Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Andiamo
a sfondare le porte dell’Ades?».
Quando una mezza verità o una totale menzogna viene messa in rima, addolcita da
altre locuzioni bibliche o verosimilmente tali, viene messa in musica e cantata
e ricantata, non si bada più a ciò che si canta o ci si convince che ciò
provenga veramente dalla Scrittura e dalla dottrina biblica.
Una cosa del genere accade proprio con la canzone «Andiamo a sfondare le porte
dell’Ades» di Corrado Salmè. L’idea suggestiva ma irrealistica, che si
suggerisce, è che i cristiani possano abbordare l’Ades, il luogo in cui vanno i
morti increduli o malvagi dopo la morte, per sfondarne le porte e trarre anime
da tale regno. Ciò renderebbe l’Ades non più un luogo di tormento senza ritorno
e l’anticamera dello «Stagno di fuoco» (o Inferno), ma una specie di
«Purgatorio», da cui cristiani militanti possano sottrarre anime. Non credo che
Corrado Salmè credi a ciò, ma con la sua canzone ha generato tanta confusione.
L’altra idea suggestiva ma irrealistica, che Corrado Salmè suggerisce, è che
il «nemico», definito poi come «principati e potestà», possa essere
fisicamente e geograficamente buttato fuori dalla nostra nazione. Sarebbe
come se si volesse impedire al vento di soffiare sull’Italia e alle onde radio
di propagarsi sulla nostra nazione. Come abbiamo visto, tale visione secondo cui
si possa impedire a forze immateriali di calcare fisicamente i confini di un
perimetro zonale o nazionale, è incompatibile con la Scrittura e del tutto
irragionevole. Si tratta della sedicente «guerra territoriale» di matrice
carismaticista, che è una falsa ideologia.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Danilo
Ristagno}
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Ho letto lo studio
tutto d’un fiato, perché l’argomento mi è parso assai interessante. Non nego
che, all’inizio, la pensavo come il cantautore; ma poi avendo
approfondito gli studi sulla Parola di Dio riguardo a questo caso, mi sono reso
conto che è molto facile, se non si è avveduti, e sopratutto se ci si convince
velocemente e con distrazione che delle cose predicate siano coerenti con
l’Evangelo, si potrebbe incappare nell’errore di credere il falso. Da
quando ebbi una simile esperienza, cerco di prestare maggiore attenzione
e chiedere maggior discernimento a Dio, prima di farmi convincere che una
verità sia quella che ci viene predicata o cantata. Grazie, fratello Nicola, per
questi studi ben mirati e integrati con la somma corretta della Parola di Dio
(Salmi 119,160). {06-10-2014}
2. {Nicola
Carlisi}
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■
Contributo:
Molti dimenticano che Satana è il dio di questo secolo (2 Cor 4,4), il
principe di questo mondo (Gv 12,31). La sua podestà ancora è su tutti
gl’increduli (Atti 26,18). Egli è stato già giudicato, ma verrà legato solo al
ritorno di Cristo, e dopo i mille anni sarà nuovamente sciolto per sedurre le
genti e radunarli alla battaglia (Ap 20,7); solo alla fine sarà buttato nello
stagno di fuoco, e dello zolfo, dove è la bestia e il falso profeta (Ap 20,10).
Riguardo a Hades (termine greco) e Scheol (ebraico), ossia il mondo degli
spiriti, lì vi e stato Gesù e ne è venuto fuori trionfando sulla morte, e
portando fuori moltitudini di prigionieri, tutti quelli che hanno creduto (Ef
4,8). Vi è troppa confusione nell’aria, e molti ne vengono storditi.
{06-10-2014}
▬
Nicola Martella:
A vederci bene, i
termini Hades e Še’ol non designano tanto «il mondo degli spiriti» quanto
dei defunti; infatti, sono «spiriti» anche gli esseri celesti (Eb 1,14; cfr. At
23,8s) e i demoni (Mt 8,16; 10,1; 1 Tm 4,1; Ap 16,13s). Probabilmente si vuole
intendere proprio questo (spiriti dei defunti).
