La testimonianza di sofferenza personale e familiare di un lettore e le altrui analisi, secondo cui
le cause delle infermità risiederebbero sempre in un peccato personale o
degli avi, lo hanno portato a chiedere maggiore chiarezza teologica su tale
questione. Abbiamo trattato tutto ciò nell'articolo «Infermità,
afflizioni e loro cause». Qui di seguito diamo occasione ai
lettori di interloquire su tale spinoso tema.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul
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1.
{Mirco Golfesi, ps.}
▲
Caro Nicola, gloria
all’Eterno!! Non sai che benedizione ho ricevuto nella risposta. Hai confermato
il pensiero che Dio ha messo nel mio cuore fin dalla mia infanzia.
Non ti nascondo che abbiamo passato momenti difficili, non sai quanti
predicatori da importanti pulpiti ci hanno fatto del male con messaggi
superficiali sulla causa delle sofferenze. Io e mia moglie abbiamo continuato
nonostante tutto questo a custodire la pace che Dio ci ha messo nel nostro cuore
e a ogni visita, dove portiamo il nostro bambino, siamo certi che Dio è con noi
anche se spesso quello che i medici ci dicono non sono belle notizie. Per
concludere ti voglio testimoniare proprio questo. Il mese di febbraio del 2006
abbiamo ricevuto dal medico di mio figlio la notizia della grave patologia
genetica. Nel momento stesso che il medico parlava, ho sentito una pace
incredibile nel mio cuore e quel sentimento dura tutt’ora. So che per le persone
mio figlio è un handicappato ma so che per Dio è reso perfetto tramite suo
Figlio Gesù. Rachele quando nacque Beniamino lo chiamò «figlio della sofferenza»
a causa della difficoltà del parto, che provocò pure la sua morte, ma Giacobbe
cambiò il suo nome chiamandolo «figlio della destra», della potenza Dio!! Penso
che anche nell’handicap d’un bambino si possa vedere la mano di Dio! E grazie a
Lui ogni giorno sperimento questo.
Caro Nicola, ho letto insieme a mia moglie quello che hai scritto per noi, non
sai veramente il bene che hai fatto anche a lei, ha pianto di gioia e ha
ringraziato Dio d’averti usato.
Ti abbraccio nell’amore del Signore. {05-02-2008}
2.
{Santina Rallo}
▲
Pace, fratello
Nicola. Ho letto la testimonianza del fratello; è molto triste per ciò che ha
passato. La discussione è che la causa delle malattie è il peccato.
Fratello, non è che voglio contraddire oppure criticare. Fratello Martella, hai
citato tanti versi biblici... ma quando Gesù guarì il paralitico gli disse: «Va
non peccare più che peggio non ti avvenga»! Dunque era la questione il
peccato! Poi ancora: «Io sono l’Eterno che ti guarisco da ogni infermità».
«A chi addrizza il suo sentiero mostrerò la mia salute». «Se ti
convertirai a me, io ritrarrò da te ogni infermità». Dove li mettiamo questi
versi? Fratello non prendo i versi biblici perché ho la preghiera domani molto
presto si farebbe tardi ma tu conosci la Scrittura. La causa stragrande della
malattia e il
peccato! Infatti Deuteronomio 28 e 29 di quante malattie durature
s’attaccheranno a te! Rileggili fratello e vedi quanti mali Dio elenca, se non
ci convertiamo a Lui! Io ho sempre
tremato per questo capitolo. In esodo 20 parla di maledizione che Dio maledice
fino alla quarta generazione; oppure Dio è cambiato per il modernismo? «La
mia parola e come un martello che spezza il sasso.
Io sono l’immutabile Dio».
Nehemia 9: i figli d’Israele confessarono i peccati con digiuno e preghiere,
peccati anche dei loro padri affinché non erediterebbero la maledizione dei loro
padri. Secondo te, perché confessarono i peccati dei loro avi? Proprio
perché non giungesse a loro la maledizione, tutta la causa e il peccato. A meno
ché non sia una prova come Giobbe… ma quella di Giobbe finì in bellezza non lo
portò al cimitero… anzi Dio si glorificò, lo ristabilì meglio di prima e gli
diede il doppio e le più belle figlie, dice la Scrittura. Le malattie ci sono
anche tra i più bravi credenti, ma Dio li libera da tutte, dice la Scrittura, o
la scrittura dice invano? L’Apostolo Paolo aveva delle infermità nella carne;
dice Paolo: «Non avete avuto a schifo le mie infermità». Certo! ma Lui
era stato rapito, ha avuto eccellenti rivelazioni… siamo a questa statura?
