicato nel 1957 egli scrisse: «La
specie umana può, se lo desidera, trascendere se stessa nella sua
interezza, come umanità. Abbiamo bisogno di un nome per questa inedita
convinzione. Forse transumanesimo può andare bene: l’uomo resta uomo, ma
trascende se stesso realizzando nuove potenzialità della, e per la,
propria natura umana…».
Il termine fu ripreso e sviluppato dopo un decennio. Fu il futurologo
Fereidoun M. Esfandiary (1930-2000), il quale fu conosciuto con il
suo pseudonimo «FM.2030», a renderlo più popolare con il suo «Upwingers
Maniphesto» (1973) e con uno dei testi fondamentali nella storia del
Transumanesimo: «Are you a Transumanist?» (1989).
Nel 1988 il filosofo Max More pubblicò una rivista transumanista:
«Extropy: The journal of Transhumanist Thought». Con More noi abbiamo la
prima definizione moderna di transumanesimo: «Il transumanesimo è un
insieme di filosofie che cercano di guidarci verso una condizione
postumana. Il transumanesimo condivide molti elementi dell’umanesimo,
ivi incluso il rispetto per la ragione e la scienza, l’impegno per il
progresso, e la valorizzazione dell’esistenza umana (o transumana) in
questa vita. Il transumanesimo si differenzia dall’umanesimo in quanto
riconosce e anticipa le radicali modifiche della natura umana che
saranno rese possibili dalle diverse scienze e tecnologie».
Nel 1998 i filosofi Nick Bostrom e David Pearce fondano la
World Transhumanist Association (WTA), alla quale si deve la
Transhumanist Declaration, che contiene la definizione più articolata di
transumanesimo: «Il transumanesimo è un modo di pensare il futuro
basato sulla premessa che la specie umana nella sua forma attuale non
rappresenta la fine del nostro sviluppo, bensì una fase relativamente
iniziale. Lo definiamo nel modo seguente:
■ Il movimento intellettuale e culturale che sostiene la possibilità e
la desiderabilità di
migliorare in maniera sostanziale la condizione umana facendo uso
della ragione, in particolare sviluppando e rendendo largamente
disponibili
tecnologie atte a eliminare l’invecchiamento e a potenziare le
capacità intellettuali, fisiche e psicologiche dell’essere umano.
■ Lo studio delle diversificazioni, delle promesse e dei potenziali
pericoli delle
tecnologie che ci renderanno capaci di superare i limiti
principali
dell’umanità e il correlativo studio delle questioni etiche coinvolte
nello sviluppo e nell’uso di queste tecnologie».
Un progetto così ambizioso non può non suscitare forti critiche.
L’obiezione primaria è di natura tecnologica, ossia è utopico
raggiungere gli obiettivi propugnati dal transumanesimo: è impossibile
attuare la «cyborghizzazione» dell’umanità e conseguire una sorta
d’immortalità cibernetica tramite, ad esempio, il «mind uploading» nel
cyberspazio (il «mind uploading» o «brain reconstruction» è il processo
con cui si trasferisce una intelligenza da un cervello biologico a un
computer).
In aggiunta, altri critici hanno avanzato obiezioni di natura etica:
il transumanesimo è visto come uno stravolgimento della natura umana,
considerata immutabile e identica a se stessa nei millenni. Si afferma,
infatti che, pur ammettendo una evoluzione biologica dall’uomo
preistorico all’uomo sapiens, tuttavia, raggiunto quest’ultimo stadio,
le strutture biologiche sono considerate immutabili. La preoccupazione
dei critici, siano essi laici o religiosi, sta nel fatto che l’impiego
della tecnologia determina una sorta di
disumanizzazione dell’essere umano, sia che esso sia frutto di un atto
creatore divino sia che essa sia il risultato di un processo evolutivo,
che ha reso immutabile «l’Homo sapiens».
3. NATURA DEL TRANSUMANESIMO: Il Transumanesimo è
fondamentalmente una concezione filosofica della vita tesa a
negare Dio e a esaltare l’uomo e la ragione. È una sorta di
neoumanesimo che valorizza il progresso tecnologico attuato dalla
sapienza umana, fiduciosa in esso a tal punto da poter eliminare tutti i
mali esistenziali dell’uomo senza alcun concorso dell’azione divina.
