Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Il
lenzuolo funebre di Torino o sacra Sindone». Esso
prende spunto dalla seguente singolare tesi della rivista evangelica
«factum»: «Il lenzuolo funebre di Torino mostra il cadavere d’un uomo
crocifisso. L’origine dell’immagine documenta forse il momento della
resurrezione?». Rimane singolare la difesa che fa «factum» di tale lenzuolo
funebre.
A tale tesi risponde dapprima Alexander Seibel, che ha scritto una
lettera al direttore di tale rivista. A ciò si aggiungono mie riflessioni e
obiezioni riguardo a tale cosiddetta «sacra Sindone».
Nel primo contributo
riporto una lettera di Alexander Schick, esperto di archeologia, il quale fa
un’interessante osservazione, che relega tale lenzuolo funebre nell’ambito di
una sepoltura pagana!
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1. {Alexander Seibel}
▲
Caro Nicola,
qualcuno, che è veramente un esperto riconosciuto in simili questioni e reperti
archeologici, è Alexander Schick, autore di diversi libri su Qumran e
antichi scritti. Egli ha risposto al mio articolo con la seguente e-mail: «Sono
appena stato in Gerusalemme nella mostra della Sindone di Torino (presentata in
modo molto evangelistico, molto interessante!). In merito ho notato che
l’immagine del cadavere presenta due monete sugli occhi. Questo sarebbe
il prezzo per il viaggio nel regno dei morti. Scriverò al riguardo a
“factum” un breve resoconto. Sono rimasto anche sorpreso della valutazione
positiva fatta da “factum” in merito!».
Oltre a ciò,
«factum» ha promesso di pubblicare la mia lettera al direttore e ha ammesso che
sono stati un po’ acritici su tale questione.
Forse puoi aggiungere ancora che queste monete palesano un’usanza pagana.
Soldi per il viaggio per il regno dei morti da dare al Principe della vita e
Vincitore della morte! Che idea; un inganno
e una confusione peggiori sono difficilmente immaginabili. Shalom...
(30-05-2010)
2.
{Vari e minimi}
▲
■
Francesco Lo Russo: A noi cedenti non interessa se il lenzuolo è o non è
[originale], a parte il fatto che, per sapere realmente se è di Gesù Cristo,
dovrebbero avere qualcosa del Signore, per fare la
prova del DNA. Tuttavia, visto che il nostro amato Signore è risorto, non
possono avere questa prova... o fare questa prova. Poi c’è il fatto che, a quel
tempo, tutti i morti in croce venivano avvolti in un lenzuolo, visto che era
l’usanza funebre; quindi, è come trovare un ago nel pagliaio, è impossibile
risalire a ciò che essi affermano, ossia che corrisponde al lenzuolo che ha
avvolto il corpo di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Anche questa è una
reliquia per fare soldi o per attirare attenzione. Tra non molto troveranno
anche i sandali. I cattolici non sanno più come fare per fare proseliti...
{31-05-2010}
■
Alberto Mazzeo Giannone: Più che fare proseliti, penso che lo scopo sia di
mantenere stretti a sé quelli che ancora credono nella chiesa del Vaticano.
Infatti nei paesi aumentano statue e relative feste religiose idolatriche
e culti ai morti, come anche feste dette laiche. Per il popolo o popolino ci
sono messe e suffragi, per i potenti e con i potenti ci sono incontri politici e
d’alta finanza a livello mondiale. E Gesù sta per tornare e come ai tempi di
Noè; nessuno se ne accorge o si muore e nessuno se ne rende conto! Che lo
Spirito Santo liberi la mente dalle tante illusioni del diavolo! Shalom.
{31-05-2010}
■
Umberto Speciale: Concordo con voi. È triste vedere tante creature del
nostro Papà [celeste] incantate dall’illusionista di questo mondo; mi sento di
ringraziare Dio perché non siamo semplici creature, noi siamo i suoi figli.