Perché storpiare le scritture a nostro compiacimento? Ho visto persone ammalate.
Il Signore non operava in guarigione, fino a quando la persona non s’umiliava e
chiedeva perdono, altrimenti Dio non guariva!!! «Sono i vostri peccati che
hanno fatto separazione tra
voi e Dio».
Adesso c’è il modernismo. Gli atleti di Cristo (calciatori) che si reputano
cristiani, laddove quel pallone è macchiato di sangue, bestemmie… risse, e poi
ci mettono anche Gesù come arbitro: che vergogna. E altri sport, dove dice la
Scrittura chi ama il mondo e le cose del mondo non ama il Signore e neppure l’ha
conosciuto. Quando i mali arrivano si pensa alla prova di Giobbe. I cristiani
d’oggi (non è una critica), ma una realtà: spettacoli in TV, mare, scoperti in
spiaggia, sport... beato quel servitore che troverò (vegliando)
dietro la TV. Mi vergogno che tanti discreditano la Parola di Dio con la gloria
di qualche ragazzo imbevuto di gloria come Kakà… vuole fare il pastore… ce ne
vuole!!! né di chi corre né di chi vuole!
Fratello spero che non la prendi a male il mio scritto, la parola mi bolle
dentro l’anima perché non c’è più la sana dottrina di Cristo che è tutta
santità. Dio ti benedica e medita su ciò che ho scritto non per presunzione ma è
la parola di Dio, viva ed efficace per
ogni tempo anche nel 2008. Pace a
te. {05-02-2008}
3.
{Nicola Martella}
▲
Ho dovuto
aggiustare un po’ il contributo di Santina per renderlo comprensibile. Più che
una trattazione equilibrata è uno sfogo improvviso e focoso, dettato dallo zelo
per la Parola (sebbene secondo la sua interpretazione) e per la sofferenza
riguardo alla situazione che lei constata nelle chiese e nel mondo.
Il metodo usato è versettologico, ossia mette insieme versetti citati a mente e
senza riferimenti biblici (li ho messi io fra virgolette), togliendoli dal loro
contesto naturale e assemblandoli a senso… come se la rivelazione non fosse
progressiva e come se la chiesa fosse Israele e una teocrazia.
La domanda di fondo era se tutte le malattie, infermità, patologie e quant’altro
siano il risultato del peccato personale o dei propri avi. Se all’inizio sembra
affermare di sì, citando Es 20 e Dt 28, in seguito sembra che si smentisca,
quando ammette che Dio possa dare sofferenze varie come «prova».
La logica della «teologia della prosperità», seguita dagli amici di Giobbe e dai
loro odierni seguaci, è questa: ▪ 1) Il credente è sempre sano. ▪ ▪ 2) Gli empi
sono malati e colpiti da molte disgrazie, dovute ai loro peccati. ▪ 3) Se un
credente sta male, si ammala o succedono disgrazie nella sua vita, è perché è
caduto nel peccato. 4) Visto che se il credente si ammala, è perché ha peccato,
se si ravvede sinceramente, verrà guarito da Dio. Questo sistema sembra logico,
ma è assolutamente contestato proprio da Giobbe. Anche Dio contestò tale
«dottrina del contraccambio»: Giobbe non soffriva per un peccato specifico della
sua vita (o dei suoi avi), ma perché Dio nella sua sovranità lo volle mettere
alla prova… per approvarlo.
Come si vede, alla base del suo ragionamento sembra esserci la malsana «teologia
della prosperità»: i credenti sono sani, belli, agiati e prosperosi — gli empi
no. La logica è: a chi si converte, Dio darà assolutamente guarigione, salute e
prosperità. Ciò si basa sul «pensiero positivo» (lievito della spiritualità
esoterica), non sulla Bibbia. Stranamente era proprio il pensiero degli amici di
Giobbe; ma Dio sfatò tale dotta ideologia e dichiarò tali uomini come peccatori
e Giobbe come loro intercessore (Gb 42,7ss).
Per non dilungarmi e ripetermi, evidenzio quanto segue.
