1. ENTRIAMO IN
TEMA
Ho risposto all’ennesima e-mail collettiva di qualcuno che è uso mandare le sue
lettere private non solo all’interessato ma anche ad altri indirizzi. Gli ho
scritto all’incirca così: «Se tu scrivi a una persona specifica, perché dovremmo
sapere noi ciò che tu vuoi dirgli? Quindi, per l’ennesima volta t’esorto a
mandare le tue lettere solo a coloro, a cui tu scrivi veramente». Di questo
antitrinitario e auto-definito unico «Elia che doveva venire», ho già scritto
sul sito. [►
Antitrinitari mimetizzati?; ►
Trinità e antitrinitari; ►
Emile Okoka è l’Elia escatologico?]
Non mi ha meravigliato quindi sentirmi rispondere dall’interessato, con una
formulazione spiritualista, che secondo lui «nel Corpo di Cristo non c’è segreto
e non c’è privacy perché siamo tutti uno in Gesù Cristo». A qualcuno gli sarebbe
probabilmente venuto in mente di chiedergli il pin della sua carta di credito.
La cosa che più mi ha meravigliato, è stato che a rispondermi e a prendere le
parti per tale antitrinitario e seguace di William Branham, sia stato un
modalista, ossia uno che crede che Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito siano la
stessa persona! Eppure quest'ultimo afferma di non conoscere il primo!
Risparmio ai lettori il «contorno» fatto di accuse e insulti e vado subito alle
sue tesi.
2. LE TESI
MODALISTE
Tale antitrinitario modalista mi ha scritto tra altre cose quanto segue: «…poi
ne faccio un’altra di domanda ma nella tua Bibbia, in qualche versetto, dalla
Genesi all’Apocalisse compare qualche volta la parola
trinità? Questa parola è stata inserita dall’uomo e non da Dio, noi
crediamo che Dio, Gesù e lo Spirito Santo sono la stessa persona, ma purtroppo
per tutti i religiosi, non trovo, almeno nella mia Bibbia, nessun versetto che
parla della Trinità». {Vincenzo De Rosa; 17-11-2007}
3. OSSERVAZIONI
E OBIEZIONI
Questo antitrinitario modalista non mi è nuovo, avendo io dedicato già molto
tempo a rispondere alle sue questioni, specialmente in campo di profezia e
carismaticismo, dove aveva già preso partito per il primo antitrinitario
branhamita. [►
Parlando di Emile Okoka alias Elia]
Infatti egli crede di essere un profeta di Dio, come peraltro il primo. Sorvolo
qui tutti gli addebiti, di cui egli mi ha fatto oggetto e che mi hanno fatto
ricredere sulla sua serietà, visto quel che si ritiene di essere. Egli, come già
detto, oltre a pretendere d’essere un «profeta», è un modalista, ossia
uno che crede che Dio Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano la stessa
persona, che si è manifestata nella storia sotto tre modalità differenti.
3.1. Un po’ di
storia: Il modalismo (o monarchianesimo modalista) è una corrente
minoritaria nella chiesa del 2° e 3° secolo, che nell’intento di sostenere il
monoteismo dell’AT anche nel nuovo patto, insegnava che Dio si sia rivelato
successivamente nella storia come Padre, Figlio e Spirito Santo, che sarebbero
solo «modi di manifestarsi» o «forme fenomeniche della rivelazione»: il Padre si
sarebbe rivelato solo nella creazione e nella legislazione, il Figlio solo nella
redenzione e lo Spirito Santo solo nell’era della grazia. È lo stesso attore che
nella commedia della storia recita tre parti, vestendo tre «maschere». Il
modalismo attribuiva quindi per tre modalità o uffici all’unica persona
dell’Essenza divina.
I più famosi esponenti del modalismo furono Noeto di Smirne (Asia Minore),
Prassea (discepolo di Noeto; nel 190 circa predicò a Roma) e Sabellio (nel 215
circa predicò a Roma); essendo quest’ultimo l’esponente più conosciuto, il
modalismo venne chiamato pure sabellianismo. Esso fu definito anche
patripassionismo, termine introdotto da Cipriano per rendere chiaro che i
modalisti, da lui combattuti, affermavano che, quando Gesù morì sulla croce, a
soffrire sarebbe stato il Padre. La loro dottrina fu però rigettata e confutata
dalle chiese. Il modalismo non è da confondere con l’arianesimo (da
Ario, ca. 256-336,
presbitero d’Alessandria), il quale negava che di Cristo avesse la stessa
essenza di Dio Padre e che il Logos fosse una creazione di Dio (cfr. i seguaci
della Torre di Guardia).
