La «decima» è un termine usuale nelle chiese. Su ciò che significa e sull’uso
correttamente «biblico» ci sono molte opinioni. Ricordo nella mia giovinezza un
fratello che, nell’enfasi di voler dire che dobbiamo dare di più della «decima»,
affermò: «Altro che “decima”, dobbiamo dare a Dio la “ventesima”!»: non si
accorse che stava diminuendo invece che aumentando.
Alcuni credenti affermano che essendo il suo uso antecedente alla Legge di Mosè
(Eb 7,2.4.6.9), sia valida tutt’ora. Altri, come me, fanno notare che nel NT, da
pentecoste in poi, mai si parla di essa e mai viene comandata. D’altro canto, il
NT mette una grande enfasi sulla responsabilità personale dinanzi a Dio.
Infatti, proprio riguardo alla liberalità cristiana, Paolo ricordò: «Ora,
questo io dico: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina
liberalmente mieterà altresì liberalmente. Dia ciascuno secondo che ha
deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza perché Dio ama un
donatore allegro. E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia,
affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate
in ogni opera buona» (2 Cor 9,6ss).
Che pensare quindi della «decima»? Bisognerà trovare un altro termine tecnico
più corretto per sostituirla? In che proporzione stanno le nostre offerte per
l’opera di Dio con la nostra gratitudine al Signore? In che relazione sta tutto
ciò col premio futuro? Perché la «decima» che più ci costa non sono sempre i
soldi, ma altro (p.es. tempo, ospitalità, disponibilità).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Stefano Frascaro} ▲
Nell’ambito evangelico, per quanto riguarda il contributo
economico che un credente vuole versare alla chiesa locale, viene indicato come
«decima» e molto spesso corrisponde anche effettivamente alla decima parte del
proprio introito economico familiare.
Il Signore Gesù però venne a «porre termine
alla Legge». Quindi mi viene da pensare che la «decima» sia una cosa riservata
al popolo ebreo.
Fermo restando che non discuto sull’offerta da dare
alla chiesa locale, anzi trovo in alcuni casi una «scusa» da parte di fratelli
di dare solo la «decima» al Signore e spesso «un quinto» (dello stipendio) alle
cose del mondo.
Non voglio fare una disquisizione sui termini. Dare
all’opera è indispensabile e fonte di grandi benedizioni. Penso però a quel
«sentirsi a posto» senza esserlo davvero.
2.
{Argentino Quintavalle} ▲
Caro fratello, riguardo la decima
forse ti sei cimentato in un argomento più ostico di quello che puoi pensare. Io
sono abbastanza d’accordo con la tua introduzione, in linea generale, ma ti
voglio far presente che questo argomento è carente di un serio studio da parte
della chiesa. Quello che ti posso dire per certo è che attualmente la legge
della decima non viene pratica dagli Ebrei, perché al tempo di Gesù essa era
associata al tempio; cioè la decima veniva donata per il culto del tempio. Dopo
la sua distruzione non è stata più praticata. Gli Ebrei sbagliano molte cose, ma
per quanto riguarda l’applicazione della Torà abbiamo poche cose da insegnare a
loro. Quindi, visto che la decima serviva per il mantenimento del culto del
tempio (cosa accettata dallo stesso Gesù Cristo), è cosa alquanto dubbia
applicare la legge della decima alla chiesa (o meglio alle chiese locali); gli
Ebrei la giudicherebbero uno sproposito. Gli Ebrei hanno anche oggi le loro
sinagoghe, ma la decima non viene versata per il loro mantenimento, come non era
versata per le sinagoghe dei tempi apostolici; perché allora certe chiese
chiedono la decima?
A quei
cristiani molto zelanti per le leggi dell’AT consiglio di stare molto in
guardia, perché corrono il rischio di mettersi sotto un giogo che nemmeno gli
Ebrei sono riusciti a portare (At 15,10).
Ai
cristiani gentili, lo Spirito Santo ha concesso l’esenzione di buona parte della
legge dell’AT, cosa che invece i cristiani Ebrei ancora osservano e si sentono
obbligati a osservare. «Poiché è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non
imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie, cioè: che
v’asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate,
e dalla fornicazione; dalle quali cose ben farete a guardarvi» (At 15,28s).
Queste cose erano obbligatorie anche per i Gentili, ma per gli Ebrei lo sono
sempre state.
In base
alle mie attuali conoscenze la decima non è stata imposta alla chiesa. Chi
vuole, può praticarla, ma non c’è l’obbligo.
