Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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   Ecco le singole parti principali:
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ANDREA VIEL HA RIGETTATO GESÙ QUALE MESSIA

 

 di Andrea Viel - Nicola Martella

 

1. Le tesi (1) {Andrea Viel}

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

3. Le tesi (2) {Andrea Viel}

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

5. Le tesi (3) {Andrea Viel}

6. Osservazioni e obiezioni (3) {Nicola Martella}

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il punto sottostante

 

Le affermazioni di Andrea Viel, che seguono, sono la reazione alle mie risposte che ho messo su un tema di discussione dal titolo «Il fariseo e il pubblicano (Lc 18,9-14)», a cui sono stato invitato a partecipare e di cui ho ricevuto tutti gli interventi nella mia casella postale. Egli stava usando tale occasione per indottrinare e giudaizzare i partecipanti. Mi sono sentito in dovere di avvertire gli altri e di controbattere le sue tesi.

     La cosa impressionante è la sua seguente posizione ideologica, che lo porta a ignorare volutamente ciò che scrivono gli altri su di lui. Sebbene io abbia analizzato la dottrina sua e dei suoi accoliti, egli scrive: «Peccato, io sul suo sito non ci andrò, quindi non saprò...». Ciò è alquanto tipico di chi si è oramai «impantanato» nella sua ideologia (qui il giudaismo quale via di salvezza) e si è messo volontariamente un velo sulla propria faccia (2 Cor 3,13ss), dopo aver conosciuto «Evangelo della grazia di Dio» connesso a Gesù quale Messia (At 20,24). L’apostolo Paolo in tale contesto lo aveva previsto che sarebbero sorti falsi maestri nelle chiese e aveva avvertito i conduttori della chiesa di Efeso: «Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi dei lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e di fra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trarre i discepoli dietro a sé. Perciò vegliate…» (vv. 29ss).

     Negando che Gesù di Nazareth è il Messia promesso e non ve ne sarà un altro, si è messo volontariamente nella schiera degli «anticristi» (surrogati di Cristo = falsi cristi; 1 Gv 2,18), che hanno ripudiato la loro fede in Gesù Messia. Di loro viene detto: «Sono usciti di fra noi, ma non erano dei nostri; perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma sono usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che non tutti sono dei nostri» (v. 19).

 

 

1. Le tesi (1) {Andrea Viel}

 

Nota redazionale: Come già detto sopra, in un tema di discussione dal titolo «Il fariseo e il pubblicano (Lc 18,9-14)», Andrea Viel ha preso l’occasione per giudaizzare gli altri lettori. Tra altre cose, riferendosi a me e al titolo dell'articolo «Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo», ha detto quanto segue.

 

Non capisco perché puntare il dito sulle «tenebre del giudaismo», quando si sta parlando d’una questione d’etica cristiana. Ma di sicuro il giudaismo non è tenebre, affermazione un po’ controversa per chi si vanta d’avere le sue radici in esso. E poi Gesù di sicuro ha portato una luce — tra l’altro giudaica — ma i cristiani nei secoli hanno fatto di tutto per oscurarla o cambiarne il colore... {15-02-2010}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

 

1. Secondo Andrea Viel, il giudaismo non era considerato «tenebre» dal primo cristianesimo. Gesù non aveva però tale opinione sul giudaismo. Giovanni presentò così il Logos (Dio da Dio) incarnato (Gv 1,1ss.14): «La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno ricevuta… È venuto in casa sua, e i suoi non l’hanno ricevuto» (vv. 5.11); si noti il parallelismo. Al fariseo Nicodemo Gesù disse tra altre cose quanto segue, parlando della sua venuta nel giudaismo: «In verità, in verità io ti dico che noi parliamo di quel che sappiamo, e testimoniamo di quel che abbiamo veduto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza… E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie» (Gv 3,11.19); erano stati i Giudei a rifiutare Gesù quale Messia. Quando Gesù fu arrestato, ai capi sacerdoti e ai capitani del tempio e agli anziani disse: «Questa è l’ora vostra e la potestà delle tenebre» (Lc 22,52s).

