1. LE QUESTIONI: Ecco qui di seguito il carteggio che mette in
luce tale richiesta e l’oggetto da analizzare.
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Una tesi singolare: Egregio fratello, la ringrazio per gli argomento da
lei trattati nel suo sito. Interessanti. Con la presente, le chiedo una
delucidazione esegetica ed ermeneutica di due versi dell’AT, utilizzati da una
persona «ispirata» come esempio per dimostrare la tesi, secondo cui «l’ira di
Dio è il diavolo». I passi biblici sono 2 Samuele 24,1 e 1 Cronache 21,1. Le
chiedo un approfondimento a tal proposito, spero nel più breve tempo possibile,
senza importunarla. La ringrazio anticipatamente, Shalom! {Francesco Spataro -
Catania; 27 dicembre 2009}
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Chiarimenti: Gli risposi che non credo a tale tesi semplicistica, secondo
cui «l’ira di Dio sarebbe il diavolo». Gli chiesi di spiegarsi meglio. Egli mi
rispose come segue: La tesi «l’ira di Dio è il diavolo» è una convinzione d’un
personaggio in pieno delirio d’onnipotenza, la cui parola profetica è «Parola di
Dio». Costui, insegna propriamente quel che le ho comunicato, identificando
l’ira di Dio come il diavolo, menzionando i versi, che le ho accennato
precedentemente alla presente. Quindi, le ribadisco, cortesemente, una
delucidazione. {Francesco Spataro - Catania; 27 dicembre 2009}
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Altra richiesta: Caro fratello, pace in Gesù. La Parola di Dio dice: «Il
Signore
s’accese di nuovo d’ira contro Israele, e incitò Davide contro il popolo,
dicendo: “Và e fa’ il censimento d’Israele e di Giuda» (2 Samuele 24,1). E
altrove è scritto: «Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il
censimento d’Israele» (1 Cronache 21,1).
Caro fratello, si tratta dello stesso censimento? Sono stati estrapolati i
versetti dal contesto? Ora, in 2 Samuele 24,10 si legge: «Dopo che Davide
ebbe fatto il censimento del popolo, provò un rimorso al cuore, e disse al
Signore: “Ho gravemente peccato in
quel che ho fatto; ma ora, o
Signore, perdona l’iniquità del tuo servo, perché ho agito
con grande stoltezza”». Si può capire il pentimento di Davide e giustificare
il versetto di 1 Cronache? Ma non ti nascondo che non mi è del tutto chiaro.
Puoi consultare la tua «Nicopedia»? Pace in Gesù! {Stefano Frascaro; 28-01-2010}
2. LA RISPOSTA: Come ho già detto, io non credo alla seguente tesi
semplicistica: «L’ira di Dio è il diavolo». Non c’è brano che lo dimostri con
chiarezza e in modo incontrovertibile. Da brani descrittivi — quali 2 Sm 24,1 e
1 Cr 21,1 — non bisogna trarre dottrine. Dio non ha nulla a che fare con «l’omicida
fin dal principio» (Gv 8,44). Creare una commistione o un’interdipendenza
sostanziale fra loro è pericoloso per la «sana dottrina»; in pratica questo è
ciò cha ha fatto lo gnosticismo dei primi secoli. Si può solo dire che, dove il
Signore è adirato contro qualcuno, superato un certo limite di longanimità, Egli
lo dà in man di Satana, ossia in potere dell’avversario di Dio.
Aspetti statistici
Per avvalorare la tesi assoluta e lapidaria «l’ira di Dio è il diavolo», perché
si regga in qualche modo in piedi, bisogna che tale tesi ricorra in modo chiaro
e incontrovertibile da qualche parte nella Bibbia. Procediamo per gradi. Vediamo
prima la ricorrenza delle seguenti locuzioni nell’intera Bibbia:
■ «Ira di Dio» ricorre in 14 versi (4 AT + 10 NT).
■ «Ira dell’Eterno» ricorre in 54 versi (solo nell’AT).
■ «Ira dell’Onnipotente» ricorre in 2 versi (1 AT + 1 NT).
■ «Ira dell’Agnello» ricorre in 1 verso (nel NT).
■ «La mia ira» ricorre in 20 versi (solo nell’AT).
■ «Ira del Signore», «ira dell’Altissimo» ricorrono in 0 versi.
Potremmo aggiungere la ricorrenza dei nomi divini con i lemmi sinonimici come:
collera, furia, rabbia, sdegno, indignazione e furore; in tal modo la base
statistica aumenterebbe alquanto e ci si aspetterebbe una ricorrenza maggiore
dei dati della tesi.
Il prossimo passo è di verificare se termini come «diavolo, Satana, demoni» e
simili ricorrono insieme a termini come «ira, collera, furia, rabbia, sdegno,
indignazione e furore». Il risultato è che due soli termini ricorrono in un solo
verso. Già questo è statisticamente insignificante.
In ogni modo, andiamo a leggere tale verso: «Guai a voi, o terra, o mare!
Perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non avere che
breve tempo» (Ap 12,12). Tale verso è insignificante anche dal punto di
vista del contenuto, poiché in esso non si parla dell’ira divina, ma del furore
del diavolo verso la terra.
