Caro Nicola, un conoscente non-credente mi ha citato Salmo 137,9 [N.d.R.: «Beato
chi piglierà i tuoi bambini e li sbatterà contro la roccia!»]. Egli,
prendendomi in giro, ha dichiarato: «Chissà mai quale spiegazione può avere tale
verso». La verità è che non so dargli una spiegazione. Puoi venirmi in aiuto? Ti
ringrazio molto. {Lucia Vitangeli Giannicola; 11-05-2012} |
1. I moderni tentatori
Gli atei, gli agnostici, i senza Dio e gli avversari della rivelazione
biblica d’ogni provenienza sono abili a isolare versi dalla sacra Scrittura
e a metterli come pietre d’inciampo sulla via dei credenti, nell’intento di
screditare la Bibbia ai loro occhi, di seminare il dubbio circa la sua
attendibilità e di far cadere gli sprovveduti nell’incredulità. Essi
assomigliano al serpente nel giardino
dell’Eden, che astuto, sornione e con recitato interesse pose domande
apparentemente intelligenti a Eva, promettendole emancipazione e illuminazione.
Allora come oggi, le insinuazioni sono le medesime: «Dio vi avrebbe detto
proprio così? Come può chiedervi cose del genere? Non è come dice Lui, ma Egli
sa che… Egli vi nasconde che… Perché continuare a credere in Dio, se tu stesso
puoi essere Dio della tua vita?», e così via.
2. Il contesto regna
Per capire il verso finale del Salmo 137, bisogna leggere l’intero salmo e tener
presente l’allora contingenza storica. Ecco dapprima il testo in una versione
vicina all’originale:
1 Là presso i fiumi di Babilonia,
sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
2 Ai salici [presenti] in essa
avevamo appese le nostre cetre.
3 Infatti, quelli, che ci avevano deportati,
ci chiedevano parole di canto,
e quelli, che ci causarono lamenti, [canzoni di]
gioia:
«Cantateci una delle canzoni di Sion!».
4 Come potremmo noi cantare un canto dell’Eterno
in terra straniera?
5 Se io ti dimentico, o Gerusalemme,
che dimentichi la mia destra!
6 Resti la mia lingua attaccata al mio palato
se io non mi ricordo di te,
se non innalzo Gerusalemme
al disopra d’ogni mia allegrezza.
7 Ricordati, o Eterno, dei figliuoli di Edom,
nel giorno di Gerusalemme,
che dicevano: «Spogliatela, spogliatela
fin dalle fondamenta!».
8 O figlia di Babilonia, devastatrice,
felicitazioni a chi ti darà il contraccambio di
ciò,
che tu ci hai fatto!
9 Felicitazioni a chi piglierà i tuoi bambini
e li sbatterà contro la roccia!
Ricordo che da questo salmo è stata tratta la famosa aria «Va’ pensiero»
del Nabucco di Giuseppe Verdi (per l’approfondimento e testo:
Wikipedia).
Gerusalemme era stata distrutta dai Babilonesi, migliaia di persone erano
state
uccise in modo barbaro, specialmente i dignitari (scorticati vivi e impalati
vivi), le donne erano state stuprate, i neonati erano stati sbattuti contro le
rocce. Altri (donne, uomini, ragazzi, giovani) furono deportati seminudi,
a piedi per molte centinaia di chilometri, con indicibili stenti, per essere
usati come schiavi a Babilonia; tanti di loro perirono per strada di stenti e
per la fame e la sete. Gli anziani, se non uccisi prima della partenza,
furono abbandonati a loro stessi, essendo un peso per la marcia. I neonati
erano considerati parimenti un impedimento e furono soppressi in loco, prima di
partire, per evitare di perdere per strada anche le mamme, che allattavano, e
quindi delle schiave. Il libro delle Lamentazioni di Geremia descrive lo strazio
di quei giorni durante e dopo l’assedio e tutte le atrocità che il popolo di
Giuda subì. Dopo la lunga deportazione, i Babilonesi aguzzini arrivati
finalmente con i superstiti nel luogo dell’esilio, pretendevano dai Giudei
sopravvissuti agli strapazzi e all’angoscia di essere allietati con delle
canzoni allegre. Ci si può immaginare i sentimenti, che c’erano nel loro
animo e che essi non poterono esprimere per paura di rappresaglie.
I Babilonesi si comportarono come i Nazisti nella seconda guerra mondiale
e in certi aspetti anche peggio quanto a crudeltà; sennonché i Babilonesi a
differenza dei Nazisti non volevano distruggere i Giudei, ma soltanto rompere
ogni resistenza e farne degli schiavi.
3. Capire il tenore del testo
Il
giudizio, che avvenne a Giuda (e prima a Israele), era stato preannunciato
da Dio centinaia di anni prima, accennando a tutte le cose truci che tale popolo
avrebbe fatto al popolo disubbidiente (Dt 28,49-57). Quando gli avvertimenti dei
proclamatori di Dio non portarono al ravvedimento, ma il popolo divenne ribelle
e malvagio, Dio permise ai Babilonesi di punirli per la durezza e insensibilità
del loro cuore malvagio.
Dio aveva annunciato anche la distruzione di Babilonia per mano dei Medi e
dei Persiani, dandole la retribuzione del male, che aveva fatto a tali Giudei
(cfr. Is 13; 47); cosa che poi avvenne in modo terribile (cfr. 2 Re 25). Dopo
tante sofferenze e umiliazioni, il salmista si sfogò, ricordando a Babilonia che
Dio la distruggerà e dicendo beato quel popolo, che farà con i Babilonesi ciò,
che essi avevano fatto con i loro figli (Sal 137,8s). Infatti, poi vennero i
Medi e i Persiani, che conquistarono Babilonia e fecero proprio così.
