Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CONTROVERSIA SUL DISCUSSO BENNY HINN

 

 a cura di Nicola Martella

 

In seguito agli articoli ► Benny Hinn è un «uomo di Dio» o un imbroglione? {Yves. A. Brault} e ► Benny Hinn: un uomo di Dio? {Antonio Morlino}, avevamo cominciato il tema di discussione ► Un «unto» controverso: Benny Hinn. Intanto su questo sito sono presenti molti altri articoli sul tema. Poiché sono arrivate alla redazione obiezioni e domande specifiche, indirizzate particolarmente ad Antonio Morlino, abbiamo pensato bene di presentare qui dapprima le osservazioni e le obiezioni, e poi sistematicamente le risposte specialmente di Antonio Morlino.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

 

I contributi sul tema  ▲

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

 

Stefano Ferrero

Antonio Morlino

Nicola Martella

Alessandro Alise

Antonio Morlino

Gaetano Nunnari

Stefano Ferrero

Nicola Martella

Ferrero - Martella

     

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

Primo {Stefano Ferrero} ▲

 

Nota di redazione: Ho condensato qui di seguito i vari messaggi che Stefano ha mandato a me, pur intendendo Antonio Morlino. {Nicola Martella}

 

Sono un cristiano evangelico pentecostale laureando in scienze sociali, e considero la Bibbia vera Parola di Dio e fondamento assoluto della fede.

     Riguardo alle riflessioni su Hinn. A chiunque si può fare dire quasi di tutto citandolo fuori dal contesto e senza considerare ciò che sta intorno a quelle frasi che sono state dette. Usando questa metodica si può fare dire alla Bibbia che Dio non esiste, citando malamente il Salmo 14 per esempio...

     L’autore di quell’articolo vanta di avere approfondito molto gli insegnamenti di Hinn, ma si capisce invece che dice solo cose superficiali che derivano da una lettura veloce e non approfondita dei siti critici contro lo stesso Hinn in inglese.

     Riguardo alle profezie errate, si legga Paolo in 1 Cor 14,29: «Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino». Questo è segno che anche i profeti della chiesa primitiva, riconosciuti ispirati e veri servi di Dio da Paolo, potessero errare quando profetizzavano; ogni profezia va vagliata.

     In 1 Ts 5,19ss Paolo dice: «Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene».

     Benny fa tante baggianate, ma il suo ministero fa tantissimo bene a tantissime persone. Del resto ognuno di noi ha tanti «lati oscuri» non conformi alla volontà di Cristo che, se messi alla ribalta in TV e nei mass-media a scala globale, potrebbero dire di noi stessi che siamo «falsi profeti».

     L’autore afferma: «Hinn è arrivato ad affermare che ciascuna Persona della Trinità avrebbe uno spirito, un’anima e un corpo. “Ce ne sono nove di loro”, affermò, rimangiandosi poi tutto e buttandola sullo scherzo qualche anno dopo». ● Faccio notare che si tratta di una affermazione presa del tutto fuori dal suo contesto. Certamente non ci sono 9 persone nella Trinità, ma è vero che nel Padre vi è anche il Figlio e lo Spirito, nel Figlio vi sono anche il Padre e lo Spirito, nello Spirito vi sono il Padre e il Figlio. Le tre persone sono del tutto comunicanti e interconnesse. Certamente non sono 9 ma 3. Perché volere vedere il male in una affermazione mal compresa?

     L’autore afferma: «[Secondo Hinn] Cristo fu fatto diventare peccato andando alla croce (cfr. 2 Corinzi 5,21), divenne un essere satanico avendo assunto la natura di Satana ed essendo diventato una sola cosa con lui! Questo è blasfemo!» ● Faccio notare che non si tratta di blasfemia, ma di non-comprensione da parte di chi commenta. Gesù è morto sulla croce prendendo su di sé il peccato di tutti gli uomini e quindi è diventato maledizione per noi. La natura di Satana è ovviamente una natura di peccato, quindi non è temerario dire che Gesù in quel momento fu peccato come è peccato Satana. Si tenga conto che Gesù stesso venne prefigurato con un serpente (segno di maledizione e di peccato!) di bronzo posto su un palo nel libro dei Numeri. Come pure la verga di legno di Mosè, che diventò un serpente e ingoiò i serpenti-bastoni del faraone, divenne simbolo della croce di legno in cui Gesù divenne maledizione (serpente) per sconfiggere i demoni (serpenti-bastoni) del faraone (Satana).

     L’autore afferma: «Sì, perché Hinn si reca spesso presso la tomba di questa signora defunta, pregandola, e presso la tomba di un’altra grande predicatrice del passato, Aimee Semple McPherson, entrambe donne di dubbia reputazione quanto alla vita privata e al ministero pubblico». ● Faccio notare che è perfettamente biblico che presso la tomba di un servo di Dio ci possa essere ancora una potente unzione. Basti leggere 2 Re 13,21 dove un morto a contatto col corpo di Eliseo, su cui dimorava ancora una potente unzione, sia risuscitato! Hinn inoltre quando si reca presso queste tombe non prega le serve di Dio morte, ma il Signore Gesù stesso.