Questo dovrebbe permetterci di guardare oltre la superficie mascherata, che il
gioco di satana vuole imporre. Mi sa però che abbiamo una responsabilità
verso le creature di Dio, che fare dunque? Andiamo in qualsiasi posto a
raccontare a tutti che non importa di chi sia la Sindone, se abbia avvolto Gesù
o no; la Sindone finirà come questo mondo, invece Gesù è risorto e al
contrario della Sindone Lui è infinito. È stupendo il nostro Dio… che vi
benedica in eterno. {31-05-2010}
■
Enzo Corsini: Forse (anche se ne sono certo) questo lenzuolo ha permesso
d’accrescere le ricchezze vaticane. Pecunia not olet. Si veda «Report».
{31-05-2010}
■
Osservazioni: Il programma di Rai3 è «Il boccone del prete» (Versione
integrale) del 30-05-2010. Qui è detto: «Nel corso della nostra inchiesta
abbiamo cercato di fare i conti in tasca al Vaticano e alla Chiesa italiana,
analizzando bilanci, per vedere quanto entra e come spende». In ogni modo,
questo è un altro tema. {Nicola Martella}
3. {Nicola Martella}
▲
Abbiamo già parlato
nell’articolo del fatto che il lenzuolo funebre chiamato «sacra Sindone» non
corrisponde alla descrizione degli indumenti funebri posti sul corpo di
Gesù. Qui ci interessa l’esistenza delle due monetine, poste una su ogni
occhio dell’uomo della Sindone. La loro effettiva esistenza sono confermate
anche da altri studiosi (p.es. P.L. Baima Bollone e N. Balossino). Il prof. Pier
Luigi Baima Bollone, presidente del Centro internazionale di Sindonologia,
dichiara: «Abbiamo raggiunto la certezza che le due tanto discusse monetine
esistano senza possibilità d’errore» [«Teologica» n° 14 (Edizioni Segno, Udine,
marzo/aprile 1998), p. 5; cfr. dello stesso «Sindone la Prova», Nuovi Misteri
(Oscar Mondadori)]. Secondo lui si tratterebbe di due monete di circa 17
millimetri di diametro, emesse nell’anno 16 dell’impero di Tiberio (29 d.C.) dal
prefetto Ponzio Pilato. Certo resta un mistero, di là dall’impronta delle
monetine, il fatto che si possa essere così sicuri che le monete impresse sulla
Sindone siano proprio quelle. Altri studiosi, pur confermando l’impronta delle
monete, non corroborano tanta sicurezza.
A noi comunque non interessa tutto tale discorso della presunta datazione
dell’impronta delle monetine, quanto la loro presenza! Tale costume non era
giudaico, ma pagano. È veramente l’ironia della sorte che, comunque venga
datata la Sindone (1° secolo, Medioevo), ai credenti cattolici venga dato in
venerazione il lenzuolo funebre di un pagano!
Lo stesso prof. Pier Luigi Baima Bollone dichiara in merito: «In realtà… le due
monetine… sollevano un maggior numero di dubbi
rispetto a quelli che risolvono… le dimensioni delle scritte sono al di là delle
possibilità teoriche di impressione di una struttura tessile come quelle della
Sindone… non è noto un uso giudaico
di quell’epoca di porre… delle monetine, sulle palpebre dei defunti… È quindi
inspiegabile come per la sepoltura di un Maestro come indiscutibilmente era Gesù
siano state messe sulle palpebre del suo cadavere monete contrarie alla sua
fede e ai suoi insegnamenti» [«Sindone la Prova», Nuovi Misteri (Oscar
Mondadori), p. 242; grassetto nostro].
Bisogna considerare che Giuseppe di Arimatea e Nicodemo erano pii Giudei, membri
del Sinedrio e discepoli segreti di Gesù di Nazareth. Come fare a immaginarsi
che proprio loro avrebbero posto le monete sugli occhi del cadavere del loro
Maestro, perché Gesù potesse essere fornito per il traghettamento all’aldilà,
ossia per pagare il Caronte della mitologia pagana?!
Si noti l'alone per le monetine sugli occhi. Le differenze nelle immagini sono
date dalla presentazione reale e dalla riproduzione in negativo. |
4. {Pietro Calenzo}
▲
Ho conosciuto,
tanti anni addietro, il fratello Seibel, e conosco l’integrità e
l’accuratezza storica e biblica che pone in ogni sua ricerca. Trovo molto edotte
e illuminanti le sue considerazioni che si fondano sull’esegesi dei testi
scritturali che c’informano come realmente andarono i fatti relativi a questo
sudario (sarebbe più utile, come c’indica il fr.
