Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
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■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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È COMANDATA LA «DECIMA» NEL NT?

 

 a cura di Nicola Martella

 

La «decima» è un termine usuale nelle chiese. Su ciò che significa e sull’uso correttamente «biblico» ci sono molte opinioni. Ricordo nella mia giovinezza un fratello che, nell’enfasi di voler dire che dobbiamo dare di più della «decima», affermò: «Altro che “decima”, dobbiamo dare a Dio la “ventesima”!»: non si accorse che stava diminuendo invece che aumentando.

Alcuni credenti affermano che essendo il suo uso antecedente alla Legge di Mosè (Eb 7,2.4.6.9), sia valida tutt’ora. Altri, come me, fanno notare che nel NT, da pentecoste in poi, mai si parla di essa e mai viene comandata. D’altro canto, il NT mette una grande enfasi sulla responsabilità personale dinanzi a Dio. Infatti, proprio riguardo alla liberalità cristiana, Paolo ricordò: «Ora, questo io dico: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente. Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza perché Dio ama un donatore allegro. E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona» (2 Cor 9,6ss).

Che pensare quindi della «decima»? Bisognerà trovare un altro termine tecnico più corretto per sostituirla? In che proporzione stanno le nostre offerte per l’opera di Dio con la nostra gratitudine al Signore? In che relazione sta tutto ciò col premio futuro? Perché la «decima» che più ci costa non sono sempre i soldi, ma altro (p.es. tempo, ospitalità, disponibilità).

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Stefano Frascaro

2. Argentino Quintavalle

3. Nicola Martella

4. Michela Piccolo

5. Nicola Martella

6. Michela Piccolo

7. Nicola Martella

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1. {Stefano Frascaro} 

 

Nell’ambito evangelico, per quanto riguarda il contributo economico che un credente vuole versare alla chiesa locale, viene indicato come «decima» e molto spesso corrisponde anche effettivamente alla decima parte del proprio introito economico familiare.

    Il Signore Gesù però venne a «porre termine alla Legge». Quindi mi viene da pensare che la «decima» sia una cosa riservata al popolo ebreo.

   Fermo restando che non discuto sull’offerta da dare alla chiesa locale, anzi trovo in alcuni casi una «scusa» da parte di fratelli di dare solo la «decima» al Signore e spesso «un quinto» (dello stipendio) alle cose del mondo.

   Non voglio fare una disquisizione sui termini. Dare all’opera è indispensabile e fonte di grandi benedizioni. Penso però a quel «sentirsi a posto» senza esserlo davvero.

 

 

2. {Argentino Quintavalle} 

 

Caro fratello, riguardo la decima forse ti sei cimentato in un argomento più ostico di quello che puoi pensare. Io sono abbastanza d’accordo con la tua introduzione, in linea generale, ma ti voglio far presente che questo argomento è carente di un serio studio da parte della chiesa. Quello che ti posso dire per certo è che attualmente la legge della decima non viene pratica dagli Ebrei, perché al tempo di Gesù essa era associata al tempio; cioè la decima veniva donata per il culto del tempio. Dopo la sua distruzione non è stata più praticata. Gli Ebrei sbagliano molte cose, ma per quanto riguarda l’applicazione della Torà abbiamo poche cose da insegnare a loro. Quindi, visto che la decima serviva per il mantenimento del culto del tempio (cosa accettata dallo stesso Gesù Cristo), è cosa alquanto dubbia applicare la legge della decima alla chiesa (o meglio alle chiese locali); gli Ebrei la giudicherebbero uno sproposito. Gli Ebrei hanno anche oggi le loro sinagoghe, ma la decima non viene versata per il loro mantenimento, come non era versata per le sinagoghe dei tempi apostolici; perché allora certe chiese chiedono la decima?

     A quei cristiani molto zelanti per le leggi dell’AT consiglio di stare molto in guardia, perché corrono il rischio di mettersi sotto un giogo che nemmeno gli Ebrei sono riusciti a portare (At 15,10).

     Ai cristiani gentili, lo Spirito Santo ha concesso l’esenzione di buona parte della legge dell’AT, cosa che invece i cristiani Ebrei ancora osservano e si sentono obbligati a osservare. «Poiché è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie, cioè: che v’asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate, e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi» (At 15,28s). Queste cose erano obbligatorie anche per i Gentili, ma per gli Ebrei lo sono sempre state.

