L’arrivo di contributi da parte
di lettori, desiderosi di dibattere l’articolo «
Gesù, i suoi fratelli e Maria, loro madre», mi ha indotto ad aprire questo tema di discussione. La
questione di base del lettore, da cui tutto è sorto, era la seguente: Se
Maria aveva dei figli, perché Gesù in croce l’affidò a Giovanni? Non potevano
essi badare alla propria madre?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I
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1. {Pietro
Calenzo}
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Come sempre molto completo ed esaustivo il commento testuale ed esegetico del
fr. Martella. Per aggiungere qualche altro spunto utile al nostro lettore,
incomincerò con il dire che la Chiesa di Roma, una volta acquisito potere, fece
propri alcune leggende o scritti apocrifi, che negavano la
morte corporale di Maria per il merito d’aver partorito Gesù (la
cosiddetta transitio, che sa più di favola che di racconto). Pelagio, ad esempio, giunse ad affermare che alcuni
uomini dell’Antico Testamento come Mosè o Giovanni Battista non avevano mai
peccato, al pari di Maria e di pochi altri. Contro questa eresia s’oppose
fieramente Agostino d’Ippona, che affermò chiaramente che anche Maria, come
tutti gli altri, era stata salvata dal suo peccato per la grazia che
proviene dalla sola fede (ad abudantiam
Maria chiama Dio, suo Salvatore). Che Maria abbia avuto molti altri figli, dopo
Gesù, è un fatto scritturale. I nomi dei fratelli ci sono noti perché
riportati negli Evangeli, inoltre si parla anche di sorelle di Gesù (Mc
3,31). Gesù disse che nessuno è profeta nella propria casa, indice palese che i
suoi familiari non credevano in lui come Messia (oltre naturalmente alla
grandissima parte dei suoi compaesani). Quando Gesù stava predicando alle folle,
vennero Maria e i fratelli del Signore per portarselo via, perché
pensavano che fosse fuori di senno (Mc 3,21s). L’evangelista Giovanni affermò esplicitamente che
neppure i suoi fratelli credevano in lui (Gv 5,7). Il che non onorava la
loro penetrazione spirituale delle cose, segno tangibile che nessuno di questi
credeva in lui come Messia; sebbene l’Evangelo di Luca ci mostra che Maria
meditava alcune cose nel suo cuore, meditare non vuol dire credere
compiutamente. Tale tesi è comprovata anche dall’altro passo evangelico, quando
Gesù da ragazzo era
nel Tempio, allorquando Maria, non avendo compreso la messianicità del
figlio, lo rimproverò d’essersi allontanato dalla carovana del propria famiglia.
Ella si sentì rispondere «Non sai che debbo attendere alle cose del Padre mio»
(Lc 2,39-45). Ad majora, alle nozze di Cana, Gesù disse alla
mamma, che lo esortava a far miracoli: «Cosa c’è tra me e te o donna?»
[Gv 2,4]. Sulla natività di Gesù, è molto interessante
notare che Maria si recò al tempio e sacrificò un piccione e una tortora per la
sua contaminazione dopo il parto
di Gesù, come prevedeva la Legge, per le famiglie povere o meno abbienti (altro
che evangelo della prosperità...), indizio, anzi prova evidente che Gesù
venne luce come ogni essere umano. Matteo indica chiaramente che Maria ebbe
rapporti coniugali con suo marito Giuseppe, dopo che ebbe partorito Gesù (Mt
1,25), tant’è che anche la Bibbia versione cattolica dell’abate Ricciotti
traduce correttamente questo passo, mentre la versione ufficiale della Cei ne
torce il senso, facendo un vano tentativo d’interpolazione di tale pericope per
piegarlo alle proprie credenze. In tale quadro ben si spiega che all’atto della
crocifissione del Messia Gesù erano presenti, oltre a Giovanni, il discepolo
che Gesù amava, Maria e poche altre persone. Nulla di più naturale che il
Signore, dovendo concludere questo ministero terreno, affidasse al suo
discepolo, che Egli grandemente amava, la cura della propria madre,
poiché tutti gli altri fratelli, sorelle, familiari, parenti chissà dove s’erano
eclissati. Questo non ci è dato saperlo. È importante altresì notare il passo, dove viene
specificato che Gesù fu in tutto uguale agli altri uomini tranne che nel
peccato [cfr. Rm 8,3; Eb 4,15; 2,17].
Maria è citata per l’ultima volta nella Scrittura in Atti 1,14. Per chi
volesse studiare più a fondo il personaggio di Maria, così come e
riportato nelle Scritture, e la sua crescente collocazione nella devozione
deviante e apostata dell’idolatria romana, consiglio il libro di Giovanni Miegge
«La vergine Maria» (Edizioni Claudiana, Torino). {12
aprile 2010}
2.
