Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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  Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.
 
Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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POLEMICA CONTRO AUGURI E REGALI

 

Nicola Martella

 

1.  LE TESI: Qualcuno ha pubblicato uno scritto in un gruppo di un social network, che gestisco. Lo uso come esempio di un atteggiamento massimalista, che nasce da un uso sbagliato dell’etimologia «augurio, augurare», dimenticando che l’uso attuale di tali termini è ben diverso dall’antichità. Infatti, oggigiorno «augurare» significa «auspicare o desiderare il bene altrui». Al riguardo rimando, come premessa, agli articoli, che pongo in calce a questo.

     Ecco quindi tale scritto: «L’usanza di fare gli auguri, i regali e una festa aveva nell’antichità lo scopo di proteggere dai demoni e di garantirne la sicurezza nel nuovo anno... Fino al IV secolo il cristianesimo respinse la celebrazione dei compleanni giudicandola un’usanza pagana» (Schwäbische Zeitung – supplemento Zeit und Welt – del 3-4 aprile 1981, p. 4). Sono perplesso e vedo molti gruppi, profili e pagine che si professano cristiani, farsi gli auguri di fine anno (pur essendo chiaramente una festa pagana). Nel 2017 preghiamo e ricerchiamo non Auguri ma copiose Benedizioni nel Signore; il Signore se siamo fedeli aprirà le cateratte del cielo e riverserà si di noi le Sue più ricche benedizioni. Giovanni dichiara: «E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo le cose, che gli sono grate» (1 Giovanni 3,22;). Il Signore vi benedica e vi protegga (Nu 6,24-26) {Liliana Oliverio nella pagina «Dio ti Benedice»; 31-12-2016; formattazione redazionale}

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: A me poco interessano gli «auguri» e simili. Tuttavia, vedo in tale scritto una polemica sterile e inutile. È come se la «Schwäbische Zeitung» (= Giornale svevo) fosse la fonte della verità! Tutto ciò mostra soltanto la poca conoscenza della Scrittura! Si pensa di combattere una superstizione e si crea una «anti-superstizione superstiziosa!» che, invece di creare il bene ed edificare, porta solo dissensione!

     Conosco un credente, che cerca di testimoniare alla sua famiglia; i suoi parenti cercano sempre il pelo nell’uovo, per dissentire dalla sua fede in Cristo. Ultimamente, in prossimità del Natale, egli mi scriveva con tanta tristezza all’incirca quanto segue: «Oggi c’è stato motivo di discussione con mia madre. Infatti, di mattina presto aveva incontrato un signore, che frequenta la locale chiesa pentecostale. Al che lei gli ha augurato buone feste, ma lui ha replicato che non accetta auguri, perché non festeggia. Per mia madre questo è stato motivo per affermare che è tutta colpa del fanatismo religioso».

     Gli risposi all’incirca quanto segue: Certi credenti invece di spiegare alle persone il vero significato della nascita di Gesù, le scandalizzano. La gente augura loro del bene, ed essi rispondono in modo scorbutico. Che risponderebbero, se uno augurasse loro il male o «cattive feste»? Tu puoi sempre dire a tua madre che la pensi diversamente.

 

2.1. AUGURARE?: Quando si parla di «augurio» e di «augurare», alcuni vanno sempre e subito all’etimologia e all’uso di tali parole nell’antichità, cominciando una polemica sterile. Essi dimenticano che oggigiorno l’uso di tali termini è differente da allora. Si dimentica pure che molte parole, usate oggi, nel passato avevano un significato ambiguo (p.es. «casino», «fregare»). Usiamo quotidianamente i nomi dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno, senza neppure badarci più che contengono molti nomi degli antichi dèi. [ I giorni settimanali e gli dèi] Nell’astronomia le designazioni di pianeti, astri, galassie e altri corpi celesti provengono dalla mitologia pagana (dèi, eroi, zodiaco). I massimalisti, per coerenza, dovrebbero rinunciare a pronunciare tali nomi. Infatti, i legalisti, che ritengono di essere ancora sotto la legge mosaica, dovrebbero attenersi a questo esplicito comandamento: «Non pronuncerete il nome di dèi stranieri: non lo si oda uscire dalla vostra bocca» (Es 23,13; cfr. Os 2,17; Gr 5,7; Zc 13,2). Non bisogna dimenticare, però, che allora si trattava di un pronunciamento cultuale, per rendere loro il culto (Gs 23,7; Sal 16,4); oggigiorno sono solo designazioni e basta. I massimalisti, per rimanere «puri e duri», dovrebbero uscire dal mondo (cfr. 1 Cor 5,9s).