«I figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori» (Mt 8,12).

     Come ho ribadito nell’articolo, quando Gesù comparve a Saulo da Tarso sulla via di Damasco, il Signore ribadì quanto segue:

     ■ Gesù intendeva liberare Paolo «da questo popolo [= gli Israeliti] e dai Gentili, ai quali io ti mando» (At 26,26).

     ■ Giudei e Gentili avevano necessità di convertirsi «dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio» (v. 17). Quindi, secondo Gesù, anche i Giudei si trovavano nelle tenebre e nella potestà di Santana.

     Il resto si trova nell’articolo già indicato: «Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo.

 

     2. Ha Gesù portato la «luce giudaica» nel mondo o era lui stesso la «luce del mondo»? «Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita… Voi non conoscete né me né il Padre mio: se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio… Gesù dunque disse loro: «Ancora per poco la luce è fra voi. Camminate mentre avete la luce, affinché non vi colgano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove vada. Mentre avete la luce, credete nella luce, affinché diventiate figli di luce”… Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre» (Gv 8,12.19.35s.45; 9,5). I Giudei si rifiutarono di credere in Gesù quale Luce e rimasero nelle tenebre.

 

     3. Il mio vanto? «Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e la vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale m’ha amato, e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Paolo, parlando dei suoi precedenti etnici e religiosi nel giudaismo (Fil 3,4ss), aggiunse quanto segue: «Ma le cose che m’erano guadagni, io le ho reputate danno a motivo di Cristo. Anzi, a dire vero, io reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale rinunziai a tutte codeste cose e le reputo tanta spazzatura alfine di guadagnare Cristo» (vv. 7s). Ciò vale anche per me.

     Andrea Viel, però, ha fatto il percorso inverso, dalle stelle alle stalle, dalla «eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù» ai «deboli e poveri elementi», ai quali vuole «di bel nuovo ricominciare a servire» (Gal 4,9). Venuta la «Luce» (Gesù Messia), vuole inseguire ancora «l’ombra di cose che dovevano avvenire» (Col 2,17), ossia la legge, che aveva «un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose» (Eb 10,1).

 

 

3. Le tesi (2) {Andrea Viel}

 

Nota redazionale: Sempre nel sunnominato tema di discussione, Andrea Viel ha continuato a giudaizzare gli altri lettori. Rispondendo a un lettore, ha affermato quanto segue.

 

Se lo vedi in ottica cristiana, capisco il senso di «quegli antipatici farisei» ma non erano antipatici in ambito ebraico, perché parte dei dottori della Legge. E la Legge non era malvista, tutt’altro. Quello che è stato tramandato, è ben lontano dalla realtà ebraica del tempo. T’assicuro i farisei non stavano «sulle scatole» della gente. C’era molto più rispetto allora per l’autorità della presunta libertà di pensiero che pretendiamo ora.

     C’è anche un altro fatto, Gesù non ha mai proposto una nuova Legge. La regola o l’insegnamento dell’amore è parte stessa dell’ebraismo. Un Dio d’amore, grazia e misericordia è l’essenza stessa dell’ebraismo. {15 febbraio 2010}

 

 

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

 

Avendo risposto già sopra ad Andrea Viel; qui mi limito ad alcune delle sue asserzione del suo ultimo contributo.

     Che cosa pensava Gesù dei rabbini, scribi e farisei? Basta leggere Matteo 23,15-33: scribi e Farisei ipocriti; guide cieche, ciechi; guai a voi, scribi e Farisei ipocriti; Fariseo cieco; serpenti, razza di vipere... Si legga il tutto per rendersi conto di quanti «guai!» manda loro addosso, ritenendoli responsabili dei mali del giudaismo e per averlo rifiutato come Messia. Gesù contrappose a ciò che affermava la Legge mosaica e la tradizione rabbinica, il «ma io vi dico» (Mt 5,22-44). Il cosiddetto «sermone sul monte» era in effetti la legge del «nuovo patto»; Gesù fu presentato qui come il «nuovo Mosè».

