1. ENTRIAMO IN TEMA: Con Salvatore Gallo, un cattolico militante, m’ero confrontato su sua richiesta
riguardo a Giudici 11,39s nell’articolo «Decantare
la figlia di Iefte». Il suo obiettivo era di accreditare le
feste odierne della devozione religiosa riguardo a beati, santi e patroni,
facendo leva su questa glossa culturale e folkloristica dell’antico Israele
riguardo a una ricorrenza praticata dalle donne al tempo dei Giudici, quando,
come recita il ritornello, ognuno faceva come gli pareva meglio.
Egli, intervenendo riguardo a un contributo di un altro lettore, gli chiedeva:
«Davide, mi citi un solo esempio nella Bibbia, dove si possa evincere che
in Israele vi sia una separazione tra feste civili e feste
religiose?». {16-07-2011}
L’altro lettore rispose: «Salvatore, non ce bisogno di andare a scavare; quella,
che è stata menzionata, non fa parte dei precetti della Torah, ma erano solo
le vergini, che ricordavano, una volta l’anno, facendo quattro giorni di
lamento. E non c’erano bancarelle, né santini, né pupazzi
di terracotta o cartapesta e né fuochi d’artificio; non era una ricorrenza per
sollazzarsi e neanche per tutto il popolo, ma solo per le vergini, pronte per il
loro matrimonio» {Davide Forte; 16-07-2011}
Salvatore Gallo replicò: «Davide, dal momento che uno dei punti forti
dell’argomentazione del Martella è la supposta (ma indimostrabile!)
separazione tra feste religiose e feste civili — parliamo di
feste nazionali, ovviamente e non della scampagnata dopo la vendemmia —
rimango in attesa di
chiari riferimenti biblici. {16-07-2011}
Accettando la sfida, feci presente che veda la festa dei Purim era soprattutto
una festa civile, senza che fosse menzionato nessun elemento religioso
particolare
di quelli tipici delle feste nazionali d’Israele in onore dell’Eterno. Si veda
Ester 9.
2. IL CONFRONTO SULLA FESTA DEI PURIM:
Da tale mia asserzione è nato il seguente confronto.
■ Salvatore Gallo: Che la festa ebraica di Purim sia religiosa e
non semplicemente «civile», ce lo confermano gli stessi ebrei: «Il giorno 13 è
giorno di digiuno in ricordo appunto del digiuno fatto da Estèr per invocare
l’aiuto del Signore» (qui;
cfr.
Wikipedia).
Se poi si vuol sostenere che «festa civile, senza che fosse menzionato nessun
elemento religioso particolare», allora potremmo anche sostenere che il libro di
Ester non è sacro, perché non vi è menzionato mai Dio!
Ma è chiarissimo che Dio si è servito di Ester per salvare il suo popolo! Il
digiuno del popolo e di Ester a chi era dedicato, se non a Jahwè! «Va’,
raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state
senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con
le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene
ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!» (Ester
4,16). {16-07-2011}
■ Nicola Martella: Qui non devono interessarci ciò, che il giudaismo
ha fatto della festa dei Purim nel tempo, ma solo l’esegesi della Parola
di Dio. Se dovessimo partire dala festa dei Purim odierna, dovremmo conseguire
che è una specie di carnevale giudaico! Com’era però in origine? Nelle
disposizioni originali della festa (Est 9) non si parla di una centralità del
digiuno, al contrario si parla di banchetti. E in esse non si parla
di alcunché di religioso, che fosse tipico delle feste nazionali in onore di
Jahwè: sacrifici, preghiere, benedizioni, sante convocazioni, ecc.
■ Salvatore Gallo: Se leggi attentamente la fine di Ester 9, quando parla
dell’istituzione della festa, ti accorgerai che si parla di digiuno
legato alla festa di Purim: «A tutti i Giudei, nelle centoventisette
provincie del regno di Assuero, si mandarono lettere contenenti parole di pace e
di fedeltà, per fissar bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come
li avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e come essi stessi li
avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro
digiuno e dei loro lamenti. Così l’ordine di Ester confermò l’istituzione
dei Purim, e ciò fu scritto in un libro». {17-07-2011}
■ Nicola Martella: Ha ragione Salvatore Gallo riguardo alla menzione del
digiuno alla fine del libro di Ester. Tuttavia il digiuno è un requisito
religioso atipico per le feste dell’antico Israele. Inoltre qui manca la
caratteristica maggiore delle feste ebraiche in onore dell’Eterno: il
sacrificio, il rito religioso, l’obbligo per i maschi di salire a un santuario
centralizzato, la santa convocazione, ecc. Questo sì che è tipico delle feste
nazionali in onore di Jahwè, comandate nella Torà.