     In base alle mie attuali conoscenze la decima non è stata imposta alla chiesa. Chi vuole, può praticarla, ma non c’è l’obbligo.

     Devo farti notare alcune tue affermazioni:

     1) Tu dici che nel NT «mai si parla di essa e mai viene comandata». È vero, ma non è questo il motivo per cui la decima non deve essere applicata. La legge esiste nell’AT. Non è la ripetizione di una legge che la fa essere valida e quindi Dio non ha bisogno di ripeterla per farla essere valida. Tutte le leggi dell’AT sono valide (senza bisogno di ripetizione) fino a prova contraria. Se non c’è più l’obbligo della decima è per i motivi che ho sopra esposto, ma non perché non viene comandata nel NT.

     2) Tu dici: «Bisognerà trovare un altro termine tecnico per sostituirla?». No, non bisogna e non si deve trovare un altro termine tecnico per sostituirla. Chi ci dà l’autorità di modificare una legge di Dio? Se non l’ha fatto Gesù lo facciamo noi? Alla Parola di Dio non dobbiamo aggiungere niente, togliere niente, né modificare niente. Se un giorno il tempio verrà ricostruito, vedrai come questa legge riprenderà vigore!

     3) Tu chiedi: «In che relazione sta tutto ciò col premio futuro?». Dio guarda alle motivazioni del cuore. Si può dare la decima del prezzemolo, ma non ricevere alcun premio.

 

 

3. {Nicola Martella} 

 

Le riflessioni di Argentino sono molto interessanti. Visto che egli ha commentato alcune mie domande, che volevano orientare il lettore, gli rispondo in merito sui tre punti da lui evidenziati.

     ■ 1) Visto proprio il concilio interecclesiale di Gerusalemme e le decisioni importanti lì prese (At 15,28ss; 21,25), si può ribaltare quanto da lui asserito: un principio o una norma dell’«antico patto», per essere validi nel «nuovo patto», dev’essere menzionata esplicitamente nel NT e accordarsi con la «legge di Cristo» (1 Cor 9,21; Gal 6,2), detta anche «legge dello Spirito» (Rm 8,2). Ciò che era ingiuntivo nella teocrazia dell’AT e portava con sé pesanti sanzioni, ad esempio per lo šabbāt (Es 31,14; 35,2), non è più ingiuntivo per i Gentili del «nuovo patto» (Rm 14,5s). Per cui si può ribaltare l’asserzione di sopra: tutte le leggi dell’AT sono invalidate, a meno che non sono espressamente menzionate nel NT. Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «La questione della legge», Šabbât (Punto°A°Croce, Roma 1999), pp. 51-56; si vedano qui anche gli articoli: «Questioni intorno al sabato ebraico», pp. 46ss; «La questione della domenica», pp. 57ss. La decima non è ingiuntiva per i cristiani gentili proprio perché non rientra tra le norme esplicitamente richieste in At 15.

     2) La logica della mia domanda provocante era questa: visto che da pentecoste in poi la decima non rientrava negli obblighi dei cristiani e che nel concilio di Gerusalemme essa non fu ingiunta ai cristiani delle nazioni, si potrebbe usare un altro termine meno ambiguo per le offerte dei cristiani oggi? Ciò non sta in contraddizione con la Bibbia né con le parole di Gesù. I cristiani hanno coniato varie parole per descrivere ciò che rientra nel pensiero e nella prassi del «nuovo patto» e delle chiese. Si vedano termini come Trinità, Bibbia, Santa Cena e i nomi delle diverse dottrine (soteriologia, escatologia, ecc.). Ciò non aggiunge né toglie nulla alla Parola, ma chiarisce, visto che gli Ebrei (anche gli apostoli lo erano) erano più predisposti a descrivere che a concettualizzare. (Per l'approfondimento cfr. Nicola Martella, «Lingua - mentalità - approccio al mondo», Manuale Teologico dell’Antico Testamento [Punto°A°Croce, Roma 2002].) Quando si parla di offerte il NT stesso usa al riguardo, ad esempio, i seguenti concetti: loghia «colletta» (1 Cor 16,1s); adrótēs «abbondanza, ricca raccolta» (2 Cor 8,20), korban «offerta» (Mc 7,11); eleēmosynē «elemosina» (let. «atto di misericordia»; At 9,36; 10,2.4.31; 24,17); cháris «liberalità» (let. «grazia, favore, atto di grazia»; 1 Cor 16,3; 2 Cor 8,2); euloghía «benedizione» (2 Cor 9,5), aplótēs «(atto di benigna) semplicità» (let. «semplicità, bontà naturale, liberalità»; 2 Cor 9,11.13); dóma «dono» (Fil 4,15ss); cfr. «diaconia» in 2 Cor 9,12.

