«Chi crede ai portafortuna vive di deboli surrogati, ha la paura
come feticcio cerebrale e la superstizione per religione!» (Nicola
Martella;
fonte: «Portafortuna»). |
1. TI OFFRO ARIA FRITTA: Su varie bacheche trovo
vari proclami con promesse improbabili. Ecco alcuni esempi:
■
Coccinelle: «Metti queste coccinelle in bacheca e ti porteranno
fortuna...». Ci sono molte variazioni di tale «mirabile» offerta,
cambiando il numero dei simpatici animaletti; qualcuno invita a
condividere «un’orgia di coccinelle».
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Cornicelli: «Condividi e ti porteranno tanta fortuna!».
■ Tre scimmiette: «Condividi e ti porteranno fortuna». «Condividi
se vuoi avere un po’ di fortuna con una ragazza, con la scuola, con gli
amici...».
■ Draghi: «Condividi questi due draghi e ti porteranno fortuna in
amore».
■ Maglietta: «Condividi sulla bacheca la maglia dell’Inter e ti
porterà tanta fortuna!». Queste
sono offerte di aria fritta. Gli inventori di chimere creano false
suggestioni. La superstizione fa dipendere la fortuna da un atto, che
non sta in nessun rapporto di causa ed effetto con ciò, che viene
suggerito di fare. Alcuni, poi, legano tale offerta, perché funzioni, a
un’azione fatta entro un certo tempo, che va da pochi secondi a pochi
minuti. Ecco un esempio: «Condividi entro 9 secondi e avrai tantissima
fortuna!». Perché? Chi lo garantisce?
Un motivo molto amato è quello delle coccinelle, magari su un
quadrifoglio, dato che sono considerate un portafortuna da chi le
conosce solo in fotografia o ne ha trovata qualcuna in giro. In effetti,
però, sono una vera piaga per coloro, che coltivano alberi da
frutta, poiché distruggono tutto, penetrando dentro pere, mele,
eccetera. In alcune parti del mondo sono una vera piaga, poiché
ricoprono a migliaia e migliaia tutto ciò che trovano. Altro che
portafortuna!
Poi, oltre a coccinelle e cornicelli, ci sono una varietà di oggetti
portafortuna, che a volte variano anche per nazione e area geografica:
quadrifogli, ferri di cavallo, maialini, spazzacamini, corna, gobbetti,
il numero 13, gatti e quant’altro. Questo motto svela la loro paura:
«La fortuna è bendata e l’amore è cieco, perciò non mi troveranno
mai!». Per questo pensano di aiutare il fato, con tali espedienti
dettati dalla superstizione telematica.
Basta leggere le risposte per rendersi conto di come si possa essere
«fusi», augurandosi fortuna da una condivisione in rete e cercando di
acchiapparla come si fa con le farfalle. Una delle risposte più
frequenti è la seguente: «Speriamo che funziona, perché ne ho
veramente bisogno!».
2. PRIGIONI MENTALI: La superstizione di qualunque tipo
rappresenta una prigione mentale. Ci si pone sotto la
coercizione dell’irrazionale. Si spera che le cose avvengano così.
Si fanno cose, sperando in un colpo di fortuna o almeno per distrarre la
iella. Ecco alcune espressioni superstiziose, raccolte qui e là.
■ «E dammela un po’ di fortuna ogni tanto! Che ti costa?». A chi
si rivolgerà mai costui? Chi o che cosa la distribuisce?
■ «Certo che se ogni tanto la fortuna passasse anche dalle mie parti,
non mi dispiacerebbe!». Come faresti a riconoscerla? Avete accordato
un segno particolare di riconoscimento?
■ «Dicono che la fortuna prima o poi bussa alla porta di tutti, ma
secondo me non conosce proprio il mio indirizzo!». Non sapevi che,
per diventare utente, devi fare prima il login e riempire il modulo con
i tuoi dati?
■ «Sono nato per la fortuna di pochi e per la iella di molti!».
Che dirti? Dopo la tua dipartita, il mondo starà molto meglio.
■ «Pubblica una foglia di marijuana sulla tua bacheca ti porterà
fortuna». A te, che ti sei fumato il cervello, tale erba non ne ha
evidentemente portata molta, avendo prosciugato le tue fortune.
■ «La fortuna è una donna; se voi la lasciate sfuggire oggi, non
crediate di ritrovarla domani». È proprio strano: tale offerta
varrebbe per gli uomini, ma la maggior parte dei superstiziosi sono
donne! Volubilità femminili!
■ «Ecco un piccolo portafortuna per allietare la tua giornata».
Perché pensi che aspettavo proprio te, per essere più lieto? Se proprio
vuoi fare qualcosa di lieto per me, ci sarebbero un paio di bollette da
pagare…
■ «Ti prometto che, se mi condividi, ti porto fortuna!». E chi te
ne dà il potere? Quali sono le tue credenziali?
■ «La fortuna è cieca, ma la iella ci vede benissimo!». Si vede
che sei bello e grosso, perché la iella non sbagli il bersaglio.
■ «Un solo anti-sfiga mi sembrava poco, così ho deciso di regalarveli
tutti... buona fortuna!». A firmare tale messaggio con annessa
immagine con vari strumenti anti-iella è un certo «Cervello zero»; ciò
dice già tutto.
3. USCIRE DALLA SUPERSTIZIONE: Ecco che cosa
afferma la sacra Scrittura su questo tema.
■ «Non si trovi in mezzo a te chi… eserciti la divinazione, né
pronosticatore, né
augure… né chi dica la buona fortuna; perché chiunque fa queste
cose è in abominio all’Eterno» (Deuteronomio 18,10ss). ■ «Così parla
l’Eterno: Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura
dei segni del cielo, perché sono le nazioni quelle, che ne hanno paura.
Infatti, i costumi dei popoli sono vanità…»
(Geremia 10,2s). ■ «Chi dimora nel ritiro dell’Altissimo, alberga
all’ombra dell’Onnipotente. Io dico all’Eterno: “Tu sei il mio rifugio e la mia
fortezza, il mio Dio, in cui confido!”. Certo egli ti libererà dal laccio
dell’uccellatore e dalla peste mortifera. Egli ti coprirà con le sue
penne, e sotto le sue ali troverai rifugio… nessun male potrà colpirti,
né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda…Lo
sazierò di lunga vita, e gli farò vedere la mia salvezza»
(Salmo 91,1-4.10.16).
■ «Se dunque il Figlio [di Dio] vi farà
liberi, sarete veramente liberi»
(Giovanni 8,36).
■ Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi, e io vi darò
riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io
sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime
vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero»
(Matteo 11,28ss).
►
Superstizione telematica (Precetto cinese) {Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Superst_telem_Oc.htm
15-02-2013; Aggiornamento: |