Giustamente Gesù è l’unico in tutta la
storia, che finora è entrato nell’Ades e ne è anche uscito. Quanti pretendono di
poter sfondare le porte dell’Ades dalla terra, sono o bugiardi o cultori
di fantascienza.
3. {Donatella
Nancy Festa}
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Concordo con il fatto che bisogna sempre di più
attenersi fermamente alla Parola scritta e non lasciarsi suggestionare da
discorsi vani. Ci sono gruppi, per esempio, che pretendendo di essere studenti
biblici e che fanno della Scrittura un’incomprensibile minestrone,
fuorviando le persone, invece di portarle al Cristo (dico questo intorno
alle sette). Riguardo ai demoni, la Bibbia ci fa capire che sono
avversari di Dio, angeli caduti, senza dignità, che servono Satana (Gd 1,6; Mt
12,24). Il ragionamento, secondo cui vincerli significa sfondare le porte
dell’Ades, mi pare inconsistente. Il potere dei discepoli del Cristo sta nel
«camminare sopra
serpenti e scorpioni e tutta la potenza del
nemico; e nulla potrà farvi del male»
[Lc 10,19; N.d.R.]. Ora, riflettendo, la potenza del nemico è la sua forza; se
io gioco a braccio di ferro e vinco un round, vuol dire che ho superato
la forza del mio avversario; in senso spirituale, penso che noi, che crediamo,
vinciamo Satana con la fede in Gesù, con le preghiere, resistendo ai suoi
attacchi, restando fermi nella fede ecc. L’Ades, invece, è un luogo a noi
invisibile (Luca 16,23). Pensare che chi ospita un demone, ospita l’Ades
dentro di sé, non è scritturale. Se fosse così poveretti, altro che Legione!
Tenendo poi conto del fatto che l’unico, che ha vinto la morte e l’Ades, è Gesù,
ho avuto l’impressione che lo slogan «Sfondiamo le porte dell’Ades» fosse
poco sobrio, se attribuito a singoli credenti. Questi ultimi, tuttavia,
possono dire giustamente: «Siccome Gesù ha vinto la morte, anch’io l’ho vinta!».
Faccio notare che il versetto «O morte dov’è il tuo dardo» [1 Cor 15,55;
N.d.R.], non si è ancora adempiuto, ma lo sarà alla resurrezione. Concludo,
ringraziando tutti per le riflessioni e gli spunti di studio: mi aiutano a tener
sveglia la mia testa. {06-10-2014}
4. {Michele
Savino}
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Contributo:
Nell’Antico Testamento, i morti vanno allo «Sceol», cioè alla tomba. Nel
Nuovo Testamento, questo stato viene chiamato «Ades» o «soggiorno dei
morti». Appare evidente in tutto il contesto biblico che in questo luogo i morti
«dormono». Tutti ci vanno, credenti o increduli che siano. Non sappiamo
dove sia, ma sappiamo che lì Dio non è ricordato. La parabola di
Gesù (del ricco e Lazzaro) parrebbe insegnare qualcosa di diverso, ma come per
altri concetti è meglio non basare una dottrina sui dettagli di una parabola.
Intanto, a differenza di racconti mitologici, solo Gesù usci dall’Ades,
dopo essere risorto dai morti, se non vogliamo considerare i pochi casi di morti
tornati in vita, di cui è raccontato nella Parola del Signore.
Condivido quanto scritto dal fr. Martella, che esprime le sue perplessità e i
suoi dubbi sulle parole di Salmè, sicuramente molto forzate e prive di
una base biblica, ma capaci di generare molta confusione su chi si
sofferma sulle parole della canzone.
Il problema è quello solito, si cerca di far dire alla Bibbia quello, che
la Bibbia non direbbe mai, poiché stiamo parlando di un luogo misterioso (non
sappiamo dove sia), di cui nessun uomo ha idea riguardo allo stato effettivo di
coloro, che in quel attendono la risurrezione per passare davanti al trono del
giudizio!
