Qui di seguito
discutiamo l’articolo «Max
Lucado: L’autore e il suo messaggio»
di Thorsten Brenscheidt. Esso è un breve sunto di una vasta ricerca, che
analizza le opere letterarie di Max Lucado, sintetizzata poi nel libro in
tedesco «Max Lucado verstehen» (= «Capire Max Lucado»). Chiaramente sarebbe
auspicabile che lo stesso Thorsten Brenscheidt conducesse questa discussione, ma
la barriera linguistica lo impedisce e la traduzione in tedesco e dal tedesco
necessiterebbe tempi lunghi e molte energie.
Che i libri di Max Lucado contengano, di là di aspetti pittoreschi e bizzarri,
anche tanti
aspetti positivi, è fuori dubbio. Che essi possano aiutare un approccio
«facile» e comprensibile della dottrina cristiana a chi ne è distante, è
comprensibile. Presentare un Gesù vivo, senza le incrostazioni della religione e
della tradizione, che ne hanno fatto un «santino» stereotipato, è utile. Il
problema è che Max Lucado non si ferma a tutto ciò, ma vuole essere (ed è)
considerato come un «dottore delle genti», un maestro di dottrina. A
un’analisi più ravvicinata vediamo però che le sue opere, di là da descrizioni
pittoresche e a un linguaggio non convenzionale, di esegesi contestuale
seria e rigorosa hanno ben poco. Egli usa tutt’al più i testi biblici o per dire
la sua opinione letterariamente elaborata su di essi o per usarli come
trampolino di lancio della sua visione dottrinale delle cose.
Ricordo, tra altre cose, che Max Lucado proviene dalla «Chiesa di Cristo» e
condivide con essa una visione sacramentale della salvezza, dipendente
direttamente dal
battesimo.
Chiaramente Max Lucado è abile a solleticare le orecchie, specialmente
quelle sopite, e la curiosità e a trascinare i suoi lettori in piacevoli e
interessanti letture. Qui, come non bisogna «buttare via il bimbo con tutta
l’acqua sporca», non si può neppure «comprare tutto a scatola chiusa». I libri
di Max Lucado saranno buoni come stimoli in momenti particolari, ma non
sono certamente da consultare come opere esegetiche per capire in dettaglio il
testo biblico e il pensiero originale dell’autore biblico.
Come al solito commento soltanto le cose che mi riguardano direttamente,
lasciando le altre al giudizio dei lettori.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema
▲
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1. {Fortuna
Fico}
▲
■ 1.
Né più e né meno, dà al lettore quello che vuole leggere, e presenta un Dio
amico, buono, che ama e perdona tutti, insomma un Dio di comodo. Ma lui
ha capito bene che nel mondo del business, se vuoi avere successo, devi
stupire... Anche a costo di stravolgere la Verità! {11-09-2010}
■ 2.
Praticamente è la Parola per gli uomini e le donne di successo, per
quelli che praticano la dottrina della prosperità; fino a che si tratta di
prosperità spirituale, ben venga, ma qui parliamo di cose materiali. Presentare
un Gesù così «moderno», così accondiscendente, può portare lontano dalla
Parola, e rischiare di prenderla poco sul serio; e il guaio è che queste
persone, sono trascinatori di masse, perché danno loro ciò che vogliono, favole…
sapientemente inventate! Molto più
facili da seguire! {Chiesa Evangelica Santamaria a Vico; 11-09-2010}
2. {Ruth
LiveinJesus, ps.}
▲
A priori posso dire che portare l’Evangelo a
tanti, non è facile e quindi si potrebbe apprezzare il suo lavoro.