     ■ Oggigiorno, nessuno pensa agli antichi auspici pagani (divinazione tratta dalla osservazione di segni, come il volo degli uccelli), quando dice a qualcuno: «Mi auspico che stai bene (che verrai, ecc.)». «Abbiamo operato sotto gli auspici del sindaco» significa col suo patrocinio o favore. «Tale avvenimento fu per noi di buon auspicio», ossia un segno favorevole confermativo (cfr. 1 Re 20,33 «buon auspicio» o «buon augurio» = buon segno; cfr. anche la visione di Paolo relativa a un Macedone in At 16,9s; cfr. vv. 6s).

     ■ Similmente non so chi pensa agli «scongiuri» (= incantesimi; cfr. At 19,13), quando qualcuno afferma «Ti scongiuro di fare questo!» (cfr. Cc 2,7; 3,5; 5,8; 8,4; Mc 5,7). Leggiamo che il sommo sacerdote disse a Gesù: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio» (Mt 26,63). Paolo stesso scriveva: «Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa lettera a tutti i fratelli» (1 Ts 5,27); così in altre circostanze (1 Tm 5,21; 2 Tm 4,1).

     ■ Anche l’ebraico possedeva verbi corrispondenti all’attuale termine «augurare»; anche il verbo «benedire» (barak) in certi modi verbali corrisponde al nostro «augurare la benedizione». Infatti leggiamo: «Egli [=Dio] darà ai suoi servi un altro nome, [16] in modo che chi si augurerà di essere benedetto nel paese, lo farà per il Dio di verità...» (Isaia 65,15s Rv, NR); i giusti furono qui invitati da Dio a festeggiare in vista delle cose nuove e benefiche, che Dio avrebbe fatto (v. 18) ed Egli stesso avrebbe festeggiato gioiosamente col suo popolo (v. 19). Chiaramente gli empi augurano il male (Sal 41,5; cfr. 38,12 NR; Gb 31,29 ND, Cei). I figli di Dio possono augurare il bene. Il verbo greco euloghéō «benedire» significa letteralmente «ben dire», ossia augurare il bene.

 

2.2. È PROIBITO FESTEGGIARE E FARSI REGALI?: Sebbene non faccia parte della mia cultura, devo ammettere che festeggiare e farsi regali non è semplicemente una tradizione pagana biblicizzata, di cui disfarsi a tutti i costi. Tale usanza si trova nella Bibbia! Dopo che nei giorni di Purim, non solo gli Israeliti nell’esilio non furono distrutti, per il malefico piano di Haman, ma poterono dare il contraccambio ai loro avversari, fu introdotta da Mardocheo ed Ester una nuova festività (festa dei Purim), che Dio non aveva comandata nella Legge né in quel momento, ma che approvò mediante il silenzio-assenso, ritenendo che fosse una buona cosa. Ecco come nacque tale festa e il costume di farsi reciprocamente regali: «Il quattordicesimo giorno si riposarono, e ne fecero un giorno di convito e di gioia. [18] Ma i Giudei che erano a Susa si radunarono il tredicesimo e il quattordicesimo giorno di quel mese; il quindicesimo giorno si riposarono, e ne fecero un giorno di conviti e di gioia. [19] Perciò i Giudei della campagna che abitano in città non murate fanno del quattordicesimo giorno del mese di Adar un giorno di gioia, di conviti e di festa, nel quale gli uni mandano dei regali agli altri» (Est 9,17ss). Troviamo ciò anche nelle direttive per tale festa: «Mardocheo scrisse queste cose e mandò delle lettere a tutti i Giudei che erano in tutte le provincie del re Assuero, vicini e lontani, [21] ordinando loro di celebrare ogni anno i giorni quattordici e quindici del mese di Adar, [22] come i giorni nei quali i Giudei ebbero riposo dagli attacchi dei loro nemici e il mese in cui il loro dolore venne mutato in gioia, il loro lutto in festa, e di fare di questi giorni, giorni di banchetti e di gioia, nei quali gli uni mandassero regali agli altri e si facessero doni ai bisognosi» (vv. 20ss).

