Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Bibbia (generale)

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

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L’IMPURITÀ FEMMINILE NELLA BIBBIA

 

 di Argentino Quintavalle

 

1. Le regole

2. Purificazione

3. Considerazioni

 

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Era richiesta saggezza per interpretare i comandamenti biblici, tra cui quelli che si occupavano del rituale d’impurità delle mestruanti.

     Le Sacre Scritture mettono un’enfasi considerevole sulle leggi di niddāh «impurità» (mestruazione, flusso mestruale; mestruante). L’insegnamento principale e fondamentale sulla mestruazione nelle Sacre Scritture si trova in Lv 15,19-33. Il Talmud Babilonese dedica centinaia di pagine a commentare le leggi della mestruazione nel trattato Niddāh.

 

 

1.  LE REGOLE: Secondo la Bibbia, una donna è impura per sette giorni dall’inizio del suo flusso mestruale (Lv 15,19). Chiunque tocca una donna che ha le mestruazioni diventa impuro fino a sera (Lv 15,19). Chiunque tocca il suo letto o qualunque cosa su cui ella è seduta, durante i sette giorni, deve lavarsi le vesti e lavarsi in acqua e sarà impuro fino a sera (vv. 20-23).

     I rapporti sessuali con la donna durante questo periodo sono proibiti (Lv 18,19; Ez 18,6; 22,10). La punizione per l’uomo e la donna che violano questa proibizione è lo «sterminio» da mezzo del popolo d’Israele (Lv 20,18). Se le mestruazioni di una donna iniziano durante il rapporto, l’uomo diventa impuro per sette giorni perché gli viene trasmessa la condizione d’impurità della donna (Lv 15,24).

     Se una donna ha le mestruazioni per più di sette giorni o ha un flusso irregolare di sangue in momenti diversi dal suo periodo, la sua impurità finisce solo dopo sette giorni «puliti» (Lv 15,25-28). Nell’ottavo giorno «pulito», l’atto finale della purità rituale richiede di portare due tortore o due giovani piccioni per sacrificio (Lv 15,29s).

 

 

2.  PURIFICAZIONE: Secondo Lv 12,1-8, a causa della fuoriuscita di sangue associata al parto, una donna è ritualmente impura dopo aver partorito, proprio come lo è durante il periodo mestruale. L’impurità è per sette giorni se partorisce un maschio (v.2), e per quattordici giorni se partorisce una femmina (v.5). La madre deve aspettare trentatré giorni aggiuntivi se ha partorito un maschio e sessantasei in caso di femmina per «purificarsi dal sangue» (vv.4,5). Alla fine del suo periodo d’impurità, deve portare un sacrificio al sacerdote (vv.6-8).

     Gli Evangeli sinottici registrano un racconto di Gesù che entra in contatto con una donna che aveva sofferto di un flusso di sangue per dodici anni (Mt 9,20ss; Mc 5,25-34; Lc 8,43-48). Qualunque fosse stata la causa della sua perdita di sangue, le restrizioni levitiche (Lv 15,19-33) la rendevano ritualmente impura, e altrettanto era per chiunque l’avesse toccata, facendo così di lei un’esiliata tra la propria gente. Nel momento in cui la donna ha toccato il mantello di Gesù, è stata curata dalla potenza di Dio e la sua contaminazione è stata rimossa. Il Nuovo Testamento tace riguardo all’obbligo della donna di portare l’offerta prescritta per la cessazione dell’impurità (cfr. Lv 15,28ss).

     La mancanza di attenzione verso le leggi che riguardano le mestruazioni era considerata una delle tre trasgressioni per cui le donne morivano nel parto (Shabbat 2:6). Giuseppe Flavio dichiarò che le donne, durante il periodo mestruale, non avevano accesso a nessuno dei cortili del tempio (Contro Apione 2,103-104; Guerre 5,227). La separazione sociale delle donne durante le loro mestruazioni fu ulteriormente enfatizzata nel Talmud.