Così si esprime Max More: «Dio era una nozione primitiva
inventata da gente primitiva, gente che stava appena cominciando a
uscire dall’ignoranza e dall’incoscienza. Dio era un concetto
oppressivo, un essere più potente di noi, ma immaginato sulla falsariga
della rozza idea che avevamo di noi stessi. Il nostro illimitato
processo di sviluppo in forme più elevate dovrebbe sostituire e di fatto
sostituirà questa concezione religiosa. Come extropiani,
che perseguono e promuovono uno sviluppo trascendente, noi siamo
l’avanguardia dell’evoluzione. L’umanità è uno stadio transitorio
del sentiero dell’evoluzione: non siamo lo zenith dello sviluppo della
natura. È giunto per noi il momento di farci consapevolmente carico di
noi stessi e accelerare il nostro progresso.
Lo scrittore americano David Zindell, autore di libri
fantascientifici, afferma che l’uomo è creatore dei suoi stessi
paradisi. Egli è creatore di se stesso. È ragionevole
l’esternazione delle religioni istituzionalizzate del loro timore di
fronte alla pretesa prometeica degli autori transumanisti di
sostituirsi al Dio creatore, per decidere il cammino evolutivo umano
e quello dell’ambiente naturale e del cosmo intero. L’utopica pretesa
dei transumanisti di garantire l’immortalità all’uomo attraverso
la clonazione, la crionica, la cibernetica e il mind uploading attacca
senz’altro la fede in Dio, che assicura la possibilità di superare i
mali, che angosciano l’uomo quali la malattia, il dolore, la vecchiaia e
la morte. Se i progressi sofisticati della scienza e della tecnologia
riuscissero a sconfiggere la malattia e la morte, a cosa servirebbe la
fede in Dio? Dio sarebbe «disoccupato» e «ozioso». Se la teologia
postula il concetto d’inquietudine dell’anima, ripetendo con
Agostino d’Ippona «Inquietum est cor nostrum donec requiscat in Te,
Domine» («irrequieto e angosciato è il nostro cuore finché esso non
riposa in Te, Signore), tuttavia per il transumanista esso è
irrilevante, in quanto è frutto dell’irrazionalità umana, che si esprime
in termini religiosi. Egli è fiducioso che l’immortalità si otterrà con
il mind uploading nel cyberspazio e un successivo download in un
corpo cibernetico; la felicità e l’armonia interiore sarà acquisita
attraverso un «sapiente dosaggio genetico» tale da vanificare tutte le
cause neurologiche e biologiche di tristezza e depressione, le malattie
e le imperfezioni fisiche saranno superate dalla ingegneria genetica e
dalla clonazione. In queste ambiziose quanto utopiche pretese
transumaniste è evidenziata la contrapposizione tra la concezione
religiosa e quella futurista: la prima afferma che bisogna vivere
bene, rispettando le attuali strutture della natura umana, considerate
permanenti; la seconda sostiene anch’essa il concetto di vivere bene, il
cui raggiungimento pieno porta anche alla manipolazione e alla
trasformazione della natura umana.
4. I RAELIANI: Uno dei movimenti, che stanno
cercando di adottare in un senso quasi religioso alcune temi
transumanisti, è quello dei Raeliani. Fondato dal francese Claude
Vorilhon, il quale ha assunto il nome di Rael, questo movimento è
classificato tra i culti «UFO». Infatti, Vorilhon sostiene che nel 1973
abbia avuto degli incontri ravvicinati con un extraterrestre,
rappresentante di una razza aliena tecnologicamente evoluta, chiamata
Elohim, e il cui capo è Yahweh. Addirittura, è stato scritto dai
Raeliani che Claude Vorilhon sia stato concepito dall’unione sessuale
ibrida di sua madre con l’alieno Yahweh. Egli anche formula una propria
cosmogonia, ossia la terra e l’umanità sarebbero il risultato di una
sapiente ingegneria genetica operata dagli scienziati di Elohim. Ancora,
Vorilhon sostiene che nel 1975 egli fu portato nel pianeta degli
Elohim, rendendosi conto personalmente della loro superiore civiltà.
All’interno di questa fantascientifica concezione cosmogonica dei
Raeliani s’inseriscono i fondamentali temi del transumanesimo,
come l’acquisizione dell’immortalità terrena tramite la clonazione, il
mind uploading e altre tecnologie messe a disposizione dal progresso
scientifico. In effetti, i Raeliani hanno già progettato nel campo della
genetica una serie di metodologie tese alla realizzazione del loro
utopico volo d’Icaro del conseguimento dell’immortalità come il «Clonaid».