Devo
farti notare alcune tue affermazioni:
■
1) Tu dici che nel NT «mai si
parla di essa e mai viene comandata». È vero, ma non è questo il motivo per
cui la decima non deve essere applicata. La legge esiste nell’AT. Non è la
ripetizione di una legge che la fa essere valida e quindi Dio non ha bisogno di
ripeterla per farla essere valida. Tutte le leggi dell’AT sono valide (senza
bisogno di ripetizione) fino a prova contraria. Se non c’è più l’obbligo della
decima è per i motivi che ho sopra esposto, ma non perché non viene comandata
nel NT.
■
2) Tu dici: «Bisognerà trovare
un altro termine tecnico per sostituirla?». No, non bisogna e non si deve
trovare un altro termine tecnico per sostituirla. Chi ci dà l’autorità di
modificare una legge di Dio? Se non l’ha fatto Gesù lo facciamo noi? Alla Parola
di Dio non dobbiamo aggiungere niente, togliere niente, né modificare niente. Se
un giorno il tempio verrà ricostruito, vedrai come questa legge riprenderà
vigore!
■
3) Tu chiedi: «In che relazione
sta tutto ciò col premio futuro?». Dio guarda alle motivazioni del cuore. Si
può dare la decima del prezzemolo, ma non ricevere alcun premio.
3.
{Nicola Martella} ▲
Le riflessioni di Argentino sono
molto interessanti. Visto che egli ha commentato alcune mie domande, che
volevano orientare il lettore, gli rispondo in merito sui tre punti da lui
evidenziati.
■ 1)
Visto proprio il concilio interecclesiale di Gerusalemme e le decisioni
importanti lì prese (At 15,28ss; 21,25), si può ribaltare quanto da lui
asserito: un principio o una norma dell’«antico patto», per essere validi nel
«nuovo patto», dev’essere menzionata esplicitamente nel NT e accordarsi con la
«legge di Cristo» (1 Cor 9,21; Gal 6,2), detta anche «legge dello Spirito» (Rm
8,2). Ciò che era ingiuntivo nella teocrazia dell’AT e portava con sé pesanti
sanzioni, ad esempio per lo šabbāt
(Es 31,14; 35,2), non è più ingiuntivo per i Gentili del «nuovo patto» (Rm
14,5s). Per cui si può ribaltare l’asserzione di sopra: tutte le leggi dell’AT
sono invalidate, a meno che non sono espressamente menzionate nel NT. Per
l’approfondimento cfr.
Nicola Martella, «La questione della legge»,
Šabbât
(Punto°A°Croce, Roma 1999), pp. 51-56; si vedano qui anche
gli articoli: «Questioni intorno al sabato ebraico», pp. 46ss; «La questione
della domenica», pp. 57ss. La decima non è ingiuntiva per i cristiani gentili
proprio perché non rientra tra le norme esplicitamente richieste in At 15.
■
2) La logica della mia domanda
provocante era questa: visto che da pentecoste in poi la decima non rientrava
negli obblighi dei cristiani e che nel concilio di Gerusalemme essa non fu
ingiunta ai cristiani delle nazioni, si potrebbe usare un altro termine meno
ambiguo per le offerte dei cristiani oggi? Ciò non sta in contraddizione con la
Bibbia né con le parole di Gesù. I cristiani hanno coniato varie parole per
descrivere ciò che rientra nel pensiero e nella prassi del «nuovo patto» e delle
chiese. Si vedano termini come Trinità, Bibbia, Santa Cena e i nomi delle
diverse dottrine (soteriologia, escatologia, ecc.). Ciò non aggiunge né toglie
nulla alla Parola, ma chiarisce, visto che gli Ebrei (anche gli apostoli lo
erano) erano più predisposti a descrivere che a concettualizzare. (Per
l'approfondimento cfr.
Nicola Martella, «Lingua - mentalità - approccio
al mondo»,
Manuale
Teologico dell’Antico Testamento [Punto°A°Croce,
Roma 2002].) Quando si
parla di offerte il NT stesso usa al riguardo, ad esempio, i seguenti concetti:
loghia «colletta» (1 Cor 16,1s); adrótēs
«abbondanza, ricca raccolta» (2 Cor 8,20), korban
«offerta» (Mc 7,11); eleēmosynē
«elemosina» (let. «atto di misericordia»; At 9,36; 10,2.4.31; 24,17); cháris
«liberalità» (let. «grazia, favore, atto di grazia»; 1 Cor 16,3; 2 Cor 8,2);
euloghía «benedizione» (2 Cor 9,5),
aplótēs
«(atto di benigna) semplicità» (let. «semplicità, bontà naturale, liberalità»; 2
Cor 9,11.13); dóma
«dono» (Fil 4,15ss); cfr. «diaconia» in 2 Cor 9,12.