Seibel specificare che i pannilini e il tessuto che ricoprivano il corpo e il
volto del nostro Signore, erano più di uno, dunque una molteplicità).
La chiesa romana,
avendo perso, sin dai suoi albori, ogni serio approccio al materiale
scritturale, seguendo le sue ideologie che gridano più all’occhio che alle
coscienze dei suoi seguaci, è divenuta oggi più che mai una religione che, più
che basarsi sulla Scrittura, si fonda su una caricatura a volte irriverente e
antistorica delle sue stesse fonti cultuali. Oltre agli oggetti ritenuti degni
nel culto cattolico, ma estranei al cristianesimo delle origini, come
giustamente sottolinea il fratello Seibel, ossia foreste di croci e
vagonate di santi chiodi, tutti venerati (direi meglio adorati) come
veraci e autentici, sono da ricordarsi le molteplici anfore
che custodiscono il latte materno di Maria, le diverse lingue d’Antonio
da Padova, la caricatura (mi si consenta) della
casa della natività di Loreto, o ancora i diversi corpi d’una medesima
santa, cui si genuflettono gli ignari adoratori. E che dire dell’altro
iper-adorato lenzuolo d’Edessa? È pacificamente chiarito che i due volti
non coincidono? Ma sono venerati entrambi come autentici dalla o dalle religioni
ufficiali.
È nella vita, non
favolista d’ogni giorno, che i veri adoratori, i seguaci del Signore
Gesù, il Messia, sperimentano in spirito e verità la vera natura del Signore
Gesù, allorquando egli permea e guida per mezzo del suo Spirito ogni attimo,
ogni anelito del nostro essere nel nostro cammino verso la patria celeste. Egli
è il Vivente, che non abita in teche o monumenti fatti da mano d’uomo, ed
è proprio la sua resurrezione corporale, che è pegno, certezza e garanzia, della
nostra speranza eterna, ossia di coloro che non sono nati né da carne, né da
sangue, ma sono nati da Dio. A Gesù, l’eterno Logos umanato, risorto e vivente,
sia la gloria nei secoli dei secoli.
{31-05-2010}
5. {Sebastiano Stranges
Ellesmere}
▲
■ Contributo: Non viene
mai menzionato il riscontro dei pollini fatto da un botanico israelita che
comprova la presenza di polline di una pianta endemica della collina del
Golgota. L’usanza delle monetine sugli occhi non è solo pagana; in alcune tombe
miste giudaico e cristiane del periodo tardo antico ho riscontrato tale usanza
(necropoli di Condofuri datata 4-5 sec. d.C.). {01-06-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Ti ricordi gli anni Sessanta e i suoi trend allora scontati?
Li vivresti ora, in una società trasformata solo dopo alcuni decenni? Se
risuscitasse una persona morta in quegli anni, non direbbe che oggi è un altro
mondo? Che testo fa, quindi, una necropoli del 4°-5° sec. d.C. con la sepoltura
a Gerusalemme di un Giudeo ortodosso, Gesù di Nazareth, da parte di seguaci
giudei, strenui seguaci della Legge mosaica? Giudeppe di Arimatea e Nicodemo
erano membri del Sinedrio, il tribunale supremo dei Giudei e organo di controllo
della ortodossia dottrinale. Confondere tempi, luoghi e culture non aiuta la
verità.
6. {Salvatore Paone}
▲
■ Contributo: Io
personalmente non so se il sudario, sindone, lenzuolo, come lo vogliamo chiamare
sia quell’autentico, originale. Però c’è qualcosa nella scrittura che mi lascia
pensare. Quel che mi lascia «perplesso» è Giovanni 20,7: «…e il
sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma
piegato in un luogo a parte». Questa specificazione di Giovanni intorno a
queste parole ben specificate «bende» e «sudario» mi lasciano pensare che forse
avrà un senso, potremmo applicare tali parole alla Sindone di Torino?
Rimane un dubbio.