Tuttavia, nelle sue dichiarazioni, trattate nel punto «L’obiettivo e
l’antropologia di Lucado», emerge chiaramente uno dei punti della dottrina New
Age, e cioè la parte dell’antropocentrismo: «Più leggeri attraverso la
vita», «Completamente te stesso», «Il cielo applaude», «Dio pensa che sei
meraviglioso!», «Tu sei un fuoriclasse!» e «Tu sei unico»; questo è uno dei
grandi inganni satanici. Ora io non conosco gli scritti del pastore Lucado e
potrei anche credere che sia in buona fede; ma l’idealizzazione di stessi
e non della gloria di Dio non è che m’ispiri molta fiducia... Certamente
argomenti del genere, però, attraggano molto le masse e fanno numero per
i propri interessi. {11-09-2010}
3. {Maurizio
Cianci}
▲
■ Contributo:
Come con ogni libro, articolo o commento (ebbene sì, anche quelli su Facebook),
è possibile strappare stralci di frasi dal proprio contesto naturale e
riflettere su loro una luce e un senso non inteso dall’autore.
Prendere poi brani tradotti da un’altra lingua, in questo caso il
tedesco, non quella con cui si è espresso quell’autore, e ritradurli in italiano
(!) può schiacciare ancora di più il senso e significato originario (chiunque
abbia provato a fare da interprete o traduttore sa quanto sia difficile a volte
trovare le parole giuste per esprime certi concetti da una lingua all’altra).
Sono forse d’accordo con tutto ciò che dice e scrive Lucado? Certo che no! Ma
carpire solo un senso distorto da anni di predicazioni, articoli, messaggi e
libri non mi pare né etico, né giusto, tantomeno cristiano.
Certo, se individuiamo (più o meno palesi) «stravolgimenti» della verità
biblica, dobbiamo essere fra i primi a metterlo in evidenza. Se la sostanza non
affonda le proprie radici nella rivelazione biblica nella sua interezza, abbiamo
il dovere di suonare l’allarme (ma con umiltà e sempre consci delle
nostre mancanze e imperfezioni).
Ma quando si taccia un autore di faciloneria teologica, solo perché si
esprime in una forma che per noi può stonare perché diversa; se si getta il
bebè con l’acqua del bagnetto perché lo stile non è consono alle nostre
abitudini, cultura e lingua, allora mi preoccupo. Eh sì, mi preoccupo perché
ripenso con brividi ai legnosi e ottusi legalisti che, attraverso i
secoli, hanno cercato di offuscare e soffocare la Verità, perché non portava gli
abiti del loro club, lo stile della loro società o il dialetto del loro
gruppetto culturale (leggi Farisei, leggi i cattolici dell’Inquisizione,
leggi... la lista è troppo lunga e troppo triste).
Perdonatemi se mi è sfuggito, ma leggendo i libri e gli articoli di Lucado (in
inglese), ascoltando i suoi podcast (in inglese), non mi è parso
d’intravedere un Vangelo facile, New Age e satanico, un Gesù comodo e un Dio
accomodante.
Forse ciò che Lucado sta tentando di fare (in modo imperfetto perché uomo
imperfetto, come me e come te) è ristabilire un po’ di equilibrio al
messaggio che abbiamo sentito fino alla nausea: che in noi non c’è valore
intrinseco, che il peccato ci rende assolutamente e totalmente indegni
dell’attenzione di Dio.
Ma se così fosse, allora perché il Padre avrebbe dato ciò che aveva di più
prezioso per la mia salvezza eterna, il suo Unico, ineffabile e meraviglioso
Figlio? Perché mai, dopo il mio pentimento e richiesta di perdono ai piedi della
croce, il mio corpo diventerebbe addirittura tempio dello Spirito Santo? Certo,
i motivi propulsori sono il suo amore e la sua grazia. Ma perché riversare tali
preziosi e unici doni su di noi, se non siamo unici nel creato — in senso di
creature all’apice della sua creazione, non come usurpatori dell’assoluta
supremazia di Cristo?
Se non mi sbaglio, mi pare che questo sia il senso, che Lucado cerca di
comunicare coi suoi libri e messaggi.