     L’apostolo Paolo contrappose alla Legge di Mosè, la «legge di Cristo». Egli non si riteneva «senza legge riguardo a Dio, ma sotto la legge di Cristo» (1 Cor 9,21). «Portate i pesi gli uni degli altri, e così adempirete la legge di Cristo» (Gal 6,2).

     Il contrasto con la legge mosaica era evidente: «Io non annullo la grazia di Dio; perché se la giustizia s’ottiene per mezzo della legge, Cristo è dunque morto inutilmente» (Gal 2,21).

     Anche l’apostolo Giovanni affermò: «La legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1,17). Il contrasto è evidente.

     Mi risparmio di presentare una disamina completa, visto che ho affrontato tali cose già altrove.

 

 

5. Le tesi (3) {Andrea Viel}

 

Nota redazionale: Sempre sul sunnominato tema di discussione, Andrea Viel ha continuato nel suo tentativo di giudaizzare gli altri lettori. Ecco che cosa ha scritto. La formattazione è nostra.

 

Beh, c’è da essere soddisfatti, non pensavo d’essere famoso da meritarmi un articolo... non è mica da tutti... rispetto l’opinione di Martella, ognuno è libero d’esprimere quello che crede meglio. Siamo in un paese libero. Peccato, io sul suo sito non ci andrò, quindi non saprò...

 

Matteo

     Riguardo al soggetto proprio di questi post, di certo ciò che viene riportato da Matteo dà l’idea d’una profonda frattura tra Gesù e rabbini, scribi e farisei. Sono molti i biblisti, anche evangelici, che si rendono conto che via sia stata una certa aggiunta da parte di chi a scritto i vangeli, circa queste opinioni attribuite a Gesù. Cioè, non tanto che sia stato scritto ciò che ha detto Gesù, quanto l’opinione di chi ha scritto prima i vangeli (in questo caso non di sicuro Matteo o un suo contemporaneo, quanto uno dei discepoli di chiunque sia questo Matteo) e poi li ha ricopiati. È largamente creduto che Gesù fosse un Rabbi, e anche del gruppo dei farisei. Se qualcosa ha detto, e sicuramente ha detto, lo ha fatto come uno che si raffronta con suoi pari, e quindi poteva apostrofarli essendo sullo stesso livello. Ma i toni dei vangeli riportano un evidente antigiudaismo, che è dubbioso nello stile e nella forma. Gesù non ha mai detto di scrivere quello che diceva, forse per il semplice fatto che non riteneva necessario, visto la presunta brevità che l’avrebbe separato dalla sua idea della immediata venuta del Messia. E voi vedrete... cosa che non è avvenuta.

 

Giovanni

     Cosa simile avviene nel vangelo di Giovanni. Giovanni, il discepolo, non avrebbe mai potuto fare un’affermazione come quella di 1,17. Grazia e verità sono all’interno della Legge stessa, non è un concetto nuovo. Un ebreo non avrebbe mai fatto una affermazione del genere.

 

Paolo

     Riguardo Paolo è tutta un’altra questione. Lui si è voluto fondare la sua religione. Ma non capisco cosa dica con i suoi giri di parole. Ebraicamente, la giustizia secondo la Legge, cioè l’essere giustificato o considerato giusto per un impegno a ubbidire all’insegnamento divino, si può ottenere solo per l’intervento della grazia e della misericordia divina, che sostiene il giusto a perseverare nella sua decisione di giustizia. Che ristora il giusto quando cade e si pente del suo errore convertendo cuore e mente di nuovo all’Eterno. Il giusto non è più giusto, se cade e si pente del suo errore? Il figliol prodigo dovrebbe essere un insegnamento per tutti. Benché sia voluto uscire dalla casa del padre, dilapidando la sua parte d’eredità in nefandezze, torna su i suoi passi, si pente e viene ristabilito nella casa nella posizione che aveva prima. Il suo stato non dipende da cosa fa, ma da chi è.