Una volta ho
visto un documentario riguardo alla «Sindone» rimasi esterrefatto dal
modo in cui, dopo alcuni anni di studi e ricerca tirarono le conclusioni (prima
dicevano che risaliva ai tempi di Gesù, poi smentirono e sostennero che la
Sindone risaliva intorno al 1.300 d.C.). Gli studiosi e ricercatori conclusero
nel dire che molto probabilmente la Sindone era stata ricucita con un’altra
stoffa molto simile all’altra ed essa era stata manomessa. Inoltre ancora oggi
non ci si spiega come mai abbiano sovrapposto l’una con l’altra. {01-06-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): In che cosa consiste la perplessità in Giovanni 20,7,
non s’è capito. Lì parla di due diverse cose: il sudario (per la testa) e i
pannilini (o bende; per il corpo) ben distinti e separati. Come si fa ad «applicare
tali parole alla Sindone di Torino», visto che si tratta qui di un unico
lungo telo, alla cui metà fu posto il cadavere di tale uomo?
Perché dovremmo
rimanere esterrefatti, inseguendo le teorie e contro-teorie dei
«sindonologi», visto che il corredo funebre di Gesù del NT e quello dell’uomo
della Sindone non si corrispondono? Inoltre abbiamo visto che l’apposizione
delle monete sugli occhi era tipico dei rituali funebri dei pagani. Far venerare
un lenzuolo funebre di un pagano, su questo sì si può rimanere sbigottiti.
7. {Matteo Lanata}
▲
Notevole!!!! Il dettaglio delle
due monetine, poste sugli occhi del cadavere impresso nella Sindone,
m’era sconosciuto!
Signori, non si può adorare uno straccio con l’impronta d’uno
sconosciuto, creato poco meno di mille anni fa, trafugato e ricomparso (anche in
diverse copie), sorretto, giustificato e per giunta contenente elementi
totalmente pagani. Se anche per assurdo si volesse accettare un simile
surrogato, si vorrebbe che fosse
perfetto. Ma a quel punto,
s’avrebbe la presunta fede
conseguente? Questo non è un invito a non
cercare le ragioni della propria fede, ma a concentrare le proprie
energie a cercare quelle essenziali,
che stanno in un libro preciso, nella propria anima, nel creato intero e
chiedere la grazia per comprendere.
Grazie, Nicola, per questo link. {01-06-2010}
8. {Interventi
impropri}
▲
Cari lettori, prima
di intervenire, bisogna aver già letto l’articolo di base e i contributi
altrui, oltre ad avere le sinapsi
accese, per così rispondere nel merito.
■
Matteo Ricciotti:
Ma perché perdere tempo, andando dietro a queste favole? {01-06-2010}
▬
Risposta
(Nicola Martella): Matteo Ricciotti, perché non contribuisci, se hai qualcosa da
dire? Perché poi non aprire gli occhi a chi è alla ricerca della verità? Oppure
sei tu a stabilire, di volta in volta, ciò che è una «perdita di tempo»?
Evidentemente Paolo non pensava che l'apologetica fosse una «perdita di tempo»:
«Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti nel cospetto di Dio
a distruggere le fortezze; poiché distruggiamo i ragionamenti e ogni altezza che
si eleva contro alla conoscenza di Dio, e facciamo prigioniero ogni pensiero,
traendolo all’ubbidienza di Cristo» (1 Cor 10,4s).
<—~~°°*^*°°~~—>
■
Rosario D’amico: Caro Nicola, senza offesa, a cosa serve dirti se credo o
non credo nella sacra Sindone? Anche perche ti faccio un esempio: a cosa mi
servirebbero se io possedessi i chiodi che hanno trafitto il Signore Gesù e non
sarei nato di nuovo? Dio ti benedica. {02-06-2010}
▬ Risposta (Nicola Martella): Rosario D’amico, hai letto l’articolo? Temo
di no. Chi ha detto che io creda a tale lenzuolo funebre? Prendere posizione su
un articolo, che non si è letto interamente, è come voler dare un giudizio su un
piatto che non si è mangiato. Nell’articolo affermiamo proprio il contrario di
ciò che tu ci addebiti, prendendo posizione proprio contro alcuni evangelici che
danno una visione singolarmente positiva del lenzuolo funebre di Torino.
<—~~°°*^*°°~~—>
■ Salvatore
Piscopo: Se serve ad avvicinare alla fede allora non è Fede. Allora a cosa
serve? Boh! A far correre tanta gente per andare a vederlo e per cosa? Misteri.