Faccio presente che Ester 9,31 si può intendere anche diversamente: «…per
fissare bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano
ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e com’essi stessi li avevano
stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e
del loro grido». Così espressa, tale norma non conterrebbe il digiuno,
ma ricorderebbe il momento, in cui fu fissata la data per i giorni di
Purim, ossia allorquando essi stavano digiunando e gridando nei giorni, in cui
temevano il peggio e la loro situazione mutò e poterono passare a dare il
contraccambio ai loro avversari.
Faccio anche presente che il digiuno, comunque lo si consideri nella
menzione finale di Ester 9, non era un elemento esplicito per alcuna
festa in onore dell’Eterno, menzionata nella Legge mosaica. Per cui non bisogna
qui sopravvalutarlo; e questo tanto più che Ester 9,31 è un brano controverso.
■ Salvatore Gallo: Mi sembra però che il punto sia il seguente. La festa
di Purim è una ricorrenza religiosa, non tanto per le preghiere, i sacrifici,
ecc., quanto per il fatto che si ricorda un intervento salvifico di Jahwè
a favore del suo popolo. E che sia intervenuto Jahwè, credo non lo si possa
negare, anche per il fatto che il popolo ed Ester digiunano
prima che ella si presentasse davanti al re. {17-07-2011}
■ Nicola Martella: La festa di Purim non era stata comandata come una
ricorrenza religiosa nazionale, poiché non era tra quelle comandate nella
Torà e poiché non conteneva nessuno degli elementi caratteristici, comandati per
tali celebrazioni.
Non bisogna confondere ciò, che c’è stato prima e dopo il contrappasso
storico e l’istituzione della festa. In ciò, che c’è stato prima dell’editto,
che permetteva ai Giudei di dare il contraccambio ai loro avversari, è evidente
che il digiuno avesse un senso, perché la loro vita era a rischio. Ma
l’istituzione della festa prevedeva gioia, banchetti regali reciproci e
null’altro. Non si possono mischiare il prima e il dopo. Tanto più che i termini
«digiuno» e «digiunare» non ricorrono mai nella Torà.
3. GLI APPROFONDIMENTI RIASSUNTIVI:
La festa dei Purim era, in origine, essenzialmente una festa
commemorativa di natura culturale, civile e non tipicamente religiosa. Ecco
alcuni elementi distintivi.
■ Non avveniva presso il tempio, come per le feste comandate nella Torà.
Non c’era l’obbligo per i maschi di salire al santuario centralizzato, ma i
Giudei festeggiavano i Purim, dovunque si trovavano.
■ Non implicava sacrifici, cosa che è la costante in tutti i tipi di
feste religiose in onore dell’Eterno. Al contrario era «un giorno di
conviti
e di gioia» (Est 9,18; cfr. vv. 19.22). Si parla invece dei «sacrifici
della mia festa» (Es 23,17s), quando «tre volte all’anno»,
durante le feste comandate nella Torà, «tutti i maschi»
comparivano
«davanti al Signore, l’Eterno», ossia presso il santuario centrale.
Si parla, quindi, specificamente del «sacrificio della festa di Pasqua»
(Es 34,25) e dell’annessa festa degli Azzimi
(2 Cr 30,21s; Esd 6,21s; Ez 45,23.25). Il sacrificio era parte essenziale «nelle
vostre feste solenni» (Nu 15,3), ossia di quelle principali comandate
nella Torà, chiamate pure «feste dell’Eterno, del Dio nostro»
(2 Cr 2,4).
La festa dei Purim non implicava alcuna azione rituale e sacrificale.
■ Erano previsti, invece, regali reciproci e specialmente verso i poveri;
questo elemento è estraneo alle feste religiose d’Israele. «I Giudei della
campagna, che abitano in città non murate, fanno del quattordicesimo giorno del
mese di Adar un giorno di gioia, di conviti e di festa, nel quale gli uni
mandano dei regali agli altri… e facessero di questi giorni dei giorni di
conviti e di gioia, nei quali gli uni manderebbero dei regali agli altri,
e si farebbero dei doni ai bisognosi» (Est 9,19.22).
