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Al termine evoluzione si tende ad attribuire un significato sempre più vasto
e vago. Così sembra che il fenomeno sia dimostrato anche quando non se ne è
dimostrata la sua caratteristica essenziale. Non c’è niente di incredibile se un
essere vivente perde
una funzione o un organo (se p.es. nasce cieco), ma chiamando anche quella
«evoluzione», si dà l’impressione che mostrando un moscerino «modificato» (cioè
divenuto cieco), si sia dimostrato che ogni modifica sia possibile. Per
fare un esempio, trafficando a caso su un televisore non è difficile che si
rompa la funzione video e si conservi quella audio (televisore trasformato in
radio), ma ciò non significa che operando a caso si possa aggiungere la
funzione video a una radio! L’evoluzionismo si caratterizza per credere nel
passaggio dal semplice al complesso, con la progressiva
comparsa di organi e funzioni nuove e, proprio per distinguere due
fenomeni assolutamente non assimilabili ma spesso confusi, si è introdotto il
termine di «involuzione», col quale si indica una
perdita: di organi, di funzioni, o di informazione genetica in genere.
Si contrappone a evoluzione e a
evoluzionismo. {Fernando De Angelis}
Aggiornamento: 10-05-07 |