Aggrapparsi a tutto, tranne che all’Unica Via e all’Unica Verità, Cristo Gesù,
morto, risorto, salito in cielo e spiritualmente presente in ogni angolo
dell’universo, compreso il cuore di chi lo rende disponibile. Dio ci benedica.
{02-06-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Salvatore Piscopo, temo che anche tu non hai letto l’intero
articolo! Rimane per me un mistero il fatto che ci si esponga pubblicamente così
a essere giudicati per tale leggerezza, per non dire altro. Se leggi l’intero
articolo e il resto, ti accorgerai che affermiamo proprio l’inutilità della
venerazione di un lenzuolo funebre di dubbia provenienza, anzi del tutto
differente da quanto raccontano gli Evangeli e con segni evidenti (p.es.
monetine sugli occhi) che il cosiddetto «uomo della Sindone» era appartenuto a
un ambiente pagano.
9. {Vincenzo Russillo}
▲
Da piccolo, all’età
d’undici anni, durante un viaggio a Torino, ho potuto osservare da vicino la
sacra Sindone, durante l’ostensione pubblica. Sul panno di lino si può
constatare, come riportato nelle varie foto, il volto d’un uomo e i segni
evidenti della tortura subita e i segni della crocifissione. Di certo, già
vedendo la grandissima fila di persone, che aspettavano anche solo per vederla,
si può capire che c’è un grande alone di mistero. Ma è davvero il lenzuolo che
avvolse il Cristo? Ci sono svariate opinioni a riguardo: chi lo fa risalire al
10° secolo a.C., chi al 1° secolo d.C.; le misurazioni al radiocarbonio hanno
dato sempre dati differenti. Al di là del grande clamore che riesce a provocare
questa reliquia, che molto probabilmente è un falso riprodotto da un’artista,
come sostengono molti — quel che mi colpisce è la grande massa di persone, che
riesce a smuovere. Molte persone s’inginocchiavano o aspettavano lì per ore,
solo per baciarlo attraverso la teca. Queste cose sono «figlie» d’un mondo che
procede sempre più per visioni e non per fede; oggi molti sono gli «emuli» di
Tommaso, molti vogliono una prova della risurrezione. Ma Gesù ha già risposto: «Perché
mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»
(Giovanni 20,29). {02-06-2010}
10. {Pietro Calenzo}
▲
Molto interessante,
caro Nicola, è anche il contributo, che date tu e il fratello Seibel
sull’impossibilità che la cosiddetta Sindone possa appartenere a un cadavere
cristiano [o giudaico, N.d.R.], in relazione al fatto che sopra le orbite degli
occhi fossero state poste
due monete, come è ineluttabilmente provato dalla ricerca
scientifica e da ampia documentazione
tecnica-fotografica o digitale. Tali prassi, come rettamente argomentate è una
prassi pagana (il pedaggio da pagare per accedere nel mondo dei trapassati con
buona sorte), che senza dubbio non poteva essere messa in atto da discepoli
timorati di Dio, come Nicodemo e Giuseppe, né tanto meno da qualsiasi credente
giudeo ortodosso.
Ringrazio personalmente te,
caro Nicola, e il fratello Seibel, per averci arricchiti con nuove e preziose
informazioni, che smascherano una volta ancora (se mai ce ne fosse stato
bisogno) la simulazione e la riottosa mala-coscienza della religione
ufficiale, che pur d’appagare l’occhio (e non lo spirito) di quei pochi
cattolici che ancora seguono le sue pronunce, non lesina d’abbindolare i propri
adepti, omettendo con omertà la verità oggettiva con dolosa volontà. D’altro
canto, conoscendo sia le pubblicazioni della DLC (ottime quelle sul
disastro del darwinismo), sia la rivista Ethos, che hanno prodotto sempre buona
letteratura cristiana ed evangelica, mi spiace che la redazione e il direttore
siano pervenuti a valutazioni, che anche il sottoscritto trova imbarazzanti, e
non corrispondenti né alle asserzioni scritturali, né a oggettive ricerche
scientifiche e storiche, ampiamente documentate. Ancora grazie e che Dio vi
benedica. Shalom. {02-06-2010}
11. {Gianni Siena}
▲
Evidentemente ai
«sindonofili» questo non interessa, ma noi dobbiamo denunciare il pericolo
insito in questi mezzucci (reliquie) per suscitare la fede nelle persone.
