1. LE QUESTIONI: Ciao, Nicola, volevo chiederti una
risposta su Matteo 28,19. Leggendolo in varie traduzioni vediamo una differenza
di traduzione.
■ CEI ‘74: «Andate dunque e ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo» (così anche Rv e Diod).
■ NR: «Andate dunque e fate miei discepoli
tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo» (così anche CEI ‘08 e PdS/TILC).
■ ND: «Andate, dunque, e fate discepoli di tutte le nazioni,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Come vediamo questi
modi diversi di tradurre danno anche interpretazioni diverse del comando di Gesù
sul «grande mandato»:
■ Gesù chiede solo d’insegnare l’Evangelo a ogni popolo e tutte le
nazioni devono essere battezzate (così da CEI ‘74, Rv, Diod).
■ Gesù chiede che ogni persona d’ogni nazione
diventi seguace di Gesù. Questa interpretazione è molto simile alla prima, ma ne
differisce, perché dalla prima interpretazione sembra che gli apostoli devono
solo far conoscere l’Evangelo, mentre dalla seconda sembra che gli apostoli
devono fare in modo che ogni persona d’ogni popolo diventi cristiana (così da
CEI ‘08, PdS/TILC).
■ Gesù chiede che gli apostoli insegnino l’Evangelo a ogni popolo, ma non è
importante se tutto il popolo diventa cristiano o se solo qualche persona
scelga di seguire il Messia (così da ND).
Vediamo che da tre
traduzioni un po’ diverse scaturiscono interpretazioni simili, ma con qualche
differenza. Volevo chiederti cosa tu ne pensi, se puoi tradurre tu il brano di
Matteo 28,19 e dirmi come tu comprendi queste parole del Signore Gesù Cristo.
{Alessio Rando; 17-03-2014}
2. LE RISPOSTE: Questo articolo ha un carattere
specialistico e non è adatto per ogni lettore, ma solo per quelli maturi e
specialmente per quanti capiscono di grammatica e sintassi, sia italiane, sia
greche.
Come sempre si fa bene a tradurre il brano letteralmente dal greco: «Poreuthéntes
[mentre andate], ũn [dunque], matheteúsate [ammaestrate] pánta tà étnē [tutte le
genti], baptízontes autū̀s [immergendoli] eis tò ónoma [nel nome] tũ Patròs [del
Padre] kaì tũ Huiũ [e del Figlio] kaì tũ Haghíū Pneúmatos [e del Santo Spirito],
didáskontes autū̀s [istruendoli] tēreĩn [a osservare] pánta hósa [tutto quanto]
eneteilámēn hymĩn [vi comandai]» (Mt 28,19-20a).
■ Proposizioni secondarie: Si osservi che tutti i verbi, che ricorrono,
tranne il secondo, sono participi, formando così delle proposizioni
secondarie: ● Poreúomai
significa nel passivo «andare, venire (quindi arrivare), camminare, viaggiare,
navigare, partire, attraversare, procedere, passare per, spostarsi, ecc.»; qui
ricorre l’aor. pt., indicando l’azione unica: «mentre andate (nel mondo)».
Poreuthéntes ricorre anche in Mt 2,8 («quando arrivate [a Bethlehem],
investigate con precisione…»); 9,13 («andando, ora, imparate che cos’è:…»);
cfr. 11,4; 21,6; 22,15; 27,66. Poreuthéntes ricorre anche in Mc 16,15 (Mc
16,9-20 manca nei migliori antichi manoscritti): «Mentre andate in tutto
mondo, proclamate l’annuncio a tutta la creazione».
Perciò, anche in Mt 28,19 si può intendere «mentre andate [nel mondo]». ●
Baptízō
intende «immergere (in acqua)»; qui ricorre il
pres. pt. att., indicando l’azione continua degli apostoli, ovunque arrivassero.
● Didáskō significa «insegnare,
istruire»; qui ricorre il pres. pt. att.,
indicando l’azione continua degli apostoli, ovunque arrivassero.
Didáskontes ricorre anche in Mt 15,9 («insegnando insegnamenti»);
cfr. At 5,25.42; 15,35; Col 1,28; 3,16; Tt 1,11.