Più che mai, dobbiamo fare attenzione. Molti sono i «falsi profeti», che
operano tra di noi; molte sono le dottrine, che non hanno alcun
fondamento nella Parola del Signore; e molti sono quelli che vagano fra dubbi e
perplessità, ed è nostra responsabilità, invece, di rendere salda la loro
fede anziché contribuire a renderla vacillante! Dio ci aiuti! {08-10-2014}
▬
Nicola Martella:
Concordiamo su molti aspetti. Ti faccio presente un aspetto, su cui ti chiedo di
riflettere e di approfondire meglio. La storia del ricco e di Lazzaro non ha
nessun elemento tipico di una parabola (il vero significato non sta nella
«similitudine», ma nell’analogia spirituale o morale che ne risulta). Si tratta,
invece, di una rivelazione: tutti i personaggi e le cose sono quello, di
cui si afferma di loro e non bisogna cercare un altro significato.
Inoltre, è vero che in diversi brani dell’AT la še’ol
è la tomba, parlando gli autori ad esempio dei vermi in essa (Is 14,11), ma
in tanti altri designa un indistinto luogo trascendentale (cfr. Am 9,2), da cui
si può essere riscattati (Sal 49,15).
A ciò si aggiunga che la locuzione «i morti dormono» è solo un eufemismo,
un modo di dire, per descrivere l’inattività dei defunti, specialmente
nell’attesa della risurrezione a vita o a giudizio. Infatti, proprio nella
rivelazione di Gesù riguardo al ricco e Lazzaro, essi e Abramo sono poco
dormienti, ma vivi, vegeti e mentalmente attivi; l’unica cosa che non possono
fare è abbandonare il loro luogo, per recarsi nell’altro o ritornare sulla terra
per fare storia. In ogni modo, non bisogna mai scambiare eufemismi o modi di
dire per la realtà stessa; ad esempio, «mangiare un boccone» ogni giorno,
se fosse realistico e non un modo di dire, porterebbe a gravi stati di
denutrizione.
5. {Mary
Terranova}
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Contributo:
Non mi piacciono particolarmente i canti di Salmè, ma credo che il canto sia
inteso in senso figurato: «strappiamo anime dall’Inferno che le aspetta»
e «mandiamo via il nemico Dai cuori degli Italiani». Di certo non credo
che Salmè lo intenda in senso geografico. {08-10-2014}
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Nicola Martella:
Giuda ingiunge a proposito di coloro, che sono nel dubbio: «Salvateli,
strappandoli dal fuoco» (Gd 1,23), ossia prima che vadano nel
fuoco. Salmè, al contrario, pretende che i credenti possano sfondare le porte
dell’Ades, che non
è l’Inferno. Questo è inverosimile e assurdo: nessuno ha la possibilità
di andare nell’aldilà, né ha la potenza per sfondare lì le porte di tale luogo.
Chi è arrivato nell’Ades, non può più essere tirato fuori dagli uomini;
il suo destino è segnato per sempre.
6. {Gianni
Siena}
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Contributo:
Vorrei prima sapere
dov’è il soggiorno dei morti... {10-10-2014}
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Nicola Martella:
La locuzione «soggiorno dei morti» non esiste nell’AT ebraico, ma è stata
messa al posto (in modo interpretativo) di še’ol, termine che
significa in senso materiale la singola tomba e in senso trascendentale il luogo
generale dei defunti. Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma
2002), l’articolo: «Sce’ôl [še’ôl]», pp. 323-326.
Dove sia la še’ol (= gr.
hádes) non è dato a sapere nel dettaglio, ma ci sono abbastanza indizi nella
Scrittura per localizzarla. Sappiamo che lì scendono i defunti (quindi
non è il «Cielo», dove si sale) e da lì bisogna risalire, per poter
tornare alla vita. Non è sulla «terra dei viventi» (cfr. Ez 32,25ss) né
nei «luoghi sopraccelesti», dove sta il trono di Dio. Cielo e še’ol
stanno, per così dire, agli antipodi; inoltre, come già accennato, al primo si
sale, mentre alla seconda si scende (Gb 11,8; Sal 139,8).
