Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Generi & ruoli 1

 

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L’uomo e la donna nella Bibbia— Generi e ruoli 1:

  Ecco le parti principali:
■ Entriamo nel tema (la problematica)
■ I generi nella Bibbia
■ Il matrimonio nella Bibbia

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

  Ecco le parti principali:
■ La posizione della donna nella chiesa
■ Il ministero della donna nella chiesa
■ Aspetti conclusivi
■ La mia donna  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La Bibbia che Gesù leggeva

(ANALISI CRITICA COMPARATIVA)

 

Philip Yancey, La Bibbia che Gesù leggeva. L’Antico Testamento (Claudiana, Torino 2003).

Philip Yancey, Die Bibel, die Jesus las. Entdeckungen im Alten Testament (R. Brockhaus, Wuppertal 2000). [= La Bibbia che Gesù leggeva. Scoperte nell’Antico Testamento]

 

 

Questa non è una semplice recensione, ma è il tentativo di analisi testuale comparativa; infatti faremo alcuni confronti fra la versione italiana e quella tedesca della stessa opera. Dove non indicato espressamente (ted. = tedesco), si tratta della versione italiana (= it.). Lasciamo al lettore l’incombenza di verificare sul testo originario dell’autore le singole affermazioni e di trarre le conclusioni. l La prima cosa che mi è saltata agli occhi è che la versione tedesca contiene rimandi numerati alle opere e alle pagine citate di altri autori, raggruppati in alla fine dell’opera («Annotazioni»). Nella versione italiana ciò si cercherà inutilmente, lasciando le citazioni indefinite; ciò è sostituito da un «elenco dei testi citati», che per uno studioso non è la stessa cosa (vedi autori citati con più opere). Sorprende pure che le opere citate nel testo non compaiano sempre in tale bibliografia.

   Qui si premete quanto già detto nello studio critico di quest'opera.

 

Confrontando la versione tedesca con quella italiana, mi è saltato all’occhio che quest’ultima è alquanto semplificata nella costruzione della frase, specialmente laddove si parli di liberali, di grandi chiese che perseguono un approccio social-liberale e di teologia critica. Non sono in grado di valutare se si tratta di strategia di mercato (il lettore medio non conosce la critica biblica) o di convinzione ideologica (pro critica biblica, ecumenismo, anti-fondamentalismo). Ecco qui di seguito alcuni esempi.

  

Versione italiana

Versione tedesca

«…le intuizioni letterarie o il tipo di esegesi» (p. 7).

«…o le conoscenze [provenienti] dalla critica letteraria e della forma» (p. 5).

«Uno storico della chiesa ha affermato che in questi ultimi tempi i liberali hanno cercato di riscoprire i Vangeli, i pentecostali il libro degli Atti, gli evangelici fondamentalisti le Epistole» (p. 11).

«Secondo la valutazione di uno storico della chiesa, in questi ultimi tempi le grandi chiese cercano di ravvivare gli Evangeli con la loro mentalità social-liberale, i pentecostali si attengono al libro degli Atti e gli evangelicali alle Epistole» (p. 11).

«Troppo facilmente dimentichiamo che le illuminate asserzioni della Bibbia in relazione alla sua divina ispirazione… erano indirizzate all’Antico Testamento, l’unica Bibbia che questi autori avevano» (p. 11).

«Come dimentichiamo facilmente che le globali asserzioni della Bibbia sulla divina ispirazione… si riferiscono all’Antico Testamento, l’unica Bibbia che gli autori del Nuovo Testamento possedevano» (p. 10).

«Ero cresciuto sotto l’influenza di un fondamentalismo impermeabile… tutti questi elementi si erano in qualche modo radicati grazie allo scudo impenetrabile del fondamentalismo» (p. 125). «Grazie a» o «nonostante che»?

«Sono cresciuto all’interno di un ambiente a chiusura stagna di una devozione evangelicale … tutte queste proprietà erano penetrate in me in qualche modo addirittura attraverso la protezione ermetica della devozione» (p. 143s).

 

Confrontando le due traduzioni, «fotografiamo» semplicemente lo stato dei fatti, lasciando al lettore di trarre le conclusioni. Infatti, esistono incoerenze e discrepanze rispetto alla logica delle cose. Le due traduzioni danno un significato del tutto differente, anzi a volte completamente ribaltato nella sequenza di causa ed effetto. Ecco soltanto alcuni esempi.

