Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

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PENTECOSTALI E CARISMATICISTI:

DISTINGUI NECESSARI

 

 di Nicola Martella

 

 

Non è mia intenzione entrare in una discussione fra fratelli all’interno di una realtà ecclesiale locale, né prendere partito per qualcuno. D’altro canto, è stata richiesta la mia opinione da un lettore e uno dei servizi offerto dal sito «Fede controcorrente» è di rispondere ai quesiti posti. Confido nella maturità dei fratelli che quanto qui detto non verrà usato in modo strumentale per questioni e situazioni che non conosco. Le mie riflessioni vogliono rappresentare solo un approfondimento biblico, su cui riflettere.

 

 

La questione della lettrice  

 

Non condivido diverse cose [del sito] che vengono spacciate per dati di fatto, mentre manca un’approfondita ricerca SUL CAMPO. Mi riferisco in particolare alle chiese pentecostali e ai doni dello Spirito. {Elisabetta (tillilh); 23-10-2007}

 

 

La risposta ▲

 

Le asserzioni della lettrice

     Per un profilo di Elisabetta (tillilh, Lizzie e variazioni) si veda la sua presentazione e la sua testimonianza (prima di arrivare alla conversione a Cristo, passò per lo gnosticismo alla New Age, per la spiritualità orientale panteistica e per esperienze fuori del corpo). Ciò è stato per me molto illuminante per comprendere la sua particolare concezione della fede.

     Da quanto lei scrive, devo presumere che ella non sappia alcune differenze elementari, come quella fra pentecostali e carismaticisti (chiamati pure impropriamente neo-pentecostali); contro i «pentecostali» non ho scritto un sola virgola, anche perché il loro spettro è molto ampio. Elisabetta dovrebbe sapere che ci sono tanti pentecostali che non sono carismaticisti e che prendono le distanze da Paul Yonggi Cho e Benny Hinn, per fare i nomi di due personaggi conosciuti. Al contrario, i carismaticisti hanno un atteggiamento ambivalente verso i pentecostali classici: 1) Da una parte, questi «super-apostoli» carismaticisti sentono il disprezzo interiore per i pentecostali, non considerandoli «veri» carismatici e perché molti dei pentecostali sono così attaccati ancora alla Parola come base di vita, di fede e di discernimento; 2) Dall'altra, questi «super-apostoli» carismaticisti considerano i pentecostali classici come campo d'occupazione a loro più congeniale, trovando fra i pentecostali alcuni «compagni di via» da usare come «canale» per espugnare il bastione e imporre la loro dittatura carismaticista.

     Quanto ai «doni dello Spirito» bisogna distinguere fra quelli genuinamente biblici e quelli che hanno un’origine gnostica-esoterica e sono usati dagli «unti» carismaticisti. Questi ultimi spacciano facoltà attinte dal mondo spiritualista esoterico (p.es. divinazione, mesmerismo) per «doni dello Spirito». La Parola ci esorta però a provare gli spiriti per vedere se sono da Dio (1 Gv 4,1).

     Quanto a «un’approfondita ricerca SUL CAMPO», rimando a «Carismosofia», che non è stato scritto da uno sprovveduto né si rifà alle fonti di sprovveduti. In esso Elisabetta potrà leggere che ci sono state «tre ondate dello Spirito» e mentre i pentecostali classici appartengono alla «prima ondata», i carismaticisti appartengono alla «terza ondata». Non sono sicuro che Elisabetta queste cose le sappia da come scrive.

     Perciò, tutti i credenti sono «carismatici», ossia detentori di carismi (= gr. «azioni della grazia»), ma non tutti i credenti (pentecostali e non) sono «carismaticisti», ossia spiritualisti gnostico-esoterici che rivestono le loro dottrine con elementi biblici. Quindi, non essere carismaticista, non significa non essere carismatico!

 

Rispetto per i «Bereani» pentecostali

     Io ho personalmente un grande rispetto per i cristiani pentecostali che fanno, ad esempio, le seguenti cose.

     ■ Non credono a ogni spirito, ma provano gli spiriti (non solo quelli trascendentali) per sapere se vengono da Dio (1 Gv 4,1).

     ■ Credono che la dottrina principale del NT sia Gesù quale Cristo (la sua persona, la sua opera sulla croce e la sua funzione attuale e futura) e che tutto il resto sia contorno.

     ■ Che non permettono che si parli in lingue in gruppo e ad alta voce, ma che lo si faccia uno alla volta, «due o tre al più», se c'è chi possa veramente interpretare (1 Cor 14,27). Così impediranno che qualche esoterista bestemmi il nome di Dio e nessuno se ne accorga. Che questo sia già accaduto, si evince dalle testimonianze di ex-occultisti convertiti a Cristo.

     ■ Che non danno credito a ogni «profeta» che si dichiari tale, che non credano che profetare significhi «predire» (significa invece proclamare) e che non credano che nella chiesa esistano particolari «profeti di Dio» (espressione mai ricorrente nel NT). Essi hanno la mia simpatia, quando mettono in pratica le norme apostoliche, secondo cui: 1)   «Tutti, uno a uno, potete profetare», ossia esporre la Parola in modo estemporaneo, «affinché tutti imparino e tutti siano consolati» (1 Cor 14,31); 2) «Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino» (v. 29), poiché gli «spiriti dei profeti» (ossia coloro che parlano) «sono sottoposti ai profeti» (ossia coloro che giudicano; v. 32).

     ■ Che non vanno dietro a particolari «unti» o «superapostoli» né si fanno dominare da loro (cfr. 2 Cor 11,4), ma sono sottomessi in tutto e per tutto alla Paola di Dio. E in caso di necessità, non si rivolgono a speciali «unti», ma chiamano i conduttori delle loro chiese (Gcm 5,14).

     ■ Che non permettono che particolari «unti» o «superapostoli» prendano il predominio nelle loro chiese, ma sanno discernere i veri servitori del Signore (quelli sottomessi in tutto alla Parola di Dio) da quelli che sono «dei falsi apostoli, degli operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo» (2 Cor 11,13).

     ■ Che non permettono che dottrine e pratiche estranee alla sacra Scrittura, ma suggerite da particolari «unti» o «superapostoli», vengano introdotte e praticate nella propria chiesa locale.

     ■ Che non usano la Parola di Dio come «pretesto» per pascere la chiesa con le proprie idee spiritualiste e le proprie opinioni religiose, ma che tagliano «rettamente la parola della verità» (2 Tm 2,15), ossia l'espongono in modo esegetico, rispettando il testo nel contesto, quindi l'intenzione reale dell'autore.

     ■ Eccetera.

 

Pentecostali e carismaticisti: è necessario distinguerli? {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Pentec_carismatici_Car.htm

27-10-2007; Aggiornamento: 08-09-2009

 

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