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Le affermazioni di
Andrea Viel, che seguono, sono la reazione alle mie risposte che ho messo su
un tema di discussione dal titolo «Il fariseo e il pubblicano (Lc 18,9-14)», a
cui sono stato invitato a partecipare e di cui ho ricevuto tutti gli interventi
nella mia casella postale. Egli stava usando tale occasione per indottrinare e
giudaizzare i partecipanti. Mi sono sentito in dovere di avvertire gli altri e
di controbattere le sue tesi.
La cosa impressionante è la sua seguente posizione ideologica, che lo porta a
ignorare volutamente ciò che scrivono gli altri su di lui. Sebbene io abbia
analizzato la dottrina sua e dei suoi accoliti, egli scrive: «Peccato, io sul
suo sito non ci andrò, quindi non saprò...». Ciò è alquanto tipico di chi si è
oramai «impantanato» nella sua ideologia (qui il giudaismo quale via di
salvezza) e si è messo volontariamente un velo sulla propria faccia (2
Cor 3,13ss), dopo aver conosciuto «Evangelo della grazia di Dio» connesso
a Gesù quale Messia (At 20,24). L’apostolo Paolo in tale contesto lo aveva
previsto che sarebbero sorti falsi maestri nelle chiese e aveva avvertito
i conduttori della chiesa di Efeso: «Io so che dopo la mia partenza
entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e
di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i
discepoli dietro a sé. Perciò vegliate…» (vv. 29ss).
Negando che Gesù di Nazareth è il Messia promesso e non ve ne sarà un altro, si
è messo volontariamente nella schiera degli «anticristi» (surrogati di
Cristo = falsi cristi; 1 Gv 2,18), che hanno ripudiato la loro fede in Gesù
Messia. Di loro viene detto: «Sono
usciti di fra noi, ma non erano dei nostri; perché, se
fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma sono usciti affinché
fossero manifestati e si vedesse che
non tutti sono dei nostri» (v.
19).
1. Le tesi (1)
{Andrea Viel}
▲
Nota redazionale:
Come già detto sopra, in un tema di discussione dal titolo «Il fariseo e il
pubblicano (Lc 18,9-14)», Andrea Viel ha preso l’occasione per giudaizzare gli
altri lettori. Tra altre cose, riferendosi a me e al titolo dell'articolo «Dalla
luce di Cristo alle tenebre del giudaismo», ha detto
quanto segue.
Non capisco perché
puntare il dito sulle «tenebre del giudaismo», quando si sta parlando
d’una questione d’etica cristiana. Ma di sicuro il
giudaismo non è tenebre, affermazione un po’ controversa per chi
si vanta d’avere le sue radici in esso. E poi Gesù di sicuro ha portato una
luce — tra l’altro giudaica — ma i cristiani nei secoli hanno fatto
di tutto per oscurarla o cambiarne il colore... {15-02-2010}
2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola
Martella
}
▲
1. Secondo Andrea
Viel, il giudaismo non era considerato «tenebre» dal primo cristianesimo.
Gesù non aveva però tale opinione sul giudaismo. Giovanni presentò così il Logos
(Dio da Dio) incarnato (Gv 1,1ss.14): «La luce splende nelle tenebre, e le
tenebre non l’hanno ricevuta… È venuto in casa sua, e
i suoi non l’hanno ricevuto»
(vv. 5.11); si noti il parallelismo. Al fariseo Nicodemo Gesù disse tra altre
cose quanto segue, parlando della sua venuta nel giudaismo: «In verità, in
verità io ti dico che noi parliamo di quel che sappiamo, e testimoniamo di quel
che abbiamo veduto; ma
voi non ricevete la nostra
testimonianza… E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli
uomini hanno amato le tenebre
più che la luce, perché le loro opere erano malvagie» (Gv 3,11.19); erano
stati i Giudei a rifiutare Gesù quale Messia. Quando Gesù fu arrestato, ai capi
sacerdoti e ai capitani del tempio e agli anziani disse: «Questa è l’ora
vostra e la potestà delle tenebre» (Lc 22,52s).
«I figli del
regno saranno gettati nelle tenebre di fuori» (Mt 8,12).