     3) È vero che si può pagare «la decima della menta e dell’aneto e del comino» e «trascurare «le cose più gravi della legge: il giudizio, e la misericordia, e la fede» (Mt 23,23). È vero che ci sono coloro che fanno la eleēmosynē «elemosina» (let. «atto di misericordia), facendo suonare la tromba dinanzi a sé, «come fanno gl’ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini», ottenendo solo tale pubblicità quale premio (Mt 6,2). È però anche vero che a chi fa sua eleēmosynē in segreto, Gesù ha assicurato che «il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa» (Mt 6,3s). È vero che Dio ama un «donatore allegro» (2 Cor 9,7), ma «chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente» (v. 6). Riguardo al sostegno degli operai nell’opera del Signore, Paolo ripeté quest’ultimo principio, rendendolo più aspro: «Colui che viene ammaestrato nella Parola faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra. [7] Non v’ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà. [8] Perché chi semina per la propria carne, mieterà dalla carne corruzione; ma chi semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna. [9] E non ci scoraggiamo nel far il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo. [10] Così dunque, secondo che ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma specialmente a quei della famiglia dei credenti» (Gal 6,6-10). Come si vede la questione ha a che fare col la manifestazione concreta della grazia e della benedizione di Dio in questa vita e con il premio futuro.

 

 

4. {Michela Piccolo} 

 

Concordo con voi sul fatto che nel Nuovo Testamento non sia comandata la decima, ma molto spesso questa viene presa come scusa per non dare ai servi di Dio… Se vogliamo vedere bene e seguire la logica del Nuovo Testamento, Cristo dice lascia tutto e seguimi. Se vogliamo il cristianesimo è molto più coinvolgente della legge dell’Antico Testamento. Se vogliamo seguire la logica del Nuovo Testamento, la decima la dovremmo tenere noi e dare a Dio il resto… Ma non come obbligo… Scoperta la grazia, dovrebbe essere uno slancio naturale… Tornando alla questione della decima: credo che la decima sia una questione di priorità, non credo che sia per il pagamento dell’affitto della chiesa, per quello ci dovrebbero essere le libere offerte, la decima è per i servi di Dio.

 

 

5. {Nicola Martella} 

 

Dopo aver ricevuto il link di un video prodotto da Michela Piccolo, ho seguito l’intero filmato. Certo, Michela è molto brava. Da esso capisco la sua posizione riguardo al dare per l'opera di Dio e per coloro che si affannano in essa. L’argomento da lei trattato è vero e urgente. Infatti, il risveglio è quando Dio si mostra in ciò che facciamo! Che ciò debba essere motivato con la legge levitica delle decime, è però teologicamente discutibile. Nella mia presentazione del tema e nella risposta a A. Quintavalle elenco vari motivi attinenti al «nuovo patto». Penso che Michela dovrebbe tenerli presenti... più che le decime levitiche. La commistione fra l’antico e il nuovo patto non aiuta nella ricerca della verità e spesso ingarbuglia più la matassa. Ad esempio, tutti i clericalismi nelle denominazioni cristiane, sono sorte proprio da tale commistione. Nell’AT c’era la teocrazia, secondo cui religione, popolo e Stato erano coincidenti per molti aspetti. Nel NT questi due aspetti sono divergenti, poiché la chiesa è una diaspora nel mondo. Per il resto concordo con lei. L’opera del Signore e i suoi operai hanno bisogno di sostegno. L’opera di Dio qui in Italia è così stantia perché il materialismo serpeggia nelle menti e nelle case dei credenti. Diversi servitori del Signore se non fossero aiutati, in tutto o in parte dalle chiese estere, non sarebbero in grado di svolgere il loro ministero.