 

Versione italiana

Versione tedesca

«In che modo il libro dell’Ecclesiaste ha inserito il mondo nella Bibbia?» (p. 8). Ha inserito «il mondo nella Bibbia» o si è inserito «nel mondo della Bibbia»?

«E come, per amor del cielo, l’Ecclesiaste si è conquistato mai il suo posto nella Bibbia» (p. 7).

«…l’abuso che questi misteriosi libri hanno fatto delle omelie» (p. 8). Chi ha abusato di chi?

«…l’abuso [fatto] di questi misteriosi libri come materia di predicazione» (p. 7)

«Nulla è ordinato o sistematico» (p. 9). Il tipo di letteratura (it.) o il senso morale (ted.)?

«Questo non corrisponde sempre alle nostre cognizioni di diritto ed ordine» (p. 8)

«Monelli viziati come Salomone e Sansone…» (p. 8).

«Pecore nere come Salomone e Sansone…» (p. 8).

«La qualità straordinaria dell’Antico Testamento consiste nel fatto che qui vi sono risposte perfette! Dio precede le nostre obiezioni…» (p. 9). «Risposte perfette» o «possibili reazioni»?

«L’Antico Testamento contiene già anche tali possibili reazioni alle sue descrizioni — questa è proprio la cosa meravigliosa in esso. Dio condivide le nostre resistenze interiori…» (p. 8).

«…una serie di domande mistificanti, che come la vita stessa possono renderci furiosi, e stranamente soddisfatti» (p. 11). Perché «mistificanti»?

«Domande che io pongo all’Antico Testamento, a un raggruppamento di libri, il quale allo stesso tempo incute misteriosamente rabbia e che stranamente appaga come la vita stessa» (p. 10).

«In contrasto con queste teorie, il libro di Giobbe non fa riferimento alla potenza di Dio, ma solo alla sua giustizia e imparzialità» (p. 63).

««In contrasto con ciò, il libro di Giobbe non mette mai in forse la potenza di Dio —[ma] solo la sua giustizia» (p. 71).

«Mosè aveva un’ultima possibilità per passare alla storia, per espiare le ingiustizie e il dolore, per trasmettere al suo popolo quella speranza e quella fierezza delle quali esso avrebbe avuto disperatamente bisogno in sua assenza» (p. 68).

«A Mosè rimaneva ancora una possibilità, un’ultima occasione, per destare i ricordi, per elaborare lutto e dolore e per trasmettere loro speranza e incoraggiamento, di cui essi senza di lui avrebbe avuto disperatamente bisogno» (p. 76).

«“Se i diversi scrittori della Bibbia fossero stati compositori, chi scrisse il libro del Deuteronomio sarebbe stato Bach nella sua più totale, maestosa confidenza”, scrisse Jack Miles » (p. 68).

«“Se ai diversi scrittori dei libri biblici si associassero dei compositori, l’autore del Deteuronomio sarebbe stato senza dubbio il Bach fra di loro”, scrive Jack Miles» (p. 76).

«Dopo Mosè nulla fu come prima. Un uomo venne in nome del popolo e con buone motivazioni. Adottato da un imperatore…: la storia personale di Mosè ripeté, in piccolo, la storia del suo popolo» (p. 90).

«Con [l’avvento di] Mosè dovette cambiare tutto. Un uomo divenne il sinonimo del suo popolo, e questo a ragione. La vita personale di Mosè divenne la storia del suo popolo in miniatura: figlio adottivo di un padre regale…» (p. 103).

«Studiosi moderni, stimolati dalle sensazioni dell’Esodo, pongono poca attenzione ai quattrocento anni di sofferenza che lo precedettero…» (p. 90). Studiosi o lettori?

«Oggigiorno la maggior parte dei lettori, presa dall’entusiasmo per l’esodo dall’Egit­to, dedica poca attenzione ai miserevoli quattrocento anni precedenti…» (p. 103).

«Nel libro del Deuteronomio vi sono due postscritti ai discorsi tristi ed eloquenti di Mosè» (p. 92).

«Nella Bibbia troviamo due appendici ai tristi, ingegnosi discorsi di Mosè nel Deuteronomio» (p. 106).

«Il tempio mostrava idoli, gli uomini santificavano prostitute, e cavalli scolpiti in pietra erano dedicati agli adoratori del dio sole» (p. 93).

«Idoli, prostituzione e cavalli scolpiti, che servivano all’adorazione del sole, trovavano posto nel tempio» (p. 106).

«Subito riconobbero Elia, il tenace, prodigioso profeta il cui ritorno era anticipato da ogni ebreo» (p. 94).