     L’autore afferma: «E non si tratta delle uniche predizioni fasulle, giacché questo signore ha anche affermato che Gesù apparirà ai musulmani, prima del suo ritorno». ● Faccio notare che sono numerose le testimonianze di musulmani che affermano di avere visto Gesù in sogno e di essersi convertiti a Lui.

     L’autore afferma: «[Secondo Hinn] Gesù non ci avrebbe salvato sulla croce del Calvario, ma scendendo all’inferno». ● Faccio notare che Gesù è sceso nel soggiorno dei morti (At 2,25). Infatti Davide disse di lui (Gesù): «Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. 26Per questo si è rallegrato il mio cuore, la mia lingua ha giubilato e anche la mia carne riposerà nella speranza; 27perché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades e non permetterai che il tuo Santo [= Gesù] subisca la decomposizione» (vv. 25ss). Gesù infatti fu tratto fuori dall’Ades o soggiorno del morti con la risurrezione!

 

     ■ P.S. 1: Non sono affatto un «Benny Hinn fans club», ci sono molte cose nel suo modo di fare che ritengo andrebbero decisamente riviste alla luce della Scrittura e della serietà, ma lo ritengo comunque un vero servo del Signore.

     ■ P.S. 2: Approfitto della e-mail per farti un’altra osservazione riguardo alle presunte cose false dette da Hinn. In 1 Re 13 si può vedere la prova chiara che è possibile che una persona menta e che dopo venga usata dal Signore per parlare a Suo Nome.

 

 

Secondo {Antonio Morlino} ▲

 

Nota di redazione: L'autore risponde qui in linea generale a Stefano. Egli tratterà in modo dettagliato le sue osservazione in approfondimenti a sé stanti. Si vedano al riguardo gli articoli di Antonio Morlino disponibili sotto: Carismaticismo.

 

Le tue e-mail, Stefano, che mi hanno davvero rallegrato. Questo perché, nonostante tu te la sia presa per quanto ho scritto nel mio articolo, accusandomi di essere stato superficiale e di aver citato fuori contesto le frasi di Benny Hinn, facendogli dire tutt’altro (come si è soliti fare in un certo tipo di giornalismo sensazionalistico e scandalistico per pettegole) — io ritengo che le tue considerazioni siano del tutto comprensibili e, in un certo senso, giustificabili. Anzi: per certi versi, sono stato io stesso a provocare volutamente la tua reazione, visto che non potevo in un primo articolo approfondire tutte le tematiche trattate, essendomi limitato a sfiorarle solo per far venire l’acquolina in bocca ai lettori, cercando di scuoterli dal torpore generale in cui versano le nostre chiese evangeliche italiane, sempre pronte, però, a issare le vele a qualunque nuovo «vento di dottrina», che spesso conduce le loro fragili barchette — talvolta di carta, molto spesso prive d’un solido ancoraggio alla Parola e quasi sempre caratterizzate da un’esile ossatura teologica e dottrinale — a fare «naufragio quanto alla fede» (1 Timoteo 1,19).

     Hai proprio ragione a dire che sono stato «superficiale», ma in modo onesto e per nobili scopi: lo sono stato intenzionalmente, perché nessuno avrebbe letto un articolo-trattato di 10 pagine o più; per questo ho lambito appena la «superficie» del «caso Benny Hinn». Egli ha fatto scorrere fiumi di inchiostro, ed io lo osservo da almeno dieci anni, come dico nell’articolo, anni in cui non ho visitato appena qualche sito critico del telepredicatore arcimiliardario, ma ho letto parecchi libri e articoli in cui l’oggetto era lui come anche il «Movimento della Fede» e il «Vangelo della prosperità», da cui sono stato coinvolto per diverso tempo assimilandone le dottrine, approfondendone le implicazioni teologiche e giungendo a respingerle come vere e proprie eresie.

     Inoltre, ribadisco quanto ho già dichiarato all’inizio dell’articolo: riguardo alla pneumatologia (le varie dottrine relative allo Spirito Santo), sono in linea di massima «pentecostale-carismatico», come te, sebbene non ami definirmi tale, ma preferisca rispondere a chi mi domanda che sono semplicemente un «cristiano».

     Perché, allora, le tue e-mail mi hanno messo di buonumore? Perché tu hai reagito esattamente come avrei voluto che reagissero tutti i miei lettori, o almeno quelli che certi problemi non se li sono mai posti, lasciandosi trascinare dalla corrente… Grazie per aver reagito! In questo modo, mi dai l’opportunità di approfondire qualche tematica a cui tu alludi ripetendo alcuni ritornelli che conosco benissimo e che rivelano quanto siano diffusi nella nostra nazione certi insegnamenti che non hanno nulla a che fare con il cristianesimo storico, sebbene vengano spacciati per «dottrine evangeliche».