Questo è un progetto di clonazione tramite il prelievo di un campione di
DNA di un sottoscrittore mentre è ancora in vita: lo «Ovulaid»,
ossia l’offerta a coppie sterili e omosessuali di bambini progettati e
realizzati secondo le indicazioni dei clienti; lo «Insuraclone»,
vale a dire la possibilità di sostituzione di organi; il «Clonapet»,
cioè la clonazione di animali domestici attraverso il prelievo di
cellule consentito dai loro padroni.
Per i Raeliani non c’è posto per la divinità e per l’anima nella loro
concezione filosofica della vita: Yaweh e gli Elohim sono alieni,
esseri bilogici, che la mente primitiva dell’uomo li ha concepiti come
divinità. Allo stesso modo l’anima
è il nome che il primitivo ha dato a quello che per la scienza è il DNA.
Il Raelianesimo è una religione atea, Dio non esiste. [►
I Raeliani; ►
Raeliani, ufo e affini? Parliamone]
5. ALTRI MOVIMENTI D’ISPIRAZIONE TRANSUMANISTA:
Oltre i Raeliani esistono altri movimenti «religiosi» che adottano le
tematiche transumaniste.
■ La «Church of Virus» adotta una «una filosofia neo-cibernetica
per il 21° secolo», ossia «una religione non teista d’impianto
memetico tesa al conseguimento dell’immortalità senza fare ricorso a
delusioni mistiche. Perno di questa filosofia è il concetto di
evoluzione, ispiratore del quale per i Viriani è il «santo» Charles
Darwin, definito il più autorevole ingegnere memetico dell’era moderna.
Secondo il Lexicon della Church of Virus meme è la trasmissione
d’informazioni culturali da una fonte ad altri soggetti che li
replicano. Il concetto ha una connotazione negativa per i Viriani,
quando esso è applicato alla diffusione di una idea religiosa che è
virulenta, perché infetta le menti umane, alterandone il comportamento e
inducendole a propagare il loro credo. L’idea della religione come
virus è sostenuta dal biologo britannico Richard Dawkins,
autore del celebre libro «The Selfish Gene». Nel suo saggio «Viruses of
the mind» Dawkins fa risaltare questo concetto della trasmissione del
virus della religione in un ambiente favorevole, come può essere ad
esempio quello familiare, dove i bambini sono più propensi a seguire la
religione dei genitori che qualche altra concezione religiosa. Infine, è
doveroso chiarire la definizione di «chiesa» di questo movimento
ateo. Il termine è usato convenzionalmente per tratteggiare più
l’elemento virulento che è insito in ogni religione piuttosto che di
definire una vera e propria concezione religiosa della vita. The Chuch
of Virus è e rimane un movimento che ha una peculiare visione
scientifica e tecnologica della realtà.
■ Il «Venturism» e la «Society for Universal Immortalism»
sono altri due movimenti futuristi che perseguono lo scopo di
debellare la morte non attraverso la fede nella divinità, ma
attraverso il progresso scientifico e tecnologico, ponendo al centro
della loro ideologia la crionica, che è una tecnica d’ibernazione
tramite agenti protettivi posti in un corpo umano, che permettono la
conservazione ottimale dei tessuti cellulari.
Questi due movimenti promuovono infatti la vittoria sulla morte e
il
prolungamento della vita mediante gli strumenti tecnologici, inclusa
l’ibernazione, la cui finalità è quella di riportare in vita l’individuo
ibernato quando le tecnologie future saranno in grado di realizzarla.
Questi due movimenti respingono ogni concezione ultraterrena
della vita e pongono una fede assoluta nella ragione e nel metodo
scientifico. Il loro motto è: il destino dell’uomo è nelle mani
dell’uomo. Essi ripudiano il concetto di anima, considerando
«l’anima» come un insieme d’informazioni, una sorta di software, che non
è legato a un computer specifico, ma può essere trasferito da un
computer a un altro, secondo il linguaggio dell’informatica. L’anima
umana non è dipendente dal cervello e il corpo attuale non è un supporto
valido per l’«anima». È necessario travalicare gli attuali limiti
biologici, affinché sia garantita all’«anima» l’esistenza.