Anche il verbo finale è una secondaria:
entéllomai
significa «ordinare, comandare»; qui ricorre
l’aor. ind. med, per indicare un’azione già conclusa nel passato.
■ La proposizione principale: Tra tutte queste proposizioni secondarie,
l’azione principale è la seguente: matheteúsate pánta tà étnē
«ammaestrate tutte le genti».
Mathēteúō
intende «intr. essere discepolo (di qualcuno); trans.
ammaestrare; istruire»; qui ricorre l’aor. imp. att. per designare il comando,
rivolto agli apostoli, a fare un’azione unica o puntuale, dovunque essi
arrivassero durante la loro avanzata nel mondo. Il primo significato «essere
discepolo (di qualcuno)» non ha senso, mancando il dativo seguente (p.es. tõ
Iēsũ
lett. «a Gesù», it. «[essere discepolo] di Gesù»; emoí lett. «a me», it.
«[essere discepolo] di me, mio»); né tanto meno ha senso «fate discepoli» (ND) o
«fate miei discepoli», come recita una versione del NR (ancor peggio una delle
prime revisioni recitava «fate fare [miei] discepoli»!).
■ Massa e singoli:
Si noti pure che mentre pánta tà étnē «tutte le genti»
(tutti i Gentili, tutte le nazioni, ecc.) è una
locuzione neutra pl., l’oggetto dell’immersione è autū́s «essi»
(m. acc. pl.), ossia i singoli e non le masse; lo
stesso vale per chi gode dell’insegnamento.
■ La logica: Perciò, il matheteúsate
pánta tà étnē «ammaestrate tutte le genti» (aspetto generale) doveva
avvenire poi, nello specifico, sia con il
baptízontes autū́s «immergendoli» (i credenti diventano così discepoli), sia
con il didáskontes autū́s «istruendoli» (riferendosi ai discepoli) nella
dottrina del Messia: pánta hósa eneteilámēn hymĩn «tutto quanto vi
comandai» (il pl. neutro in pánta hósa mette l’enfasi su tutte le singole
cose, in dettaglio).
3. ASPETTI CONCLUSIVI: I viaggi di Paolo e della sua
squadra sono l’illustrazione migliore del compimento del «grande mandato».
Procedendo nel viaggio, dovunque essi arrivavano, si recavano nella locale
sinagoga, se ne esisteva una (At 13,14ss; 14,1;
17,1ss.10.17; 18,4.19; 19,8). Lì predicavano che Gesù è l’Unto promesso
ai Giudei e ai simpatizzanti delle nazioni. Specialmente i Gentili, che
simpatizzavano col giudaismo, accettavano l’Evangelo. In genere, i Giudei,
tranne eccezioni, diventavano sospettosi e invidiosi e diventavano ostili agli
apostoli (At 14,2ss; 18,6). A quel punto, i
missionari cristiani, separavano i credenti in Gesù, li battezzavano e li
istruivano nella dottrina del nuovo patto (At 19,9).
Dove non c’erano sinagoghe, c’era tutta un’altra situazione. I missionari
cristiani si rivolgevano direttamente ai pagani. Laddove alcuni si convertivano,
erano battezzati e istruiti nell’insegnamento biblico.
In ambedue i casi, dopo che si era costituito un gruppo di discepoli, i
missionari proseguivano il loro viaggio (At 14,20; 18,23; 20,1.11). A volte
lasciavano un collaboratore in loco, per un certo tempo (Tt 1,5), o lo
mandavano successivamente (At 19,22; 2 Tm 4,12; Tt 3,12). In altri casi,
tornavano, dopo un certo periodo, per confermare i discepoli (At 15,36).
Anche mandavano a tali gruppi di discepoli delle lettere
personali (cfr. Col 4,16; 1 Ts 5,27; 2 Ts 2,15), facendole recapitare da un loro
collaboratore (cfr. 1 Cor 4,17; 2 Cor 12,18; Ef 6,21s; Fil 2,28; Col 4,7ss);
così sono sorte le epistole del NT.
L’incombenza di riflettere sulle traduzioni
nostrane, specialmente in riferimento al brano in questione, la lascio ai
lettori.
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Mt28_19-traduz_Mt.htm
19-06-2014;
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