     A me piace dire di essere un pesce «anàdromo», che nuota controcorrente (proprio come il sito che mi ha dato molto gentilmente ospitalità), e una voce fuori dal coro, ma che canta unicamente — spero — per la gloria di Dio.

     Nei prossimi giorni, inserirò nei «temi di discussione» alcune risposte-approfondimenti ai quesiti che hai posto e che riutilizzerò per rivolgermi a un pubblico più ampio di lettori. Cercherò, però, di approfondire maggiormente certe questioni. Almeno ci proverò.

     Sperando così di poter contribuire a un arricchimento della tua fede cristiana, ti saluto umilmente nella grazia del nostro Signore Gesù Cristo.

     Per concludere, un consiglio fraterno a chiunque scrive a me o alla redazione: non avere mai paura di esporti troppo, firmandoti, ma abbi il coraggio delle tue idee, sempre e comunque, costi quel che costi.

 

Terzo {Nicola Martella} ▲

 

Le risposte specifiche di Antonio Morlino si trovano in articoli separati che egli ha sviluppato a mano a mano. Per questi motivi, presento qui di seguito alcune osservazioni di carattere generale che investono solo alcuni aspetti di carattere basilare.

     L’uomo di Dio: Paolo chiamò Timoteo «uomo di Dio» (1 Tm 6,11), un appellativo raro nel NT e che era usato specialmente per Mosè (Dt 33,1) e Davide (2 Cr 2,14). È interessante che l’apostolo usò questa espressione subito dopo aver parlato del fatto che «l’amore del danaro è radice d’ogni sorta di mali», dello sviamento dalla fede e di molti dolori (v. 10), oltre ad esporsi alla tentazione, alla trappola e alle funeste concupiscenze, le quali sono alla base della distruzione (v. 9). Paolo, chiamando Timoteo «uomo di Dio», gli ingiunse di fuggire «queste cose» (l’amore del danaro) e di procacciare invece «giustizia, devozione, fede, amore, costanza, dolcezza». Per molti servi di Dio Mammona è stato lo scoglio su cui si è sfracellata la loro fede e la loro vocazione. Facendo riferimento a Davide, si può dire che un «uomo di Dio» è «un uomo secondo il mio cuore, che eseguirà ogni mio volere» (At 13,22). Infatti un altro aspetto è connesso proprio alla Scrittura ispirata da Dio: l’uomo di Dio, per diventare completo ed equipaggiato per ogni «opera buona», accetta da essa l’insegnamento, la riprensione, la correzione e l’educazione alla giustizia (2 Tm 3,16s).

     Le qualità dell’uomo di Dio: Le qualità necessarie perché un credente diventi conduttore e sorvegliante nel gregge di Dio sono elencate in 1 Tm 3 e in Tt 1. Anche qui ricorrono oltre al non essere amante del danaro (1 Tm 3,3) e ad altri aspetti, l’essere irreprensibile (v. 2) e avere «una buona testimonianza da quelli di fuori» (v. 7). Qui nessuno, che si creda un servo di Dio, può escludersi! Chi non ha queste peculiarità, non può rivestire un ministero di guida. L’irreprensibilità non è un optional! Dei «servitori» (gr. diakonoi non erano semplicemente dei «diaconi», ma dei servitori nell’opera di Dio!) Paolo diede queste istruzioni: «Anche questi siano prima provati, poi assumano l’ufficio di servitori, se sono irreprensibili» (v. 10). ● Da Tito 1 evidenzio solo, oltre all’essere «irreprensibile, come economo di Dio» (v. 7), questo aspetto: dev’essere «attaccato alla fedele Parola» e «capace d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori» (v. 9). Chi non aderisce strettamente alla Parola di Dio e non s’attiene alla «sana dottrina», strumentalizzerà ambedue, attingerà da altre fonti e propagherà eresie; ma così farà bancarotta e naufragherà quanto a ministero, alla fede e all’esistenza (1 Tm 1,19). Non possiamo giustificare i conduttori e i servitori, facendo riferimento alle proprie debolezze o ai proprie «lati oscuri», se Dio li vuole irreprensibili!