 

2.3. RISULTATI: Perciò, qui abbiamo un precedente che si possa stabilire un giorno, non comandato espressamente dalla Scrittura, in cui come assemblee e figli di Dio possiamo festeggiare e farci reciprocamente regali, ringraziando e supplicando il Signore. E dico questo da esegeta, quindi di là dai miei gusti personali. Altra cosa è se ci si incontra per fare del male, per peccare e per trasgredire ai comandamenti del Signore.

 

3.  ASPETTI CONCLUSIVI: Da quanto detto sopra possiamo trarre principi anche per il popolo del nuovo patto (Rm 15,4; 1 Cor 10,11).

 

3.1. BUSSOLA PER COSE NON RIVELATE: Paolo, dopo aver indicato i comandamenti del Signore, che bisognava assolutamente seguire, aggiunse questo criterio per discernere nelle cose non espressamente comandate e praticare cose nobili: «Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri» (Fil 4,8). Augurare a qualcuno del bene e la benedizione, riunirsi come famiglie e come assemblea, farsi doni e così via, rientra proprio nella pratica dell’amore, ossia nella ricerca del bene degli altri.

 

3.2. SENSIBILITÀ DIFFERENTI RIGUARDO AI «GIORNI»: A ciò si aggiunga questa norma di libertà riguardo ai giorni da osservare o meno: «L’uno stima un giorno più d’un altro; l’altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. [6] Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore» (Rm 14,5s). Sebbene io possa essere per la fazione «tutti i giorni uguali», non toglierò agli altri la loro libertà di fare di un speciale «momento» un «monumento» al Signore!

     Israele introdusse alcune feste, che la legge non prescriveva e che Dio non aveva mai comandato. Oltre alla già citata «festa dei Purim», viene ricordata la «festa delle luci» (cfr. Gv 8,12; 9,6) a ricordo della «dedicazione della casa» (ebr. ḥănukkāh «inaugurazione, dedicazione»; cfr. Gv 10,22), dopo la contaminazione del tempio da parte di Antiochio Epifane. Non leggiamo che Gesù, da Giudeo, si fosse scagliato contro tali feste aggiunte dagli uomini nel corso della storia. Al contrario, Gesù, da buon Giudeo, salì a Gerusalemme in occasione di «una festa dei Giudei» (Gv 5,1); essa doveva essere una delle feste aggiunte, visto che non venne chiamata per nome, come in altre occasioni. Delle feste comandate dalla legge furono ricordare nel NT specialmente le seguenti: la festa di Pasqua (Mt 27,15; 26,1.5; Lc 2,41ss; 22,1 festa degli Azzimi, detta la Pasqua; Gv 2,23; 6,4 Pasqua, la festa dei Giudei; 11,55s; 12,12.20; 13,1.29; cfr. 1 Cor 5,7s la nostra pasqua), «la festa dei Giudei, detta delle Capanne» (Gv 7,2.8.10s.14.37).

     Come ho indicato nei brani già citati (Gv 8,12; 9,6; 10,22), Gesù prese l’occasione per interpretare tali cose in senso messianico; faremmo bene anche noi a dare alle ricorrenze civili un senso cristologico legittimo. Riguardo al Capodanno possiamo pensare a Gesù secondo la sua rivendicazione: «Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine» (Ap 22,13); lo stesso vale per Dio onnipotente (Ap 1,8; 21,6).

 

3.3. RISULTATI: Perciò, smettiamola di fare polemiche sterili e inutili su cose del genere, che non edificano e in cui c’è libertà! Tutto ciò, che è lecito, può essere utile e può concorrere o all’edificazione o alla dipendenza (1 Cor 6,12; 10,23). Sta a noi decidere come fare le cose, o per la «carne» o per lo «Spirito» (cfr. Rm 8,4-9.13s; Gal 5,16s; 6,8).

     Che cosa avrebbe fatto Gesù a Capodanno oggi? Avrebbe glorificato il Padre suo, come fece in tutte le occasioni, che gli si presentavano. Noi possiamo glorificare Cristo, facendo le cose in modo differente dal mondo. «Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, [15] perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, [16] tenendo alta la parola di vita» (Fil 2,14ss).

 

Auguri tra incertezze e ideologia {Nicola Martella} (A)

Auguri tra incertezze e ideologia? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Incontrarsi da cristiani a Capodanno? {Nicola Martella} (T/A)

Incontrarsi da cristiani a Capodanno? Parliamone {Nicola Martella} (T)

La convenzione del Capodanno {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Augur_regal_UnV.htm

02-01-2017; Aggiornamento:

 

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