Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni. Il termine déjà
vu è molto alla moda in quest’ultimo periodo. Si sente spesso in
trasmissioni televisive che trattano d’occulto. Ma spesso sento dire
che questo fenomeno è abbastanza diffuso nella vita quotidiana della
maggioranza delle persone. È capitato anche a me magari di sognare
qualcosa e poi di riviverla oppure di avere la sensazione d’essere
già stato in quel posto o d’aver già detto quelle stesse parole. Non
so quale sia l’origine di queste situazioni, per questo vorrei una
tua opinione in merito. {Vincenzo Russillo; 3 luglio 2009} Ad
aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito. |
Entriamo in tema
Il termine francese déjà vu significa semplicemente «già visto»
e viene usato per indicare quella strana e misteriosa sensazione di
familiarità, che si ha in momenti particolari, con quanto sta avvenendo
al momento, ossia di aver vissuto già in passato (nel sogno o nella
realtà) un avvenimento o una situazione simile a quella che si sta
appena verificando. Essendo una sensazione soggettiva, è difficile
analizzare tale esperienza in laboratorio e condurre quindi studi
empirici.
Coloro che associano il déjà vu ai sogni, ipotizzano che
esso potrebbe essere semplicemente il ricordo di un sogno, fatto in
passato e oramai dimenticato, che ha elementi comuni con l’esperienza
del momento.
L’esoterismo
e la parapsicologia si sono appropriati del déjà vu per
servirsene come sedicente prova per atti di precognizione, premonizione,
chiaroveggenza, profezia, percezioni extra-sensoriali, a fenomeni
iperestetici, visionari e addirittura al presunto ricordo di vite
passate. Si tratta solo di congetture senza alcuna prova concreta;
l’occultismo strumentalizza tutto ciò, in cui v’è una parvenza di
mistero e di arcana indeterminatezza.
La scienza psicologica e neuropsicologica afferma invece che in
realtà si tratta di un’anomalia della memoria, di un «ricordo» erroneo,
ossia di una sovrapposizione tra i sistemi neurologici del ricordo: la
memoria a breve termine e quella a lungo termine. Una catena anomala di
associazioni mnemoniche fa sì che eventi percepiti al presente, vengano
anche percepiti blandamente come passati e familiari. I soggetti del
déjà vu possono avere una disfunzione del sistema nervoso che vanno
da momentanei stati non patologici a veri disturbi mentali, ad esempio:
epilessia lieve, breve e circoscritta, ansietà, attacchi di panico,
schizofrenia. [Per l’approfondimento si vedano i seguenti link esterni:
Wikipedia;
Cicap;
Neurofisiopatologia.]
Approfondimenti
Il
ricordo è un fenomeno molto complesso costruito su associazioni di idee,
sulla percezione dei sensi, eccetera. Un odore particolare ci fa
ricordare la nonna, un certo modo di dire richiama il nostro insegnante,
un certo gioco di luci ingenera un’atmosfera della nostra infanzia, un
particolare di una stradina ci riporta al villaggio natio dei nostri
genitori, un nome particolare chiamato da qualcuno fra la folla ci
ricorda il nostro primo amore, e così via. Ci si può anche chiedere da
dove vengano le tante immagini che la mente produce in modo realistico
quando siamo a occhi chiusi, durante il dormiveglia o il sonno profondo.
In effetti il nostro cervello funziona continuamente e senza pause,
recepisce immagini e sensazioni mediante i sensi e le riproduce in fase
di riposo, combinandole in modi diversi. È chiaro che prima o poi si
avrà la sensazione di essere già stati in un certo luogo e di aver
vissuto una certa cosa.
Quando ero militare, viaggiavo continuamente in treno (lo facevo già
prima di per sé) e percepivo così molte immagini dei miei viaggi, alcune
in modo cosciente, altre inconsciamente, che poi elaboravo di notte.
Perciò sognavo spesso di viaggi in treno. Molte volte sognavo una certa
scena: l’entrata in un certo tunnel particolare. È chiaro che poi, un
giorno, mi è parso di aver visto già tale scena.
Penso che la
psicologia abbia chiarito a sufficienza tale fenomeno, proponendo vari
modelli esplicativi, sebbene come in tutte le cose possa esserci un
resto inspiegabile.
Il vasto spettro dell’esoterismo si serve di tutto ciò che ha un
qualche «mistero» in sé e l’usa per i suoi fini ideologici e
commerciali; anche il déjà vu
è lo specchio per le allodole. Sorgono «esperti» e interpreti che
spiegano arcani misteri. Altri introducono dottrine orientali di
reincarnazione, con cui pretendono di spiegare l’inspiegabile, visto che
nessuno può provare alcunché e tutto si riduce a una credenza.
Dal punto di vista biblico è bene non dare al déjà vu un
significato particolare, al pari dei sogni. Anche il sogno è una tale
ricomposizione di frammenti di realtà percepiti durante la vita o
costruiti mentalmente con la fantasia o con associazioni varie. Riguardo
ad ambedue questi fenomeni conviene seguire il consiglio dei profeti: «Non
date retta ai sogni che fate» (Gr 29,8). Si tratta infatti di «visioni
vane e delusorie» (Lm 2,14); e coloro, che ne vogliono trarre un
significato particolare, ne fanno delle «divinazioni menzognere» (Ez
13,6s.9.23; 21,34). Riguardo agli autonominati interpreti di tali
fenomeni valga questo: «Tu non darai retta alle parole di quel
profeta o di quel sognatore» (Dt 13,3). «Voi dunque non ascoltate
i vostri profeti, né i vostri indovini, né i vostri sognatori, né i
vostri pronosticatori, né vostri maghi» (Gr 27,9). Essi «hanno
delle visioni vane, pronosticano loro la menzogna» (Ez 22,28).
►
Déjà vu? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Deja-vu_gia-visto_MeG.htm
27-07-2009; Aggiornamento: 28-07-2009 |