Come ho ribadito nell’articolo, quando Gesù comparve a Saulo da Tarso
sulla via di Damasco, il Signore ribadì quanto segue:
■ Gesù intendeva liberare
Paolo «da questo popolo [=
gli Israeliti] e dai Gentili, ai quali io ti mando» (At 26,26).
■ Giudei e Gentili avevano necessità di convertirsi
«dalle
tenebre alla luce e dalla
potestà di Satana a Dio» (v.
17). Quindi, secondo Gesù, anche i Giudei si trovavano nelle tenebre e nella
potestà di Santana.
Il resto si trova nell’articolo già indicato: «Dalla
luce di Cristo alle tenebre del giudaismo.
2. Ha Gesù portato la «luce giudaica» nel mondo o era lui stesso la «luce
del mondo»? «Io sono la luce del
mondo; chi mi segue, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita…
Voi non conoscete né me né il Padre mio: se conosceste me, conoscereste
anche il Padre mio… Gesù dunque disse loro: «Ancora per poco la
luce è fra voi. Camminate mentre avete la luce, affinché non
vi colgano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove vada. Mentre avete
la luce, credete nella luce,
affinché diventiate figli di luce”… Io sono venuto come luce nel mondo, affinché
chiunque crede in me,
non rimanga nelle tenebre» (Gv
8,12.19.35s.45; 9,5). I Giudei si rifiutarono di credere in Gesù quale Luce e
rimasero nelle tenebre.
3.
Il mio vanto? «Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che
vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo
nella fede nel Figlio di Dio il quale m’ha amato, e ha dato se stesso per me»
(Gal 2,20). Paolo, parlando dei suoi precedenti etnici e religiosi nel giudaismo
(Fil 3,4ss), aggiunse quanto segue: «Ma le cose che m’erano guadagni, io le
ho reputate
danno a motivo di Cristo. Anzi, a
dire vero, io reputo anche ogni cosa essere un
danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo
Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo
tanta spazzatura
alfine di guadagnare Cristo» (vv. 7s). Ciò vale anche per me.
Andrea Viel,
però, ha fatto il percorso inverso, dalle stelle alle stalle, dalla «eccellenza
della conoscenza di Cristo Gesù» ai «deboli e poveri elementi», ai
quali vuole «di bel nuovo ricominciare a servire» (Gal 4,9). Venuta la
«Luce» (Gesù Messia), vuole inseguire ancora «l’ombra di cose che dovevano
avvenire» (Col 2,17), ossia la legge, che aveva «un’ombra dei futuri
beni, non la realtà stessa delle cose» (Eb 10,1).
3. Le tesi (2)
{Andrea
Viel}
▲
Nota redazionale:
Sempre nel sunnominato tema di discussione, Andrea Viel ha continuato a
giudaizzare gli altri lettori. Rispondendo a un lettore, ha affermato quanto
segue.
Se lo vedi in
ottica cristiana, capisco il senso di «quegli antipatici farisei» ma non erano
antipatici in ambito ebraico, perché parte dei
dottori della Legge. E la Legge non era malvista, tutt’altro. Quello che è stato
tramandato, è ben lontano dalla realtà ebraica del tempo. T’assicuro i farisei
non stavano «sulle scatole» della gente. C’era molto più rispetto allora per
l’autorità della presunta libertà di pensiero che pretendiamo ora.
C’è anche un altro fatto, Gesù non ha mai proposto
una nuova Legge. La regola o l’insegnamento dell’amore è parte stessa
dell’ebraismo. Un Dio d’amore, grazia e misericordia è l’essenza stessa
dell’ebraismo. {15 febbraio 2010}
4. Osservazioni e obiezioni (2)
{Nicola Martella}
▲
Avendo risposto già
sopra ad Andrea Viel; qui mi limito ad alcune delle sue asserzione del suo
ultimo contributo.
