Qui di seguito
discutiamo l'articolo «Le
unzioni di Gesù».
Tutti e quattro gli evangelisti riportano un episodio, in cui Gesù fu unto da
una donna (Mt 26,6; Mc 14,3; Lc 7,36 e Gv 12,1).
Abbiamo visto che l’episodio descritto da Luca è diverso nel
tempo e nel
luogo da quello di
Matteo e di Marco. Questi ultimi parlarono d’una unzione del
capo, mentre
Luca e Giovanni affermarono che furono i
piedi di Gesù a essere unti.
Partendo dagli elementi eterogenei di tali brani, non meraviglia che Gesù possa
aver sperimentato almeno due unzioni in momenti distinti del suo ministero.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I
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1. {Nicola
Carlisi}
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Dai fatti rilevati da tutte e [quattro] le narrazioni, è chiaro che sono stati
due episodi distinti e due persone diverse. Dalla donna peccatrice possiamo
imparare, qualora non l’avessimo esperimentato, che cosa è veramente
l’adorazione. {03-04-2010}
2.
{Pietro Calenzo}
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■ Contributo:
Carissimo lettore, dopo una così accurata esegesi dei testi evangelici da
parte di Nicola Martella, cosa dire che possa arricchire quanto già esposto?
L’esegesi testuale è così ricca, storicamente e scritturalmente accorta che io
stesso ne sono stato edificato e, per alcune sezioni, edotto ex novo.
Tenterò di analizzare qualche elemento complementare che mi auguro possa essere
di utile compendio.
Analizzando Matteo 26,6-9, si comprende che si era durante l’ultima
settimana di ministero terreno del Messia Gesù. Egli alloggiava a
Betania, sulle pendici del Monte degli Ulivi, in casa presumibilmente di un
discepolo o quanto meno di un simpatizzante;
Simone, meglio identificato come «il lebbroso» (probabilmente lo era stato
nel passato, forse guarito da Gesù medesimo, altrimenti non poteva invitare
alcuno alla sua mensa). La donna, che unse il capo del Signore, era
Maria. A differenza dei discepoli, che evidentemente non avevano ancora compreso
l’avvicinarsi del sacrificio di Gesù, Maria unse il capo di Gesù, perché
credette alle parole di Gesù; infatti già in tempi anteriori il Signore aveva
preannunciato la sua morte. Maria lo unse riconoscendone la messianicità.
Perché, dunque i discepoli si adirarono su istigazione di Giuda
iscariota?! In primo luogo per la ragione sopracitata, ed anche perché questo
atto di fede e d’amore di Maria economicamente era molto importante. Infatti
l’olio
impiegato da questa santa donna era molto prezioso e raro. Esso, ci educe la
Scrittura, era «profumato e di gran valore» (v. 7) e il suo costo di
mercato era di 300 denari (Gv12,5) ed equivaleva a un anno di lavoro. Ciò rende
comprensibile l’indignazione dei discepoli verso Maria, poiché questo atto della
donna aveva un costo elevatissimo. Tuttavia, la donna, vincendo le
rimostranze, stava preparando il corpo di Gesù per la sepoltura come Messia,
Signore e Salvatore.
L’olio di gran valore era di nardo schietto, un profumo di uso nobile
particolarmente costoso, coltivato in India e adoperato particolarmente per
l’unzione dei deceduti di alto censo o titolo. Che esempio di fede, questa cara
Maria, poiché la sua azione implicava necessariamente devozione o esplicita
riconoscimento che Gesù era il Messia. Benedizioni in Cristo Gesù. {03-04-2010}
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Osservazioni:
Se si prescinde dal fatto che Matteo non
parlò di «Maria», ma soltanto di una «donna», il resto aiuta a completare il
quadro scritturale e culturale dei fatti. Faccio inoltre notare che tale donna
non «stava preparando il corpo di Gesù per la sepoltura», non essendone stata
cosciente; l’interpretazione di Gesù riguardo all’unzione non dev’essere confuso
con l’intento reale della donna né con ciò che gli astanti capirono in tale
circostanza. {Nicola
Martella}
3. {Nicola
Carlisi}
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■ Contributo: Di
Maria di Betania non è detto che era fra i commensali e nemmeno che stava
servendo. Lei era molto amica di Gesù. È stata quella che a casa sua si sedette
ai piedi di Gesù, mentre Marta si adoperava in cucina a preparare. Maria era
contemplativa e silenziosa; atta ad ascoltare il Maestro, persona rara, perché
si tende più a parlare che a sapere ascoltare. Questo particolare è utile per
capire la sensibilità spirituale di Maria. Per tale sensibilità lei non
partecipò alla festa fatta a Lazzaro, perché nello spirito sentiva prossimo
l’avvicinarsi della passione di Gesù. La sua premura fu quella di procurarsi
il profumo e ungere il capo di Gesù e anche i piedi, che asciugò
con i propri capelli.
