Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al
Giochimparafinale, il libro contiene due parti distinte dell'AT: il «Pentateuco» e i
«Libri Didattici».
Perché in Genesi
31,42 e Genesi 31,53 Giacobbe, giurando sul Dio dei suoi padri, usa un termine
cosi forte come «il Terrore di Isacco»?
Il «Nume», ossia la Deità, è stato
vissuto da sempre come qualcosa di «terribile», «tremenda», inavvicinabile e
pericolosa. Questo vale sia per la cultura al tempo dell’AT (e del NT) sia per
le persone stesse della Bibbia. Vedere Dio o la sua manifestazione (o il suo
inviato), poteva significare morire, poiché Dio era considerato (ed era) un
«fuoco consumante». Quando Dio si manifestava a qualcuno e rivelava a lui la sua
clemenza, il suo favore e il suo patto, ciò era vissuto come una grazia
incredibile, visto che si riteneva già spacciato. L’alleanza non sminuiva gli
attributi di Dio, ma rendeva Dio il «Tremendo», il «Terribile» eccetera di
qualcuno, ossia il suo Protettore; vedi come Dio aveva protetto Abramo ed
Isacco e come gli stessi principi cananei si resero conto di ciò; lo stesso
Labano si rese conto che Dio lo aveva benedetto a causa di Giacobbe! La
designazione di Dio quale «Terrore di Isacco», significava che Colui che è «il
terrore» per gli altri, stava dalla parte di Isacco come sovrana Autorità
protettrice. Giacobbe, invocando l’Autorità «tremenda» di Isacco, chiamava Dio a
vagliare quale Giudice supremo la situazione impari creatasi tra Labano e
Giacobbe e a esprimere un giudizio; Egli venne invocato pure come Testimone per
vegliare sull’alleanza che Labano e Giacobbe stavano stipulando e,
eventualmente, per sanzionare chi l’avrebbe infranta. Oltre a quanto detto,
facciamo notare che questo nome divino («Pachad di Isacco») non darebbe
particolari problemi, se si tenesse presente che tutti i nomi di Dio avevano un
significato comune e immediato; la traduzione ci ha privato al riguardo di una
grande ricchezza. Ad esempio, il nome Elohim, tradotto comunemente e
riduttivamente con «Dio», aveva anch’esso un significato immediato e corrente:
«il Tremendo»; El invece significava «il Potente». Jahwè («Colui
che è qui attivamente [o interviene]») si presentava come l’Elohim (= il
Tremendo) di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. I due nomi,
Elohim e Pachad, si corrispondevano ed erano sinonimi. È un grande
privilegio (ed è tranquillizzante) sapere che «il Tremendo» o «il Terrore» è
dalla parte di chi lo teme, di chi è entrato nel suo patto, e che Lui è il
«nostro Padre celeste», il Dio della nostra salvezza!
Per l’approfondimento si vedano in: Nicola Martella,
Manuale
Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli: «T26. Tremendo (Dio)»,
pp. 365ss (qui si parla anche del «Pachad di Isacco»); «P36. Potente
(Dio)», pp. 227s; «J01. Jahwè», pp. 200ss; «N03. Nome di Dio», pp. 239s; «C23.
Conoscenza di Dio (Formula di ~)», pp. 116ss; «D10. Dio dei padri», pp. 138s;
eccetera.