     La profezia: Nel NT il termine greco tradotto con «profezia» non intende «annuncio fatto in anticipo (alla realizzazione), predizione», ma «discorso fatto davanti, proclamazione». Infatti «chi profetizza [= proclama], … parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione… edifica la chiesa» (1 Cor 14,3s). L’ultimo dei profeti dell’AT, quindi all’interno della teocrazia d’Israele, fu Giovanni Battista (Mt 11,13). Per cui la raccomandazione di Paolo in 1 Cor 14,29 — «Parlino due o tre profeti [= proclamatori, e gli altri giudichino» — si riferiva a quanto detto ai versi 3s: era la normale prassi nelle «chiese in casa», in cui non c’era il predicatore classico d’oggi, ma 2-3 fratelli davano i loro pensieri estemporanei riguardo a un testo biblico per le finalità sopra dette. ● Per le altre cose, il NT (come l’AT) ben conosceva i «falsi profeti [= proclamatori», esortava a metterli alla prova (1 Gv 4,1), li bandiva dal suo mezzo (1 Gv 2,19; v. 18 pseudo-messia) e metteva in guardia da loro (Mt 7,15 apparenza ingannevole; Fil 3,2 cattivi operai). Paolo li stigmatizzò come «super apostoli» (2 Cor 11,5; 12,11). Gesù lodò il conduttore della chiesa di Efeso, tra altre cose, evidenziando: «Hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci» (Ap 2,2). Perciò, chiunque ha fatto una precisa predizione da parte del Signore ed essa non si è avverata, questi è biblicamente un «falso profeta» da affrontare (Dt 18,22). Lo stesso vale per quel profeta (= proclamatore) che dirà eresie in nome di Dio (Dt 18,20; 13,1ss). Proclamare la Parola di Dio è una grande responsabilità. Chi fa affermazioni predizionali da parte del Signore, ne deve rendere assolutamente conto! Altrimenti scatta anche «l’anatema» dell’apostolo Paolo (Gal 1).

     Cristo e il peccato: L’analogia fra il Messia che è stato fatto peccato e Satana, è allarmante, ma si basa sulla non conoscenza delle lingue della Bibbia. Il verso in questione è il seguente: «Colui, che non conobbe peccato, Egli l’ha reso peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui» (2 Cor 5,21). Il termine «peccato» in ebraico e nel testo greco della Settanta era il termine tecnico per «sacrificio per il peccato»; infatti nel Levitico ebraico il termine «sacrificio» non c’è. [Si veda al riguardo Nicola Martella, Levitico: Traduzione letterale (Punto°A°Croce, Roma 1998); qui il termine «sacrificio» è posto fra parentesi, quando non compare in ebraico. Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Sacrificio», Manuale teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 310s.] Come farebbe poi una persona a diventare «peccato»? Gesù divenne «sacrificio di peccato» o espiatorio (Rm 3,25; 1 Gv 2,2; 4,10). ● Tutta la presunta analogia fra il Messia e la natura di Satana sono solo costruzioni che non hanno niente a che fare col la Bibbia. Gesù disse: «Il principe di questo mondo… non ha nulla in me»(Gv 14,30).

     Che cos’è l’unzione?: Alcuni pensano all’«unzione» come a una specie di fluido. Questa è però una concezione magico-esoterica che si trova nell’esoterismo, nello sciamanesimo, nelle religioni orientali e nei fautori delle medicine alternative. [Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «Fluidi terapeutici», Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), pp. 197-200.] Nella Bibbia «l’unzione» è la consacrazione di uno degli organi dell’alleanza (sacerdote, re, profeta) al suo ministero, a cui era connesso un potenziamento mediante lo Spirito di Dio. L’idea che un fluido o un magnetismo possa emanare da oggetti è tipica dell’animismo e del pensiero magico. Nella Bibbia alla tomba è connessa l’idea dell’impurità e della contaminazione (era proibito addirittura toccare morti e tombe), che è il contrario dell’energia positiva. Il caso di Eliseo (2 Re 13,21) non si può prendere per formulare una dottrina e non stava nella volontà di questo profeta, ma fu un miracolo particolare di Dio per onorare il suo servo. Guai però a partire da fatti ed esperienze per statuire un principio!

     Dio e i ministri bugiardi: In 1 Re 13 è scritto che un «vecchio profeta» (v. 11) mentì riguardo alla parola ricevuta da un angelo di Dio (v. 18), contraria a quella che Egli aveva data all’«uomo di Dio» (vv. 1.9.16s). Poi il vecchio profeta ricevette la Parola di rimprovero e di giudizio per «l’’uomo di Dio» (v. 20ss). Così quest’ultimo fu sbranato da un leone per strada (v. 24). Ancora nel v. 27 si parla di lui come di un «ribelle alla Parola dell’Eterno». ● Questo era certamente un fatto oscuro della buia storia d’Israele di quel periodo di confusione religiosa ed etica. Bisogna guardarsi dal trarre qui una giustificazione o una dottrina! Mostra la disubbidienza dell’«uomo di Dio» e la scorrettezza del «vecchio profeta». Una buona regola ermeneutica afferma che bisogna partire sempre dai brani chiari ed evidenti e mai da quelli oscuri! Dio si è servito per i suoi scopi di un’asina (Nu 22), di uno spirito bugiardo (1 Re 22,21ss), di un profeta che mentì (1 Re 13), di re pagani, ecc. Ma ciò non è una scusante o una regola per coloro che vogliono essere servi di Dio! (cfr. Gcm 3,14; Col 3,9). ● Nel NT si parla dell’irreprensibilità dei servi di Dio e della necessità che i credenti dicano la verità. «Bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). «Tutto quel ch’è menzogna non ha a che fare con la verità» (1 Gv 2,21). «L’unzione sua… è verace e non è menzogna» (1 Gv 2,27). Nella bocca dei servi di Dio dell’Apocalisse «non è stata trovata menzogna: sono irreprensibili» (Ap 14,5).

