Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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La lieve danza delle tenebre

 

Antico Testamento

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L’occultismo viene presentato quale problema sociale, razionale e biblico.

  Alcuni dei temi principali sono i seguenti:
■ La superstizione
■ La divinazione
■ L’astrologia
■ Medianismo e fenomeni extra-sensoriali
■ Lo spiritismo
■ La magia
■ La massoneria
■ La neostregoneria
■ Il satanismo
■ Il paranormale
■ La religione
■ I fenomeni estatici e la falsa profezia
■ L’esoterismo
■ La dottrina occulta
■ I fenomeni occulti nella prospettiva biblica

 

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I «FIGLI DI DIO» IN GENESI 6: UOMINI O ESSERI CELESTI?

 

 a cura di Nicola Martella

 

«E quando gli uomini cominciarono a moltiplicare sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle, e presero per donne quelle che si scelsero fra tutte. […] In quel tempo c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche di poi, quando i figli di Dio si accostarono alle figlie degli uomini, e queste fecero loro dei figli…» (Gn 6,1s.4).

     I «figli di Dio» in Genesi 6 hanno stimolato da sempre l’interesse dei lettori e degli studiosi della Bibbia e rappresentato una delle «croci degli interpreti». Per gli uni non si può che trattare di uomini (e qui le tesi sono parecchie), per gli altri si tratta chiaramente di esseri celesti. Spesso si parte da questi assunti: Ciò, che non posso immaginarmi o spiegare, non esiste. Ciò, che mi ripugna, non può essere. Come potrebbe Dio permettere qualcosa del genere?

     Qualcuno ha detto che tra cielo e terra c’è molto di più di quanto riusciamo a immaginarci. Fare del proprio soggettivismo il criterio della verità, non è una buona base per giungere alla conoscenza.

     Un lettore, dopo aver letto quanto da me scritto in uno dei miei libri, mi ha inviato le sue obiezioni e le sue osservazioni; si veda il primo contributo.

     Ogni tanto mi arriva una nuova richiesta di chiarimento in merito a Genesi 6. Eccone qui una delle tante. […] La domanda, o meglio la spiegazione che m’interesserebbe conoscere è riguardo a Genesi 6 e ai figliuoli di Dio, che si unirono alle figliuole degli uomini, e riguardo all’epistola di Giuda e agli angeli che Dio ha serbato in catene eterne. Mi dici per favore che cosa hanno in comune questi due discorsi e che cosa è accaduto in Genesi; si tratta di un connubio tra esseri spirituali con donne o che cos’altro? […] {Gino Mariotti; 17 settembre 2011}

 

Per la discussione delle varie tesi, secondo cui si sarebbe trattato di uomini, e per la presentazione della tesi, secondo cui erano invece esseri celesti, si veda: Nicola Martella, «Dalla conoscenza alla gnosi», La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992), pp. 250ss e p. 279 note 17 e 18.

 

I «figli di Dio» in Genesi 6: la tesi occultistica.

 

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I contributi sul tema  ▲

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gaetano Nunnari

2. Nicola Martella

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gaetano Nunnari} ▲

 

I figli di Dio (quando anche l’esegesi può avere i suoi limiti)

 

Caro Nicola, eccomi qui a proporti la mia opinione, ossia perché a mio avviso ci sono dei buoni motivi per credere che questi figli di Dio, in questo caso non siano creature celestiali. Questa tesi che ho sentito sostenere diverse volte fra i carismatici, così affascinati dall’occulto, mi ha sempre lasciato allibito.

     La Scrittura afferma che i figli di Dio si presero per moglie le figlie degli uomini. Queste donne si sono sposate per caso delle creature per lo più invisibili all’occhio umano? Se così fosse questi angeli come esseri spirituali come potevano accoppiarsi realmente con una donna quando Gesù affermò ai suoi discepoli che uno spirito non ha carne? Tutto ciò, a mio parere, è logicamente assurdo. In «La lieve danza delle tenebre» riporti le esperienze dell’occulto a sostegno di ciò. Questa non può essere una prova. Non si mette in discussione le esperienze occulte vissute da queste persone, si trattava però di «sesso virtuale», d’una sevizia cerebrale perpetrata dai demoni per dare quell’impressione. Il connubio tra specie diverse oltre a essere qualcosa d’aberrante non porta alla procreazione. Un cane non può riprodursi con una capra, un uomo con uno scimpanzé, oppure un cavallo con un ippopotamo, è impossibile anche in provetta. Figuriamoci una creatura spirituale che non è stata creata oltretutto per riprodursi, come avrebbe potuto farlo con un essere umano?

     Se questo fu possibile in passato perché non si ripete ancora oggi? Il passo di Giuda può essere anche interpretato a mio avviso nel senso di fornicazione spirituale, ciò che fecero questi angeli (unendosi a Satana) fu così rivoltante allo stesso modo in cui erano rivoltanti i vizi contro natura dei sodomiti. Anche quegli angeli, godendo della diretta gloria di Dio andarono contro la loro natura ribellandosi a Dio.

