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MALEDIZIONI GENERAZIONALI E GENETICA

 

 di Nicola Martella - Nicola Berretta

 

 

1.  LE QUESTIONI: Nei Dieci Comandamenti è scritto: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti» (Esodo 20,4ss; Deuteronomio 5,9s). Questo è ciò che è scritto nella Costituzione della teocrazia d'Israele ed è confermato anche dal cosiddetto «Libro del patto», in cui c'è un'auto-rivelazione di Dio: «L’Eterno! l’Eterno! il Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà, che conserva la sua benignità fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente, e che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli e sopra i figli dei figli, fino alla terza e alla quarta generazione!"» (Esodo 24,6s; cfr. Numeri 14,18).

    Alcuni partono da tali brani per insegnare la cosiddetta «maledizione generazionale». Che cosa c'è di vero in tutto ciò? Un lettore ha fatto una richiesta di chiarimento proprio in tal senso. Ecco qui di seguito la sua lettera: «Non ho una chiara conoscenza della dottrina delle maledizioni generazionali, né (fino adesso) di ciò che pensa a proposito il nostro buon Padre celeste, quindi starò lontano dall’esprimere un’opinione al riguardo. Qualche domanda, però, da un po’ di tempo me la pongo.

     Molte malattie, anche di "piccola entità" vengono dette "ereditarie" (nella mia poca conoscenza in merito cito la colesterolemia). Molti medici parlano di "predisposizione ereditaria" all’insorgenza di certe malattie (nelle visite specialistiche spesso viene chiesta dal medico l’eventuale presenza d’una particolare patologia nei genitori o in famiglia; tale presenza spesso viene considerata come forte fattore di rischio). In altri casi, invece (esempio: fibrosi cistica) si ha una chiara visione del problema, che dipende in maniera totale da fattori genetici, o "ereditari".

     Un altro aspetto che mi fa riflettere è che le probabilità d’insorgenza di malattie ereditarie di questo tipo sono molto alte sui figli, mentre vanno a diminuire man mano che passano le generazioni (è più difficile ereditare una malattia del nonno rispetto a una del padre). Sembrerebbe quindi che esista una connessione d’ereditarietà padri / figli, tanto diretta quanto più sono vicini nell’albero genealogico. Senza sconfinare nel termine "maledizione", come si potrebbe affrontare questo discorso dal punto di vista biblico?» {Giuseppe Panarello; 10 febbraio 2009}

    Gli aspetti esegetici li abbiamo presentati nell'articolo «La maledizione generazionale», da cui poi abbiamo affrontato poi la discussione connessa. [► Maledizioni generazionali? Parliamone] Qui di seguito c'interessano specialmente gli aspetti genetici, ossia se questi ultimi possano essere collegati o meno a tale cosiddetta «maledizione generazionale».

 

 

2.  ALCUNE OSSERVAZIONI (Nicola Martella): È vero che ci sono malattie ereditarie. Io stesso ho scoperto d’essere affetto da microcitemia solo perché un’analisi del sangue dei miei figli lo ha accertato. Ho fatto quindi da tramite da uno dei miei genitori ai miei figli. Non tutti i figli degli stessi genitori sono affetti da una malattia ereditaria, come non tutti i figli portano tutti i caratteri peculiari d’un genitore. Mettiamo che ambedue i genitori abbiano una malattia ereditaria diversa e mettano al mondo abbastanza discendenti, nasceranno figli affetti da ambedue patologie, figli che avranno l’una o l’altra, figli completamente sani e probabilmente figli sani ma portatori di tali caratteri genetici patologici, che trasmetteranno ai loro discendenti diretti.

     Già questo fa capire che non si possono applicare aspetti genetici e fisici al mondo dello spirito e tanto meno alla cosiddetta «maledizione generazionale». Infatti sia la maledizione (p.es. l’interdetto), sia la benedizione (p.es. una certa promessa), riguardavano i relativi discendenti senza distinzioni di sorta. Quando il livello di malvagità di Sodoma e Gomorra raggiunse l’apice, Dio mandò un giudizio su tutta quella zona, indipendentemente dal grado soggettivo di perversione e di colpa. Al contrario, quando Giona predicò (contro voglia) il giudizio su Ninive (anche qui il livello morale di guardia venne superato), l’intera popolazione fece cordoglio, abbassando il livello di perversione e peccaminosità. Tutto ciò non si può dire per un’affezione patologica dei geni; o uno ha una patologia (a un certo grado, dominante o recessiva che sia) o non ce l’ha; e non saranno interventi esterni a poter mutare l’intero corredo genetico.