Il mio non è un invito a ingoiare qualsiasi idea solo perché moderna, bella,
attraente e «made in USA». Piuttosto vuole essere un richiamo a fare «intelligent
critique, not legalistic criticism». {11-09-2010}
▬ Risposta 1
(Nicola Martella): Oltre a una «ramanzina morale» con spunti certamente
degni di valutazione, Maurizio Cianci non ha portato qui avanti una analisi
del tutto convincente. Sembra che qui reagisca, in modo istintivo, se non
allergico, non tanto all’articolo in sé, ma a uno «spauracchio legalistico» di
sua antica memoria, a cui è diventato allergico, visti i suoi antichi contesti,
in cui è vissuto.
Attribuire un’analisi deficitaria a problemi di traduzione, è un
argomento un po’ pretestuoso. Faccio notare ancora una volta che l’autore di
tale articolo, Thorsten Brenscheidt, non si è limitato a tale scritto, ma esso è
parte e sunto di un’opera molto più articolata. Infatti, nell’introduzione
all’articolo scrivevo: «È il sunto del libro “Capire Max Lucado”, che comprende
più di un centinaio di pagine» [Thorsten Brenscheidt, Max Lucado verstehen
(Betanien Verlag, Bochum 2010)]. Rimando, quindi, al mittente tali
argomentazioni poco consistenti, come pure l’attribuzione di gettare via il
bimbo con tutta l’acqua sporca, cosa che non ha fatto l’autore, né ho fatto
io.
Mi viene il
dubbio se Maurizio Cianci abbia letto interamente l’articolo e, se sì, se
l’abbia fatto con attenzione. Sembra che egli tenda a scaricare qui vecchi
rancori verso gli ambienti di sua atavica provenienza. Qui vorremmo vedere però
argomentazioni nel merito, non reazioni istintuali secondo il proverbio:
«Picchiare il sacco per colpire il gatto». Invece di «prediche» moraleggianti,
vorremmo vedere qui argomenti più solidi. {12-09-2010}
▬
Osservazioni
(Fortuna Fico): Qui non si tratta d’indossare la maglia o i colori di un club,
qui si tratta di tagliare rettamente la Parola, e non condirla di note
«colorate» per attrarre il lettore. Ne abbiamo già sentite tante di blasfemie
del tipo «Gesù donnaiolo», «Gesù omosessuale», «Gesù sposato»... tutto ciò svia
dalla verità! Ed è questo che si vuole? Solo per essere alla moda e per
attirare la simpatia del lettore? È vero Gesù è stato vero uomo, soggetto a
passioni, ma dov’è scritto: «Tuttavia Eva è stata ingannata e il frutto è stato
colto;
e, solo alcuni paragrafi dopo, il
marito e il figlio seguono il suo esempio, e l’onestà dei tempi paradisiaci è
ora solo un bel ricordo lontano»? (maiuscoletto redazionale).
La Parola va enunciata
per quella che è, non condita a proprio piacimento. È scritto o non è
scritto quanto segue? «Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia
di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i
flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del
libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell’albero della vita e
della santa città che sono descritti in questo libro» (Ap 22,18s).
{12-09-2010}
▬ Replica (Maurizio Cianci): Sì l’ho letto l’articolo,
interamente e più di una volta. Mi pare ad anche di aver precisato che non
sono d’accordo con tutto ciò, che Lucado dica o scriva.
Il mio era un
tentativo (ovviamente mal riuscito, a dire dell’egregio Martella) di
riflettere sui commenti trovati sulla pagina.
Martella, hai tutti i diritti non essere d’accordo con quanto esprimo, ma
trovo offensivo
l’atteggiamento cattedratico, che non si limita a fare una critica dell’idea o
del pensiero, ma scende a livelli personali con frasi tipo «“spauracchio
legalistico” di sua antica memoria, a cui è diventato allergico, visti i suoi
antichi contesti, in cui è vissuto». E ancora: «Sembra che egli tenda a
scaricare qui vecchi rancori verso gli ambienti di sua atavica provenienza».