 

 

Quarto {Alessandro Alise} ▲

 

Nota redazionale: Questo contributo rappresenta l’assemblaggio di due successivi messaggi dell’autore, che ho redatto rispettando il suo pensiero. Il primo messaggio era anonimo, il secondo firmato. {Nicola Martella}

 

Prendi come fonte solo la Parola di Dio e non negare l’evidenza nelle crociate di Benny Hinn: Dio opera miracoli, persone vanno alla salvezza e l’Evangelo è predicato; questo è l’importante.

   Chiedi a Dio sensibilità e ricevi il suo pensiero, non farti ragionamenti insignificanti.

   In ogni modo la mia sentenza è rivolta alla fonte della tua informazione che accusa in modo grave e diretto un servo di Dio il cui operato e il cui obiettivo e unicamente innalzare il nome di Gesù e, quando questo viene fatto, avvengono miracoli e persone vengono alla salvezza.

   Nella bibbia non è scritto il modo preciso in cui questo deve essere fatto ne il vestito che deve essere usato o meno; questi sono futili dettagli, l’importante è raggiungere lo scopo che Bibbia ci chiama a raggiungere.

   Voglio dire una cosa a te e chi per te sia: l’albero — come disse Gesù — lo si riconosce dal frutto; e a tutt’oggi il frutto visibile di Benny Hinn e del suo ministero sono doni dello Spirito Santo, guarigioni, e sopratutto salvezza.

 

 

Quinto {Antonio Morlino} ▲

 

Nota redazionale: L’autore risponde qui all’e-mail di Alessandro Alise, tenendo presente che, mentre lo faceva, è arrivata (su mia sollecitazione) un secondo messaggio dell'autore del contributo precedente. Ma la sua risposta coglie bene il tutto. {Nicola Martella}

 

Caro fratello, è proprio attingendo all’unica fonte della Parola di Dio, e non alle supposte «rivelazioni» extrabibliche, a cui si abbevera sistematicamente Benny Hinn, che metto in dubbio l’«evidenza» delle sue crociate, in cui mi sembra che non sia Dio a operare, ma lui stesso quale abile showman e manipolatore delle coscienze. A ciò si aggiunga che in tali campagne mi pare che siano offerte vane speranze di salvezza perché viene predicato «un altro vangelo», non quello autentico.

     È proprio perché ho chiesto a Dio sensibilità e luce che in questi anni ho approfondito il Suo pensiero, chiaramente già espresso nella Sua infallibile Parola, smascherando i vani ragionamenti di Hinn e dei suoi simili e demolendo «i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo» (2 Corinzi 10,4s).

 

 

Sesto {Gaetano Nunnari} ▲

 

Mi piacerebbe sapere da tutti questi ammiratori di Benny Hinn cosa pensano veramente delle parole di Gesù Cristo il Signore.

     Come credenti cristiani, ossia seguaci di Cristo, dobbiamo farci impressionare più dagli avvertimenti del nostro maestro, oppure dagli show di questi eloquenti personaggi che utilizzano il nome di Gesù, e di cui lo stesso Gesù ha detto di guardarcene?

     Siamo tutti d’accordo sull’affermare che andando avanti col tempo, ci avviciniamo sempre più alla fine dei tempi. Gesù ci ha avvisato (cfr. Marco 13,21-24; Matteo 24,4) che molti «falsi cristi» (= unti) e molti «falsi profeti» (N.B. molti, non pochi) sarebbero apparsi e avrebbero predicato nel suo nome (Mt 24,4), cioè nel nome di Gesù, e non nel nome di qualche altro personaggio, ma proprio nel nome di Gesù! Purtroppo però, molti credenti appena sentono nominare il nome di Gesù, come per incanto evitano accuratamente di mettere in discussione il personaggio, bollandolo direttamente come intoccabile «unto» di Dio. Ecco che allora, pur non ammettendolo, questi credenti fanno passare la Parola di Dio scritta in secondo piano perché si lasciano così facilmente impressionare dall’apparente successo di questi individui, eppure... Gesù, il nostro Maestro, ha affermato che molti in quel giorno gli avrebbero detto: «Abbiamo profetizzato nel tuo nome» (guarda un po’ nel nome di Gesù), «nel tuo nome abbiamo cacciato demoni» (sempre nel nome di Gesù) e «nel tuo nome abbiamo fatto molte opere potenti» (quindi anche impressionanti), eppure Gesù risponderà loro che non li ha mai conosciuti! (Mt 7,21).

     Ecco che dobbiamo sempre più vegliare per non cadere, vegliare con la sua Parola! Non a caso un salmo recita: «La tua parola è una lampada al mio piede, una luce sul mio cammino». Chi si basa sulla Parola di Dio, e la mette in pratica nella sua vita, è un uomo di Dio. Tutto questo dovrebbe portarci a riflettere. Cosa crediamo che nell’ambiente evangelico l’avversario cerchi di sedurre servendosi di idoli e statue che fanno miracoli? Oppure i presunti miracoli sono infallibili garanzie di veridicità? (cfr. Deuteronomio 18,22).