     I giganti in ogni caso ci furono lo stesso anche molto tempo dopo, vedi ad esempio Goliat. Era per caso anche lui mezzo umano e mezzo divino? Ma allora quale potrebbe essere l’alternativa logica a questa teoria?

     Adamo e Eva, obbedirono ovviamente all’ordine divino d’accoppiarsi e popolare la terra. Probabilmente passarono molti anni, prima che peccassero. La progenie nata prima del peccato fu probabilmente definita con «figli di Dio» in quanto Dio cercò d’avere un popolo a parte, santo perché nato prima del peccato, come in seguito scelse Israele, lì con ogni probabilità desiderava preservare la progenie nata prima del peccato. Questi uomini nati prima del peccato non preservarono la loro santità, sposandosi fra loro, ma cedettero al desiderio d’unirsi con le donne nate dopo l’entrata del peccato nel genere umano, e quindi infettate.

     Si noti che furono i Figli di Dio a scegliersi le donne, e Dio replicò che non avrebbe dimorato con l’uomo perché nel suo traviamento non era che carne. È curioso che in Genesi l’ira di Dio si rivolge esclusivamente all’umanità senza nominare nemmeno gli esseri spirituali che dovrebbero secondo l’altra teoria essere ritenuti più responsabili. Dio punì questa loro infedeltà con una malformazione genetica, ebbero dei giganti come figli.

     Cosa ne pensi?

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Una questione non è corretta o sbagliata a seconda di chi l’afferma. Devo riconoscere che anche con coloro che dissento su tante cose, concordo su altre.

     C’è una differenza fra «invisibile» e «incorporeo». «L’invisibile» dipende dagli organi di senso incapaci di percepire di là da una certa banda di onde (p.es. strumenti possono aiutare gli uomini a vedere di notte ciò che certi animali percepiscono per natura). Spesso si afferma che gli spiriti celesti siano «incorporei», ma ciò è errato (1 Cor 15,39ss): essi hanno dei corpi personali che sono possibili da localizzare a chi è dato di vederli sia in modo locale (Gv 20,12; Ap 10,9) sia nel movimento (Es 14,19; Lc 2,15; Ap 10,1). Il loro corpo è vestito con differenti vesti, a seconda della classe d’appartenenza e dell’autorità posseduta (Ez 9,2s.11; 10,2.6s; Dn 10,5; 12,6s; Gv 20,12; Ap 15,6).

     Gli esseri celesti hanno la possibilità di vivere nella trascendenza e di apparire nell’immanenza. Come detto, la visibilità o l’invisibilità dipende dalla frequenza energetica di un corpo che viene percepita o meno dagli organi di senso. I corpi degli esseri spirituali hanno delle capacità che ci sfuggono. Quando essi compaiono, sono percepiti come maschi adulti e confusi con uomini o in genere con profeti (uomini di Dio; cfr. Gdc 13,6s con 1 Sm 2,27). Essi possono chiaramente mangiare (Gn 18,2.8.22; 19,1). Se possono fare questo, perché non il resto? Perché escluderlo a priori?

     Gesù disse che uno «spirito non ha carne e ossa» (Lc 24,39): qui si riferiva chiaramente allo spirito di un defunto; infatti i discepoli «pensavano di vedere uno spirito» (v. 37). Gesù diede la prova di sé risorto, mangiando (vv. 41ss). Come detto, quando gli esseri celesti compaiono, sono visti come maschi adulti «in carne» e capaci di mangiare e di godere dell’ospitalità, talché a proposito di quest’ultima fu detto: «Non dimenticate l’ospitalità; perché, praticandola, alcuni, senza saperlo, hanno albergato degli angeli» (Eb 13,1s).

     È «logicamente assurdo» ciò che si esclude a priori, arrogandosi l’ultima parola sulla realtà, sebbene si sia incapaci di fare un esperimento che confermi o escluda una possibilità. Questa potrebbe sfociare nell’arroganza dell’ignoranza.

     È vero che il connubio tra specie diverse è qualcosa d’aberrante. Lo è stato anche per Dio nel caso dei «figli di Dio», termine che nei testi antichi dell’AT indica gli esseri celesti (cfr. Gb 1-2); infatti, mentre i demoni sono liberi di circolare (ancora) nell’immanenza e nella trascendenza, di questi particolari esseri celesti viene detto ancora nel NT: «Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità primiera, ma lasciarono la loro propria dimora» (Gd 1,6). Che non si tratti semplicemente di angeli unitisi a Satana, è evidente nel fatto che, come detto, i demoni non sono attualmente legati in catene in attesa del giudizio (Mt 8,29; 12,43ss); questo è il loro destino futuro. Semplificare spiritualizzando non è la via verso la ricerca della verità. Tale fatto non si ripete ancora oggi ad esempio per il fatto perché gli esseri celesti sanno che destino avranno nel caso infrangono tali limiti.

