Il lettore lancia una singolare tesi, prendendo qui posizione riguardo
all’articolo «Adorare
e venerare: una differenza legittima?». Il seguente contributo
avrebbe potuto trovare posto all’interno di un tema di discussione generico, ma
a causa della
sua problematicità
e della risposta, abbiamo preferito metterlo extra.
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1. La tesi
{Joseph Codispoti}
▲
Dovresti riconoscere che non è stato Dio a creare l’uomo, ma l’uomo a
creare Dio. {21 aprile 2008}
2. Osservazioni e obiezioni
{Nicola Martella}
▲ E
l’uomo avrebbe creato il macrocosmo e il microcosmo, l’universo con le
sue galassie e il mondo infinitesimale con le molecole e gli atomi,
vero? È come dire che c’è un orologio senza l’orologiaio, un meccanismo
così sofisticato e complesso senza chi lo abbia concepito, tu stesso
come uomo senza un ideatore del tuo essere psico-fisico. Ci vuole più
fede nel credere a ciò che a credere nel Dio vivente, creatore di tutte
le cose.
L’apostolo Paolo ha scritto su tale tema: «Quel
che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio loro
manifestato. Poiché le [cose] invisibili di lui, sia la sua perpetua
potenza sia la sua divinità, viene compresa [e] veduta fin dalla
creazione del mondo per mezzo delle opere. Cosicché essi sono
inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato
come Dio, né l’hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti, e
l’insensato loro cuore s’è ottenebrato. Dicendosi savi, son divenuti
stolti...» (Romani 1,19-22).
Altrove ha ribadito: «Ora, un uomo psichico non riceve ciò che è
dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può riconoscere,
perché lo si distingue spiritualmente» (1 Corinzi 2,14). L’uomo
psichico è colui che si basa sul proprio raziocinio e rifiuta la
rivelazione dello Spirito di Dio. La realtà di una tale persona è
ridotta, poiché fa di sé stesso il metro d’ogni cosa (antropocentrismo).
Egli agisce come colui che si trova su un eisberg alla deriva,
fra le nebbie polari, e pretende che tutta la realtà corrisponda solo a
ciò che egli vede immediatamente intorno a sé, rifiutando di credere che
sotto di lui ci sia la gran parte di tale «montagna di ghiaccio» e che
esista qualcosa di più grande e di diverso del suo microcosmo.
Gesù entrò in polemica con i capi religiosi del suo tempo, che avevano
relativizzata la Parola di Dio mediante le loro tradizioni e ideologie
religiose. Per quanto possa sembrare strano, anche l'agnosticismo è una
forma di ideologia religiosa. Gesù fece un paragone fra i ciechi
fisiologici e i ciechi ideologici, affermando: «Io sono venuto in
questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono
vedano, e quelli che vedono diventino ciechi. E quelli dei Farisei, che
erano con lui, udirono queste cose e gli dissero: "Siamo ciechi anche
noi?". Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato;
ma siccome dite: 'Noi vediamo', il vostro peccato rimane"»
(Giovanni 9,38-41). Prima di ciò, lanciò questa sfida ai suoi
contemporanei: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8,12). E
Aggiunse: «Mentre sono nel mondo, io sono la luce del mondo»
(Giovanni 9,5); subito dopo diede la vista a un cieco nato.
Gli agnostici sono paragonabili a persone che si trovano in una stanza
buia e vanno a tastoni, pensando e affermando di aver capito l'intera
realtà e di poter dare un chiaro giudizio su di essa. In effetti sono
come ciechi che negano l'esistenza della luce e quindi dei colori, della
vasta prospettiva, dell'ampio orizzonte e di una realtà complessa e
varia. Gesù ha lanciato questa sfida agli ideologi, siano essi gnostici
o agnostici: «Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque
crede in me, non rimanga nelle tenebre» (Giovanni 12,46). Perché
andare quindi ancora a tastoni fra le oscure nebbie dei propri labirinti
ideologici?
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Chi_ha_creato_Ori.htm
23-04-2008; Aggiornamento: 10-05-2008 |