Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.
Caro Nicola, sono un cristiano che legge la Bibbia. Puoi aiutarmi? In Matteo
8,17, quando dice «…affinché s’adempisse quel che fu detto...», cosa mi
puoi dire del verbo «adempisse»? Quali sono le caratteristiche del termine, e
del tempo e modo usati? Vorrei un tuo responso imparziale, da studioso. Poi ti
dirò su cosa rifletto. Grazie… {Alessio Presbiteri, ps.; 30 gennaio 2010}
Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito. |
Sarebbe stato interessante sapere l’obiettivo che questo lettore si pone, una
volta capita la questione posta. Ma fin qui ne ha fatto un mistero.
Traduciamo dapprima il verso nel modo il più attinente possibile
all’originale: «Quando venne la sera, gli portarono molti indemoniati; ed
egli scacciò gli spiriti con una parola, e guarì tutti i sofferenti, affinché
fosse adempiuto il detto mediante il profeta Isaia, che dice: “Egli stesso prese
le nostre debolezze e portò le nostre malattie”» (Mt 8,17s).
L’ultima parte del v. 17 è una citazione del profeta Isaia (53,4). Tale
adempimento riguardava soltanto la seconda parte
dell’azione di Gesù: «e guarì tutti i malati, affinché fosse adempiuto…».
Infatti l’AT non parlò del fatto che il Messia avrebbe cacciato i demoni.
L’espressione «affinché si adempisse…» si trova nove volte
nella Bibbia e l’autore è in genere Dio mediante un suo portavoce: 1 Re 12,15 la
parola (= 2 Cr 10,15); Mt 8,17 («ciò che è detto» = ciò che Dio ha detto);
12,17; 13,35; 21,4 la parola del profeta; Gv 18,32 la parola che Gesù aveva
detta; 19,24.36 la Scrittura. Come si vede, in massima parte tale espressione fu
usata da Matteo e, secondariamente, da Giovanni, che era ebreo come lui.
Tale espressione indica in genere l’adempimento di una predizione
fatta precedentemente da Dio mediante un suo proclamatore; in un caso ha Gesù
come autore della predizione. Giovanni per evidenziare l’autorità della Parola,
attribuì direttamente tale predizione alla Scrittura.
In
greco troviamo «ópōs plērōtê tò rhētèn…». La forma verbale
plērōtê è aoristo congiuntivo passivo di plēróō
«empire, riempire, compire, adempiere, portare a compimento o a
soddisfacimento». Tò rhētèn è un aggettivo sostantivato (aoristo
participio passivo) di légō «dire, affermare».
L’aoristo indica l’azione puntuale (quindi non continua): tale predizione fu
fatta una volta sola e si è adempiuta una volta sola, ossia nella vita e nel
ministero del Messia; perciò tale predizione non poteva adempiersi per altri. La
forma passiva
plērōtê
indica che tale «detto» (complemento d’agente) non si adempie da sé; in genere
il passivo ha qui come soggetto Dio.
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URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Affinche_adempiuto_OiG.htm
30-01-2010; Aggiornamento: 30-06-2010 |