Il
costo dell’olio era tantissimo; e quando Giuda Iscariot si lamentò per lo
spreco, Gesù disse: «Lasciala stare; ella ha serbato questo profumo per il
giorno della mia sepoltura» (Gv 12,7-8). Riguardo al costo elevato del
profumo, cosa che Maria non considerò, serve di sprono o di rimprovero a tanti
credenti che, a volte, non sono disposti nemmeno a sacrificare addirittura un
po’ del loro tempo per andare alle riunioni cristiane, o ad aiutare
economicamente per pagare le spese
comunitarie, per portare avanti la testimonianza. Alcuni dimenticano
l’esortazione fatta da Paolo a non vivere più per se stessi, ma per Gesù (2 Cor
5,15).
Maria
ormai era preparata alla morte di Gesù; sicuramente nel silenzio piangeva
per la dipartita atroce del suo Amico, Maestro e Signore. Lei non era presente
alla crocefissione; lì vi erano la madre e la sorella di sua madre, Maria, la
moglie di Cleopa, e Maria Maddalena (Gv 19,25). {03-04-2010}
▬
Osservazioni: Diversi elementi introdotti sono
certamente interessanti, specialmente quelli riguardanti la descrizione
dell’animo di Maria di Betania e l’applicazione sul costo dell’olio. Faccio
comunque notare che non dobbiamo confondere l’interpretazione, che Gesù diede
all’unzione da parte di Maria, riferendosi al «giorno della mia sepoltura»
(Gv 12,7-8), con la proiezione che si fa, asserendo che lei «nello
spirito sentiva prossimo l’avvicinarsi della passione di Gesù» e «ormai era
preparata alla morte di Gesù». Questa è una via poco esegetica e alquanto
speculativa.
Inoltre in Giovanni 12,3 si parla solo di «piedi» e non di «capo»; non si
fa bene a confondere episodi differenti, non tenendo presente quanto da me
scritto nell’articolo alla base di questa discussione. {Nicola Martella}
4. {Nicola
Carlisi}
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Nei riguardi del Fariseo, che il Signor Gesù
appresso chiamò Simone, il quale dubitò che Gesù fosse veramente profeta,
dobbiamo stare attenti a non essere lesti a giudicare, come lo fu lui [Lc
7,39s]. Gesù non solo conosceva quella donna, ma leggeva il sentimento del suo
spirito, come lesse il sentimento malvagio di Simone. Quando il Maestro gli
disse: «Simone ho qualcosa da dirti…», sappiamo tutti quello che Gesù gli
disse. Quindi dobbiamo stare attenti a non lasciarci prendere dallo spirito del
«Fariseo» e giudicare senza conoscere le creature, e non usare
quell’amore che dobbiamo a ogni fratello, ai miseri, a quelli che sono sprezzati
dalla società ed ai nemici. Il Fariseo non usò l’ospitalità dovuta al
Signor Gesù; quella donna che lui sprezzava lo fece. Tanto aveva peccato, ma
tanto amava. Lei, avendo sentito parlare di Gesù, andò con la certezza di essere
perdonata. Fu perdonata, riabilitata, salvata, ma la sua
salvezza non fu il frutto del suo amore, usato al Signore, ma la sua
disposizione di fede che altri non vedevano. E Gesù gli disse: «La tua fede
ti ha salvata, vattene in pace» [v. 50]. {03-04-2010}
5. {Salvatore
Magnano}
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Caro Nicola, ti
ringrazio per l’attenzione che mi hai dedicato inerente al brano della donna con
l’alabastro di olio odorifero. Non pensavo che la mia domanda, per il suo
genere, potesse trovare spazio nel tuo sito. Mi ha fatto piacere trovarla
pubblicata soprattutto per il fatto che hai lasciato spazio ai visitatori di
poter esprimere il loro giudizio biblico alla luce delle Scritture per un
ulteriore confronto. Shalom! Con affetto… {05-04-2010}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Unzioni_Gesu_parla_OiG.htm
06-04-2010; Aggiornamento: 07-04-2010 |