L’ibernazione è il procedimento tecnico ottimale per preservare
l’«anima, non essendo ancora giunti nell’Era transumanista. Nel
sito della Society of Universal Immortalism si legge: “Noi crediamo che
dopo la morte il corpo possa essere conservato in una forma di
biostasi mediante i procedimenti della crionica. Lì rimarrà la nostra
anima, sicura e criopreservata nelle strutture del cervello, in
attesa dell’era transumanista in cui potremo essere rianimati» («We
believe that after death the body can be kept in a form of biostasis
through the process of cryonics. There our soul will
sit, in the cryopreserved structure of brain, awaiting the Transhuman
era when we can be revived…»).
■ È doveroso citare anche il movimento «millenarista» del «Singularitarianism»,
ossia un movimento futurista che crede nella singolarità tecnologica
(«Techological singularity») come un’epoca tecnologica di
prossima realizzazione. Essa consiste, secondo il matematico Vernor
Vinge, nella «Singolarity», nell’evento-momento, in cui l’intelligenza
artificiale raggiunge il livello dell’intelligenza umana. Questo evento
è di prossima realizzazione, profetizzando una data specifica, il
2045 come fa Raimond Kurzweil, informatico e saggista
statunitense. In questa data secondo Kurzweil inizierebbe
l’Era transumanista o era postumana, in cui l’uomo conseguirebbe
l’immortalità ottenuta con i più sofisticati procedimenti tecnologici.
6. LA RISPOSTA CRISTIANA: Riflettendo sui dati fin
qui ottenuti riguardante la concezione filosofica e culturale del
transumanesimo, è ragionevole affermare che il «volo d’Icaro» dei
Transumanisti è un tentativo di sostituirsi a ogni forma di credo
religioso, in particolare al cristianesimo che propugna la
vittoria sulla morte e la resurrezione corporale attraverso la fede nel
Cristo morto e risorto. Il Transumanesimo vuole vanificare la fede
cristiana nella resurrezione
corporale dell’uomo, che è unito a Cristo, appartenente alle singole
generazioni, che si sono avvicendate e a ogni epoca storica. La sua
pretesa è, infatti, che la scienza e la tecnologia possano garantire
all’uomo futuro (che cosa resterà dell’uomo passato?) una
«immortalità» criopreservata.
La risposta futurista basata sulla fede assoluta nella scienza e nella
tecnica dei Transumanisti non risponde adeguatamente alle domande
esistenziali dell’uomo sulla sofferenza e sulla morte.
L’anima
dell’uomo non è senz’altro il DNA, ma è lo spirito di Dio soffiato
nell’uomo, in ogni uomo.
Occorre all’uomo una palingenesi [= rinnovamento, rinascita,
rigenerazione, N.d.R.], per assicurare l’eterna esistenza umana e non
procedimenti scientifici considerati assoluti. Finché l’uomo è limitato,
anche la scienza sarà limitata. Essa senz’altro contribuirà a
dare sollievo alle sofferenze umane, ma non potrà estirparle.
La concezione atea dei transumanisti è la classica e antica forma
di pensiero umano, che vuole escludere Dio dalla vita umana, sociale,
naturale e cosmica. L’uomo vuole essere dio di se stesso. D’altronde è
una dichiarazione esplicita dei Transumanisti: l’uomo è costruttore dei
suoi paradisi. Così facendo, i Transumanisti, conferendo alla scienza
e alla tecnica un significato «religioso», trascende la loro
funzione naturale, che è quella di migliorare la vita umana, ma senza
essere manipolata, correndo il forte pericolo di creare una società di
mostri.
Se i Transumanisti non credono nel Dio di Gesù Cristo, tuttavia, essi
hanno il
dovere etico di rimanere all’interno dell’orologio biologico
dell’uomo, che ne scandisce il ritmo e le fasi evolutive. L’uomo
naturale rimane fisso e immutabile nelle sue strutture biologiche.
Tuttavia, per il cristiano forte e chiara è la voce di Gesù: «Io sono
la Risurrezione e la Vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà. Credi
tu questo?» (Giovanni 11,25s).
Versione rielaborata e redatta da Nicola Martella; © Punto°A°Croce 2010
. Le informazioni sul transumanesimo sono
tratte da un saggio di Nicola Mapelli in «Oltre New Age» (Bulzoni
Editore, Roma 2008). Dove non è indicato diversamente, il grassetto
e la formattazione nelle citazioni è redazionale.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A2-Transumanesimo_Esc.htm
24-07-2010; Aggiornamento: 26-07-2010 |