1.
Entriamo in tema
Sebbene alcuni termini partano dalla stessa radice e, quindi, dalla stessa idea
di base, scambiare candele, candeline e candelotti
può rendere un’impresa non solo inefficace e fuori luogo (mettere candele di una
macchina su una torta, può essere valutato come un’offesa), ma può essere
pericoloso (p.es. mettere candele di cera accese in un’automobile), se non
addirittura fatale (p.es. maneggiare in modo maldestro i candelotti di
dinamite). E che dire della «candelora» (festa mariana, in cui si
benedicono i ceri rituali), del candelabro o candeliere, del
candelaggio (misura l’intensità luminosa di una lampada in candele)? Il
candelotto non è solo una candela corta e grossa, ma esiste quello di
esplosivo, quello fumogeno, quello lacrimogeno e così via; poi, in alcune
regioni i candelotti sono i cannelloni. Avete già sentito parlare della
candelabra o candeliera? (motivo ornamentale a forma di candelabro
stilizzato). Che cosa fa il candelaio? (fabbrica o vende candele; usato
in gergo anche per l’omosessuale maschio!). Sapete che una «candeletta»
non è semplicemente una candela piccola, ma specialmente in farmacia e chirurgia
intende qualcosa di specifico? E che sarà mai una «candelizza»? (paranco
utilizzato per l’imbarco e lo sbarco di oggetti molto pesanti).
Tutto ciò mostra la complessità di una lingua viva e come da un termine di base
si sviluppi un vasto spettro di significati derivati. Chi si appressa a tradurre
o interpretare la Bibbia, deve tener presente che anche nei tempi biblici
esistevano termini derivati da altri e che avevano, a secondo del contesto, un
significato del tutto diverso dal termine di base. È, quindi, facile
scambiare capre con cavoli, se non si è rigorosi e attenti; ed è facile
prendere fischi per fiaschi, se non si approfondiscono abbastanza i termini
nel contesto, dove ricorrono.
2. Un esempio biblico concreto
Tradurre in 2 Timoteo 2,22 con «appetiti
giovanili» dà l’idea, che si tratti soltanto di appetiti sessuali. In
effetti, però, il primo termine è in greco epithymía
«desiderio, brama, voglia carnale, concupiscenza, passione». Si tratta, quindi,
di qualsiasi desiderio (soldi, potere, prestigio, ecc.).
Il secondo termine greco è neōterikós
e, sebbene sia simile a neanías «giovane» e a neanískos «ragazzo,
giovanotto», intende ben altra cosa, ossia «modernista, sconsiderato,
temerario». Infatti, esiste in greco il verbo
neōterízō, che è
simile a neōterikós
e che intende «innovare, rivoluzionare, creare turbolenze, macchinare».
Similmente il sostantivo neōterismós significa «innovazione, amore di
novità, rivolgimento politico» (perciò neōteristēs
«innovatore, rivoluzionario»).
Perciò, in 2 Timoteo 2,22 si tratta di brame impulsive, di desideri
temerari, di passioni turbolente. Inoltre, tali voglie carnali non si limitano
ai giovani (neppure Timoteo lo era più), ma bollono nella pentola
viscerale di tutti e a qualsiasi età, producendo arrivismo, voglia di
primeggiare, contrapposizione, partitismo, desideri malsani di potere e
ricchezza, e così via.
3. Aspetti conclusivi
Quindi, è meglio non scambiare
candele, candeline, candelotti e altri termini derivati, neppure quando
si traduce e interpreta la Bibbia!
Faccio una nota al margine. Non è strano dire a un uomo di 40 anni: «Non fare il
ragazzino»? Non è singolare dire su un cinquantenne che è «un bravo ragazzo»?
Una persona anziana può fare una «ragazzata»? Riflettendoci bene, una
«ragazzata» è un gesto
sconsiderato, temerario, avventato,
imprudente, sciocco, con leggerezza, senza
criterio. Si avvicina alquanto all’aggettivo greco
neōterikós.
Spero di aver stimolato alcuni ad approfondire le questioni.
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URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Candel_ermen_Lv.htm
28-02-2013; Aggiornamento: |