Caro Nicola, studiando il libro dei Giudici sono stato attratto dalla storia di
Sansone. Sopratutto perché è evidente che egli non sia un cosiddetto «stinco
di santo»; ma nonostante ciò il Signore lo ha fatto annoverare tra gli esempi di
fede in Ebrei 11. Se il Signore permette, vorrei tanto predicare su Sansone. Ma
ci sono tanti aspetti ancora oscuri che non riesco a ben interpretare nei
capitoli che riguardano questo personaggio. Così ho pensato a te per un aiuto,
vista la tua esperienza sull’AT.
Per esempio perché in Gdc 14,5 vengono citate le «vigne di Timna»? Se lo
scrittore non voleva dare alcun riferimento alla vigna, poteva scrivere
semplicemente «nei pressi» di Timna. E se la parola vigna vuole invece dare un
riferimento, non è per metterlo in contrasto al divieto, che il nazireo aveva di
far uso di prodotti della vigna (Nu 6,3)? E perché i suoi genitori non c’erano?
Perché Sansone andò da solo? Forse non voleva essere visto?
Ci sono altre cose oscure, ma la fame vien mangiando e, per adesso, basta
così. Anche perché non vorrei approfittare troppo del tuo tempo. Grazie per la
risposta. Un abbraccio fraterno… {Maurizio Marino; 15-03-2009} |
1. Sansone
È una figura tragica dal punto di vista umano,
non è proprio un esempio di fede e di integrità morale, che si possa
raccomandare. Egli seppe controllare e vincere pressoché tutti i suoi avversari,
solo se stesso no. Tale personaggio mostra alcuni aspetti importanti da
considerare.
■ L’elezione
divina da sola non basta, se poi non ci sono consacrazione e ubbidienza al
Signore.
■ Dio usa ciò, che l’uomo gli mette a disposizione, per attuare i suoi
piani o per mantenere le sue promesse, e questo specialmente in tempi di
decadenza morale. Ciò non significa però che Dio approvi la condotta e le
convinzioni di tali persone.
■ Alla fine, tutti i nodi vengono al pettine. Come Sansone, la fine di
tali persone può essere abbastanza tragica. Allora egli non si chiede che cosa
fare, per onorare Dio, ma vuole solo vendicarsi dei propri nemici; e usa anche
Dio per tali piani personali, per finirla in gran stile: morire portando nella
morte il maggior numero di persone. Certo Dio acconsente, per dare una dura
lezione a coloro, che stavano distruggendo il suo popolo e per umiliare gli dèi
dei Filistei.
■ In
Ebrei 11,32 i quattro giudici Gedeone, Barak, Sansone e Jefte fecero
certamente grandi atti di eroismo per la loro nazione (vv. 33ss); eppure tutti
loro hanno delle macchie morali o caratteriali. Non si salvano neppure il
giudice-profeta Samuele
(fu un pessimo pedagogo per i suoi figli), né il re Davide (fu un
adultero). Ciò mostra che la grazia di Dio verso il suo popolo e la sua fedeltà
verso la parola data sono ciò, che conta veramente. Dio li guarda e li usa in
funzione dei suoi obiettivi finali. Chiaramente egli vuole anche trasformare
in meglio i suoi strumenti e i suoi servi (cfr. Giona, Habakuk, Geremia,
ecc.), se essi glielo permettono, esercitando fede, timor di Dio, sottomissione
e ubbidienza. Ciò vale anche per noi.
2. Timna
Ecco il tentativo di risposta riguardo a tale questione. Fin dall’età remota,
Timna era particolarmente un luogo, in cui venivano radunate le pecore
per la tosatura (Gn 38,12ss) e probabilmente era anche una specie di fiera
periodica per la lana e le pecore. Era anche un importante luogo di confine
interno (Gs 15,10.57 Giuda; 2 Cr 28,18). Inoltre, esistevano altre Timna:
Timna nel territorio della tribù di Dan (Gs 19,43), quindi poco lontano da
quella di Giuda; Timnath-Serach nella contrada montuosa di Efraim ed eredità di
Giosuè (Gs 19,50; 24,30; chiamata anche Timnath-Heres, Gdc 2,9).
Sansone era un Danita (Gdc 13,2), e ci si aspetta che sia sceso alla
Timna del suo immediato territorio (e non a quella di Giuda), visto che ne parla
in modo scontato (Gdc 14,1s) e che i suoi genitori lo accompagnano lì (v. 5).
Nella vita di Sansone tale località denominata «vigne di Timna» fu nominata
esplicitamente, perché per gli Israeliti (specialmente del luogo) era una
località concreta e particolare, quindi una zona specifica intorno a tale città
(ciò mostra la storicità reale del libro!). Anche noi siamo abituati a
distinguere le zone, che conosciamo, con nomi specifici per evitare confusioni.
Tale zona della Timna danita non aveva nulla a che fare con lo status di
nazireo di Sansone, ma intendeva designare la località particolare, che era
ben conosciuta agli Israeliti. Il luogo doveva essere abbastanza vicino a Zorea
(Gdc 13,2), la loro città di residenza, e non lontano da Timna di Giuda. Era
quindi normale che un giovanotto esplorasse il suo territorio; certo, lui aveva
altri piani: cercare un’occasione per dare le mani contro i Filistei (Gdc 14,4).
Poi, si recò in tale luogo anche con i suoi genitori (v. 5).
Per l’approfondimento del libro di Giudici, si veda in
Radici 3-4, pp. 40-54.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Sansone_luci_ombre_R34.htm
19-03-2009; Aggiornamento: 09-03-2013
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