Fernando De Angelis comincia il suo interessante articolo «Bibbia
e telegiornali» come segue: «Come verrebbe oggi
riportato l’episodio nel quale Elia
taglia la gola a 450 profeti di Baal? (1 Re 18,19.40). E che si direbbe
dell’ordine di Dio di cancellare totalmente l’intero popolo di Amalek?
(Dt 25,19). Conosco teologi preparatissimi e che si dichiarano "biblici",
ciononostante cercano d’accreditare come «pacifista» anche l’Antico Testamento,
arrampicandosi sugli specchi quando si trovano davanti a episodi come quello
delle mura di Gerico, crollate con la sola preghiera e i cui abitanti
furono tutti uccisi per l’ordine dato da Dio a Giosuè (Gs 6). Non a caso i
predicatori stanno alla larga dal libro di Giosuè, che pure fa parte della
Bibbia, e quelli che ci prendono spunto lo fanno in genere per esortare alla
"conquista spirituale"; non sto certo a biasimarli, perché ormai le chiese
sono per lo più affollate da persone che ragionano secondo gli schemi dei
telegiornali e, se ci si discosta troppo, restano scandalizzate». Poi a un certo punto afferma: «I telegiornali partono
dal presupposto che siamo tutti innocenti (a parte i pedofili, gli
assassini e pochi altri), mentre la Bibbia considera che più o meno,
direttamente o indirettamente, siamo tutti colpevoli». È un articolo che
susciterà reazioni ambivalenti. Consiglio prima di leggerlo interamente e
poi di intervenire con proprie riflessioni in questo tema di discussione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Filippo Privitera}▲ Ti
ringrazio per questa segnalazione. Ho appena letto per intero il testo
dell’articolo del De Angelis... Una cosa appare subito evidente:
l’autore dell’articolo ha una certa conoscenza delle Scritture, e pare
si preoccupi particolarmente, tra le righe, di mostrare la propria
cultura biblica!
Mi piacerebbe porre al De Angelis una domanda semplice, banale e forse
irriverente: «Al di là d’ogni discorso persuasivo, chi è Dio per Te?».
Mi ritornano forti, alla mente e al cuore, le parole di Balaam in Nu
23,19 e seguenti.
Credo, fratello Nicola, che oggi ancor più del passato, siano valide le
raccomandazioni di Paolo in 2 Tm 4,1-5. Il Signore ti benedica.
{06-01-2008}
2.
{Nicola Martella} ▲ Caro Filippo,
shalom. Grazie delle tue riflessioni. Ti faccio sapere che l’autore
dell’articolo è un caro fratello esperto specialmente in cultura biblica
e creazionismo / evoluzionismo. Sul sito «Fede controcorrente» troverai
sia «Proiezioni
Culturali» con tanti suoi articoli, sia un «Dizionario
sull'evoluzione». Forse dovresti rileggere l'articolo
e vederlo specialmente nell'ottica del suo discorso portato avanti da
lui nella rubrica «Cultura
biblica». Penso che egli stesso non mancherà di
risponderti anche personalmente.
3.
{Davide Crudo}▲ Ho riletto
tutto l’articolo di De Angelis e credo che abbia in parte ragione: molti
cristiani dovrebbero «spiegare» meglio la Parola di Dio, spesso lo fanno
ma nel modo sbagliato. Il Dio dell’AT non era un Dio più cattivo e
crudele che poi si è convertito nel NT, per poi tornare a essere
spietato nell’Apocalisse perché ha finito la pazienza.
Bisogna entrare nel contesto del discorso: se non si conosco bene i
fatti non si può analizzare nel modo corretto una situazione. Ai tempi
d’Elia, la regina Iezebel, faceva uccidere tutti i profeti di Dio. Se i
profeti di Baal si fossero pentiti, Dio li avrebbe perdonati come fece
con Davide 300 anni prima; Dio però conosce i cuori delle persone. Gli
stessi Amalekiti erano un popolo che faceva tutto ciò che era malvagio
agli occhi di Dio; se si fossero pentiti il Signore li avrebbe
perdonati. Dio conosce i cuori.
Dio perdona il peccatore che si ravvede; Gesù è l’essenza di Dio che
diviene uomo per insegnarci che Lui ci vuole perdonare. Un uomo che non
aveva mai peccato [Adamo, N.d.R.], è stato sconfitto dal peccato facendo
sì che esso entrasse nel mondo e contaminasse tutta la razza umana;
c’era bisogno d’un altro uomo in carne e ossa che ha conosciuto le
tentazioni carnali, ma che ha sconfitto il peccato, non lasciandosi mai
dominare da esso, per ricondurre l’uomo al suo Creatore. Il primo passo
per il ravvedimento spetta all’uomo, Dio fa il resto. {07-01-2008}
4.
{Nicoletta Vitale}▲
Riguardo a quest’articolo, devo dire che da quando parlo di Dio e cerco
d’evangelizzare, mi sono scontrata con molte persone che non riescono ad
accettare Dio nella loro vita, proprio perché non credono che Dio possa
essere un Dio che giudica e fa morire le persone, ecc. ecc.