■ Che una vita contraria ai principi di Dio (empietà, lascivie, libertinismo,
ecc.) possa provocare malattie, è possibile, ma non è una matematica. Esiste un
consiglio di Dio che per noi è impenetrabile. Semplificando la realtà, non
diventa più «vera», anzi. Ci sono empi che vivono nell’agiatezza e che
raggiungono un’età avanzata (Gb 12,6; 21,7-34; Sal 73,3ss), e ci sono giusti che
vivono nella sofferenza e magari muoiono prima del tempo (i Salmi sono pieni di
giusti sofferenti). Non tutti ricevono una degna pena già in questa vita; a ciò
si deve la necessità del giudizio universale di Dio.
■ Non è solo la creazione a essere sottoposta alla «nullità» e alla «servitù
della corruzione», ma «fino a ora
tutta
la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma
anche noi… anche noi stessi gemiamo
in noi medesimi» (Rm 8,20-23).
■ Anche credenti eccellenti, fedeli servi di Dio, erano malati e non perché
fossero colpevoli di particolari peccati, ad esempio: il re Ezechia (Is 38), il
futuro Messia (Is 53,3; Eb 4,15), Tabita (At 9,37 «infermò e morì»), Paolo (2
Cor 12,10; Gal 4,13s), Timoteo (1 Tm 5,23 «frequenti
infermità»), Epafròdito (Fil 2,26s «infermo e ben vicino alla morte»),
Trofimo (2 Tm 4,20 «l’ho lasciato infermo a Mileto»).
■ Esistono malattie e sofferenze che non dipendono da un peccato personale né da
uno degli avi, ma che Dio permette per trarne gloria. «E i suoi discepoli lo
interrogarono, dicendo: “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché
sia nato cieco?”. 3Gesù rispose: “Né lui peccò, né i suoi genitori;
ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui”» (Gv 9,2).
■ Quanto all’uso e all’abuso di Es 15,26 «Io sono l’Eterno che ti guarisco»,
rimando all’articolo «Io sono Jahwè, il tuo guaritore (Es 15,22-27)», contenuto
nel mio libro La salute fra scienza, religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003).
■ Infine, applicare l’antico patto alla situazione della chiesa, popolo del
nuovo patto, è rischioso. La chiesa non è una «Teocrazia».
In quest’ultima la legge religiosa (per Israele la legge di Mosè) e la legge di
Stato coincidevano. La chiesa non è soggetta alla legge di Mosè, ma alla «legge
di Cristo» (Rm 8,2; 1 Cor 9,21; Gal 6,2). Se non si tiene presente lo sviluppo
della rivelazione, si tengono i credenti del nuovo patto in prigioni mentali.
■ È vero che quel che si semina, si miete (Gal 6,7s). Come abbiamo visto, però,
non tutto ciò che ci avviene, è dovuto a uno stato di peccato specifico. Anche i
cristiani migliori si ammalano nel fisico e nella mente. Ad esempio, ci sono
molte cause per la depressione; non si può schiacciare una persona affetta da
depressione con motivazioni spiritualistiche, secondo cui la causa sarebbe un
peccato specifico e, una volta individuato e confessato, la depressione
sparirebbe. Ciò è sbagliato ed irresponsabile! Per l’approfondimento si veda
Nicola Martella,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996): «I disturbi psichici e le loro cause», pp. 141-161
(pp. 143ss le depressioni).
4.
{Abele Aureli}
▲
Se Dio dovesse
usare lo stesso rigore che usò con Anania e Saffira, oggi non ci sarebbe più
neppure un cristiano sulla faccia della terra! Pertanto, non credo che ogni
malattia sia una punizione di Dio. Paolo dice che noi soffriamo e gemiamo come
il resto del mondo, perché respiriamo la stessa aria, beviamo la stessa acqua e
mangiamo tutti lo stesso cibo. Ma alla fine comunque qualcosa che il mondo non
ha, noi credenti l’abbiamo e si dovrebbe vedere!
Certo che Dio può prendere la gloria anche dalla decapitazione di Giacomo e
dalla liberazione miracolosa di Pietro, però credo che non si debba tanto
parlare di ciò che Dio ha il potere di fare, ma di conoscere il suo carattere e
il suo modo d’agire e di trattare in generale i suoi «figli». Se conosciamo la
«globale» volontà di Dio, dobbiamo dire che anche se alcuni dei suoi «giganti»
della fede sono stati infermi, per il 90% alla fine sono stati anche guariti e
hanno avuto la vittoria!
