Carissimo nella fede, volevo chiederti un chiarimento su alcuni versetti della
Genesi, nei quali vorrei vederci più chiaramente, per non insegnare cose errate.
I versetti in questione sono Genesi 3,14-19. La mia domanda è: Dio sta facendo
conoscere la conseguenza del peccato all’uomo oppure infligge una
punizione per il peccato?
Mi suona un po’ strano che Dio maledica, visto che in Lui non esiste il
male. Eppure da questi versetti leggo per il serpente: «Sii maledetto»;
per la donna: «Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze»; al
contrario all’uomo espone la causa della sua disubbidienza: «Poiché hai dato
ascolto... il suolo sarà maledetto». Sono propenso a pensare che tutto sia
conseguenza del peccato e che Dio stia rivelando qui all’uomo le sue
conseguenze. Del resto, se Dio infligge una maledizione, non lo potrei
contestare, perché Lui fa tutto ciò che vuole.
Grazie; che Dio ti benedica… {Federico Francini; 08-12-2011} |
1. Distinguere per capire
Tutta la questione è legata alla giusta comprensione di Dio e alla
corretta esegesi contestuale. Al riguardo bisogna distinguere gli aspetti
ontologici (in Dio non c’è il male; Hb 1,13; cfr. v. 12
tuoi castighi) dagli aspetti amministrativi (Dio infligge il male quale
punizione o sanzione; cfr. Ger 25,6s; Mi 3,9-12; Am 3,7). Per capire Dio
veramente secondo la sua rivelazione, bisogna tener presente le cosiddette
caratteristiche di Dio apparentemente antitetiche: amore e verità, misericordia
e giustizia, e così via. Inoltre, si premette che il giudice sia una
persona integerrima; parimenti nessuno dirà che è malvagio, solo perché infligge
una giusta pena.
2. Rigore e misericordia in Genesi 3
Dio, quale
supremo Legislatore, aveva promulgato le sue leggi alla sua creatura (Gn
1,28; 2,16s), aveva reso Adamo capo dell’umanità (e della sua famiglia) e si
aspettava che lui, come vicario di Dio in terra, vegliasse sulla giustizia e
l’applicasse. Adamo venne meno al suo incarico (permise che l’avversario
si insinuasse nell’ambito della sua responsabilità, Gn 3,1; non istruì
sufficientemente sua moglie; cfr. 3,3 «non lo toccate») e alle sue
responsabilità verso Eva (permise che fosse tentata e ne divenne complice, 3,6).
Dio non era solo il Legislatore, ma anche il supremo Giudice, che fece
un’accurata inchiesta (Gn 3,8-13), stabilì pena e l’annunciò ai trasgressori
(vv. 14-19). Semmai, l’anomalia è che Egli limitò la pena! L’uomo doveva
morire nel giorno stesso, che mangiò dell’albero della conoscenza (Gn 2,17), ma
Dio trasformò tale pena nell’allontanamento dall’albero della vita (3,22ss) e,
quindi, nella mortalità. Adamo, nonostante le sanzioni, si rianimò
dinanzi alla possibilità di rimanere in vita, chiamando sua moglie «Eva» (ebr.
chawwah), ossia «Vita» o«Viviana» (3,20). Inoltre, li coprì fisicamente
con le pelli di animali, che Lui stesso uccise (3,21); in tal modo,
insegnò loro il principio dell’espiazione quale copertura rituale del peccato
(cfr. Gn 4,3s sacrifici erano già ovvi).
3. Aspetti conclusivi
Quindi, in tale brano troviamo sia il rigore di Dio, che non rinuncia
alla sua giustizia, sia la sua clemenza, dando i mezzi sostitutivi
(espiazione) per rimanere in comunione con Lui, sebbene fuori del giardino.
Ciò corrisponde alla dichiarazione di fede della legge mosaica:
«L’Eterno! l’Eterno! Dio misericordioso
e pietoso, lento all’ira, ricco in clemenza e fedeltà, che conserva la sua
clemenza fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la
trasgressione e il peccato; ma non terrà il colpevole per innocente, e
che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino
alla terza e alla quarta generazione!» (Es 34,6s;
Nu 14,18; Na 1,3).
Egli, come supremo Giudice
nella storia, ha punito e sanzionato pesantemente il suo popolo, eppure anche
nel giudizio non ha applicato tutta la misura minacciata, tenendo
comunque in vita il popolo mediante un residuo (Sal 103,8ss). Egli, dopo aver
iniziato con i suoi giudizi, qualora il popolo si umiliava, era stato ancora
disposto a ritirare il male minacciato, lasciando un resto fedele (Gle
2,12ss; cfr. Gna 4,2).
Per l’approfondimento delle questioni legate a Genesi 2-3 si vedano in
Nicola Martella, Esegesi delle origini.
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006;
http://puntoacroce.altervista.org/Buch/L-Gn1_4-1.htm), le sezioni «Le
conseguenze dell’infrazione 3,14-19», pp. 219-246; «Il ristabilimento 3,20-21», pp. 247-255; «La
cacciata dal giardino d’Eden 3,22-24», pp. 256-267.
Si veda anche in Nicola Martella, Temi
delle origini.
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006;
http://puntoacroce.altervista.org/Buch/L-Gn1_4-1.htm), la sezione: «La
caduta primordiale e il suo effetto 3», pp. 266-328.
►
URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Genesi3_14-19_Ori.htm
15-12-2011; Aggiornamento: 16-12-2011 |