■
3) È vero che si può pagare «la
decima della menta e dell’aneto e del comino» e «trascurare «le cose più
gravi della legge: il giudizio, e la misericordia, e la fede» (Mt 23,23). È
vero che ci sono coloro che fanno la eleēmosynē
«elemosina» (let. «atto di misericordia), facendo suonare la tromba dinanzi a
sé, «come fanno gl’ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere
onorati dagli uomini», ottenendo solo tale pubblicità quale premio (Mt 6,2).
È però anche vero che a chi fa sua eleēmosynē
in segreto, Gesù ha assicurato che «il Padre tuo che vede nel segreto, te ne
darà la ricompensa» (Mt 6,3s). È vero che Dio ama un «donatore allegro» (2
Cor 9,7), ma «chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi
semina liberalmente mieterà altresì liberalmente» (v. 6). Riguardo al
sostegno degli operai nell’opera del Signore, Paolo ripeté quest’ultimo
principio, rendendolo più aspro: «Colui che viene ammaestrato nella Parola
faccia parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra.
[7]
Non v’ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché quello che l’uomo avrà
seminato, quello pure mieterà.
[8]
Perché chi semina per la propria carne, mieterà dalla carne corruzione; ma chi
semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna.
[9]
E non ci scoraggiamo nel far il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a
suo tempo.
[10]
Così dunque, secondo che ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti; ma
specialmente a quei della famiglia dei credenti»
(Gal 6,6-10). Come si vede la questione ha a che fare col la manifestazione
concreta della grazia e della benedizione di Dio in questa vita e con il premio
futuro.
4.
{Michela Piccolo} ▲
Concordo con voi sul fatto che nel Nuovo Testamento non sia comandata la decima,
ma molto spesso questa viene presa come scusa per non dare ai servi di Dio… Se
vogliamo vedere bene e seguire la logica del Nuovo Testamento, Cristo dice
lascia tutto e seguimi. Se vogliamo il cristianesimo è molto più coinvolgente
della legge dell’Antico Testamento. Se vogliamo seguire la logica del Nuovo
Testamento, la decima la dovremmo tenere noi e dare a Dio il resto… Ma non come
obbligo… Scoperta la grazia, dovrebbe essere uno slancio naturale… Tornando alla
questione della decima: credo che la decima sia una questione di priorità, non
credo che sia per il pagamento dell’affitto della chiesa, per quello ci
dovrebbero essere le libere offerte, la decima è per i servi di Dio.
5.
{Nicola Martella} ▲
Dopo aver ricevuto il
link
di un video prodotto da Michela Piccolo, ho seguito l’intero filmato. Certo,
Michela è molto brava. Da esso capisco la sua posizione riguardo al dare per
l'opera di Dio e per coloro che si affannano in essa. L’argomento da lei
trattato è vero e urgente. Infatti, il risveglio è quando Dio si mostra in ciò
che facciamo! Che ciò debba essere motivato con la legge levitica delle decime,
è però teologicamente discutibile. Nella mia presentazione del tema e nella
risposta a A. Quintavalle elenco vari motivi attinenti al «nuovo patto». Penso
che Michela dovrebbe tenerli presenti... più che le decime levitiche. La
commistione fra l’antico e il nuovo patto non aiuta nella ricerca della verità e
spesso ingarbuglia più la matassa. Ad esempio, tutti i clericalismi nelle
denominazioni cristiane, sono sorte proprio da tale commistione. Nell’AT c’era
la teocrazia, secondo cui religione, popolo e Stato erano coincidenti per molti
aspetti. Nel NT questi due aspetti sono divergenti, poiché la chiesa è una
diaspora nel mondo. Per il resto concordo con lei. L’opera del Signore e i suoi
operai hanno bisogno di sostegno. L’opera di Dio qui in Italia è così stantia
perché il materialismo serpeggia nelle menti e nelle case dei credenti. Diversi
servitori del Signore se non fossero aiutati, in tutto o in parte dalle chiese
estere, non sarebbero in grado di svolgere il loro ministero.
6.