«Essi li riconobbero subito: Il primo era Elia, il focoso, prodigioso profeta, il cui ritorno ogni Giudeo aspettava desideroso» (p. 95).

«…un approccio che non mi ha mai convinto. Con inquietante coerenza vorrei approdare a un Salmo che aggravò, più che guarire, il mio problema» (p. 95). Segue una lunga citazione discordante.

«…ma in qualche modo ciò non ha mai funzionato con me. Era già quasi inquietante con quale strana regolarità incontravo salmi, i quali rendevano le cose solo peggio, invece che meglio» (p. 109).

Secondo Jack Miles: «L’Ecclesiaste non maledice né benedice Dio, ma semplicemente lo trova incomprensibile e cerca di tenere i piedi in più staffe, incluse quelle della saggezza e della rettitudine» (p. 132).

Jack Miles lo formula così: «L’Ecclesiaste non maledice Dio né lo benedice, lo trova semplicemente incomprensibile e punta tutto sul fatto di non puntare su nulla, neppure su sapienza o giustizia» (p. 152).

 

 Addirittura le citazioni di altri autori sembrano derivare da passaggi differenti.

 

Versione italiana

Versione tedesca

«Come le nutrici frequentemente fanno con i neonati, Dio è solito “balbettare” quando si rivolge a noi, disse Giovanni Calvino» (p. 10).

«Come le nutrici normalmente parlano con un tono “infantile” con i neonati, così parla anche Dio con noi, dice Giovanni Calvino» (p. 9).

«Mio fratello, che in una fase particolarmente colta della sua vita, frequentò una scuola biblica, godette della compagnia di gruppi di strani credenti condividendo con essi il “versetto preferito”» (p. 13).

«Mio fratello sperimentò, durante il suo periodo di scuola biblica, una fase in cui si sentiva molto scaltro, e sentiva un particolarmente godimento di scioccare gli altri con il suo personale “versetto giornaliero”» (p. 13).

«Abramo fece il protettore di sua moglie…» (p. 30).

«Abramo divenne lo sfruttatore [di prostituzione] di sua moglie…» (p. 32).

«Il loro tono accondiscendente è espresso in modo chiaro da un adesivo per automobile: “Se ti sei allontanato da Dio, indovina chi dei due si è allontanato”» (p. 49).

«Un moderno adesivo per automobile riproduce il linguaggio affabile degli amici con tono laconico: “Dio è qui — ma dove sei tu?”» (p. 55).

«La nostra vita attuale sembra un vero e proprio combattimento, come se vi fosse stato qualcosa di realmente incontrollabile nell’universo per la cui redenzione noi — con i nostri ideali e la nostra piena fedeltà — siamo necessari» (p. 60).

«La nostra vita ci appare come un combattimento — come se ci fosse qualcosa di veramente selvaggio in questo universo, e noi dovremmo impiegare tutto il nostro idealismo e la nostra fedeltà per redimerlo» (p. 68).

«Egli dovette dare tutto se stesso per condurli dall’altra parte del fiume verso la terra della quale essi avevano sentito parlare per quarant’anni. Dà un segnale, con un suono simile a un gemito. Egli sa che non funziona. Anzi, morrà qui, forse oggi stesso» (p. 69).

«Che cosa non darebbe, se ora potesse condurli attraverso il fiume nel paese, di cui egli ha parlato per quarant’anni con ogni possibile tono. Il suo sospiro risuona quasi come un gemito. Egli dovrà portare le sue speranze nella tomba, questo lo sa. Morrà, forse addirittura ancora oggi» (p. 77).

«La vita di Mosè aveva un unico scopo: Dio lo realizzò» (p. 70).

«La vita di Mosè conosceva soltanto un tema: È tutto opera di Dio» (p. 79).

«Tutto ciò è merito di una fede superiore, a dispetto della quale io non mi sento altro che un bambino. Ora che ho iniziato a leggere nuovamente i Salmi, forse qualcuno di esse mi cancellerà» (p. 117). ???

«Questi poeti frequentarono la “scuola superiore della fede”, mentre io mi sento talvolta più come un bambino dell’asilo. Ora però, dopo che ho iniziato a leggere nuovamente i Salmi, forse il loro atteggiamento lascerà una traccia su di me» (p. 135).

«Scordati la prudenza, conclude l’Ecclesiaste» (p. 127).

«La virtuosità? — scordatela, conclude l’Ecclesiaste» (p. 146).

«Si accumula denaro che finisce a eredi viziati» (p. 128).

«Tu accumuli denaro ed esso va in mano a eredi incoscienti» (p. 146).