     Inoltre mentre Dio affermava di punire l’iniquità dei padri fino alla terza e la quarta generazione verso quelli che lo odiavano (generalizzazione), abbiamo visto che non tutti i figli d’un soggetto affetto da una patologia genetica ne mostrano i segni evidenti (differenziazione); l’altro aspetto è che si possa essere portatori sani di una patologia genetica, che può riaffiorare dopo parecchie generazioni qualora se ne presenti la costellazione favorevole (p.es. un partner con lo stesso difetto genetico). Quindi, non si possono applicare direttamente gli aspetti genetici a quelli spirituali, e viceversa. Inoltre, mentre l’annunciata punizione (in Es 20,5 non si parla di maledizione!) avrebbe fatto il suo corso entro 3-4 generazioni, ciò non è automatico per le patologie genetiche; come detto, qui i geni possono essere recessivi o dominanti, e inoltre dipenderà anche dal fatto se nella catena generazionale entreranno altri soggetti affetti dalla stessa patologia.

     Quindi, sebbene certi confronti siano affascinanti, si fa sempre bene a non mischiare capre e cavoli. In ogni modo, per approfondire la questione, ho chiesto il parere tecnico di Nicola Berretta, che è biologo.

 

 

3.  APPROFONDIMENTI (Nicola Berretta): L’osservazione, a cui Giuseppe Panarello fa riferimento, sul fatto che la probabilità d’insorgenza di malattie ereditarie tenda a ridursi nelle generazioni successive s’applica a malattie su base genetica legate alla disfunzione d’un gene «recessivo». Per questi casi la malattia s’esprime solo se ambedue le copie del gene (nelle nostre cellule i geni sono presenti in doppia copia) sono malate, mentre se uno solo dei due geni è alterato, la malattia non s’esprime, perché la corretta funzione viene garantita dal gene sano presente sull’altra copia di DNA. Accade dunque che una persona esprima la malattia perché ambedue i suoi genitori possiedono una copia alterata del gene (a volte questo è dovuto a un qualche grado di consanguineità tra genitori), tuttavia la generazione successiva in molti casi risulta sana, perché i figli tornano ad avere una sola copia malata del gene. È da notare però che non s’assiste necessariamente all’estinzione di quella malattia genetica, perché spesso la malattia rimane sempre potenzialmente esprimibile anche a distanza di molte generazioni, qualora un discendente in possesso del gene alterato si trovi di nuovo, malauguratamente, a fare un figlio con un partner anch’esso portatore della stessa mutazione genetica. Da questo punto di vista dunque, il legame con la «maledizione generazionale» sarebbe del tutto inopportuno, perché nelle malattie ereditarie la malattia non scompare dopo alcune generazioni, ma continua a rimanere potenzialmente presente, come un fiume sotterraneo che in qualsiasi momento potrebbe riaffiorare.

     Tralascio poi il fatto che questa estinzione nelle generazioni successive non s’applica nel caso di malattie «dominanti», in cui è sufficiente che una delle due copie del gene sia malata per far sì che la malattia s’esprima. In questi casi, tutte in tutte le generazioni successive s’assiste a una probabilità alta d’avere individui portatori della malattia.

     Al di là di queste perplessità di carattere prettamente biologico, il vedere la trasmissione delle malattie genetiche alle generazioni successive come un’espressione della cosiddetta «maledizione generazionale» lo trovo opinabile anche dal punto di vista prettamente biblico. Questa ipotesi infatti presuppone l’idea secondo cui le malattie (genetiche e non) siano sempre e comunque espressione d’un giudizio sul peccato, il che, da quanto comprendo dalla Scrittura, non è necessariamente vero (Giovanni 9,1-3).

