1. LE TESI: Ho letto la
seguente
nota di Silvano Creaco: «Nessuno vuol mettere in discussione il
fatto che certi mali sono costantemente presenti in tutti i tempi, ma è
altrettanto vero che ci sono alcune febbri stagionali, che ricompaiono
di tanto in tanto. Ci sono mali per tutte le stagioni: malattie
invernali, malattie estive, malattie autunnali e anche primaverili.
Però, certi mali, che abbondano in questo periodo particolare, non erano
conosciuti venti anni fa. Incontriamo degli errori e dei peccati, che
non vedevamo affatto nei primi anni del nostro cammino di fede .
La verità è una, ed è la stessa in tutte le epoche, ma la falsità è
mutevole e viene e va come le mode degli abiti. C’è quindi una
stagione e un tempo anche per le cose malvagie e momenti propizi per
ogni dottrina, che non viene dal cielo. Credo che anche voi, nella
vostra realtà di credenti e di chiesa, avrete dovuto scontrarvi con quel
gran male, che è il dibattere sulle verità fondamentali.
Fratelli, abbiamo sempre avuto opinioni divergenti su alcuni aspetti
minori, sui quali non di rado ci siamo incontrati per discutere
argomenti di dottrina sulla base delle Sacre Scritture. Ma siamo sempre
stati tutti d’accordo che tutto ciò che la Scrittura diceva, doveva
essere decisivo; e l’unica cosa di cui desideravamo accertarci, era ciò
che il Signore aveva rivelato.
A parte il sensazionalismo intossicante che pervade certi ambienti
evangelici, c’è una sorta di pesantezza nell’aria. Non l’avvertite?».
{11-12-2010}
Dopo uno scambio di opinioni su tale testo, è stata aggiunta la seguente
dicitura a tale nota: «Testo estratto, rivisto e adattato da una lunga
nota del famoso e tanto discusso predicatore
C. Spurgeon dal titolo “I mali del nostro tempo”».
2. OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Chi riflette sul mondo
intorno a noi e sullo stato delle chiese e cerca di stimolare gli altri,
ha chiaramente le mie simpatie. È probabile però che certe note
assomiglino, secondo i casi, a un pensare a voce alta, a ciò che uno
scrive nel proprio diario o a uno sfogo del momento per situazioni
specifiche, che si lascia innominate. Nelle tesi di Silvano Creaco ci
sono chiaramente aspetti condivisibili, come pure la preoccupazione per
il mondo e per i credenti. Le mie osservazioni vogliono aggiungersi alle
sue riflessioni, completandole. Le mie obiezioni vogliono stimolare a
una maggiore riflessione.
■ Il male aumenta?: Secondo l’autore, da un paio di decenni i
mali stanno aumentando. Bisogna riflettere se l’aumento di errori e
peccati sia un fatto oggettivo o se ciò dipende dalla nostra particolare
sensibilità attuale e dalla
percezione diversa delle cose, legate alla nostra maturità e al
ruolo rivestito. Per non andare troppo in là, che dire della rivoluzione
sessuale degli anni Sessanta, con annessi e connessi, i cosiddetti «anni
di piombo» con grandi tensioni sociali e politiche nel nostro Paese?
Si fa bene a studiare la storia della morale dei secoli scorsi.
Ad esempio, spostarsi da un paese all’altro poteva costare la vita, a
causa del brigantaggio. In certi periodi, pareva che il cristianesimo
biblico dovesse del tutto scomparire al suono degli slogan che «Dio è
morto».
■ Momenti propizi per il male?: Il male non è stato mai
disoccupato e trova sempre altre vie per manifestarsi. Sono i cristiani
che abbassano la guardia
e cominciano essi stessi con slogan del tipo «Tanto che male c’è».
Invece di convertire, cristianizzano la società; così confondono
l’umanesimo cristianizzato col cristianesimo biblico. Poi, si
meravigliano che cosiddetti «cristiani» commettano cose incredibilmente
malvagie. Alcuni praticano una «religione di buoni sentimenti»,
predicano un «evangelo a poco prezzo» e credono che tutto ciò
corrisponda all’Evangelo del nuovo patto.