Scusa, ma cosa ne sai tu della mia antica memoria o della mia atavica
provenienza? Sono queste le tue «argomentazioni consistenti» e «solidi
argomenti»? {12-09-2010}
▬ Risposta 2 (Nicola Martella): Non intendevo essere
offensivo; me ne scuso, se ho dato questa impressione. Ho solo cercato di darmi
una ragione della animosità di questo lettore. Ho conosciuto personalmente
Maurizio Cianci, decenni or sono. Si sono accese nel mio ricordo anche molte
informazioni riguardo al suo cammino personale, dottrinale, ecclesiale e
ministeriale e riguardo alle sue scelte che l'hanno portato, mi pare
improvvisamente, lontano dall'Italia. Non essendo qui il luogo per tali cose,
chiaramente non le esporrò. Nel suo linguaggio mi era sembrato di percepire
proprio una reazione a tali antichi contesti e mi era sembrato che egli si
riferisse a loro, quando parlava di «legnosi e ottusi legalisti»,
di «club» e
di «gruppetto culturale». Tuttavia, tale
questione finisce qui, per quanto mi riguarda; volentieri potremo proseguirla a
livello privato.
Resta un mistero, però, perché la lettura di Maurizio Cianci delle opere
di Max Lucado debba essere autentica, mentre, per quello che ho capito, a
Thorsten Brenscheidt attribuisce
malafede e distorsione immorale riguardo alla riproduzione del pensiero di
tale autore: « Ma
carpire solo un senso distorto da anni di predicazioni, articoli, messaggi e
libri non mi pare né etico, né giusto, tantomeno cristiano».
E questo, sebbene,
Thorsten Brenscheidt non sia stato uno sprovveduto, ma abbia fatta un'attenta e
lunga analisi
delle opere di
Max Lucado, cosa che poi ha trovato la sintesi nella sua opera «Conoscere Max
Lucado».
4. {Barbara
Guidotti}
▲
■
Contributo: Sono d’accordo con Maurizio e con la sua analisi: non è
possibile prendere una
frase di 10 parole da un libro di 150 pagine e farla diventare la chiave
interpretativa di tutto. Sappiamo bene quanti fanno così anche con la Bibbia e
hanno creato dottrine decontestualizzando versetti a caso! Anche perché mi pare
di capire che la maggior parte di chi esprime i commenti non abbia mai letto
niente o poco di Lucado e fare il commento del commento non mi pare
particolarmente utile.
Ho tutti i libri di Lucado tradotti in italiano più alcuni in inglese e aprendo
a caso qua e là ho trovato riferimenti al peccato e all’impossibilità dell’uomo
di poter raggiungere la salvezza con le proprie forze molto spesso. Cito un
brano a caso da «Nell’occhio della tempesta»: «La fede è un tuffo disperato
dalla nave degli sforzi umani che affonda e una preghiera che Dio sarà lì a
tirarci fuori dall’acqua. L’apostolo paolo scrisse di questo genere di fede
nella sua lettera agli Efesini: “Infatti è per grazia che siete stati salvati e
ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non in virtù di opere affinché nessuno
se ne vanti” (Ef 2,8-9). Paolo è chiaro. La potenza suprema nella salvezza è la
grazia di Dio. Non c’entrano le nostre opere. Neppure i nostri talenti. Nemmeno
le nostre sensazioni. E neanche le nostre forze... Noi come l’apostolo Paolo
siamo consapevoli di due fatti: Siamo grandi peccatori e abbiamo bisogno di un
grande Salvatore». Non mi pare che sia una dottrina antropocentrica.
Poi posso capire che per alcuni, il suo modo di scrivere possa sembrare a
volte irreverente, ma per me questo è il punto di forza e il dono di
Lucado, una capacità narrativa così scorrevole da poter essere letta da tutti,
anche da chi non si è mai avvicinato a scritti cristiani.
I suoi scritti mi sono stati di grande incoraggiamento in una fase
difficile della mia vita e mi hanno aiutato a riavvicinarmi a Dio con un nuovo
spirito e con nuove forze. Ognuno di noi è diverso dall’altro (per fortuna!),
per cui è possibile che le cose colpiscano la nostra mente e le nostre
emozioni in modi differenti; inoltre io credo che ognuno di noi attraversi
anche varie fasi della vita. Ci sono momenti in cui siamo predisposti a
leggere trattati di esegesi e momenti, in cui abbiamo bisogno di letture più
scorrevoli. È ovvio che Lucado non scrive commentari teologici, non per questo
va demonizzato e, come dice Maurizio, rigettato completamente.