I mass media e soprattutto la religione cattolica mostra un Dio d’amore
e misericordioso (sicuramente lo è, ma non è solo questo), ma non ha mai
usato la franchezza nel dire la verità, forse per paura di perdere i
credenti. E cioè che Dio, oltre a essere amore, è anche un Dio giusto
che pratica la sua giustizia e che non siamo tutti suoi figli, se
crediamo di poter fare tutto ciò che vogliamo, disinteressandocene di
Lui... e poi credere che Dio li salverà perché in fondo loro non hanno
fatto nulla di male e Dio è un Dio amorevole...
Insomma credo che più che un Dio d’amore si siano fatti un’immagine d’un
Dio un po’ «manipolabile»... un Dio in base alle proprie voglie e alla
propria convenienza!! {07-01-2008}
5.
{Guerino De Masi}▲
Fernando De Angelis ha pienamente ragione! E qui è bene il caso di
dirlo, il suo testo è «controcorrente» anche negli ambienti evangelici.
Non dovunque... ma in larga misura, mi pare, viene privilegiato il
numero dei neofiti a scapito forse dell’annuncio di «tutto» il Vangelo.
Il profumo di salvezza per coloro che credono in Gesù, non sempre è
evidenziato come «odore» di morte per coloro che lo rifiutano.
Eppure Gv 3,16 così giustamente sempre predicato per chiamare a
ravvedimento, comporta per chi non crede (nel Figlio Unigenito dato da
Dio che ha tanto amato il mondo), un messaggio di perdizione!
Bisogna forse che si parli di più, o meglio, di questa perdizione, che è
cosa certamente terribile, impopolare, ma pur sempre parte dell’annuncio
evangelico al ravvedimento e alla conversione.
Ricordo anni fa, in occasione d’una predicazione nel nord Italia, che mi
si chiedeva di non essere molto aggressivo perché v’erano presenti dei
cattolici, i quali ne risentirebbero se il messaggio denunciasse troppo
esplicitamente e fortemente la necessità d’uscire dalla loro forma
idolatra-religiosa.
Io che stavo lottando con le scuole per miei figli, ai quali gli si
voleva imporre l’ora alternativa fatta di niente in opzione all’ora di
religione cattolica romana, in quegli anni, non ero certo a corto
d’argomenti per invitare alla sorgente pura della Parola piuttosto che
alla tradizione che annulla la Parola di Dio.
Quanto a considerare un po’ tutti innocenti, non sono solo i media... ma
il pensiero galoppante della psicologia che ti toglie la colpa
addossandola agli altri, quando la Parola ci evidenzia invece tutta la
nostra colpevolezza riversandola sul Signore Gesù al Calvario. Questa sì
che è liberazione... non come il mondo la dà!
Credo che da qualche parte, in questo sito, ho letto che volersi
difendere dagli errori si rischia di farne altri altrettanto
sconsiderati (lì è detto un pochino meglio... e più da «letterato», ma
credo d’averne colto il succo, o no?).
È così, quando si predica l’amore di Dio e l’amore di Dio soltanto,
tralasciando la sua giustizia, la sua sovranità e santità, s’adultera,
se non lo si storpia, il messaggio del Vangelo che richiede completezza.
In ogni modo, lo Spirito Santo agisce ugualmente «scrivendo dritto anche
sulle nostre righe storte» (qui la citazione ci stava).
Che queste riflessioni ci portino più a vigilare sul nostro messaggio
che comunichiamo, che alle devianze di «alcuni», i quali hanno da
rendere conto al loro Padrone e a Lui soltanto. Non siamo forse solo
servi? {07-01-2008}
6.
{Sergio Graffeo}▲
Carissimi fratelli, sono Sergio Graffeo e sono membro d’una piccola
comunità a Palermo, ho fatto il mio incontro con il Signore negli anni
Settanta quando avevo 19 anni e Dio ha permesso che facessi tante
esperienze in questi anni. Ho letto con interesse l’articolo di questo
fratello De Angelis e i commenti e credo che tutti voi facciate un
errore di fondo perché considerate la società odierna come qualche cosa
che può comprendere le cose di Dio.
Ma noi sappiamo che l’uomo naturale non ha un concetto chiaro di cosa
vuole dire incontrare Dio, ha sentito dire, ma non ha conosciuto Dio
(come dice il papa nella sua ultima enciclica). Ecco che allora il
Signore affida a noi questo compito di fare conoscere Dio e Gesù (noi
che lo abbiamo conosciuto, se lo abbiamo conosciuto) in una maniera che
le persone possano farsi delle domande, comprendere, avere il desiderio
di leggere
la Bibbia.
Ma vi domando, forse le persone si convertiranno se presentiamo loro il
Dio vendicativo e feroce del V.T. (anche se dobbiamo stare molto attenti
nel comprenderlo perché ricordiamoci che stiamo parlando d’episodi
avvenuti migliaia d’anni fa e di cui non possiamo comprendere appieno il
significato se non nelle sue linee generali) o se vedranno in noi delle
persone aperte, rispettose, che non si sentono migliori di loro, piene
d’amore nei loro riguardi (perché Dio ci ha amati per primo), che gli
parlano d’un Dio che si prende cura di loro, vivente, che ha mandato il
suo Figliolo a morire per i nostri peccati, insomma d’un Dio che mai
hanno conosciuto ma che possono conoscere? Veramente ancora vi
meravigliate di quello che succede, altro che telegiornali!!!