     È vero che il connubio tra specie terrestri diverse non porta a nessuna riproduzione, ma non si può applicare questo subito a ciò che possono fare corpi trascendentali che appaiono nell’immanenza. Qui non si può fare un esperimento per verificarlo (né vorremmo farlo).

     In Genesi 6,1-4 ricorre in ebraico nefilîm «decaduti» (da nafal «cadere»), termine che la Settanta ha tradotto in greco ghígantes e che ha condizionato la traduzione in italiano con «giganti», traendo in inganno; di fatto, i traduttori non hanno tradotto il termine ebraico, ma hanno adattato quello greco in italiano. Ora, mentre in italiano un gigante è una persona più alta e più forte della media, nella mitologia greca i ghígantes erano dèi inferiori, che avevano qualità alcune simili agli dèi superiori e altre simili agli umani. In effetti, i ghígantes erano dèi inferiori al pari dei titánes «Titani». Il termine ebraico nefilîm ricorda la caduta morale di tali esseri. Questi ultimi non hanno nulla a che fare con i giganti della Palestina (cfr. Goliath 1 Sm 17,4, i Refa’îm 2 Sm 21,16.18.20.22); i primi furono estinti dal diluvio e non sono paragonabili ai secondi.

     Non rispondo alla «teoria umana» riguardo ai «figli di Dio», avendolo fatto già nel mio libro. Sta di fatto che l’espressione «figli di Dio» nella letteratura più antica (Gn 6,2.4; Gb 1,6; 2,1; cfr. Gb 38,7) dell’AT viene usato solo per esseri celesti; il primo luogo in cui compare fuori di tale letteratura è in Sal 89,6 e intende anche qui esseri celesti». Quindi in tutto l’AT l’espressione «figli di Dio» non intende mai uomini! Costruire una teoria su un concetto inesistente è alquanto bizzarro e poco esegetico. Il primo luogo in cui nella Bibbia si parla di «figli di Dio» come uomini in rapporto a Dio è Mt 5,9. Il primo a essere chiamato singolarmente con l’espressione «Figlio di Dio» è il Messia (Mc 1,1).

     È bizzarra l’idea che sarebbero esistiti figli di Adamo ed Eva prima del peccato, poiché non è corroborata dall’esegesi. Anzi, brani come Rm 5,12 smentiscono tale evenienza: tutti sono peccatori poiché erano in Adamo, quando peccò, senza eccezioni. Per la discussione di questa questione si veda: Nicola Martella, Temi delle origini. Percorsi Biblici 5 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 348ss (C’era un’umanità parallela?).

     L’autore della Genesi dovette riportare in un libro relativamente breve fatti durati molti millenni. Egli tenne la storia primordiale abbastanza breve, poiché il suo scopo era di arrivare a Israele. Perciò in Gn 6 si limitò ad alcuni fatti salienti, evidenziando specialmente le responsabilità umane. Infatti il suo scopo era primariamente di evidenziare l’aumento della corruzione del genere umano. Se l’autore della Genesi sapeva ciò che era successo agli esseri celesti, non lo riportò. Ma tale conoscenza doveva essere presente in Israele, visto che fu riportata da Giuda (1,6) e da Pietro, il quale fece precedere il diluvio proprio da questo fatto: «Dio non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio» (2 Pt 2,4s). Anche qui non si tratta di demoni, poiché questi ultimi, a differenza di questa particolare categoria, sono attualmente liberi e non confinati nell’abisso.

     Non si deve confondere le categorie del mondo trascendentale. C’è una differenza tra esseri celesti e demoni; ambedue hanno una gerarchia e specie differenti. Gli esseri celesti hanno varie categorie: cherubini, serafini e messaggeri (angeli). Alcuni esseri celesti hanno un particolare compito; ceri sono addirittura legati per un momento particolare della storia: «Sciogli i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate. E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell’ora, per quel giorno e mese e anno…» (Ap 9,14s).

     Ho detto all’inizio che tra il cielo e la terra c’è di più di quanto si pensa. Per non prendere granchi con idee di filosofia dogmatica (tranquillizza gli animi, ma non sempre ha riscontro nel testo biblico), divenute convenzione mediante la ripetizione nel tempo, si fa sempre bene a fare una corretta esegesi. Chi proietta nel testo alcunché (esegesi), poi pretenderà di trovarlo e affermerà che sia così. Ma ciò non è la verità che fa liberi.

     L’esegesi appura ciò che vi è nel testo, secondo l’intenzione dell’autore. Essa non pretende di poter spiegare tutto, ma si attiene al testo nel suo contesto (letterario, storico, culturale); si serve poi di testi che fanno chiaramente riferimento a quello in esame. Inoltre rispetta lo sviluppo della rivelazione — oltre agli sviluppi storici, linguistici (AT ebraico, NT greco) e culturali presenti nella Bibbia.

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Figli_di_Dio_Gn6_Oc.htm

08-03-2007; Aggiornamento: 30-08-2014

 

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