1. LETTERA A UN CRISTIANO ZELANTE:
La seguente lettera l’ho scritta a uno specifico cristiano in una situazione
concreta.
Caro fratello, shalom. Vedo in rete i
tuoi numerosi interventi su vari gruppi in internet; essi, oltre a contenere le
tue parole, sono spesso zeppi di versetti biblici. Purtroppo, non si
capisce dove iniziano e finiscono le parole citate. Se delimiti i versi biblici
con delle virgolette, si possono distinguere dalle tue parole. Inoltre, ai versi
e ai brani che citi, aggiungici anche i riferimenti biblici! Così ognuno
potrà andare a verificare il contesto e se le cose stanno così. Sarebbe un segno
di correttezza e di rispetto verso la Parola di Dio e un esempio per gli altri
credenti. Ecco qui di seguito un esempio da imitare: «Ora questi
furono più nobili di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola
con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose
stavano così» (At 17,11). Qui Luca parlò dei Bereani. Vogliamo assomigliare
a loro per questa premura. La «livella» deve rimanere la Parola di Dio. Dio ti
faccia prosperare. Shalom... |
2. LA BIBBIA TRA USO E ABUSO:
Ricevo continuamente posta elettronica da vari gruppi e mailing-list cristiani
presenti in internet e a cui sono iscritto. A volte visito qualche sito e forum.
Una cosa che mi dà continuamente fastidio è la seguente: alcuni usano una
macedonia di versetti biblici, e cioè spesso messi insieme a proprio
arbitrio e senza i corretti riferimenti per individuarli. Con questa
«versettologia» — che si sia consapevoli o meno — si rischia di usare la Bibbia
in modo strumentale e di farle dire ciò che si vuole. Non sempre chi
riceve tali scritti riesce a distinguere le parole dell’autore da quelle tratte
dalle sacre Scritture. Questo è oltretutto molto pericoloso! Infatti una
caratteristica dei seguaci di false dottrine è proprio l’uso arbitrario delle
sacre Scritture! Noi che amiamo il Signore e la sua Parola, dobbiamo
distinguerci per correttezza e rigore nell’usare e citare la Bibbia.
Ricevo da diverse persone addirittura fantomatiche «profezie», che sono
costruite, in effetti, usando un collage di versi biblici, tagliuzzati e
assemblati a proprio arbitrio, senza virgolette né riferimenti biblici, per fare
dire alla sacra Scrittura ciò che si vuole. Ciò è una grave responsabilità
dinanzi a Dio e verso la sua santa Parola! Quelli, che vogliono seguire
la «sana dottrina», devono assolutamente distinguersi per rispetto verso la
Parola
di Dio, usandola con riverenza, sobrietà, correttezza e rigore.
3. FA’ UN USO CORRETTO DELLA SACRA
SCRITTURA: Gli scrittori biblici non conoscevano le
virgolette e l’AT non era allora ancora diviso in capitoli e in versi, tuttavia
per correttezza usavano formule introduttive, quando citavano la Scrittura («Dio
disse», «il profeta scrisse», ecc.), distinguendo i brani biblici dalle loro
proprie parole. Oggigiorno abbiamo tali ausili, metodi e strumenti per citare
correttamente i brani biblici. Quindi, consiglio che si usino le virgolette
e si mettano tra parentesi i riferimenti biblici (io personalmente metto i versi
biblici anche in corsivo). Ecco un esempio, che ho scelto apposta: «Siate
irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione
storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo
alta la Parola della vita» (Fil 2,15).
Consiglio pure che si faccia un uso sobrio e pieno di discernimento della
Parola, poiché ogni uso indebito (macedonia e collage di versi, o versettologia)
porta con sé una responsabilità dinanzi al Dio della Parola, di
cui bisognerà rendere conto in questa vita e dinanzi al trono di Dio!
Nel citare brani della Bibbia, ricordati che la rivelazione è progressiva.
Ciò significa che ciò, che precedentemente era un «mistero», poi non lo è più
stato (cfr. Rm 16,25s; Ef 3,4ss; Col 1,27). Inoltre, il nuovo patto ha
introdotto la «legge di Cristo» (1 Cor 9,21; Gal 6,2; Rm 8,2 «legge
dello Spirito») come nuovo ordinamento e ha portato così alla
cessazione di tutta la legge dell’antico patto (Col 1,16s; Eb 8,13;
10,1). Così l’antico patto con la sua legge non
è più ingiuntivo in nessun aspetto, ma è solo descrittivo e, quindi, fonte
d’ammaestramento spirituale e morale (Rm 15,4; 1 Cor 10,11). Solo ciò, che è
chiaramente comandato nel nuovo patto, è prescrittivo per i cristiani (cfr. At
2,42; 2 Pt 3,2). Perciò, si fa bene a evitare commistioni indebite fra
l’AT e il NT, specialmente quando non tengono presenti la rivelazione
progressiva e l’abolizione del vecchio ordinamento mosaico mediante il nuovo
patto.
Concludo con questa esortazione dell’apostolo Paolo al suo collaboratore
Timoteo: «Esercitati a presentare te stesso approvato dinanzi a Dio: operaio
che non abbia a esser confuso, che tagli rettamente la Parola della
verità» (2 Tm 2,15).
Dio possa illuminare i suoi figli con la sua
santa Parola, affinché possano essere fari d’orientamento nella notte
oscura della cultura di questo mondo e nella confusione dottrinale generata da
coloro, che vogliono farla da maestri, sebbene non intendano ciò che la
Scrittura afferma veramente e ciò che affermano essi stessi (1 Tm 1,6s).
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Bibbia_uso_corretto_R56.htm
11-12-2007; Aggiornamento: 06-01-2015
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