Del Decalogo (= le dieci parole) abbiamo due versioni: la prima versione fu
posta alla base del patto di Dio elargito a Israele presso il Sinai (Es 20); la
seconda versione fu posta da Mosè alla base del rinnovamento del patto con la
nuova generazione, appena prima di conquistare la terra promessa (Dt 6).
Esodo 20,2-17 |
Deuteronomio 5,6-21 |
1.
Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che ti ho tratto dal paese
d’Egitto, dalla casa di servitù (v. 2). |
1.
Io sono l’Eterno, il tuo Dio, che ti ho tratto fuori dal paese
d’Egitto, dalla casa di schiavitù (v. 6). |
2.
Non avere altri dèi nel mio cospetto. Non ti fare scultura alcuna
né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o
nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir
loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità
dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che
m’odiano, e uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che
m’amano e osservano i miei comandamenti (vv. 3-6). |
2.
Non avere altri dèi nel mio cospetto. Non ti fare scultura alcuna
né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o
nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a quelle cose e non servir
loro, perché io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità
dei padri sopra i figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che
m’odiano, e uso benignità fino a mille generazioni verso quelli che m’amano e
osservano i miei comandamenti (vv. 7-10). |
3.
Non usare il nome dell’Eterno, che è il tuo Dio, in vano; perché
l’Eterno non terra per innocente chi avrà usato il suo nome in vano (v. 7). |
3.
Non usare il nome dell’Eterno, del tuo Dio, in vano, poiché
l’Eterno non terrà per innocente chi avrà usato il suo nome in vano (v. 11). |
4.
Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei
giorni e fa' in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro
all’Eterno, che è il tuo Dio; non fare in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo
figlio, né la tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame,
né il forestiero ch’è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece
i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo
giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato
(vv. 8-11). |
4.
Osserva il giorno del riposo per santificarlo, come l’Eterno, il
tuo Dio, ti ha comandato. Lavora sei giorni, e fa’ in essi tutta l’opera tua; ma
il settimo giorno è giorno di riposo consacrato all’Eterno, al tuo Dio: non fare
in esso lavoro alcuno, né tu, né il tuo figlio, né la tua figlia, né il tuo
servo, né la tua serva, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue
bestie, né il tuo forestiero che sta dentro le tue porte, affinché il tuo servo
e la tua serva si riposino come tu. E ricordati che sei stato schiavo nel paese
d’Egitto, e che l’Eterno, il tuo Dio, ti tratto di là con mano potente e con
braccio steso; perciò l’Eterno, il tuo Dio, t’ordina d’osservare il giorno del
riposo. (vv. 12-15). |
5.
Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano
prolungati sulla terra che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà (v. 12). |
5.
Onora tuo padre e tua madre, come l’Eterno, il tuo Dio, ti ha
comandato, affinché i tuoi giorni siano prolungati, e tu sii felice sulla terra
che l’Eterno, il tuo Dio, ti dà (v. 16). |
6.
Non uccidere (v. 13). |
6.
Non uccidere (v. 17).
|
7.
Non commettere adulterio (v. 14). |
7.
Non commettere adulterio (v. 18).
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8.
Non rubare (v. 15). |
8.
Non rubare (v. 19).
|
9.
Non attestare il falso contro il tuo prossimo (v. 16). |
9.
Non attestare il falso contro il tuo prossimo (v. 20). |
10.
Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie
del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo
asino, né cosa alcuna che sia dei tuo prossimo (v. 17). |
10.
Non concupire la moglie del tuo prossimo, e non bramare la casa
del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo
bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo (v. 21).
|
Si noti al riguardo quanto segue.
■ Si noti come il 4° comandamento relativo al giorno
del riposo sia basato in Es 20 sull’analogia creazionale, mentre in Dt 5
direttamente sul fatto che Dio ha liberato Israele dall’Egitto (1°
comandamento). Vi è un principio di riconoscenza al Dio liberatore e un
principio di solidarietà verso le creature soggette al giogo. Come si vede il
Decalogo non è semplicemente e solo una legge spirituale o morale, ma come Carta
Magna d’Israele è strettamente connesso alla sua storia.
■ Il Decalogo è la Costituzione (o Testimonianza)
d’Israele ed è strettamente connesso alla liberazione dall’Egitto, al patto
mosaico e alla conquista della terra promessa. → Non si può applicare quindi
direttamente a nessun altro popolo e a nessun altro Stato (neppure alla chiesa e
al nuovo patto), sebbene porti in sé una funzione di «modello» per ogni Stato,
nazione e popolo. ■ Il Decalogo sancisce la particolare situazione
politico-religiosa, che viene chiamata «teocrazia», secondo cui la legge
religiosa è altresì legge di Stato. → Non si può applicare quindi direttamente
alla chiesa e al nuovo patto. I credenti del nuovo patto sono sottomessi ognuno
alla legge civile e penale vigente nel rispettivo paese. Dal punto di vista
spirituale e morale sono sottomessi alla «legge di Cristo» e alla legge dello
Spirito». ■ Alcuni comandamenti del Decalogo sono stati ripresi
nel nuovo patto, ma altri no. Per questo motivo il Decalogo rimane una livella
morale per gli aspetti che il nuovo patto ha recepito, sebbene esso sia per
natura ancorato nella speciale situazione sociale ed etnica d’Israele. Un caso
particolare riguarda il sabato, che non è stato ingiunto ai Gentili cristiani; i
Farisei fra i cristiani giudaici pretendevano la giudaizzazione dei Gentili
(circoncisione) e la loro sottomissione alla legge mosaica (At 15,1.5), ma la
chiesa apostolica decise diversamente (vv. 28s). Paolo in Rm 14 prevede
all’interno dell’etica del nuovo patto la possibilità che i cristiani giudei
continuino a osservare il «giorno» (sabati, noviluni, feste ebraiche e
giudaiche), mentre i cristiani gentili non lo facciano (Rm 14,5s; Gal 4,10; Col
2,16). ■ Il Decalogo indica l’alta meta, a cui è stato
chiamato chi è entrato nel patto del Signore sulla base della sua grazia e del
sacrificio provvisto. Esso mette altresì continuamente a nudo il peccato che
coabita nella vita dei credenti; cosa che, nel loro cammino di santificazione,
li spinge a basarsi sulla grazia di Dio e a separarsi dal male.
Per l’approfondimento si veda quanto segue:
■ Nicola Martella, «Testimonianza»,
Manuale
Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce,
Roma 2002), pp. 360s.
■ In Nicola Martella,
Šabbât
(Punto (Punto (Punto (Punto°A°Croce, Roma 1999) si vedano i
seguenti articoli: «La questione della legge», pp. 51-56; «La questione della
domenica», pp. 57-69. |
►
Dichiarati peccatori solo dal Decalogo?
{Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Decalogo_Sh.htm
15-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010
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