Evidentemente, Dio può prendere la gloria dalla morte di Giacomo, ma molto di
più quando Giobbe alla fine guarisce e riceve il doppio delle benedizioni che
aveva prima. Certo, la sua famiglia fu distrutta ma credo che Dio gli fece
dimenticare anche tutti quei dispiaceri.
A Paolo Dio rispose che la sua grazia gli bastava, ma quante altre volte Dio gli
ha detto la stessa cosa in tutte le altre preghiere che egli fece durante il suo
ministero? Io credo che in Marco 11,23-26, Gesù stava dicendo esattamente ciò
che è scritto. Il problema nostro è che noi non abbiamo ancora capito bene cosa
sia veramente la fede che Gesù intendeva che noi dovremmo avere! Questo è il
nostro problema. E se possiamo dire che se Dio usasse lo stesso rigore che ha
usato con Anania e Saffira, oggi non ci sarebbe più un cristiano sulla faccia
della terra, allora è vero che noi abbiamo un’idea distorta di ciò che vuol dire
«credete d’aver ricevuto e voi l’avrete»!
Comunque, il fatto che oggi Dio non continua a fulminare tutti i bugiardi e i
falsi, non significa che spiritualmente non ci siano persone che muoiono anche
oggi! In quel giorno molti grideranno: «Aprici, aprici», ma non sarà loro
aperto, eppure potranno dire d’aver fatto perfino miracoli nel nome di Gesù. Ma
questo non li salverà, perché tutto quello che hanno fatto non l’hanno fatto con
un cuore sincero.
Io credo che in generale, non sia la volontà di Dio che i suoi figli soffrano,
ma a volte per motivi che noi non comprendiamo possiamo anche soffrire. Una cosa
che spesso fa soffrire i credenti è il «tentare Dio»! Cioè, fare cose che già
sappiamo che non sono secondo la volontà di Dio e quelle cose ci causano dei
danni, oltre che spirituali, anche fisici! Ricordiamoci che la morte e le
malattie sono venute sull’uomo a causa del suo peccato!
5.
{Gaio Rannuni, ps.}
▲
Ho letto la
testimonianza di Mirco Golfesi, e in parte capisco le sue circostanze e
sofferenze.
Anche il
fratellino di mia moglie soffre d’un handicap psicomotorio. La cosa più
triste è che questo bambino era nato normale (seppur prematuro), e molto
probabilmente questo handicap è stato causato da un errore medico.
Purtroppo la famiglia di mia moglie non è convertita, e quindi crescere un
bambino con questi problemi, senza la piena consapevolezza che Dio è presente e,
senza la pace che Egli dona ai suoi figli, è molto più difficile.
In certi ambienti pseudo-evangelici si predica il falso e triviale «evangelo»
della prosperità, che è si diffuso come una pandemia, dagli USA fino ad
arrivare qui in Europa, contagiando molte persone.
Molte vittime di questo falso evangelo, si sentono poi dire da tali infami e
squallidi predicatori che la causa dei propri mali è la loro vita peccaminosa o
peggio ancora la loro mancanza di fede.
Le pecore di Cristo conoscono la voce del loro Pastore Gesù, seguono i
suoi insegnamenti e rimettono la propria fede in Lui in ogni circostanza. Gesù
ha detto che nel mondo i suoi seguaci avrebbero avuto tribolazioni, ma di farci
coraggio perché Egli ha vinto il mondo e tutto ciò che di malvagio esso
comporta, quindi anche le infermità.
Chi ha veramente Cristo nel cuore, sa nel profondo, come ha dimostrato la
testimonianza di Mirco, che gli insegnamenti succitati non vengono da Dio, ma
sono dovuti all’opera efficace di Satana che s’usa di «certi uomini (per i
quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza
la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo»
(Giuda 1,3-4).
Non replico personalmente a Santina, perché probabilmente anche lei è
vittima di tali ideologi (visto le cose che ha scritto). Domando però, a chi la
pensa così, se non provi almeno un po’ di turbamento morale!
Dio si può glorificare sia dai miracoli, ma anche dalle disgrazie e dalle
sofferenze, che i suoi figli devono affrontare. Questa falsa dottrina propugnata
dai neopentecostali è identica a quelle d’altre sette, come ad esempio
scientology: qui se ti succede qualcosa, è colpa tua. T’ammali di cancro?