     Non credo che ci si può permettere di essere così ingenui e creduloni. Gli Evangeli e le epistole (particolarmente 2 Pietro e Giuda) non solo hanno predetto l’avvento di questi profanatori, ma hanno anche predetto le eresie che avrebbero predicato, e guarda caso Benny Hinn ha il privilegio di soddisfare tutti i requisiti.

     Adesso vorrei domandarvi: egli predica certo Gesù, ma quale Gesù? (2 Corinzi 11,4). Vegliamo affinché nessuno ci seduca!

 

 

Settimo {Stefano Ferrero} ▲

 

Caro Nicola, spero di non averti disturbato con la mole di materiale inviato.

   Mi permetto di concludere il tutto con una citazione che in un certo senso riassume in una riga tutto quanto ti ho sottoposto all’attenzione nelle scorse e-mail: «La storia è piena di innumerevoli santi che hanno propagato un infinità di eresie» (Watchman Nee, L’Uomo Spirituale [Ediz. EUN], pag. 351) L’autore nelle pagine precedenti e successive tratta molti temi edificanti che rischiarano molte questioni oggi dibattute.

 

 

Ottavo {Nicola Martella} ▲

 

Caro Stefano, mi viene da dire: «Bella consolazione!». Bisogna proprio arrampicarsi sugli specchi e scomodare questo predicatore orientale, che prendi come grande autorità! Che una cosa del genere la dica mister Watchman Nee, non mi consola di più. Questo maestro di «filosofia dottrinale» non brilla certo per particolare acume esegetico nei suoi scritti, avendo un approccio dogmatico alla Scrittura. Per tutto rispetto, non bisogna perciò necessariamente condividere tutto ciò che gli è passato per la mente. Se vivesse ancora e fosse qui, gli chiederei: «Mister Nee, potrebbe dirmi dov’è scritto ciò nella Bibbia?».

 

Caro Stefano, dopo l’ondata di messaggi che mi hai mandato, nell’ultima e-mail ti assicurai che io non ce l’ho indiscriminatamente con i carismatici, ma con coloro che mischiano la spiritualità gnostico-esoterica con le dottrine bibliche (come tu stesso hai citato delle esperienze di Toronto). Ti avevo scritto pure che ho un’allergia endemica contro «unti» e «apostoli» autonominati che, poi, hanno una teologia terra-terra, assunti dottrinali pieni di ingenuità e commisti a spiritualismo sciamanico o gnostico. Tu stesso ne hai nominati alcuni, di cui sei stato deluso, dopo aver partecipato alla loro conferenze.

   Ti scrissi precedentemente che in 1 Tm 3 e in Tt 1 Paolo raccomandò ai conduttori di essere irreprensibili e uomini radicati nella Parola. Come si fa a pretendere d’essere «unti» e «apostoli» (!) ed essere così ignoranti rispetto alla Parola!? Il conduttore dev’essere «atto a insegnare» (1 Tm 3,1; cfr. Tt 1,9).

   Nell’ultima e-mail ti dissi che io sono uno studioso e un esegeta e tutte le versettologie dottrinarie, tutte le sovrastrutture ideologiche e dogmatiche e tutte le teologie dell’esperienza soggettiva mi sono, per dir poco, sospette.

   Ciò che convince, trasforma e dà fondamento è, alla lunga, lo studio corretto della Parola di Dio e il suo insegnamento. Essa illumina e rende perfetti. Le esperienze particolari, i sensazionalismi e quant’altro non danno vera radice, durano per un po’ e non «vaccinano» poi contro la carne e contro il peccato.

 

Caro Stefano, ora ti ripeto, come già ti ho scritto, che il NT raccomanda ben altro rispetto alle parole di Watchman Nee: ogni conduttori o servitore deve essere «irreprensibile» (1 Tm 3,2.10; 6,14; Tt 1,6s; 2,8), «attaccato alla fedele Parola» (Tt 1,9) — «parola della verità» che l’operaio del Signore, per non essere confuso, deve tagliare rettamente (2 Tm 2,15) — e «capace d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contraddittori» (Tt 1,9)! Non sarà un predicatore orientale a farmi cambiare idea in merito! Né lo sarai tu che citi lui per scusare gli «operai confusi», di cui Paolo parla a Tito, dandogli l’antidoto.

   Dio fece scrivere all’apostolo Giovanni: «Quanto ai codardi, agli increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda» (Ap 21,8). E il Signore Gesù disse nella sua ultima parola registrata nella Bibbia: «Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna» (Ap 22,15). Quando un «operaio» del Signore «ama e pratica la menzogna», si squalifica e dev’essere squalificato. Tu però a tutti i costi cerchi di giustificare persone del genere! Altrimenti perché insisti così tanto con me e sul sito che tu gestisci con altri?