A me interessa, soprattutto, sottolineare talune significative reazioni ebraiche
rispetto a questo discusso telo.
■ 1. Un rabbino fu tra i primi a vederlo e disse: «Io non ho mai visto un ebreo
sepolto in questo modo». Si riferiva a un dettaglio rivelatore: gli ebrei
seppelliscono i loro morti con le braccia distese sui fianchi, parallele al
corpo; mentre l’impronta della Sindone mostra l’uomo che nasconde i
genitali con le mani. Per un ebreo toccare i genitali è un gesto
estremamente vergognoso.
■ 2. Il foro dei chiodi è sui polsi, mentre le testimonianze storiche
della crocifissione parlano del reo legato al patibolo con corde sugli
avambracci,
inchiodato nelle palme delle mani e issato sul palo fisso verticale, dove
l’affissione era completata inchiodando i piedi.
Questo testimonia che l’iconografia tradizionale cattolica dei crocifissi è
sostanzialmente esatta.
■ 3. La scoperta della dottoressa Rebecca Jackson, se confermata,
invaliderebbe la messianicità di Gesù, se tale Sindone fosse appartenuto
veramente a lui. Ella, ebrea di famiglia ortodossa ed esperta d’usanze
giudaiche, ha identificato il telo di Torino come «hasadeenhakadosh» o «santo
velo pietoso». Si tratta d’un sacco di lino destinato al trasporto dei corpi dei
condannati a morte, su ordine della comunità giudaica.
Il sacco era lungo 8 cubiti e largo 2 cubiti (440 cm X 110 cm) e spesso 1 mm (=
le misure originarie del telo torinese). Questo telo «pietoso» è l’unico oggetto
previsto per coprire la nudità del giudeo peccatore, morto per le sue
trasgressioni.
Due discepoli che espongono colui, che essi credono essere il Messia,
all’obbrobrio d’una infame sepoltura giudiziaria? «Se» questo telo fosse
effettivamente usato da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo per trasportare il
corpo di Gesù al sepolcro, c’è di che essere allibiti circa le loro convinzioni
messianiche sul Redentore!
Fortunatamente l’intervento dei due maggiorenti ebrei è descritto in ben
altro modo nei testi evangelici: ▪ a) Un funerale degno d’un ricco (Is
53,9). ▪ b) Avvolto in bende, secondo l’uso dei nobili giudei. ▪ c) Vestito con
un abito di squisita fattura (ancora in uso tra gli ebrei). ▪ d) In testa gli fu
posto un copricapo (sudario, una tiara o un turbante, forse; o lo stesso che usò
durante il ministero pubblico). ▪ e) Avvolto in un lenzuolo funebre, secondo
l’uso del tempo (= ancora oggi si chiama «tadesh»).▪ f) Il sepolcro cosparso
d’aromi costosi (anche questo dettaglio è ricordato dai Vangeli). ▪ g) Il primo
giorno della settimana si sarebbe completato la preparazione del corpo con
unguenti. ▪ h) Per altri dettagli non menzionati, possiamo guardare alle usanze
funebri attuali: i giudei sono molto conservatori.
Detto questo credo che non andrò mai a Torino per vedere il famoso telo;
esistono inoltre numerose testimonianze che provano oltre ogni dubbio
l’inautenticità del telo.
Insistere sulla sua «antichità» se, a qualche titolo, «provata», essa metterebbe
in seria
discussione la messianicità di Gesù: se fu seppellito avvolto in quel
telo da condannato, salta la prova cardine della sua innocenza profetizzata da
Isaia: «Gli era stata riservata la sepoltura degli empi, ma nella sua morte
un ricco provvederà al suo funerale» (Is 53,9; secondo una traduzione
cattolica italiana destinata agli italoamericani). {03-06-2010}
12. {Nicola
Martella}
▲
La trattazione del
contributo precedente ha molti interessanti aspetti. Sul secondo punto, però,
bisogna far notare che non c’era un solo modo di appiccare il reo alla croce.
