Nicola, ho una
domanda, che probabilmente per te sarà vecchia e stravecchia. In Esodo 6,2s si
legge: «Dio parlò a Mosè e gli disse: “Io sono l’Eterno. Io apparvi a
Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui
conosciuto da loro con il mio nome di Eterno» (= «Jahwè» nei testi ebraici).
Se è così, come è possibile che «Jahwè» è presente già in Genesi, visto che Dio
non era mai stato conosciuto con questo nome fino a Esodo 6,2s? {Stefano Meola;
30-01-2015} |
1. ENTRIAMO
IN TEMA: Quella da te posta, è una questione dibattuta da antica
data e che ha fatto scaturire differenti proposte.
Per rendere comprensibile l’ipotesi per me più plausibile, voglio cominciare con
una
storia. Mettiamo che mio nonno, mio padre, i miei zii e altri loro amici
siano stati nella Resistenza e che abbiano sempre raccontato le imprese di un
particolare eroico partigiano. Come allora accadeva, per motivi di sicurezza,
essi lo chiamavano con un soprannome: «L’intrepido». Devo pensare all’ex
capo dello Stato Sandro Pertini, che nell’ambiente della Resistenza veniva
chiamato «il Fucilatore». Giulio Piaggio, comandante della Brigata Garibaldi,
era soprannominato «Tenente Alvaro». E così via.
Affascinato da tali racconti, mettiamo che, decenni or sono, io mi sia deciso di
cercare tale impavido partigiano, per scriverne la biografia. Aiutato dai miei
parenti ancora viventi, riesco a incontrarlo. Lui si presenta a me come «Ciro
Esposito». Parliamo per ore insieme. Lui mi racconta di prima mano le sue
gesta partigiane. Gli propongo di scrivere la sua biografia, cosa che egli
accetta. Ci incontriamo tante volte, finché esce il libro. È immancabile
che ogni tanto userò il soprannome «L’intrepido», ma fin dall’inizio lo
identificherò con la sua identità anagrafica: «Ciro Esposito».
2. GLI
ASPETTI TEOLOGICI: «Jahwè» non è il nome assoluto di Dio, ma è
uno dei tanti nomi, con cui Egli si è rivelato nella storia. Il nome «Jahwè» è
assolutamente legato al patto mosaico. L’autore si mostra molto onesto
intellettualmente nel riportare tale informazione storico-teologica (Es 6,2s).
Con la liberazione dall’Egitto e la stipulazione del patto sinaitico tutto
cambiò nella storia e nella religione d’Israele. «Jahwè» significa «Egli
interviene», intendendo la liberazione dalla schiavitù. Mosè
scrisse il Pentateuco, attingendo dalle antiche fonti tramandate all’interno
della stirpe d’Abramo. A quel punto, per lui era ovvio di chiamare Dio col nome,
con cui Egli si era rivelato ora a Israele. Non era più solo il «Dio dei
padri» (Es 3,13.15s; Dt 1,11; 4,1), ’ëlohîm «tremendo,
potenza» (cfr. Gn 31,42.53), ’el šaddaj «Potente in cima» (Gn
17,1; 28,3; 35,11; 43,14; 48,3) o un altro nome, ma «Jahwè» il «Dio
del patto», che stipulò con Israele (cfr. Lv 26,44; Dt 8,18; 29,11.24) e che
si rivelò personalmente a esso (Dt 29,29; 1 Sm 2,7), e il «Dio d’Israele» (Es
5,1; 24,10; 32,27; 34,23).
Mosè scrisse il
Pentateuco per Israele, perciò era ovvio che usasse il nome «Jahwè» in
esso anche retroattivamente. Infatti, questo era il nome, che gli Israeliti
usarono per Dio dal patto sinaitico in poi.
3. ULTERIORI
APPROFONDIMENTI: La domanda, che resta, è la seguente: I patriarchi
conoscevano o meno il nome «Jahwè». Le risposte date dagli studiosi sono
almeno due. ▪ 1. Essi non conoscevano ancora il nome. ▪ 2. Essi conoscevano il
nome, ma non era stato ancora rivelato loro il significato storico-salvifico,
che sarebbe stato poi connesso alla liberazione dall’Egitto.
Il primo verbo in Esodo 6,3 è «apparire» (da ebr. rā’āh «vedere»).
La parte finale recita letteralmente: «e il mio nome Jahwè non l’ho fatto
conoscere
loro»; il verbo jāda` intende conoscere intimamente e nella forma qui
presente (nifal pf.) intende «mostrarsi, darsi a conoscere, manifestarsi,
rivelarsi» (cfr. Is 19,21; Ez 20,5; 35,11; 38,23). Ambedue i verbi sono usati
nella Bibbia per indicare la rivelazione di Dio.
Quindi, o Dio non aveva ancora rivelato ai patriarchi il suo nome «Jahwè»,
oppure essi lo conoscevano fra tanti altri, ma Dio non aveva ancora manifestato
loro il particolare significato storico-salvifico. Ciò è dovuto al fatto che
ognuno di noi guarda a Dio, secondo il suo bisogno e la sua particolare
contingenza (cfr. Gn 31,42.53 Dio come «Terrore d’Isacco» a causa del suo
bisogno di sopravvivere in un contesto ostile).
4. ASPETTI
CONCLUSIVI: Ho cominciato con una storia verosimile e voglio
terminare con un’altra. Ogni ragazzo cresce con tanti altri coetanei, con alcuni
è più legato, con altri meno e con altri ancora si conosce solo di vista, per
nome o nomignolo. Con parecchi di loro frequenta le elementari, le medie
inferiori e le superiori. Chiaramente conosce i nomi di tali compagni di via,
senza dare particolare importanza al significato d’essi. Un giorno gli cadono
gli occhi su «Tamara» e si accorge che non è più «quella lì» o «una delle
tante», ma sente una certa attrazione verso di lei. Quel nome diventa sempre più
rilevante per lei, a mano a mano che s’innamora. Non gli interessano più neppure
uno dei tanti nomignoli, con cui ella veniva chiamata in giro. Il nome «Tamara»
gli gira nella mente come un disco. Lo sogna di notte a caratteri cubitali; gli
pare di vederlo scritto in cielo fra le nubi. Lo scrive qui e là. Lo scandisce.
Quel nome, che prima era raro sulle sue labbra, ora che la conosce meglio e è
interessato a lei, è ovvio come il pane. Quel nome è quella persona, l’amata.
Magari, dopo essersi conosciuti meglio, lei gli rivela il significato del
suo nome: in ebraico significa «palma», che in oriente è una pianta
appariscente, fruttifera (datteri) e simbolo di fecondità; in sanscrito
significa «spezia». Agli occhi dell’innamorato anche tali significati del nome
alimentano l’importanza dell’amata per lui e la rendono viepiù preziosa.
Ciò mostra come anche un nome usualmente conosciuto possa diventare, a un certo
punto, una particolare «rivelazione», quando si passa per una particolare
esperienza esistenziale. In ogni modo, lascio ai lettori di scegliere fra le due
possibilità sopra elencate.
Per l’approfondimento si veda:
►
Macedonie arbitrarie con i nomi di Dio {Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Jahwe_Gen_MT_AT.htm
01-02-2015;
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