   Paolo raccomandò a Timoteo: «Non ricevere accusa contro un anziano, se non sulla deposizione di due o tre testimoni. Quelli che peccano, riprendili in presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore» (1 Tm 5,19). Di testimoni oculari delle menzogne proferite da certi «unti» c’è ne sono a bizzeffe e ci sono riprese video eloquenti! Dopo aver letto quanto tu mi hai mandato, mi sembra che tu sia così sotto il «fascino» di tali personaggi, da non avere più il senso della realtà riguardo al bene e al male e a ciò che la Scrittura ci comanda) («riprendili in presenza di tutti»).

   Essere «santi» e «propagatori di eresie» (quindi bugiardi)? Che idea malsana! Preferisco pensare al «gran nuvolo di testimoni» che ci circondano e «correre con perseveranza all’arringo che ci sta dinanzi, guardando a Gesù, iniziatore e compitore della fede» (Eb 12,1s).

   Qui penso che possiamo dire concluso quest'argomento. Volentieri dialogherò con te su altri temi.

 

 

Nono {Ferrero - Martella} ▲

 

    ■ Aspetti introduttivi: Ho ricevuto l’ennesima e-mail di Stefano sul tema dei carismatici dal titolo «Guarigioni sempre criticabili?». Qui di seguito metto a confronto le sue parole con le mie risposte, sperando che in tal modo — vista ormai la ciclicità degli argomenti — siamo giunti a un punto finale della questione e di non doverci tornare più sopra. {Nicola Martella}

 

     ■ Stefano afferma: Da un fratello ho avuto modo di vedere brevemente il tuo libro sulla guarigione, nel volume 1 a pag. 104 dici pressappoco (non ricordo bene le parole): Ogni tipo di guarigione è sempre criticabile, anche se questo significa agli occhi di alcuni mancare di amore fraterno o «peccare contro lo Spirito Santo».

     ■ Io rispondo: Questo è pressapochismo! Vatti a rileggere il tale punto, perché non dice proprio quanto tu mi affibbi. Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie, Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003). L’articolo s’intitola: «Commistione fra guarigione ecclesiale e paranormale», pp. 92-104. I due volumi trattano delle cosiddette «medicine alternative». Nel libro «Entrare nella breccia» (1996) nell'articolo «Il discernimento degli spiriti I: I criteri generali» due titoli a pp. 47s ti dovrebbero far pensare: «I miracoli possono avvenire» e «Non tutti i miracoli "cristiani" sono di Cristo»

 

     ■ Stefano afferma: Quindi anche le guarigioni fatte da Gesù e dagli apostoli dovrebbero essere criticate?

     ■ Io rispondo: Che ha questo a che fare col tema dell’articolo «Commistioni fra guarigione ecclesiale e paranormale»? Non c'entra nulla. Se ragioni così, allora è inutile continuare a discutere. Non è questo il tema qui in discussione.

 

     ■ Stefano afferma: Se oggi ci fosse qualcuno che guarisse le persone come faceva Gesù in incontri pubblici con liberazioni da demoni fatte in pubblico tu lo riterresti un servo del Signore oppure (nei tuoi scritti ricorrente in modo ossessivo) un medium spiritualistico (termine che attribuisce di fatto a tutti i pastori pentecostali che hanno il dono delle guarigioni) neognostico che adempie Mt 24,24?

     ■ Io rispondo: Dove l’hai cavato questo? Vedi, stai sempre a insinuare. Se attribuisci il male al tuo interlocutore, come farà egli ad ascoltarti ancora? Facendo tutt’erba un fascio, non si discerne la verità. Mi preoccupi. Se tu avessi letto il mio libro «Entrare nella breccia», capiresti meglio come stanno le cose, quale sia la mia esperienza fattiva in tali campi e quale siano le mie convinzioni su guarigioni e liberazioni, ma tu sembra che giudichi a scatola chiusa... sono preoccupato per te. Gcm 5 parla della normale prassi di cura pastorale dei conduttori nelle loro chiese e io la sostengo come prassi biblica per ristabilire chi è infermo. Le fonti di segni, sogni, guarigioni, predizioni e quant’altro sono tre:

        ● Il Dio vivente e sovrano (vedi «Guarigione e Bibbia» in Nicola Martella, Dizionario delle medicine alternative, Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003), pp. 213-217 e articoli paralleli);

        ● Il diavolo (vedi «Guarigioni trascendentali» 1-3 in Dizionario delle medicine alternative, pp. 218-228 e articoli paralleli);

        ● La mente umana (vedi «guarigioni spontanee» in Dizionario delle medicine alternative, pp. 217s e articoli paralleli).

 

     ■ Stefano afferma: Come mai i veri guru spiritualistici, vedi ad esempio Sai Baba non portano mai nessuno alla certezza della salvezza in Cristo e invece questi «falsi unti» hanno al loto attivo migliaia di persone in tutto il mondo che affermano di avere ricevuto la certezza della salvezza in Cristo durante le loro riunioni?