Sfracellare o sbattere i bambini contro le pietre (oltre che trapassare di spada
le donne incinte; 2 Re 8,12), per privare i nemici della prole, era una
prassi comune ai popoli pagani. Ciò lo fecero non solo i Siri, ma
anche i
Babilonesi. Già prima di questi ultimi, fu annunciato che gli Assiri
avrebbero fatto similmente con Israele: la madre sarebbe stata sfracellata coi
figli (Os 10,14), senza pietà. Dei cittadini di Samaria fu detto: «Cadranno
per la spada; i loro bambini saranno sfracellati, le loro donne incinte saranno
sventrate» (Os 13,16). Parlando profeticamente a Ninive, capitale
dell’Assiria, e lanciandole un severo avvertimento, Dio disse dell’allora
capitale dell’Egitto: «Eppure, anch’essa è stata deportata, è andata in
cattività; anche i bambini suoi sono stati sfracellati a ogni canto di strada...
Tu pure...» (Na 3,10s).
E i Medi e i Persiani lo avrebbero fatto proprio con i figli dei
Babilonesi, come annunciò il profeta Isaia secoli prima (Is 13,16). Il Salmo
137,9 si rifaceva proprio a tale predizione di Dio tramite i suoi profeti.
Ciò che i Babilonesi (e gli altri popoli pagani) avevano seminato, quello hanno
poi mietuto.
Non furono i Giudei a distruggere Babilonia, né furono loro a sbattere i figli
dei Babilonesi contro le rocce. Nel Salmo 137 fu ricordato profeticamente
soltanto il giudizio divino, che sarebbe venuto. Per tali predizioni si
vedano specialmente i profeti Isaia, Geremia e Ezechiele.
Non bisogna mai dimenticare il contesto letterario, storico, culturale,
religioso, ecc. Non bisogna dimenticare la tragedia di un intero popolo, né il
fatto che qui venne presentato il giudizio, che Dio aveva già preannunciato.
Durante il corso della storia, di esperienze del genere il popolo d’Israele ne
ha vissute diverse fino alla «soluzione finale» (Endlösung) dei Nazisti.
4. Aspetti conclusivi
Per noi cristiani biblici è soprattutto importante l’insegnamento di Gesù
Cristo; tuttavia, cerchiamo di capire, invece di giudicare i sentimenti di un
popolo straziato, come sono evidenziati in questo salmo.
Chi mette l’evidenzia su tali versi, citandoli fuori contesto e ponendoli come
pietra d’inciampo sulla via di cristiani sprovveduti, in genere non è
interessato alla verità, ma cerca soltanto pretesti per seminare il dubbio e
il discredito verso la Parola di Dio.
Tali persone spesso dimenticano che, purtroppo, in tutte le guerre recenti
sono accadute cose crudeli simili, non solo nelle guerre mondiali, ma in tutte
le guerre che seguirono (Vietnam, Jugoslavia, Afganistan, Iraq, Africa, ecc.).
Le guerre di per sé rendono gli uomini così violenti e barbari, che le loro
coscienze indurite godono nel vedere e nel fare il male e le cose più atroci
contro i vinti, e tutto ciò dà loro un senso di onnipotenza.
Nonostante ciò, l’autore di tale salmo non incitò i Giudei a fare i partigiani
contro i Babilonesi, sebbene ciò fosse comprensibile, ma ricordò proprio a
Babilonia il
giudizio decretato da Dio e plaudì a quel popolo straniero, che lo
avrebbe attuato, vendicando in modo indiretto i propri morti, anche i propri
neonati e piccoli bambini, che i Babilonesi avevano sfracellato contro le rocce.
Facciamo bene a diffidare dei cosiddetti moderni «illuminati», che nei
loro comodi salotti vogliono giudicare i sentimenti degli antichi Giudei, che
avevano appena subito una delle più pesanti tragedie storiche. Altri moderni
avversari della sacra Scrittura negano addirittura che ci sia stato il
cosiddetto «Olocausto», la tragedia degli Ebrei sotto il nazismo, che ha
visto la deportazione di milioni di persone e la loro fine nelle camere a gas e
nei forni crematori.
Il Dio della Bibbia non è lo «zio buono» e ispiratore di buoni sentimenti
religiosi, ma è il Dio della storia, il giudice supremo, che darà a ognuno
secondo le loro opere. Durante il corso della storia, anche molti cristiani
biblici sono caduti per la loro fede per mezzo delle mani crudeli di pagani,
atei, malvagi e avversari del Dio vivente. Dio ha permesso ciò, ma non rimane
indifferente.
In Apocalisse 6,9ss viene descritta la seguente scena della storia finale: «E
quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l'altare le anime di
quelli, che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza, che
avevano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: “Fino a quando, o
nostro Signore, che sei santo e verace, non fai tu giudizio e non vendichi il
nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?”. E a ciascun di loro fu
data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo,
finché fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che
devono essere uccisi come loro». Alla fine tutti i nodi verranno al pettine,
e il Signore giudicherà i vivi e i morti di tutta la storia, ognuno
secondo le sue opere.
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Salmo 137,9 e gli avversari della Bibbia? Parliamone {Nicola
Martella} (T)
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URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Sal137_avvers_R34.htm
17-05-2012; Aggiornamento: 21-05-2012 |