Sei tu che l’hai voluto... Ti cade un vaso in testa? L’hai voluto tu! Non
guarisci? Troppi engrammi da togliere... Che Dio conceda loro di ravvedersi! (2
Timoteo 2,25).
Caro Mirco, t’incoraggio insieme a tua moglie, a meditare con tutto il
vostro cuore il Salmo 73. V’incoraggio anche a leggere la lettera di Gesù alla
chiesa di Smirne (Ap 2,8-11). Come potrete constatare, i veri seguaci di Gesù
Cristo, quelli che davvero credono nel suo nome sono anche calunniati e ben
lungi dal vivere agiatamente.
Vorrei invitare anche i lettori a leggere (se riescono a trovarlo) il libro
«Morire a vent’anni» di Gotthold Beck. È la storia d’una ragazza (figlia
dell’autore) che è morta di cancro appunto a 20 anni, e di come Dio si sia usato
di lei in vita, ma soprattutto nella sua malattia e con la morte per
glorificarsi. Oltretutto il libro tratta (e questo è lo scopo principale
dell’autore) lo spirito dell’errore che causa tanta apostasia biblica, e che ben
si riconosce nei movimenti di «potenza» pseudo-evangelici.
Per chiudere poi definitivamente la bocca a tali promulgatori di triviale
irriverenza dottrinale, v’invito a guardare (se riuscite a non piangere) questo
video (in inglese) dove si dimostra come Dio può benedire le persone anche nelle
sofferenze. Vi riporto parte d’un messaggio da cui sono venuto a conoscenza di
questa toccante storia:
Il padre di Rick Hoyt.
Dick Hoyt
ha spinto su una sedia a rotelle suo figlio Rick, un disabile, 85 volte per 40
km partecipando a delle maratone. Per 8 volte ha trainato Rick, che era in un
canotto, nuotando per 4 km. Per 8 volte ha pedalato per 170 km con il figlio
sistemato su un seggiolino fissato al manubrio della bicicletta. Inoltre, lo ha
trascinato sciando, se l’è caricato sulle spalle per fare trekking e, una volta,
ha attraversato gli Stati Uniti con Rick sulla bicicletta. Rick era stato
soffocato dal cordone ombelicale e i medici avevano detto che sarebbe stato come
un vegetale per tutta la vita. Ma Dick e Judy non s’arresero. Vedendo che gli
occhi di Rick erano ben svegli, quando aveva 11 anni Dick e Judy lo portarono a
fare delle visite per chiedere se si poteva aiutarlo a comunicare. Un dottore
disse ai genitori: «Non succede niente nel suo cervello». Allora Dick gli
rispose di raccontargli una barzelletta. Il dottore lo fece e Rick si mise a
ridere. Nel suo cervello succedeva molto! Rick cominciò a usare un computer col
quale poteva scrivere sfiorando un congegno con la fronte. Quando un compagno di
scuola di Rick rimase paralizzato a causa d’un incidente, la scuola organizzò
una corsa di beneficenza per quel giovane. Rick disse a suo padre che voleva
partecipare. Quel giorno cambiò la vita di papà Dick perché Rick scrisse al
computer: «Papà mentre correvamo non mi sentivo più un disabile!». Da quel
giorno, Dick cercò di far rivivere a suo figlio Rick la stessa sensazione. Dick
e Rick hanno corso insieme 24 maratone di Boston. Hanno partecipato a 212
competizioni di Triathlon. «Non c’è dubbio — ha scritto Rick sul computer — mio
papà è il miglior papà del secolo!».
Quante volte quando
frequentavo certi ambienti neo-pentecostali sentivo persone dare ordini a Dio:
«Signore tu devi... !». Ma chi siamo noi per dire a Dio che cosa deve fare? Che
spirito si nasconde dietro a tale insensata audacia? Dio può guarire, e a volte
lo fa, ma non dimentichiamoci mai che Dio non è ai nostri ordini, ma che anche
Cristo stesso disse: «Non la mia volontà ma la tua volontà sia fatta».
Quanto più noi, dobbiamo sottometterci alla sua maestosa volontà! {10-02-2008}
6.
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9.
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10.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Infermita_cause_MeG.htm
09-02-2008; Aggiornamento: 11-02-2008
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