     ■ Io rispondo: Vedi di nuovo, porti una falsa argomentazione, per non affrontare il vero problema. Ti faccio notare che da sempre gli ideologi non sono mai capaci di discernere il bene dal male e di ricercare la verità, poiché si ossessionano contro «avversari» che si costruiscono. Quindi, per non assomigliare a loro, non estremizzare le questioni, ma attieniti al merito, prendendo distanza dall'oggetto in esame, come farebbe un buon studioso. Quello che fa Sai Baba è una cosa, quello che fanno i cristiani è un’altra. Provare gli spiriti (1 Gv 4,1) non è però un optional, ma un comando biblico. Di falsi apostoli e falsi profeti la Bibbia non ne parla solo per quelli di fuori (pagani), ma anche di quelli che agiscono all’interno!

        ●«Questo a motivo dei falsi fratelli, introdottisi di soppiatto, i quali s’erano insinuati fra noi per spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, col fine di ridurci in servitù» (Gal 2,4).

        ● «Ma sorsero anche falsi profeti fra il popolo, come ci saranno anche fra voi falsi dottori che introdurranno di soppiatto eresie di perdizione...» (2 Pt 2,1).

 

     ■ Stefano afferma: Prima di vedere medium dove si predica la salvezza non è semplicemente pensabile che un credente possa avere dei doni da Dio e usarli male?

     ■ Io rispondo: Chi usa male i carismi di Dio, si squalifica, fa bancarotta, e non deve continuare a essere un leader nell’opera di Dio. Lo Spirito di Dio non si fa beffare. L’uomo di Dio dev’essere «irreprensibile» in ogni cosa (1 Tm 3,2; 6,14; Tt 1,6s; Tt 2,8). Qualunque servitore del Signore, prima di svolgere il suo ministero, dev’essere messo alla prova, per poi assumere l’incarico se è irreprensibile (1 Tm 3,10; cfr. Ap 2,2).

     Inoltre, c’è un grande avvertimento che il Signore Gesù ha dato, e cioè che ci possono essere persone all’interno del cristianesimo che fanno segni, miracoli, profezie e quant’altro nel suo nome, ma che non appartengono a Lui, sebbene siano convinte di esserlo: «Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti?”. E allora dichiarerò loro: “Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità» (Mt 7,22s). Tutto ciò non è quindi di per sé garanzia di genuinità e di salvezza. Non dovrebbe questo far pensare?

 

     ■ Stefano afferma: Ci va in fondo piuttosto poco (chiunque saprebbe farlo!) o a dire (non in questi termini, ma con lunghi giri di parole) che qualunque cristiano non segua la dottrina biblica e la prassi ecclesiale delle riunioni della chiesa dei fratelli è un «falso - unto - medium - neognostico».

     ■ Io rispondo: Ritorni sempre sullo stesso tasto della «chiesa dei fratelli (e delle sorelle)». A me personalmente preme più la corretta esegesi della Parola che quello che afferma una denominazione, qualunque essa sia. La «chiesa dei fratelli» è, come qualunque altra chiesa, solo una «famiglia spirituale» all’interno del vasto corpo di Cristo, è solo uno strumento di servizio tra altri, non la «vera e unica chiesa» né un oggetto di fede.

 

     ■ Aspetti conclusivi: Bisogna essere sereni nel trattare queste cose. Chi vuol essere uno «studioso della Bibbia», deve usare metodi corretti e trasparenti; ciò vale certamente per chiunque. Chi attribuisce qualcosa di non vero a chi si ritiene un «avversario», fa in genere una mossa politica, questo è ciò che in genere avviene nel «mondo». Per chiunque voglia essere un «servo di Dio», non è certo una cosa onorevole. Egli deve argomentare correttamente, riproducendo il reale pensiero dell'altro, a cui egli riporta obiezioni. Io cerco di non basarmi mai sulle chiacchiere e sul «si dice», ma su prove documentarie, ossia cito dalle opere di chi afferma qualcosa, rispettando il pensiero di costui, anche quando non lo condivido; i miei libri sono pieni di bibliografia. Una cosa può essere ciò che si attribuisce a qualcuno, altra cosa è ciò che ha veramente scritto; le semplificazioni e le attribuzioni indebite possono diventare maldicenza, se non addirittura calunnie. Mischiare le carte a proprio piacimento, non fa onore a tale persona. Quando una persona si accanisce verso qualcuno, si può nutrire qualche sospetto, quando non riporta correttamente l'altrui pensiero. Spesso si mette costui in un cassetto preconfezionato della propria mente o, come si dice, si fa di tutta l'erba un fascio. Ma ciò rivela solo una grande pigrizia mentale di capire veramente il pensiero dell'altro e di dialogare correttamente con lui. Quindi qui metto un punto fine a questa discussione. Di là dalle cose dette per argomentare, esprimo la stima per Stefano e l'augurio di un eventuale confronto su questioni meno spinose.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-BHinn_controversia_UnV.htm

Aggiornamento: 06-04-2007

 

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