«Io sono pervenuto all’Ecclesiaste né per errore né come forma di apologia inversa, ma piuttosto in quanto ricordo dei limiti dell’essere umano» (p. 142).

«Ai miei occhi l’Ecclesiaste non è un errore né un’abile forma di apologetica che argomenta a ritroso, ma piuttosto un libro che ci ricorda in modo così impressionante la nostra limitatezza umana» (p. 163).

«I profeti sono bizzarri e confusionari, e si assomigliano tutti» (p. 149). Sono confusi loro o confondono gli altri?

«I profeti sono singolari e confondenti, e oltre a ciò risuonano tutti uguali» (p. 170). Così in tutta la sezione sui profeti.

«Perché prosperano le nazioni atee? chiedevano i profeti» (p. 153). Empie o atee?

«Perché possono prosperare le nazioni empie? chiedono essi » (p. 175).

«Ironicamente Dio si affida proprio ai profeti come prova della sua consapevolezza, quelle stesse persone che di fatto stanno mettendo in dubbio il suo ruolo» (p. 154).

«Pressoché in modo ironico Dio fa riferimento agli stessi profeti — quei personaggi che stigmatizzano il suo nascondersi — come una dimostrazione della sua cura» (p. 175).

«Egli parla del valore della potatura di una pianta (o nazione) incontrollabile, con orgoglio indica i pochi seguaci che ancora gli sono fedeli…» (p. 154).

«Egli parla del fatto come sia importante recidere le escrescenze selvatiche (anche nei popoli), indica con orgoglio verso un resto di fedeli seguaci…» (p. 176).

«I profeti raccontano infatti di personaggi sensazionali, e più li studiavo, più ne ero estasiato» (p. 158).

«In effetti i profeti hanno dipinto immagini vistose e più li osservavo, più mi piacevano» (p. 181).

«Ezechiele per mesi rimase sdraiato sullo stesso fianco, legato con corde, come simbolo di espiazione e modello di Gerusalemme» (p. 158).

«Ezechiele giacque per mesi, legato con corde, sulla parte sinistra e fissò [con lo sguardo] un modello di creta di Gerusalemme» (p. 181).

«Isaia scrive con una prosa eloquente e leggera» (p. 158).

«Isaia scrive una prosa molto elegante, sublime » (p. 181).

«Le visioni di Zaccaria fanno sembrare quelle di Ezechiele banali» (p. 159).

«Le visioni di Zaccaria fanno apparire quelle di Ezechiele innocue (o mansuete)» (p. 182).

«3. Futuro remoto: profezie che sembrano collocate nel futuro (possono includere riferimenti a un periodo di conflitti mondiali e a una futura conversione di massa degli ebrei…» (p. 160).

«3. Molto più tardi: profezie il cui adempimento ancora oggi sembra essere collocato nel futuro (ci possono essere riferimenti a un tempo di tribolazione universale e a una futura conversione di tutto Israele…» (p. 183).

«La profezia di un bambino fatta durante il regno del re Achab…» (p. 162). Si tratta dell’Immanuel

«La nascita di un bambino annunziata da Isaia durante il periodo di regno del re Achaz…» (p. 185).

 

Addirittura le citazioni di altri autori sembrano derivare da passaggi differenti.

 

Versione italiana

Versione tedesca

«L’uomo di oggi… deve leggere le Scritture come se fossero per lui del tutto sconosciute, e come se non fossero esistite prima che egli si sia disposto alla lettura», scrisse lo studioso ebreo Martin Buber» (p. 16). Nota come è stato tralasciato il passaggio sulla «parvenza di sicurezze “religiose” e “scientifiche”» che si riferisce alla critica biblica!

«Il filosofo giudeo Martin Buber desidera aprire all’“uomo odierno” un nuovo sentiero verso la Scrittura: “Al riguardo deve accostarsi certamente alla Scrittura come se non la conoscesse affatto; come se nessuno gliel’avesse mai messa davanti nella scuola e, da lì in poi, nella parvenza di sicurezze “religiose” e “scientifiche”» (p. 16).

«Vi sono due tragedie nella vita. La prima è perdere i desideri del proprio cuore. L’altra è realizzarli» (Georg Bernard Shaw; p. 67).

«Ci sono due tragedie nella vita: perdere ciò che si desidera di più — oppure realizzarlo» (Georg Bernard Shaw; p. 75).