Il modalismo fu condannato dapprima come dottrina eretica dal Concilio di
Alessandria (261). Nel Concilio di Nicea (325) fu presa posizione contro tali
concezioni dottrinali mediante la seguente formulazione: «Il Figlio di Dio è
della natura del Padre, Dio da Dio, luce da luce, vero Dio da vero Dio, generato
non creato; per mezzo di lui furono fatte tutte le cose in cielo e in terra,
eccetera». Tutto ciò fu confermato nel Concilio di Costantinopoli (381).
Un sostenitore del modalismo fu il frate Gioacchino da Fiore
(ca. 1130-1202), il quale dopo aver attinto in Oriente il suo misticismo
sincretista e il suo gnosticismo, elaborò una concezione dispensazionalista
particolare. Al riguardo rimando all’articolo «Nel Medioevo» in
Escatologia 2, in cui alle pp.
58-62 tratto lui e le sue idee. Egli basò i suoi calcoli sulla numerologia, ma
le sue previsioni dell’inizio di una presunta era dello Spirito entro il 1260
non si avverò. Egli fu accusato di «triteismo».
Sebbene il modalismo non sia da identificare con l’arianesimo, in quanto il
primo non nega la divinità di Cristo (sebbene l’esistenza autonoma di individuo
accanto al Padre), cosa che fa il secondo, ambedue si trovano oggigiorno in
alcune frange del pentecostalismo antitrinitario. Infatti, nel 20° secolo
il modalismo fu riscoperto, specialmente in ambito anglo-sassone (chiese
oneness), all’interno del vasto e frastagliato movimento pentecostale, a cui
appartiene anche il neomodalismo di William Branham, della «Chiesa Pentecostale
Unita» e, ad esempio, della cosiddetta «Assemblea
Apostolica della fede in Cristo Gesù». Per
l’approfondimento rimando al seguente articolo esterno:
La vera storia del modalismo.
3.2. Alcune
risposte: Non intendo scrivere qui una vasta confutazione del modalismo di
Vincenzo De Rosa e dei suoi accoliti. Rispondo brevemente solo alle sue tesi,
citando alcuni casi che mi vengono spontaneamente in mente.
■ Egli afferma che nella Bibbia non esiste il
concetto di «Trinità», per cui non bisogna usarlo. Nella Bibbia non esistono
tanti termini e concetti che noi usiamo, ad esempio, devoto, devozione,
venerare, venerazione, eccetera; il termine «persona» è un termine latino, che
non si trova perciò nell’AT e NT, sebbene sia tradotto così nelle nostre Bibbie
(nell’AT traduce nefeš «anima»;
nel NT traduce anthropos «essere umano, uomo»). Nell’AT manca una serie
di termini come, ad esempio: natura, umanità, comunione, mediazione e mediatore,
ravvedimento, natura, genitori. Nel NT mancano, ad esempio: cristianesimo,
cristologia, teologia, eccetera, e addirittura in greco mancano anche le precise
formulazioni di «battesimo nello / di Spirito» (non c’è neppure in 1 Cor 12,13!)
e di «collegio degli anziani» (1 Tm 4,14). Eppure tali concetti vengono usati
abitualmente, senza che nessuno li mette in dubbio. Termini tecnici e concetti
vengono formulati laddove se ne sente il bisogno, e cioè per esprimere qualcosa
con precisione.
■ Ci sono altresì questioni di logica e di
esegesi. Come facevano a essere una sola persona Padre, il Figlio e Spirito
Santo nel momento del battesimo di Gesù? Come faceva la stessa persona a
parlare dal cielo, se era sulla terra, e a scendere su Gesù in forma di colomba,
se era Egli stesso lo Spirito Santo? «Essendo anche Gesù stato battezzato,
mentre stava pregando, s’aprì il cielo, 22e lo Spirito Santo scese su
lui in forma corporea a guisa di colomba; e venne una voce dal cielo: “Tu sei il
mio diletto Figliuolo; in te mi sono compiaciuto”» (Lc 3,21s).