Che cosa
pensava
Gesù dei rabbini, scribi e farisei? Basta leggere Matteo 23,15-33: scribi e
Farisei ipocriti; guide cieche, ciechi; guai a voi, scribi e Farisei ipocriti;
Fariseo cieco; serpenti, razza di vipere... Si legga il tutto per rendersi conto
di quanti «guai!» manda loro addosso, ritenendoli responsabili dei mali
del giudaismo e per averlo rifiutato come Messia. Gesù contrappose a ciò che
affermava la Legge mosaica e la tradizione rabbinica, il «ma io vi dico»
(Mt 5,22-44). Il cosiddetto «sermone sul monte» era in effetti la legge del
«nuovo patto»; Gesù fu presentato qui come il «nuovo Mosè».
L’apostolo Paolo contrappose alla Legge di Mosè, la «legge di Cristo».
Egli non si riteneva «senza legge riguardo a Dio, ma
sotto la legge di Cristo» (1
Cor 9,21). «Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la
legge di Cristo» (Gal 6,2).
Il
contrasto
con la legge mosaica era evidente: «Io non annullo la grazia di Dio; perché
se la giustizia s’ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto
inutilmente» (Gal 2,21).
Anche
l’apostolo Giovanni affermò: «La
legge è stata data per mezzo di
Mosè; la grazia e la verità sono
venute per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). Il contrasto è evidente.
Mi risparmio di presentare una disamina completa, visto che ho affrontato tali
cose già altrove.
5. Le tesi (3)
{Andrea
Viel}
▲
Nota redazionale:
Sempre sul sunnominato tema di discussione, Andrea Viel ha continuato nel suo
tentativo di giudaizzare gli altri lettori. Ecco che cosa ha scritto. La
formattazione è nostra.
Beh, c’è da essere
soddisfatti, non pensavo d’essere famoso da meritarmi un articolo... non è mica
da tutti... rispetto l’opinione di Martella, ognuno è libero d’esprimere quello
che crede meglio. Siamo in un paese libero. Peccato, io sul suo sito non ci
andrò, quindi non saprò...
Matteo
Riguardo al soggetto proprio di questi post, di certo ciò che viene riportato da
Matteo dà l’idea d’una profonda frattura tra Gesù e rabbini, scribi e
farisei. Sono molti i biblisti, anche evangelici, che si rendono conto che via
sia stata una certa aggiunta da parte di chi a scritto i vangeli, circa
queste opinioni attribuite a Gesù. Cioè, non tanto che sia stato scritto ciò che
ha detto Gesù, quanto
l’opinione di chi ha scritto prima i vangeli (in questo caso non di
sicuro Matteo o un suo contemporaneo, quanto uno dei discepoli di chiunque
sia questo Matteo) e poi li ha ricopiati. È largamente creduto che Gesù fosse un
Rabbi, e anche del gruppo dei farisei. Se qualcosa ha detto, e sicuramente ha
detto, lo ha fatto come uno che si raffronta con suoi pari, e quindi poteva
apostrofarli essendo sullo stesso livello. Ma i toni dei vangeli
riportano un evidente antigiudaismo, che è dubbioso nello stile e nella
forma. Gesù non ha mai detto di scrivere quello che diceva, forse per il
semplice fatto che non riteneva necessario, visto la presunta brevità che
l’avrebbe separato dalla sua idea della immediata venuta del Messia. E voi
vedrete... cosa che non è avvenuta.
Giovanni
Cosa simile avviene nel vangelo di Giovanni. Giovanni, il discepolo, non avrebbe
mai potuto fare un’affermazione come quella di 1,17.
Grazia e verità sono all’interno della Legge stessa, non è un concetto
nuovo. Un ebreo non avrebbe mai fatto una affermazione del genere.
Paolo
Riguardo Paolo è tutta un’altra questione. Lui si è voluto fondare la
sua religione. Ma non capisco cosa dica con i suoi giri di parole.
Ebraicamente, la giustizia secondo la Legge, cioè l’essere giustificato o
considerato giusto per un impegno a ubbidire all’insegnamento divino, si può
ottenere solo per l’intervento della grazia e della misericordia divina, che
sostiene il giusto a perseverare nella sua decisione di giustizia. Che ristora
il giusto quando cade e si pente del suo errore convertendo cuore e mente di
nuovo all’Eterno. Il giusto non è più giusto, se cade e si pente del suo errore?