2 Samuele 24,1 e
1 Cronache 21,1 a confronto
Essi non sono brani dottrinali (assertivi), ma narrativi (descrittivi). Da tali
tipi di testi non bisogna trarre dottrine, tanto meno tesi assolute, presentate
poi come «profezia». Chi lo fa, apre le porte all’arbitrio soggettivo, pratica
ideologia e rischia di trasformarsi in un falso maestro, se già non lo è.
2 Samuele 24,1 è stato scritto con l’intero libro di Samuele (in ebraico era
un solo libro) subito dopo la morte di Davide, probabilmente al tempo di suo
figlio Salomone. Tale brano fa parte di un’appendice. 1 Cronache 21,1 è
stato scritto con l’intero libro delle Cronache (in ebraico era un solo libro)
dopo la deportazione babilonese e dopo l’editto di Ciro. Ciò significa che tra i
due scritti c’erano secoli di distanza, gli autori finali erano diversi e anche
i temi di base e gli obiettivi erano differenti. Il libro di Samuele ha come
tema «l’ascesa e la discesa di Davide»; il libro delle Cronache ha come tema «la
casa di Dio e la casa di Davide».
L’autore di 2 Samuele 24,1 intendeva evidenziare l’ira personale di Dio
contro l’Israele ribelle e il fatto che Egli creò le circostanze per punirlo,
incitando Davide a fare un censimento nei termini che la Legge mosaica non
prevedeva.
L’autore di 1 Cronache 21,1 non intendeva evidenziare il coinvolgimento
personale di Dio contro Israele (non menziona neppure l’Eterno!), ma l’abbandono
del popolo nelle mani del Satana (ebr. avversario). Egli lasciò fuori del tutto
il Mandante (Dio) ed evidenziò l’esecutore (Satana).
È evidente che l’autore di 2 Sm 24,1 non conosceva lo scritto dell’autore di 1
Cr 21,1, essendo vissuto quest’ultimo dopo di lui. Perciò non c’è un rapporto
diretto fra i due brani. In tal modo, non si possono trarre conclusioni così
importanti e gravose come la tesi, secondo cui «l’ira di Dio sarebbe il
diavolo».
Ulteriori approfondimenti
Se la tesi «l’ira di Dio è il diavolo» fosse vera, chi si oppone al diavolo,
si opporrebbe a Dio, visto che l’uno è in funzione dell’altro. La Scrittura
ci insegna non solo che non c’è comunione fra la luce e le tenebre (2 Cor
6,14s), ma fare un passo verso
l’uno significa fare un passo via dall’altro: «Sottomettetevi dunque a
Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed
Egli si appresserà a voi» (Gcm 4,7s).
Anche in altri brani della Bibbia si parla del fatto che Dio si ritira da
qualcuno e così questi si trova abbandonato a se stesso e in balia di potenze
aliene. Quando Dio si ritirò da
Sansone, i Filistei lo presero prigioniero e gli cavarono gli occhi (Gdc
16,20s).
Solo quando «lo spirito dell’Eterno s’era ritirato da Saul»,
questi «era turbato da un cattivo spirito suscitato dall’Eterno» (1 Sm
16,14s). È evidente che Dio è il mandante, mentre lo «spirito cattivo» era
l’esecutore; tra i due però non c’è nulla in comune, se non il fatto che anche
gli spiriti cattivi, sebbene ribelli, sono schiavi di Dio. Similmente è scritto:
«Saul aveva paura di Davide, perché l’Eterno era con lui e s’era ritirato da
Saul» (1 Sm 18,12); quando Dio si ritira, l’uomo diventa debole ed è esposto
ai suoi avversari, qui un altro uomo, con cui era Dio. In 1 Samuele 28,15 Saul
si rese conto: «Io sono in grande angustia, poiché i Filistei mi fanno
guerra, e Dio si è ritirato da me». È interessante vedere la risposta del
defunto Samuele: «Perché consulti me, mentre l’Eterno si è ritirato da te e
t’è divenuto nemico?» (v. 16). Così si legge anche in altri brani e
circostanze (Gr 16,5ss; Os 5,5s).
Alcune conclusioni
In conclusione, la base statistica e teologica della tesi assoluta, secondo cui
«l’ira di Dio è il diavolo», è inconsistente. Essa è altresì pericolosa, poiché
crea una connessione tra Dio e il diavolo, che nella Bibbia non esiste, anzi
sono presentati come antipodi. Anche Gesù e il diavolo sono antipodi: «…il
principe di questo mondo… non ha nulla in me» (Gv 14,30); «Il Figlio di
Dio è stato manifestato per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8; Eb
2,14). È lo gnosticismo, ossia la dottrina dell’occultismo, che pretende che Dio
e Satana, Cristo e un presunto Lucifero siano le parti della stessa medaglia e
cooperino, ognuno a modo suo, all’emancipazione dell’uomo.
Tale dottrina è diabolica, perciò estranea alla Bibbia.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Ira-Dio_diavolo_MeG.htm
09-01-2010; Aggiornamento: 29-01-2010 |