{Michela Piccolo} ▲
Caro Nicola, […] capisco le tue
sensazioni dopo aver visto il video. In realtà lo avevo fatto anche per dare una
risposta a tutti quelli che dormono aspettando il risveglio, è uno sprono a
sostenere l’opera di Dio come chiave del risveglio, uno sprono ad avere le
giuste priorità nella propria vita. A Milano si fanno un sacco di conferenze di
risveglio, alla fine di queste, i partecipanti vanno al ristorante… e i pastori
e missionari tirano la cinghia… e l’Italia è ancora da evangelizzare, queste
cose mi fanno soffrire. Sì ho letto il tuo intervento, e io sono d’accordo con
te.
La mia
intenzione non è quella di sostenere la legge levitica, ma nonostante io creda
che siamo nella dispensazione della grazia, credo che Dio non sia cambiato, la
legge in qualche modo ci fa capire il punto di vista di Dio su certe cose, siamo
continuamente graziati nel non metterla in pratica è vero, ma se Dio ordinò
certe cose non fu per togliersi uno sfizio personale. Quello che direi è: non
guardiamo alla forma della legge, ma al suo cuore. Quello che vedo nella legge
della decima è che Dio vuole essere più importante dei nostri soldi, e la sua
opera e i suoi operai devono trarre beneficio da questa priorità dei cristiani.
Molto spesso il nostro Dio è Mammona… specialmente in Italia… Se non preghiamo
in momenti specifici e prestabiliti, potremmo finire la giornata senza
pregare... credo che sia così anche per le offerte libere al Signore: se non ci
diamo un limite minimo, daremo il superfluo e gli spiccioli; e come limite
minimo perché non rifarci alla legge levitica? Questo non per la sua forma, ma
per il suo perché d’essere. Non lo dico con legalismo, non dobbiamo andare in
chiesa con la calcolatrice… ma se la decima è lo strumento di Dio per strappare
il nostro cuore dal borsellino ben venga, non per obbligo, ma per amore… Gesù
lodò la vedova per il suo cuore, o per la forma del suo gesto? Sia i ricchi che
la vedova avevano dato la decima… Gesù ha parlato duramente contro l’obbedienza
formale dei ricchi… ma ha lodato il cuore della vedova, non è l’obbedienza a una
regola, è la disposizione di cuore…
Non
voglio essere una salvata per grazia che vive nella legge… ma mi piace sapere il
punto di vista di Dio sulle cose, so che non potrò fare nulla per piacergli di
più... perché sono graziata… ma se Dio parlò duramente in passato perché mancava
il cibo nella sua casa, lo stesso Dio soffre nel vedere la medesima situazione…
magari non ci giudica più, ma certamente ne soffre… o Dio con la grazia ha
cambiato personalità ed è diventato insensibile?
Il
video non voleva essere uno stimolo alla legalità… ma voleva scuotere i cuori, e
se la decima è lo strumento di Dio per strappare il nostro cuore dal borsellino
ben venga.
7.
{Nicola Martella} ▲
Capisco l'intento di Michela e lo condivido. L'argomentazione teologica penso
che sia altra cosa, perché si basa su una chiara esegesi. In ogni modo,
è possibile un'applicazione
di tipo analogico, che si basa sulla similitudine di alcuni aspetti. Ma una cosa
è l'esegesi altra cosa è l'applicazione. L'esegesi è stringente, l'applicazione
è personale.
In ogni modo, l'intento di Michela che in Italia venga
sostenuta l'opera e gli operai del Signore, è giusto, condivisibile e
sacrosanto. C'è da chiedersi che cosa otterrà dal Signore chi investe nel suo
regno solo le briciole!? Forse briciole anche lui. Se la salvezza è per grazia
mediante la fede, il premio è secondo la fedeltà personale che Dio richiede a
ognuno. Alcuni saranno salvati giusto giusto, per così dire, solo col pigiama o
la camice da notte che hanno addosso: il resto sarà inconsistente (1 Cor 3).
8.
{}
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9.
{}
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10.
{}
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11.
{}
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12.
{}
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►
Decime e offerte volontarie
{Nicola Martella} (A)
►
Decime e offerte volontarie? Parliamone 1
(T)
{Nicola Martella}
►
Decime e offerte volontarie? Parliamone 2
(T)
{Nicola Martella}
►
Decime e approssimazioni storiche e teologiche
{Gianni Siena - Nicola Martella} (T/A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Decima_NT_Mds.htm
25-04-2007; Aggiornamento: 21-11-2008
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