Certo anche io so che Dio è giusto e che alla fine ci sarà il giudizio,
ma già da ora l’uomo naturale vive nell’inferno della sua separazione da
Dio, ecco che allora basta sentire i telegiornali, ma meglio ancora
leggere le lettere di Paolo, che sembrano scritte oggi.
Io posso dire che ho accetto Gesù perché altre persone mi hanno parlato
del suo amore per me, e perché ho visto che veramente mettevano in
pratica quello che dicevano.
Io credo che se veramente vogliamo essere ortodossi preoccupiamoci di
quello che avviene all’interno della chiesa dove la falsa dottrina della
prosperità (per non parlare delle guarigioni a tutti i costi) sta
dilagando e sta creando false aspettative nella vita delle persone, e un
cancro irrefrenabile che genera confusione e frustrazione in tante
persone sincere e ingenue. Concludo, sperando d’avere fatto comprendere
il mio pensiero. {09-01-2008}
7..
{Nicola Martella}▲ Dapprima una
nota di fair-play. Eviterei espressioni tipo «...credo che
tutti voi facciate un errore di fondo perché…», e direi
invece qualcosa come: «Sono convinto che…», aggiungendo poi il proprio
pensiero. Infatti una tale espressione (tutti voi) fa apparire
arrogante chi la formula e impedisce il dialogo oppure, al contrario,
suscita le reazioni intellettuali o viscerali di altri.
Faccio anche notare che, quantunque compaia nelle nostre traduzioni, nel
testo greco del NT non esiste un «uomo naturale», ma «l’uomo
psichico», ossia che si basa sulle possibilità della sua sola mente e
non sulla rivelazione dello Spirito di Dio mediante la sua Parola, come
fa invece «l’uomo pneumatico», ossia l’uomo diretto dallo Spirito (1 Cor
2,14ss).
Ricordiamoci comunque che l’uomo è stato creato a immagine e
somiglianza di Dio (Gn 1,27; 5,1s) e rimane tale anche oggi (Sal 8; Gcm
3,9). Dove non rifiuta il Dio vivente a priori, non lo sostituisce con
idoli e non si indurisce verso di Lui, lo Spirito del Signore può
rivelargli la verità (Gv 16,8ss) ed egli può capirla. Altrimenti non si
convertirebbe più nessuno. Paolo disse ai Corinzi: «Siete voi la
nostra lettera, scritta nei nostri cuori,
conosciuta e letta da tutti gli uomini»
(2 Cor 3,2). «Dio, nostro Salvatore,… vuole che
tutti gli uomini siano salvati e
vengano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,3s). Il Dio vivente
rimane «il Salvatore di tutti
gli uomini, principalmente dei credenti» (1 Tm 4,10). «La
grazia di Dio [è] salutare
per tutti gli uomini» (Tt
2,11). Paolo non si tirò indietro a parlare non solo ai Giudei, ma anche
ai Gentili, come avvenne ad Atene (At 17,22ss).
La questione della teodicea, ossia la giustificazione di Dio, è
trattata specialmente nel libro di Giobbe. Gli amici di Giobbe
presentarono un’immagine giustificatoria di Dio, ma alla fine Dio diede
ragione a Giobbe e biasimò tali uomini [cfr. «Giobbe»,
Radici 1-2, pp. 79-87]. Quando parliamo di Dio agli altri, dobbiamo farlo per
antinomie: amorevole – giusto, misericordioso – santo, eccetera (Es
34,6s; Nu 14,18). Così eviteremo di farne e trasmetterne un’immagine di
parte, parziale e ideologica (p.es. sovrano inavvicinabile, poliziotto,
zio buono).
8.
{Fernando De Angelis}▲
Ringrazio Filippo Privitera, Nicola Martella, Davide Crudo, Nicoletta Vitale,
Guerino De Masi e Sergio Graffeo per aver arricchito il dialogo sul tema
proposto e per gli incoraggiamenti ricevuti. Non ci sono però particolari
domande o considerazioni che richiedano una replica, salvo quando Privitera che
mi chiede chi è Dio per me: mi sembra che sia chiaro il mio professarmi
«evangelico», perciò Dio è per me il mio Salvatore e Signore. Daniele Garota, riguardo a «Bibbia e telegiornali», mi ha
scritto direttamente questo: «Ben fatto il tuo intervento riguardo alla violenza
nella Bibbia. Così si fa vera teologia, alla maniera dei "pescatori" magari, ma
andando al cuore delle domande e mai accontentandosi di risposte acquistate a
prezzo stracciato al mercatino delle ovvietà». {16-01-2008}
9.
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Bibbia_telegiornali_R34.htm
07-01-2008; Aggiornamento: |