In tutta la
Torà non esiste neppure un brano, che parla esplicitamente di doni reciproci
durante una festa nazionale in onore dell’Eterno.
Si parla dell’impegno di fare parte delle proprie primizie al Levita e
allo straniero al tempo della prima raccolta nella terra promessa, dopo la
conquista (Dt 26,1s.10s). Si parla anche dell’uso delle decime come mezzo
per fare beneficienza (vv. 12s), ma ciò non era abbinato a una particolare
festa, ma a un dato temporale (il terzo anno). Inoltre, le primizie e le decime
non erano regali, ma il dovuto per legge.
■ L’editto sulla festa dei Purim non contemplava nessuna speciale santa
convocazione
il primo e l’ultimo giorno; essa, però, era tipica delle feste in onore
dell’Eterno. Le solennità dell’Eterno furono chiamate «sante
convocazioni» (Lv 23,2.4.37), poiché tutta l’assemblea d’Israele (ossia dei
maschi) si radunava insieme presso il santuario centrale. Esse sono menzionate
esplicitamente riguardo al periodo della Pasqua con l’annessa festa degli
Azzimi nel 1° e nel 7° giorno (Es 12,16; Lv 23,7s; Nu 28,16ss.25), alle
Primizie (Lv 23,21; Nu 28,26), alle Trombe (Lv 23,24; Nu 29,1), alle
Espiazioni (Lv 23,27; Nu 29,7), alle Capanne nel 1° e nell’8°
giorno (Lv 23,34ss; Nu 29,12).
Una santa convocazione manca nell’editto relativo alla festa dei Purim.
■ Alcuni fanno riferimento al fatto che nell’editto relativo alla festa dei
Purim si parli di
digiuno. Tuttavia, come abbiamo visto, Ester 9,31 si può intendere anche
diversamente nel senso di ciò che avvenne durante il periodo antecedente
all’editto, che permetteva ai giudei di dare il contraccambio ai loro avversari:
«…per fissare bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li
avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e com’essi stessi li
avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti,
in occasione del loro digiuno e del loro
grido». Le cose, così espresse, non intenderebbero il digiuno, che si
doveva ancora effettuare, ma ricorderebbero il momento, in cui i Giudei
digiunavano e gridavano dinanzi alla tragedia, che stava per abbattersi. Poi la
loro situazione mutò, ed essi poterono passare al contrattacco. Abbiamo
inoltre ribadito che, comunque si consideri Ester 9,31, nella Legge
mosaica il digiuno non era prescritto per alcuna festa in onore dell’Eterno.
A ciò si aggiunga che in tutta la Torà il sostantivo «digiuno» e il verbo
«digiunare» non compaiono addirittura mai. Il digiuno non era, quindi, tipico
delle feste in onore dell’Eterno; non si trova neppure nel libro di Ezechiele,
dove sono poste le basi per il culto futuro. Anche nei brani, in cui s’ingiunge:
«Umilierete le anime vostre», ossia durante la festa delle
Espiazioni (Lv 16,29.31; 23,27.29.32; Nu 29,7), non si parla assolutamente di
digiuno. L’idea del digiuno sembra essere estranea all’antica devozione
religiosa d’Israele e specialmente alle feste in onore dell’Eterno.
L’unico brano, in cui si afferma qualcosa del genere, è il seguente: «Io
bandii un digiuno per umiliarci nel cospetto del nostro Dio» (Esd 8,21). Si
noti che qui ci troviamo in epoca postesilica e che ciò non avvenne durante una
festa in onore dell’Eterno, ma «per chiedergli un buon viaggio» da
Babilonia verso Canaan.
■ Riassumendo, nell’editto di Ester e di Mardocheo, in cui fu comandata la festa
dei Purim, non c’era nessun elemento religioso rilevante e tipico delle
feste nazionali, celebrate in onore dell’Eterno. Non vennero comandate
preghiere, un rito particolare, una liturgia, dei sacrifici, una benedizione
sacerdotale, una santa convocazione il primo e l’ultimo giorno, quindi non era
previsto nulla di tipicamente religioso come per le feste nazionali dell’Eterno,
comandate nella Torà. Furono comandati solo i giorni, la durata perpetua e il
ricordo di quei giorni (vv. 26ss.31).
►
La natura della festa dei Purim? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Purim_natura_Lv.htm
21-07-2011; Aggiornamento: 25-07-2011 |