Per Nicola, se queste pagine, di cui ti fai promotore possono essere luogo di
sereno scambio, dove ognuno può liberamente esprimere un’opinione, mi pare
buono, altrimenti le riterrò non utili. {12-09-2010}
▬ Risposta (Nicola Martella): Non mi sembra che Thorsten
Brenscheidt abbia preso una «frase di 10 parole da un libro di 150 pagine»,
per poi «farla diventare la chiave interpretativa di tutto», ma ha
scritto un’intera opera critica, dopo aver analizzato le opere di Max Lucado.
Qui non vogliamo parlare dei commenti di chi sta a digiuno di Lucado, ma delle
analisi di Brenscheidt.
Mi sembra che poi questa lettrice faccia proprio lo stesso errore, che
attribuisce agli altri, ma soltanto di senso contrario: cita un brano
a caso e pretende che da ciò si possa dare una valutazione dell’intero
pensiero di Max Lucado. Mi sembra che qui chi paventa di cadere da una parte del
cavallo, rischia di cadere dall’altra. Chiaramente agli uni e agli altri
preferisco un’analisi seria e accurata, come quella intrapresa da
Thorsten Brenscheidt, fratello stimato in Germania, che tenga presente l’intera
opera letteraria di un autore.
Non entro qui a discutere il
linguaggio
irreverente di Lucado, né gli aspetti
soggettivi del grande incoraggiamento in una fase esistenzialmente
difficile, né le cose che colpiscono o meno la mente e le emozioni, né le
cose che abbisogniamo nelle differenti fasi della vita. Figuriamoci se
debbano essere questi i criteri di valutazione di un’opera letteraria! E non
credo che Thorsten Brenscheidt abbia usato tali
criteri soggettivi di valutazione. Non capisco neppure la questione della «demonizzazione»
e del completo rigetto, visto che Brenscheidt non ha augurato tali cose.
Quanto al «sereno scambio» delle idee,
il fatto che pubblico ciò che i lettori scrivono, lo corregga dove necessario,
lo formatti opportunamente e vi risponda, mostra che il mio impegno c’è. L’unica
condizione è che si risponda nel merito delle cose (qui l'analisi di
Thorsten Brenscheidt), e lo si faccia con rispetto e
buona creanza.
5. {Vincenzo
Russillo}
▲
Leggendo
attentamente l’articolo, ho avuto l’idea che questo predicatore degli
States voglia puntare principalmente a convertire le
persone presentando un «Dio solo e tutto amore». Spesso si pensa, che la
gente si aspetta un Dio che la comprenda, che la ama. Puntano al numero e non
alla qualità dei credenti. Mi verrebbe da chiedere, bene «l’Everest dell’amore»
è Corinzi 13. Ma si è dimenticato del Vecchio Testamento e del Gesù
dell’Apocalisse (Apocalisse 1,14-15). Questa celebrità segue una filosofia
umanista che ci presenta un amore incondizionato di Dio. Inoltre Lucado dal suo
sito insegna altre false dottrine.
■ Secondo quanto riportato dal suo
sito, Max Lucado afferma che l’uomo è salvato solo dopo il battesimo.
Egli afferma: «È necessario il battesimo per sigillare la nostra salvezza». «È
necessario per rispondere alla libera offerta di Dio della salvezza mediante la
fede, il pentimento e il battesimo.
Mentre confessano Cristo come nostro Signore
e sono battezzati per immersione,
Dio c’incontra, perdona i nostri peccati e ci dà il dono dello Spirito Santo»
(maiuscoletto redazionale).