Il figliol prodigo dovrebbe essere un insegnamento per tutti. Benché sia voluto
uscire dalla casa del padre, dilapidando la sua parte d’eredità in nefandezze,
torna su i suoi passi, si pente e viene ristabilito nella casa nella posizione
che aveva prima. Il suo stato non dipende da cosa fa, ma da chi è.
Non capisco cosa ci sia di male nel decidere d’ubbidire e amare il Signore con
tutto il cuore, la mente, e tutto il maggior potere. Indipendentemente dalla
morte d’un uomo. Pace a voi. {15 febbraio 2010}
6. Osservazioni e obiezioni (3)
{Nicola Martella}
▲
Il suo metodo è il
seguente: screditare il NT e i suoi scrittori, appoggiandosi anche alla
teologia liberale (metodo storico-critico). Ecco il
leitmotiv di Andrea Viel e dei suoi accoliti: Gesù non ha veramente detto
questo o quello, né i suoi apostoli. I suoi apostoli (né i loro contemporanei!)
non hanno scritto, ma lontani discepoli di un altro Matteo o di un altro
Giovanni. L’evidente antigiudaismo degli Evangeli non proviene da Gesù e dai
suoi apostoli. Gesù aspettava il Messia, non era quindi Lui il Cristo. Grazia e
verità sono contenute nella Legge mosaica e non sono, quindi, venute con Gesù di
Nazareth. Quella di Paolo (= l’Evangelo) è tutta un’altra religione rispetto a
Gesù e ai suoi apostoli. La giustificazione avviene ubbidendo alla Legge
mosaica. Si suggerisce con la parabola del figliol prodigo che gli Israeliti
sono salvati in quanto tali.
La sua
conclusione è eloquente: Quello morto sulla croce era solo un uomo. Non
era, quindi, il Messia promesso né il Logos incarnato (Dio da Dio).
Chiaramente la religione di Andrea Viel è diversa da quella del «nuovo
patto»: il suo è un «evangelo diverso»; il suo «messia» non è Gesù di Nazareth,
ma un «altro Cristo»; egli è mosso da uno «spirito diverso» dallo Spirito Santo.
Come ha scritto Andrea Viel, a lui non
interessa leggere ciò che scrivo io o altri, gli interessa solo giudaizzare,
facendo proseliti e vittime. Lui e i suoi accoliti si intrufolano in
forum e social network come facevano, in altro modo, i modelli, ossia «i
falsi fratelli, introdottisi
di soppiatto, i quali s’erano
insinuati
fra noi per spiare la libertà
che abbiamo in Cristo Gesù, col fine di ridurci in
servitù. Alle imposizioni di
costoro noi non cedemmo
neppur per un momento, affinché la
verità dell’Evangelo rimanesse ferma tra voi» (Gal 2,4s). Lui e si
suoi accoliti adempiono quanto scritto: «Ma sorsero anche
falsi profeti fra il popolo, come
ci saranno anche fra voi
falsi dottori che introdurranno di
soppiatto eresie di perdizione, e,
rinnegando il Signore che li ha
riscattati, si trarranno addosso subita rovina» (2 Pt 2,1).
Andrea Viel si è messo volontariamente sotto la maledizione del nuovo patto
con tutti coloro che lo seguono e sono suoi compagni di via (Gal 1,6-9).
Riguardo a Gesù quale Messia è scritto: «Se qualcuno non ama il Signore, sia
anatema» (1 Cor 16,22; Gal 1,8s); al contrario, per coloro che lo amano vale
questo: «La grazia del Signor Gesù sia con voi» (v. 23).
►
Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo
{Nicola Martella} (A)
►
Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Falsi maestri fra i giudeo-messianici odierni
{Nicola Martella} (A)
►
Falsi maestri fra i giudeo-messianici odierni? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
►
Giudaico-messianici ed etero-cristiani
{Giampaolo Natale - Nicola Martella} (A)
►
I Giudaico-Messianici non sono cristiani giudei
{Luigi Esposito - Nicola Martella} (T/A)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-AViel_riget_Gesu-Messia_EdF.htm