Sappiamo che il Paradiso (detto anche «seno d’Abramo») sta al terzo cielo (1 Cor
12,2; v. 4 Paradiso). I redenti, che si trovano lì, sebbene separati da una
voragine dall’Ades, possono vedere i condannati e addirittura parlare con
loro, come risulta dalla rivelazione di Gesù sul ricco e Lazzaro (Lc 16,19ss).
Quindi, Paradiso e Ades stanno nella stessa dimensione
trascendentale, e cioè in un luogo intermedio fra l’immanenza e il Cielo
superiore, dove sta il trono di Dio. Dio è l’unico, che può penetrare nella še’ol,
per strapparne qualcuno (Am 9,2); così ha fatto col Messia, quando lo risuscitò
dai morti (Ef 1,20).
Beh, ora che lo sai,
Gianni Siena, che avrai di tanto sorprendente da dirci?
7. {Luigi
Avella}
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Capisco che forse
Corrado Salmè volesse rendere esplosiva la sua canzone, come quelle che
danno una certa carica; solo che mettendoci in mezzo l’anticamera dell’inferno,
qualche commento doveva aspettarselo. Devo confermare quanto scritto da Nicola
Martella riguardo il modo di vedere Luca 16. Ci sono stati alcuni
fratelli che, nel passato, asserivano di aver avuto contatti «fisici» col
Signore, del tipo «camminare mano a mano con Gesù in un campo di grano» e
cose simili. Tutto ciò sarebbe avvenuto, dopo una notte passata al pronto
soccorso per un malore, avendo al braccio una flebo; e poi il giorno dopo si era
di nuovo in sesto. Il risultato è stato solo il frutto di una bella
suggestione.
Ricordiamoci
l’abisso, posto tra il padre Abramo e il ricco, e l’impossibilità del ricco
di ritornare indietro. Quindi non si può essere nell’aldilà e ritrovarsi
nell’Ades, se non si è completamente morti. Allora se siamo ancora vivi,
mi sa che sarà difficile sfondare le porte dell’Ades. {10-10-2014}
8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Claudia Biscotti: Non credo
di aver mai ascoltato questa canzone di Corrado Salmè. Il titolo in
effetti è un «po’» ridondante e suona come un incitamento da supereroi.
Mi viene alla mente un altro versetto. in cui si parla di «porte» e credo sia
più concreto e fattibile per noi. «Sforzatevi di entrare per la porta
stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno»
(Luca 13,24). {08-10-2014}
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Adolfo Monnanni: Certo è che
con pensieri così confusi, come in tale canzone, non si aiuta nessuno e anzi si
trascinano altri nello stesso baratro. Quanta confusione. Veramente è utile che
tu, Nicola, porti avanti questo impegno; grazie. {06-10-2014}
■
Giovanni Angelo Spadafora:
Taluni credono che prendendo la scopa, spazzano tutto! {06-10-2014}
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Vincenzo Ferro: L’ho sentita
la canzone. Mi parso che volesse dire che chi non conosce Cristo e non l’ha
accettato, è come un morto che va all’Inferno. Mi parso che strappare
anime, volesse dire farlo con la preghiera e testimonianza. {08-10-2014}
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Nicola Martella:
Ho riletto il testo della canzone, per scrupolo. Non vi ho trovato nessuno degli
elementi da te menzionati. Inoltre,
l’Ades non è l’Inferno. E nell’inferno oggigiorno non c’è proprio
nessuno; i primi due inquilini saranno la «bestia» e il «falso profeta» (Ap
19,20). Tutto ciò, che i credenti possono fare per le anime, deve accadere nell’aldiquà.
Un linguaggio ambiguo nelle canzoni deriva da dottrine ambigue o le
genera, specialmente ripetendo continuamente tali versi senza più esercitare un
controllo razionale su ciò, che si canta.
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Enzo Sinisi: «Il mare
restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti;
ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades
furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno
di fuoco» (Ap 20,13-14). {10-10-2014}
▬
Nicola Martella: Grazie del brano, che
conosciamo. Che cosa volevi dirci con esso?
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Sfonda_Ades_Car.htm
08-10-2014; Aggiornamento: 11-10-2014 |