Questa è chiaramente una dottrina non conforme alle Sacre Scritture; infatti la
Bibbia ci dice che la salvezza è un dono gratuito (Romani 5,15; 6,23). Inoltre
in Efesini 1,13 c’è scritto: «In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola
della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete
ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso». Non
c’inoltriamo molto nella dottrina della rigenerazione battesimale che tale star
propina, basta un’attenta lettura della Parola di Dio per capire la verità. [N.d.R.:
Max Lucado ha la tipica dottrina battesimale della «Chiesa di Cristo», da cui
proviene; per l’approfondimento si veda l’articolo «Battesimo
e rigenerazione».]
■ Max Lucado in un suo libro, nel tentativo di delineare un aspetto più umano di
Gesù, arriva a fare un ritratto, che mette in ridicolo le qualità del Cristo
[versione italiana: «Non meravigliatevi se lo chiamano il Salvatore» (Eun,
2005)]. Preferisco citare direttamente dall’originale: «Now,
look into the picture. Look closely through the
shadowy foliage. See that person? See that solitary figure? What’s he doing?
Flat on the ground. Face stained with dirt and tears. Fists pounding the
hard earth. Eyes wide with a stupor of fear. Hair matted with salty
sweat. Is that blood on his forehead? That’s Jesus. Jesus in the Garden of
Gethsemane... Does this look like the picture of a saintly Jesus resting in the
palm of God? Hardly... We see an agonizing, straining, and
struggling Jesus. We see a “man of sorrows”. We see a man
struggling with fear, wrestling with commitments, and yearning
for relief» (pp. 131-132).
Ecco la traduzione: «Ora,
guarda dentro questa immagine. Osserva attentamente oltre il fogliame ombroso.
Vedi quella persona? Vedi quella figura solitaria? Cosa sta facendo? Disteso al
suolo. La faccia sporca di sporcizie e di lacrime. Batte i pugni contro
la terra dura. Gli occhi larghi stupiti dalla paura. I capelli arruffati
dal sudore salato. È quello sangue sulla sua fronte? Quello è Gesù. Gesù nel
giardino del Getsemani… Questo aspetto è l’immagine di un santo di Gesù che
rimane nel palmo di Dio? Difficilmente... Noi vediamo un Gesù
agonizzante, affaticato
e combattuto. Noi vediamo un «uomo di dolori». Noi vediamo
un uomo che lotta con la paura, combatte con gli impegni e
desidera
soccorso» (formattazione del traduttore).
Viene enfatizzato il dolore di Gesù, descritto come impaurito e interiormente
distrutto, quasi volendosi prendere gioco del Figlio di Dio. Ma la Bibbia ci
avvisa di non accettare un Vangelo diverso, di
non
accettare un Gesù diverso da quello che ci viene presentato nella Bibbia:
«Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da
quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema» (Galati 1,8). Il Messia
sicuramente sentì il peso dell’angoscia (Matteo 26,38), ma ci viene detto che
Egli accettò la volontà del Padre ed ebbe chiaro il suo obiettivo: «E, andato
un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: “Padre
mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio
io, ma come tu vuoi”» (Matteo 26,39).
L’amore per il
denaro e l’arricchimento personale può sviare dalla Parola (1 Timoteo
6,10). Questo «profeta» a stelle e strisce cerca di presentare un Dio buonista e
predica un Vangelo addomesticato. Bisogna aver timore di Dio e allontanarsi da
queste guide, avendo cura di esaminare le Scritture: «Voi investigate le
Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse sono
quelle che rendono testimonianza di me» (Giovanni 5,39). {13-09-2010}
6. {Pietro
Calenzo}
▲
«E la chiesa,
camminando nel timore del Signore, moltiplicava» (Atti 9,11). «Compite la
vostra salvezza con timore» (Fil 2,12). «Abbiate un santo timore di
Cristo il Signore» (1 Pietro 3,15). «E ogni anima era presa da timore»
(Atti 2,43). «Il timore dell’Eterno è il
principio della sapienza» (Salmo 110,11).
«Conoscendo dunque il timore del Signore, persuadiamo gli uomini, e siamo
conosciuti da Dio» (2 Cor. 5,11).