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI (Nicola Martella): Quanto abbiamo visto fin qui, fa trarre alcune considerazioni. Ne elenco solo alcune quale stimolo, lasciando il resto alla riflessione e alla ricerca dei lettori.

     ■ Nel bene e nel male siamo il prodotto di una lunga catena genealogica che risale fino alla prima coppia umana (Rm 5,12ss). Ciò vale sia per le disfunzioni genetiche, sia per la peccaminosità generale quale capacità di compiere il male.

     ■ Le malattie ereditarie sono come certi fiumi che scompaiono alla vista, s’inabissano in corsi d’acqua sotterranei e dopo pochi o molti chilometri riaffiorano poderosi.

     ■ Nelle malattie genetiche bisogna distinguere come i geni ereditati si esprimono, ossia in modo recessivo o dominante. Similmente vale per la peccaminosità generale: una cosa è essere «peccatore», ma col timore di Dio e la fede si aspira a compiere il bene e si evita il male (aspetto recessivo della peccaminosità); altra cosa è corrompersi moralmente e pervertire il proprio cuore (aspetto dominante della peccaminosità; cfr. 1 Re 11,2s; 2 Cr 26,16; Sal 14,1ss; Pr 6,12-15; 11,19-21).

     ■ Non esiste sempre un collegamento diretto fra peccato personale e malattie personali; ci sono empi che vivono a lungo e giusti toccati da varie patologie. La grazia e i giudizi di Dio nella vita personale di una singola persona risiedono nel suo insindacabile e per noi misterioso consiglio. Molte patologie a causa genetica riaffiorano dopo varie generazioni, laddove si configuri una costellazione favorevole a essa. Esse sono dovute al fatto che viviamo in un mondo imperfetto (Rm 8,19-23).

     ■ Nei brani biblici riportati all'inizio (Esodo 20,4ss; 24,6s; Numeri 14,18) non si parla di «maledizione generazionale», ma soltanto di punizione divina all'interno della teocrazia d'Israele e ciò fu particolarmente riferito al reato di alto tradimento, ossia al politeismo e alla conseguente idolatria. Inoltre ciò fu limitato solo a «quelli che mi odiano». Il peccato diventa uno stile di vita e un modello per la prole, quindi anche una trappola e un pericolo per la discendenza. A ciò si aggiunga che la sua clemenza sarebbe durata «fino alla millesima generazione»; anche qui fu posto un limite, circoscrivendo ciò a «quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti». Anche l'esercizio dell'ubbidienza ai comandamenti divini diventa uno stile di vita e un modello per la prole, quindi anche un beneficio e una fonte di benessere per la discendenza. Tutto ciò non è pero, nel bene e nel male, una cosa automatica. In ogni modo non ha nulla a che fare direttamente con le malattie, tanto meno con le patologie genetiche. I Salmi sono pieni del lamento di persone timorate di Dio che lo invocano a causa dei mali e delle malattie, di cui sono afflitti.

     ■ Guardando alla storia del mondo, si può affermare che il grado di moralità e di giustizia (o il loro contrario) decide spesso sul destino di una società o di una civiltà (Lv 18,25-29). Quando una generazione si corrompe ed eccede nel male, essa prepara la fossa storica anche alla prossima. Malvagi governanti, pessimi padri e cattivi maestri permettono la degenerazione morale e quindi la disgregazione della società (Gr 6,13; 13,13ss; 32,31ss). Il re Salomone scriveva: «La giustizia innalza una nazione, ma il peccato è la vergogna dei popoli» (Proverbi 14,34). Quando un Paese supera un certo livello di immoralità e corruzione, esso si avvia sulla strada della distruzione e spesso dell’autodistruzione (cfr. Gn 15,16; Dt 9,4s; Ez 21,29s.34; 35,4ss; 1 Ts 2,16).

 

Maledizioni generazionali e genetica? Parliamone {Nicola Martella} (T)

La maledizione generazionale {Nicola Martella} (D)

Maledizioni generazionali? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/A1-Malediz_generaz_geni_EnB.htm

20-02-2009; Aggiornamento: 23-02-2009

 

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