Il male, come le spore dei funghi, è sempre nell’aria, cerca
soltanto il terreno adatto per attecchire. Sono i cristiani che vivono
spesso in «riserve dorate», che impediscono loro di rendersi
conto dello stato del mondo. Alcuni preferiscono la contemplazione fuori
del mondo, altri la devozione mistica, altri ancora rivestono la loro
carnalità con una parvenza austera e spiritualeggiante e magari con
legalismo e fariseismo. Nonostante ciò, essi preferiscono disprezzare il
«mondo», mettere la luce sotto copertura e tenere il sale in cassaforte.
Per il male, come per l’herpes, ogni tempo è propizio, laddove
non ci sono anticorpi.
■ Dibattere è un male?: Perché dovrebbe essere «quel gran male...
dibattere sulle verità fondamentali»? Mi preoccuperei del contrario,
ossia dell’apatia, del disinteresse e dell’atteggiamento tipo «me ne po’
fregà de meno», come si dice a Roma. L’illusione di ogni tempo è che
basta evangelizzare, mostrare buoni sentimenti e tutto andrà per il
meglio. L’apologetica è stata da sempre una delle colonne
portanti del regno di Dio, accanto all’evangelizzazione,
all’insegnamento e alla pratica delle buone opere.
■
Pesantezza nell’aria?: Questo vale probabilmente solo per chi è
vissuto finora nel guscio o nel «club dei redenti». Basta leggere il NT,
per rendersi conto di che aria pesante tirava. Paolo e la sua squadra
facevano molti discepoli «confermando gli animi dei discepoli,
esortandoli a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare
nel regno di Dio attraverso
molte tribolazioni» (At 14,21s; cfr. Ef 3,13 Paolo stesso). Ecco
che aria pesante soffiava sulla vita di Paolo, che era accusato dai
«sommi apostoli», ossia dagli esoteristi giudeo-cristiani, che avevano
preso il potere nella chiesa di Corinto: «Sono essi ministri di
Cristo? (Parlo come uno fuor di sé) io lo sono più di loro; più di loro
per le
fatiche, più di loro per le
carcerazioni, assai più di loro per
le battiture sofferte. Sono
spesso stato in pericolo di morte.
Dai Giudei cinque volte ho ricevuto quaranta
colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le
verghe; una volta sono stato
lapidato; tre volte ho fatto
naufragio; ho passato un giorno e
una notte sull’abisso. Spesse volte in viaggio, in
pericolo sui fiumi, in pericolo di
ladroni, in pericoli per parte dei
miei connazionali, in
pericoli per parte dei Gentili, in pericoli in città, in pericoli nei
deserti, in pericoli sul mare, in pericoli tra
falsi fratelli; in fatiche
e in
pene; spesse volte in
veglie, nella fame e
nella
sete, spesse volte nei
digiuni, nel
freddo e nella nudità.
E per non parlar d’altro, c’è quel che m’assale tutti i giorni,
l’ansietà per tutte le chiese»
(2 Cor 11,23-28; cfr. già 4,8-12).
Una rilettura della storia della chiesa mostra che non ha mai
tirato un’aria leggera per coloro, che vogliono servire il Signore al
100 %. Da sempre è stata questa la costanza delle cose: «E d’altronde
tutti quelli che vogliono
vivere pienamente in Cristo Gesù
saranno perseguitati; mentre i
malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, seducendo ed
essendo sedotti» (2 Tm 3,12s).
■ Buon risveglio!: Tra i cristiani auguro un buon risveglio a
tutte le «Belle addormentate nel bosco»: il Principe vi ha baciato già
da tempo con la sua grazia, spetta a voi di svegliarvi finalmente! «Risvegliati,
o tu che dormi, e risorgi dà morti, e Cristo t’inonderà di luce» (Ef
5,14). «È ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché
la salvezza ci è adesso più vicina di quando credemmo. La notte è
avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle
tenebre, e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,11s).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Tempi_meglio_peggio_Esc.htm
11-12-2010; Aggiornamento: |