Carissimo Nicola, molto
spesso mi sono imbattuto nelle recensioni dei libri di Max Lucado, ma non
essendo il genere della sua letteratura cristiana, che sta nelle mie priorità o
è quella da me preferita, in verità non ho mai comprato un suo lavoro o una sua
pubblicazione. Certamente la visione del Signore, che Lucado offre nella sua
teologia esplicativa e speculativa, dà un bel calcione alla dottrina
oscurantista, che fino a qualche decennio fa dominava nella chiesa romana,
dove in molti santini raffiguranti Dio Padre Onnipotente, ci si rivolgeva
all’Eccelso con il voi. Altresì si nota che la concezione del Signore Gesù non
risente affatto di questo malevolo influsso prettamente italico o spagnolo
preconciliare; ma è tutto oro quel che luccica? Se vogliamo leggere un libro,
che ci parli di
fantasiose ipotesi di colloqui, mai avvenuti scritturalmente, con Giuseppe
di Arimatea, o con una non scritturale proiezione immaginifica della cacciata
dell’uomo dal cielo e delle conseguenze sulla sua discendenza, evidentemente Max
Lucado sta pericolosamente andando molto oltre «ciò che è scritto».
È molto significativa
l’immagine, tanto cara all’autore, che rappresenterebbe il nostro Signore
Gesù Cristo con il volto all’insù, con un sorriso sgargiante, bello,
rifulgente, ben predisposto oltre ogni più scritturale aspettativa verso tutti
gli uomini. Dove è finito il peccato, che separa tutti gli uomini dal Signore,
quale fine hanno fatto le centinaia, forse migliaia di versi della Parola di
Dio, che ci insegnano la
completa depravazione dell’uomo, che per natura o per nascita è figlia del
maligno, e che affermano che siamo per natura figli d’ira? Lucado mette in bocca
al Signore Onnipotente pensieri mai espressi. Egli afferma che il
corpo del Signore andava decomponendosi nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea;
ciò è una espressa contraddizione di ciò, che le Scritture affermano, intorno
all’incorruttibilità del corpo del nostro Signore anche nei giorni della sua
permanenza nel sepolcro (Atti 2,27; 13,36-37; Salmo 16,10), e ribadisco che è
una espressa falsa dottrina espressa di Lucado.
Ricordo di aver letto in
un commentario biblico un dotto e scritturale insegnamento; Giovanni, pur
essendo il discepolo che Gesù amava e che si poggiava sul suo petto, allorquando
nell’isola di Patmos, negli ultimi anni della sua vita terrena vide la potenza,
la regalità, la santità, la maestà del Signore Risorto e vivente, cadde ai
suoi piedi come morto (Ap 1,9-20); ricordiamo questo prezioso insegnamento
scritturale. Dio è anche amore, e l’espressione più viva del suo amore è stata
l’umanazione dell’eterno Logos; ma non dimentichiamoci giammai della regale
santità e maestà del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, per mezzo del
quale e in vista di quale tutte le cose vennero create. Benedizioni nel suo
santo nome. {11-09-2010}
7. {Pietro
Calenzo}
▲
Ritorno con gran
interesse a parlare di Max Lucado, che al di là delle sua letteratura
allettante, simpatica, briosa, per quanto ho potuto acquisire dalle sue
dichiarazioni teologiche o scritturali, a me pare che vada ben oltre «aspetti
pittoreschi». Mi fermo a elencare solamente alcuni pensieri dichiarati
dall’autore.
■ 1. La descrizione che Max Lucado offre di Giuseppe, padre di Gesù, è
una descrizione che non solo non è scritturale, ma per alcuni versi irriverente.
■ 2. I commenti che Max Lucado mette nella bocca di Nicodemo in
riferimento alla resurrezione di Cristo, in relazione alla nuova nascita, sono
non scritturali e altrettanto irriverenti.
■ 3. La descrizione di Gesù iracondo con i suoi fratelli non è
scritturale.
■ 4. Max Lucado afferma che Gesù ride tanto da farsi mancare il fiato,
come da quadro in bella vista nel suo studio, tale affermazione è irriguardosa
[oltre che priva d’ogni base esegetica, N.d.R.].