     Così, i lunghi periodi di isolamento dovuti alla loro impurità rituale, come pure alle loro responsabilità di casalinghe, ha condotto a una scarsa partecipazione generale delle donne alle attività pubbliche della vita religiosa comunitaria.

 

 

3.  CONSIDERAZIONI: Bisogna ammettere che la situazione della donna era svantaggiata, ma non per questo non potevano esprimere la loro spiritualità. Maria era una donna. Dio l’ha amata e utilizzata. Secondo la Scrittura, ci sono cinque cause di impurità:

     ■ Contatto con un corpo morto (Nu 19,11-22).

     ■ Contatto con i corpi morti di animali (Lv 11,24-44).

     ■ Versamenti corporei, tra cui la gonorrea, il flusso mestruale (Lev15) e il sangue delle partorienti (Lv 12).

     ■ La «lebbra» (Lv 13-14).

     ■ Contatto con alcune cose santificate. Quelli che preparavano le ceneri della giovenca rossa diventavano impuri in senso cerimoniale a seguito del loro lavoro santo (Num19,7-10).

 

Ci sono tipi di impurità specifici per gli uomini, e quelli specifici per le donne, ma la maggior parte si applicano a entrambi i sessi.

     Le femministe non sono riuscite a cogliere queste distinzioni. Le regole bibliche che si riferiscono alla purità cerimoniale non negano alla donna una esperienza religiosa; esse sottolineano le esperienze univoche della vita femminile. Dopo aver partorito, una donna faceva un pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme per portare il sacrificio stabilito per la sua purificazione. Ella non andava con un senso di colpa, ma andava a «celebrare» una caratteristica esperienza femminile.

     Le espressioni ebraiche tāhōr «puro» e tāmē’ «impuro» sono termini tecnici che non hanno in sé stessi alcuna connotazione moralmente positiva o negativa. Secondo la Scrittura, o si è in uno stato di purità, o in uno stato di impurità. L’impurità è un fenomeno umano

     È vero che i termini «puro» e «impuro» sono stati usati come metafore per «buono» e «malvagio», ma è quasi impossibile in italiano trovare una parola equivalente che esprima adeguatamente il senso del termine biblico tāmē’, che viene tradotto con «impuro», il quale trasmette una connotazione molto negativa. Tuttavia, il termine non dà a intendere un significato di giudizio morale a meno che lo stato di impurità non sia causato da un atto proibito dalla Legge. Il termine può significare semplicemente l’incompatibilità o l’impreparazione per entrare alla presenza di Dio (per esempio, il santuario del tempio).

     In altre parole, si può essere impuri senza aver commesso alcun peccato. Notiamo con attenzione l’ipotesi di Saul sull’assenza di Davide al pasto reale (1 Sam 20,26). Sembra che egli arrivi alla sua conclusione su Davide senza allarme o disapprovazione, senza cioè dare l’idea che potesse aver commesso qualche peccato.

     Giuseppe di Arimatea (Lc 23,53) prese il corpo di Gesù che stava sulla croce, lo avvolse e lo mise in una tomba scavata nella roccia. Egli divenne ritualmente impuro attraverso questo contatto con un cadavere. La sua condizione rituale era però il risultato di un comportamento giusto.

     Domanda: Le donne, durante il loro periodo mestruale, possono partecipare alla cena del Signore? Rispondo in maniera indiretta: Gesù rimproverò la donna dal flusso di sangue per averlo reso impuro? (cfr. Tt 1,15).

 

Per l’approfondimento cfr. in Nicola Martella, «Puro e impuro», Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 289s; cfr. anche «Sacro e profano», p. 315; «Santità», pp. 319s; «Santo - sacro», pp. 320s. Sul termine «lebbra» cfr. la traduzione «morbo» e le spiegazioni al riguardo in Nicola Martella, Il Levitico: Traduzione letterale (Punto°A°Croce, Roma 1998).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Impuritafem_MT_AT.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 30-06-2010

 

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