     Non capisco cosa ci sia di male nel decidere d’ubbidire e amare il Signore con tutto il cuore, la mente, e tutto il maggior potere. Indipendentemente dalla morte d’un uomo. Pace a voi. {15 febbraio 2010}

 

 

6. Osservazioni e obiezioni (3) {Nicola Martella}

 

Il suo metodo è il seguente: screditare il NT e i suoi scrittori, appoggiandosi anche alla teologia liberale (metodo storico-critico). Ecco il leitmotiv di Andrea Viel e dei suoi accoliti: Gesù non ha veramente detto questo o quello, né i suoi apostoli. I suoi apostoli (né i loro contemporanei!) non hanno scritto, ma lontani discepoli di un altro Matteo o di un altro Giovanni. L’evidente antigiudaismo degli Evangeli non proviene da Gesù e dai suoi apostoli. Gesù aspettava il Messia, non era quindi Lui il Cristo. Grazia e verità sono contenute nella Legge mosaica e non sono, quindi, venute con Gesù di Nazareth. Quella di Paolo (= l’Evangelo) è tutta un’altra religione rispetto a Gesù e ai suoi apostoli. La giustificazione avviene ubbidendo alla Legge mosaica. Si suggerisce con la parabola del figliol prodigo che gli Israeliti sono salvati in quanto tali.

     La sua conclusione è eloquente: Quello morto sulla croce era solo un uomo. Non era, quindi, il Messia promesso né il Logos incarnato (Dio da Dio).

     Chiaramente la religione di Andrea Viel è diversa da quella del «nuovo patto»: il suo è un «evangelo diverso»; il suo «messia» non è Gesù di Nazareth, ma un «altro Cristo»; egli è mosso da uno «spirito diverso» dallo Spirito Santo.

     Come ha scritto Andrea Viel, a lui non interessa leggere ciò che scrivo io o altri, gli interessa solo giudaizzare, facendo proseliti e vittime. Lui e i suoi accoliti si intrufolano in forum e social network come facevano, in altro modo, i modelli, ossia «i falsi fratelli, introdottisi di soppiatto, i quali s’erano insinuati fra noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, col fine di ridurci in servitù. Alle imposizioni di costoro noi non cedemmo neppur per un momento, affinché la verità dell’Evangelo rimanesse ferma tra voi» (Gal 2,4s). Lui e si suoi accoliti adempiono quanto scritto: «Ma sorsero anche falsi profeti fra il popolo, come ci saranno anche fra voi falsi dottori che introdurranno di soppiatto eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si trarranno addosso subita rovina» (2 Pt 2,1).

     Andrea Viel si è messo volontariamente sotto la maledizione del nuovo patto con tutti coloro che lo seguono e sono suoi compagni di via (Gal 1,6-9). Riguardo a Gesù quale Messia è scritto: «Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema» (1 Cor 16,22; Gal 1,8s); al contrario, per coloro che lo amano vale questo: «La grazia del Signor Gesù sia con voi» (v. 23).

 

Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo {Nicola Martella} (A)

Dalla luce di Cristo alle tenebre del giudaismo? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Falsi maestri fra i giudeo-messianici odierni {Nicola Martella} (A)

Falsi maestri fra i giudeo-messianici odierni? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Giudaico-messianici ed etero-cristiani {Giampaolo Natale - Nicola Martella} (A)

I Giudaico-Messianici non sono cristiani giudei {Luigi Esposito - Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Rel/A1-AViel_riget_Gesu-Messia_EdF.htm

15-02-2010; Aggiornamento: 19-02-2010

 

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