{Maurizio Allocca}
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Contributo: Sulle motivazioni riportate nell’intervento riguardo
all’affido di Maria a Giovanni, l’unica perplessità, che ho, è che in At 1,14
troviamo la sua famiglia, prima della Pentecoste, già assieme e concorde. Certo
non suppone né presuppone nulla in entrambi sensi, ma è comunque una
testimonianza da valutare. Molto interessante è la lettura teologica
dell’evento. {12 aprile 2010}
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Risposta: Fra l’ultima Pasqua di Gesù e la prima Pentecoste
cristiana passarono 50 giorni. Dopo la risurrezione, Gesù rimase per 40
giorni sulla terra (At 1,3). Questo era un tempo sufficiente perché molte
cose cambiassero, anche nella famiglia naturale di Gesù. Certo Gesù si occupò
specialmente dell’istruzione dei suoi apostoli, ma At 1,14 e un punto d’arrivo,
visto che gli apostoli «perseveravano di pari consentimento nella preghiera,
con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui». Il
percorso ci è ignoto, ma c’è stato. Visto che Maria e sua sorella erano sotto la
croce, sarebbe stato strano che proprio loro rimanessero all’oscuro della
risurrezione, visto che Maria abitava in casa di Giovanni; una volta che
tale notizia arrivò a Maria, il tam-tam fra donne non necessitò molto ad
arrivare alle sorelle e quindi ai fratelli carnali di Gesù! Infatti, Gesù non
apparve solo a Pietro e «poi ai Dodici», ma a «più di cinquecento
fratelli in una volta… Poi apparve a
Giacomo; poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me…»
(1 Cor 15,5-8). Si noti che Giacomo qui non era l’apostolo, ma il fratello di
Gesù; egli ebbe poi un gran ruolo nella chiesa di Gerusalemme (At 12,17; 15,13;
21,18; Gal 1,19 «Giacomo, il fratello del Signore»; 2,9.12; Gcm 1,1; Gd
1,1); l’apostolo Giacomo era già compreso fra i Dodici e morì abbastanza presto
come martire (At 12,2). Una nota al margine: interpolando il v. 5 col v. 7
risulta evidente che l’espressione «poi a tutti gli apostoli» significava
un gruppo di missionari (apostoli della chiesa di Gerusalemme) che andava di là
dai dodici apostoli di Gesù. {Nicola Martella}
3. {Gianni
Siena}
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La famiglia di Gesù è sempre oggetto d’ormai «noiose»
discussioni, ma siamo in un paese cattolico, dove l’imene d’una donna,
sia pure madre di Gesù, è più importante del significato della morte vicaria del
Messia in croce.
Siamo in un paese, dove ci
si scandalizza, se un musulmano, appoggiandosi sul costituzionale principio di
laicità dello Stato, chiede che il crocifisso
(retaggio dell’asfissiante presenza della chiesa cattolica nella vita pubblica)
sia rimosso; ma nessuno si scandalizza per le
sciocchezze teologiche che circondano ancora la figura di Maria.
Ti ricordi l’accusa di
«blasfemia» a opera di certi zelanti «Ebrei per Gesù»? [N.d.R.: Essi
erano in effetti militanti cattolici mariani, che si nascondevano dietro a tale
designazione e si spacciavano per cristiani giudaici per fare proseliti fra gli
evangelici!
►
Centro antiblasfemia alias Ebrei per Gesù]
Essi, dopo una «lunghissima»
discussione sul merito, erano arrivati alla conclusione che Maria s’era
negata al marito per tutta la vita. In barba alla chiara evidenza
scritturale che il Messia, per chiara affermazione profetica: sarebbe stato un
estraneo proprio e persino ai suoi fratelli e figli di sua madre [«Io sono
divenuto un estraneo ai miei fratelli, e un forestiero ai figliuoli di mia madre»
(Sal 69,8)]. [►
Giudei cristiani e verginità a vita di
Mariàm]
Il rapporto tra Gesù e
Maria, diciamocelo senza incertezze, fu speciale e unico: non capiterà mai
più a una donna israelita di sentirsi dire da un angelo all’incirca così: «Tu
sarai la madre del Messia promesso!»
Dato il
clima familiare, appare quasi naturale che Gesù morente
affidasse la madre a un discepolo a Lui vicino (= Giovanni); gli affetti sono
così. E da questo comprendiamo quanto sia costato al Signore la nostra salvezza:
Gesù era davvero un uomo, anche nei doveri familiari. {13 aprile 2010}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Gesu_fratelli_Maria_OiG.htm
13-04-2010; Aggiornamento: 14-04-2010 |