L’autore risponde qui di seguito alla domanda di un lettore (Mario) che ha chiesto quali siano le differenze tra
l’UCEBI e il Proto-Battismo. Per «Proto-Battismo» (o Vetero-Battismo) s’intende
qui il Battismo delle origini. Si tratta di una serie di tre articoli. La
domanda dell'attuale parte è la seguente: Per l’UCEBI la Bibbia è la Parola
ispirata di Dio a prescindere, la contiene soltanto qui e là oppure ciò che «sta
scritto» diventa Parola di Dio soltanto quando qualcuno la legge? L'attuale
versione, strutturata e redatta da noi in modo confacente allo stile di un
articolo, si basa su uno scritto che aveva, in origine, lo stile di una lettera
personale. {Nicola Martella} |
Cercherò di
sintetizzare la mia risposta, evidenziando quelli che sono le differenze
salienti tra l’UCEBI, che di battista ha specialmente il nome, e il
Proto-Battismo.
Le affinità sono molto importanti, come la difesa della libertà di coscienza.
Faccio comunque notare che nelle loro chiese essa non è permessa, quando
s’attacca la loro teologia; tuttavia s’ammette una libertà di coscienza
extraecclesiale, sul terreno della laicità dello Stato, dove a tutti deve essere
garantita la libertà religiosa. L’altra assioma, che è affine ai primi battisti
è questo: «Libera chiesa in libero stato». Eccetto questi due elementi presenti
in ambedue le compagini, vi sono elementi teologici estremamente importanti, le
cui affermazioni o negazioni determinano conseguenze rilevanti per il successo o
il fallimento.
Andiamo per ordine e parliamo dapprima della teologia dell’ispirazione della
Bibbia.
1. IL PROTO-BATTISMO: I primi battisti, come Smyth e
Helwys, sostenevano la totale ispirazione della Bibbia. Smyth afferma: «Gli
uomini ispirati dallo Spirito Santo sono i Santi Profeti e gli Apostoli che
scrissero le Sante Scritture per ispirazione (2 Pietro 1,21; 2 Tim 3,16-17; Rm
1,2). Le Sacre Scritture, scritte in ebraico e greco, sono date per Divina
Ispirazione e nella loro prima donazione sono senza errore e quindi canoniche…
Le Scritture sono fonti di tutta la verità (cfr. Gv 17,17 con 2 Tim 3,16-17).
Esse sono il fondamento della nostra fede (cfr. Ef 2,20 con Gv 5,39 e 17,3). Da
esse saranno giudicati tutte le dottrine e ogni spirito (cfr. Col 4,16 con Luca
24,27, 1 Cor 14,27 e 12,10; cfr. anche 2 Pietro 3,16)».
[Smyth, «The Differences of the Churches of the separation»,
in W.T. Whitley, The Works of John Smyth (Cambridge University press,
1915), vol. 1, pp. 279, 281s.]
2. L’UCEBI: La confessione dell’UCEBI sull’ispirazione
recita nel seguente modo: «La Bibbia è la sola testimonianza autentica e
normativa dell’opera di Dio per mezzo di Gesù Cristo. In quanto lo Spirito Santo
la rende Parola di Dio, essa va studiata, onorata e obbedita» (Art. 3).
[Domenico Tomasetto, La Confessione di fede dei battisti italiani
(Claudiana, Torino 2002), p. 10.]
3. ALCUNE CONSIDERAZIONI: Per chi legge il commento di
Domenico Tomasetto, vedrà che a p. 42 viene esplicitato quell’assioma dogmatico
di stampo barthiano che gli Ucebini sostengono (le chiese brasiliane, aderenti
all’UCEBI, essendo conservatrici, disconoscono quest’assioma, pur rimanendo
impigliati nelle maglie d’un discorso teologicamente ambiguo della leadership
ucebina). Per Tomasetto la Scrittura è il prodotto di tradizioni elaborate e
rielaborate all’interno d’Israele prima (Antico Testamento) e della Chiesa
Primitiva poi (Nuovo Testamento); poiché tali tradizioni sarebbero state
riconosciute come canoniche, si sarebbero poste come misura per tutte le altre
tradizioni e per ogni altra parola che veniva successivamente detta nella
Chiesa. Continuando, egli afferma che «anche le nostre tradizioni, cioè quelle
linee teologiche elaborate all’interno della Riforma, devono passare al vaglio
della Scrittura e valutate su d’essa». Essa è la norma normans, cioè la
misura per ogni parola nella chiesa. Aggiunge, inoltre, che la Bibbia è la sola
testimonianza autentica e normativa della rivelazione di Dio per mezzo di Gesù
Cristo; cioè la rivelazione di Dio è testimoniata in forma normativa
esclusivamente nella Scrittura.
Tutto questo discorso ermeneutico della Rivelazione può anche indurci a pensare
che, tutto sommato, tale affermazione sulla Scrittura, sebbene espressa con
formule filosofico-teologiche, può forse soddisfare qualche anima evangelica più
indulgente (facciamo notare che né qui né in tutti i 19 articoli della
confessione di fede battista dell’UCEBI è riportata neppure una referenza
biblica). Tuttavia ogni credente biblico sincero inorridirà, quando leggerà il
commento finale dell’Art. 3: «L’Art. 3 ci dice anche, indirettamente, che la
Bibbia non è la Parola di Dio, né la contiene. Ci dice, invero, che la Bibbia
diventa Parola di Dio quando lo Spirito Santo la rende tale. Non è un fatto
meccanico, ma è un’esperienza spirituale che si rinnova ogni volta. Non dipende
da noi, ma dipende dalla presenza dello Spirito Santo... La Bibbia s’impone per
autorità propria al lettore e gli si propone come normativa: questo è appunto
l’opera dello Spirito Santo...».
►
Differenze tra Proto-Battismo e UCEBI 2: Soteriologia ed etica {P. Brancè} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-UCEBI1_ispirazione-BB_UnV.htm
17-10-2009; Aggiornamento: 13-03-2010 |