■ 5. Max Lucado afferma che il Cielo plauda a ogni uomo, che osserva
sulla terra, e che detti uomini siano dei fuoriclasse, o che il Signore pensi
meraviglie di ogni uomo. Ciò ha il netto sapore di un pelagianesimo arricchito
in modo maldestro. Dove è finita la totale corruzione del genere umano che per
natura è figlio d’ira e che giudica follia l’Evangelo? Dove è finita la potenza
di Dio in Cristo, che ha trasportato i veri credenti dalla potestà di Satana a
quella di Dio?
■ 6. Dove è scritto che ogni persona è buona e che sia degna di
autostima.
■ 7. Dove è scritto, comparando il pensiero di Max Lucado, che Dio crede
nell’uomo, in ogni uomo, e che lo stima, lo rispetta e lo onora. La eterna
Parola di Dio, parla della necessità della rigenerazione, e che i non credenti
giacciono nel maligno. Ancora Lucado afferma che Dio crede nell’uomo, e che non
ha creato un’altra creatura, ma un nuovo creatore!
■ 8. Max Lucado interpreta con mera e pericolosa fantasia, non solamente il
pensiero di Dio, del Logos, degli angeli, ma del Signore Gesù stesso, che sulla
sommità di un buco nero deride il diavolo. Dove è scritto ciò?
■ 9. Dove è scritto che Caino era in Paradiso?
■ 10. Dove è scritto nella Parola di Dio, che il cadavere di Gesù nella
tomba fosse in un progressivo stato di decomposizione, tanto che le sue guance
si maceravano e la pelle diventava pallida (per grazia di Dio, questo prolifico
«dottore di Dio» non ci ha descritto il rigor mortis o altri
particolari). Questa è una irriguardosa fantasia non scritturale e disonora una
verità biblica essenziale, secondo cui il corpo Gesù non sperimento mai la
corruzione; ciò non è solamente antiscritturale (Atti 13,37; Salmo 16,10; Atti
2,27ss; 13,34), ma rasenta la blasfemia nei confronti del Dio umanato.
A mio avviso Max
Lucado è andato abbondantemente e pericolosamente «oltre ciò che scritto»,
indipendentemente dal fatto che milioni di lettori lo definiscano «dottore delle
genti» o «maestro di dottrina». In linea di principio, il contenuto del suo
messaggio può essere attraente per un certo tipo di cristiani, più o meno
nominali, che si sentono attratti da questo tipo di letteratura, ma il messaggio
centrale di Lucado, se vogliamo, propone un Evangelo annacquato ai
peccatori; non si propone come un vettore idoneo per convincere gli uditori a
gettarsi ai piedi del Signore, perché convinti di peccato e di giudizio, del
terrore dell’inferno e del giusto giudizio di Dio (Gv 3).
In conclusione reputo, che l’orologio della storia del cristianesimo stia
partorendo dottrine, che effettivamente hanno la parvenza della pietà e
dell’ortodossia biblica, ma che in effetti, rischiano di rendere inutile o
complementare il sacrificio di Gesù alla croce. Come sono lontani i tempi nei
quali l’ex monaco agostiniano Martin Lutero faceva udire le sue urla nel
monastero, dove era docente, poiché la benedetta Scrittura lo aveva convinto
della sua eterna dannazione.
A mio avviso, ancora, è poco pertinente che Max Lucado provenga o sia
dottrinalmente vicino alle Chiese di Cristo e alla loro comprensione
sacramentalista del battesimo come agente operante della salvezza. Ho
conosciuto membri di detta confessione, e mai avevo udito dottrine così poco
edificanti e non scritturali. Se vogliamo passare un paio d’ore rilassate,
andiamo a vedere un film o leggere un libro con il così detto «spirito
natalizio», ma allorquando si parli del Signore, occorre una retta e rigorosa
esegesi testuale dell’Evangelo, poiché sono in gioco la vita eterna o la
dannazione di milioni di esseri umani. Benedizioni nel Signore. {14-09-2010}
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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-MLucado_messag_OiG.htm
12-09-2010; Aggiornamento: 14-09-2010 |