Anche in altri momenti, il Padre si manifestò
pubblicamente dal cielo nella vita del Figlio. Gesù disse: «“Padre, glorifica
il tuo nome!”. Allora venne una voce dal cielo: E l’ho glorificato, e lo
glorificherò di nuovo! 29Cosicché la moltitudine che era qui presente
e aveva udito, diceva ch’era stato un tuono. Altri dicevano: “Un angelo gli ha
parlato”. 30Gesù rispose e disse: “Questa voce non s’è fatta per me,
ma per voi”» (Gv 12,28ss). Durante la trasfigurazione di Gesù, non ci
fu solo l’apparizione di Mosè e d’Elia, ma si legge: «Ed ecco una voce dalla
nuvola che diceva: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono
compiaciuto; ascoltatelo”» (Mt 17,5).
Tutti gli Evangeli sono pieni di brani in cui Gesù si rapportò da individuo,
distinguendosi dal Padre come individuo e correlandosi altresì a lui. Ecco
qui di seguito solo pochi esempi qualificanti. Come poteva dire Gesù salgo al
Padre (Gv 20,17), se era egli stesso la stessa persona? Gesù in croce, appena
prima di spirare, disse al Padre, come a un «tu» esistente», dapprima: «Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46); e poi: «Padre,
nelle tue mani rimetto lo spirito mio» (Lc 23,46).
E così via.
■ Sono importanti anche i brani pretemporali
che mostrano la presenza contemporanea del Logos-Dio presso Dio. Giovanni
nel suo prologò attestò: «Nel principio era il Logos, e il Logos era presso
Dio, e il Logos era Dio. 2Egli era nel principio con Dio. 3Ogni
cosa è stata fatta per mezzo di lui; e senza di lui neppure una delle cose
fatte, è stata fatta… 14E il Logos è stato fatta carne e ha abitato
per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la
sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso al Padre» (Gv
1,1ss). Gesù stesso pregò il Padre, dicendo: «E ora, o Padre,
glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo
presso di te avanti che il mondo fosse»
(Gv 17,5).
■ Anche dopo che Gesù era salito in cielo al Padre e dopo aver mandato lo
Spirito Santo, quindi dopo Pentecoste, si parla di visioni in cui Gesù fu
visto nella sua individualità e in connessione col resto della Deità. Di
Stefano si legge: «Ma egli, essendo pieno dello
Spirito Santo, fissati gli occhi al
cielo, vide la gloria di Dio e
Gesù che stava alla destra di
Dio, 56e disse: “Ecco,
io vedo i cieli aperti, e il Figlio
dell’uomo in piè alla destra di Dio”»
(At 7,55s; cfr. vv. 59s). Gesù comparve anche a Saulo da Tarso, a cui
disse: «“Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. 5Ed egli disse:
“Chi sei, Signore?”. E il Signore: “Io sono Gesù che tu perseguiti”» (At
9,4s). Gesù comparve anche a Giovanni sull’isola di Patmos (Ap 1,9ss).
Proprio questo Apostolo che rivelò ciò che accadrà alla fine dei tempi nella
trascendenza. Egli parlò dello Spirito Santo, descrivendolo come «sette
Spiriti che sono davanti al suo trono» (Ap 1,4; v. 5 Gesù Cristo), come «i
sette Spiriti di Dio» (3,1; 4,5) o come «i sette Spiriti di Dio, mandati per
tutta la terra» (Ap 5,6). Egli parlò di «Colui che siede sul trono»
(o Dio) e dell’Agnello in modo personale, come individui coesistenti e
differenziati (Ap 5,13; 6,16; 7,10.14s.17; 14,4.10; 15,3; 19,9; 21,22s; 22,1.3).
Esistono in tutto
il NT brani, in cui tutte e tre le persone della Deità sono menzionate insieme
contemporaneamente e in cui tutte e tre sono entità individuali coesistenti (Mt
28,19; Lc 1,35; 11,1.13; Rm 1,1-4; 8,16s; Gal 4,6; Eb 10,29ss).
Da tutto ciò risulta che il modalismo è una
falsa dottrina.
Per l’approfondimento rimando ad articoli esterni presenti nella seguente
pagina:
Il modalismo (natura,
confutazione, ecc.).
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Dio_modalista_OiG.htm
19-11-2007; Aggiornamento: 24-11-2014
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