 

 

6. {Michela Piccolo} 

 

Caro Nicola, […] capisco le tue sensazioni dopo aver visto il video. In realtà lo avevo fatto anche per dare una risposta a tutti quelli che dormono aspettando il risveglio, è uno sprono a sostenere l’opera di Dio come chiave del risveglio, uno sprono ad avere le giuste priorità nella propria vita. A Milano si fanno un sacco di conferenze di risveglio, alla fine di queste, i partecipanti vanno al ristorante… e i pastori e missionari tirano la cinghia… e l’Italia è ancora da evangelizzare, queste cose mi fanno soffrire. Sì ho letto il tuo intervento, e io sono d’accordo con te.

     La mia intenzione non è quella di sostenere la legge levitica, ma nonostante io creda che siamo nella dispensazione della grazia, credo che Dio non sia cambiato, la legge in qualche modo ci fa capire il punto di vista di Dio su certe cose, siamo continuamente graziati nel non metterla in pratica è vero, ma se Dio ordinò certe cose non fu per togliersi uno sfizio personale. Quello che direi è: non guardiamo alla forma della legge, ma al suo cuore. Quello che vedo nella legge della decima è che Dio vuole essere più importante dei nostri soldi, e la sua opera e i suoi operai devono trarre beneficio da questa priorità dei cristiani. Molto spesso il nostro Dio è Mammona… specialmente in Italia… Se non preghiamo in momenti specifici e prestabiliti, potremmo finire la giornata senza pregare... credo che sia così anche per le offerte libere al Signore: se non ci diamo un limite minimo, daremo il superfluo e gli spiccioli; e come limite minimo perché non rifarci alla legge levitica? Questo non per la sua forma, ma per il suo perché d’essere. Non lo dico con legalismo, non dobbiamo andare in chiesa con la calcolatrice… ma se la decima è lo strumento di Dio per strappare il nostro cuore dal borsellino ben venga, non per obbligo, ma per amore… Gesù lodò la vedova per il suo cuore, o per la forma del suo gesto? Sia i ricchi che la vedova avevano dato la decima… Gesù ha parlato duramente contro l’obbedienza formale dei ricchi… ma ha lodato il cuore della vedova, non è l’obbedienza a una regola, è la disposizione di cuore…

     Non voglio essere una salvata per grazia che vive nella legge… ma mi piace sapere il punto di vista di Dio sulle cose, so che non potrò fare nulla per piacergli di più... perché sono graziata… ma se Dio parlò duramente in passato perché mancava il cibo nella sua casa, lo stesso Dio soffre nel vedere la medesima situazione… magari non ci giudica più, ma certamente ne soffre… o Dio con la grazia ha cambiato personalità ed è diventato insensibile?

     Il video non voleva essere uno stimolo alla legalità… ma voleva scuotere i cuori, e se la decima è lo strumento di Dio per strappare il nostro cuore dal borsellino ben venga.

 

 

7. {Nicola Martella} 

 

Capisco l'intento di Michela e lo condivido. L'argomentazione teologica penso che sia altra cosa, perché si basa su una chiara esegesi. In ogni modo, è possibile un'applicazione di tipo analogico, che si basa sulla similitudine di alcuni aspetti. Ma una cosa è l'esegesi altra cosa è l'applicazione. L'esegesi è stringente, l'applicazione è personale.

    In ogni modo, l'intento di Michela che in Italia venga sostenuta l'opera e gli operai del Signore, è giusto, condivisibile e sacrosanto. C'è da chiedersi che cosa otterrà dal Signore chi investe nel suo regno solo le briciole!? Forse briciole anche lui. Se la salvezza è per grazia mediante la fede, il premio è secondo la fedeltà personale che Dio richiede a ognuno. Alcuni saranno salvati giusto giusto, per così dire, solo col pigiama o la camice da notte che hanno addosso: il resto sarà inconsistente (1 Cor 3).

 

 

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Decime e offerte volontarie {Nicola Martella} (A)

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Decima_NT_Mds.htm

25-04-2007; Aggiornamento: 21-11-2008

 

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