«Come Kierkegaard fece notare: “Se la vita di un uomo non è stata resa sonnolenta dall’inattività o sciupata da impulsi pieni di agitazione, vi dev’essere qualcosa di più elevato che la sospinge”» (p. 141).

«Kierkegaard espresse al riguardo: “Se la vita umana non deve desolarsi nella sonnolenza dall’inattività né sciuparsi in un concitato attivismo, dev’essere allora spronata da qualcosa di più elevato”» (p. 162).

«“La condizione di una persona immersa nelle parole dei profeti è quella di essere esposta a continui colpi di indifferenza, e uno avrebbe bisogno di una mente di pietra per rimanere insensibile a una tale successione di colpi”. Abraham Heschel» (p. 149).

«“Chi si immerge nelle parole dei profeti, si lancia similmente a loro contro un muro di indifferenza, e dovrebbe essere fatto proprio di duro legno, per incassare questi colpi senza battere ciglio”. Abraham Heschel» (p. 170).

«Perfino Martin Lutero ammise che i profeti “avevano uno strano modo di discorrere, simili a persone che, invece di procedere in modo ordinato, divagano da un argomento all’altro, in modo tale che risulta difficile capire il senso dei loro discorsi o a cosa mirano”» (p. 159).

«Lo stesso Martin Lutero [sui profeti] ammise: “…che hanno un modo intricato di parlare e non procedono sempre come persone corrette in modo ben ordinato, ma da una cosa saltano alla prossima, in modo tale non si sa più dove sia l’inizio e la fine e che cosa vogliano dire”». (p. 182).

 

 Bisogna comunque far notare che, a volte, avviene anche il contrario, ossia che è la versione tedesca a semplificare.

 

Versione italiana

Versione tedesca

«Dio cerca, come dice un verso di Händel, “l’amore che non è originato dalla paura o dalla ricompensa”» (p. 46).

«Dio cerca l’amore che è libero da utilitarismo e paura» (p. 51).

 

La citazione finale di Kierkegaard a p. 51 (appena prima di «una magra vittoria») manca del tutto nella versione tedesca (p. 58); mistero! In essa a p. 95 manca «Martin Marty ritiene che…». Nella versione tedesca le parole «Noi siamo insoddisfatti…» di fine paragrafo (p. 158) — senza «lo definisce “l’effetto della moglie di Bath”» — sono attribuite direttamente a Roger Shattuck, mentre la versione italiana (p. 138) mostra che egli in effetti si richiama al riguardo a Chaucer.

     Nella versione italiana manca la citazione iniziale a p. 39: «Un leone ha necessità di impaurire un topo?» (Carl Jung). In quest’ultima non è indicato neppure che nella poesia di p. 90 si tratti di un testo gospel. A p. 107 si descrive un salmo, ma il lettore è all’oscuro di quale, poiché è saltato il riferimento (Sal 88,12). La frase «Perché tanta povertà e depravazione nel mondo, e così pochi miracoli?» (p. 153), manca nella versione tedesca.

     Nella citazione seguente di p. 44 le parentesi quadre sono al posto sbagliato rispetto all’ebraico: «integro e retto, [un uomo che teme] Dio e fugge il male» (Gb 1,1); bisogna intendere: «integro e retto, [un uomo] che teme Dio e fugge il male».

     Ecco solo alcuni altri esempi. Un dio egiziano è chiamato «Khum, l’ariete» nella versione tedesca (p. 84) e «Khunn l’ariete» nella versione italiana (p. 74). Per gli uni sono «frecce inzuppate di sangue» (ted. p. 101), per gli altri «frecce levigate nel sangue» (it. p. 89). Un «terapeuta cristiano» (ted., p. 130) è diventato un «avvocato di fede cristiana» (it., p. 113). Per gli uni sono «i 73 salmi attribuiti a Davide» (ted. p. 131) per gli altri solo «72» (it. p. 114). I passi citati per esteso nella versione italiana (p. 152s: Gr 9,1; 4,19 due volte) non corrispondono a quelli della versione tedesca (p. 174: Gr 23,9; 4,19); poi mancano del tutto i riferimenti all’interno dei testi (ted. Is 45,15; 63,19 [= 64,1]; Gr 19,4). L’una cita per esteso Gr 7,25 (ted., p. 175), l’altra Amos (3,7) a senso, senza il riferimento (it., p. 154). I riferimenti ai passi mancano pressoché a tutte le citazioni bibliche nella versione italiana.

 

{Nicola Martella, analisi critica comparativa non ancora pubblicata in forma cartacea;

© Punto°A°Croce}

 

Aggiornamento: 01-05-07

 

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