C’era il metodo di inchiodare le palme della mani, dopo che i polsi o gli
avambracci erano stati legati con corde. C’era però anche l’uso di inchiodare i
polsi, perché più resistenti. Ciò è mostrato dal ritrovamento in
Palestina delle ossa calcinate di un polso con ancora dentro il chiodo. Un
ritrovamento osseo appartenente allo scheletro di un uomo crocifisso di nome
Jehochanan, proveniente da una tomba ebraica in Giv’at Ha-mivtar, nei pressi di
Gerusalemme, e risalente all’anno 70 d.C., conferma tutto ciò; qui il chiodo era
stato conficcato attraverso il polso. Ciò fu confermato anche da resoconti
storici dei Romani.
Se Gesù fosse stato crocifisso nelle palme delle mani, non si sarebbe potuta
adempiere la
predizione, che recita: «[Dell’agnello] non ne spezzate alcun osso»
(Es 12,46; Nu 9,12; Gv 19,36).
13.
{Stefano Ferrero}
▲
Nota redazionale:
Il seguente contributo è arrivato a discussione oramai conclusa. Lo riportiamo
lo stesso, sebbene non gli diamo alcuna risposta, visto che il tutto
richiederebbe un’analisi approfondita di tutti gli articoli linkati, cosa che va
di là dal contenuto dell’articolo di riferimento e dalle intenzioni d’esso. A
noi interessava soprattutto dimostrare che la cosiddetta Sindone di Torino non
corrisponde alla descrizione del corredo funebre descritto negli Evangeli. In
ogni modo, ringraziamo questo lettore per le interessanti informazioni. Lasciamo
ai lettori i relativi approfondimenti e le conclusioni.
Caro Nicola, avendo
letto del dibattito e avendo notato molte cose interessanti, mi è sembrato
doveroso intervenire sul tema. Abito a Torino e ho visto la sindone nel 1998 e
nel 2000 quando ero ancora cattolico, mi sono interessato parecchio
dell’argomento e penso che vadano puntualizzati alcuni aspetti. Seibel, ha fatto
una corretta esegesi riguardo ai panni funebri: Gesù è stato sepolto avvolto da
pannilini e con un sudario sul capo di ridotte dimensioni, che è inassimilabile
alla sindone, prima di tutto per dimensioni.
La sindonologia è in realtà una pseudoscienza, che di scientifico non ha proprio
niente, al pari di naturopatia, astrologia, numerologia e magia.
■ 1. Le presunte monete romane nella sindone non sono affatto documentate, ma
solo un effetto della pareidolia in chi osserva il lenzuolo. [N.d.R.: Secondo
Wikipedia, la pareidolia
«è l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o
profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale».]
[Link esterno: ►
La farsa delle monetine sugli occhi]
■ 2. Le prove scientifiche della datazione al medioevo sono in realtà
schiaccianti, confermate contemporaneamente da tre laboratori d’altissimo
livello e le presunte confutazioni della datazione sono solo una bufala di
livello internazionale, creata da un astuto imbroglione per fare soldi e avere
fama. Nonostante sia stato smascherato, i media hanno insabbiato la cosa il più
possibile, spalleggiati sicuramente dal Vaticano.
[Link esterni: ►
Dossier Kouznetsov ; ►
Quello strano silenzio sulla frode di Kuznetsov;
►
Lo scienziato immaginario]
■ 3. Secondo una bolla di papa Clemente VII del 6-1-1390 (poi considerato un
antipapa) riguardo alla sindone era specificato che quando il popolo si raduna,
si deve proclamare e dire al popolo «con voce alta e intelligibile, per far
cessare ogni frode, che la suddetta figura o rappresentazione non è il vero
sudario di Nostro Signore Gesù Cristo, ma una “pictura seu tabula”, pittura o
quadro, fatta come figura o rappresentazione del sudario», che fu di Gesù
Cristo. Era noto alle autorità ecclesiali dell’epoca che si trattava d’una
creazione artistica recente e che non era risalente al 1° secolo.
[Link esterno: ►
Sindone, falsi, bolle papali]
■ 4. Che si sia ammesso che la datazione al medioevo fatta nel 1988 era errata,
è un altra bufala giornalistica.
[Link esterni: ►
Caso Ramsey: disinformazione a oltranza;
►
Sindone Ramsey infuriato con La Stampa] {09-06-2010}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Lenzuol_funebr-sindone_OiG.htm
31-05-2010; Aggiornamento: 10-06-2010 |