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Philip Yancey, La Bibbia che Gesù leggeva. L’Antico Testamento
(Claudiana, Torino 2003).
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Philip Yancey, Die Bibel, die Jesus las. Entdeckungen im Alten
Testament (R. Brockhaus, Wuppertal 2000).
[= La Bibbia che Gesù leggeva. Scoperte nell’Antico Testamento]
Questa non è una semplice
recensione, ma è il tentativo di analisi testuale comparativa; infatti faremo
alcuni confronti fra la versione italiana e quella tedesca della stessa opera.
Dove non indicato espressamente (ted. = tedesco), si tratta della versione
italiana (= it.). Lasciamo al lettore l’incombenza di verificare sul testo
originario dell’autore le singole affermazioni e di trarre le conclusioni.
l
La prima cosa che mi è saltata agli occhi è che la versione tedesca contiene
rimandi numerati alle opere e alle pagine citate di altri autori, raggruppati in
alla fine dell’opera («Annotazioni»). Nella versione italiana ciò si cercherà
inutilmente, lasciando le citazioni indefinite; ciò è sostituito da un «elenco
dei testi citati», che per uno studioso non è la stessa cosa (vedi autori citati
con più opere). Sorprende pure che le opere citate nel testo non compaiano
sempre in tale bibliografia.
Qui si premete quanto già detto nello
studio critico
di quest'opera.
Confrontando la versione tedesca con quella italiana, mi è
saltato all’occhio che quest’ultima è alquanto semplificata nella costruzione
della frase, specialmente laddove si parli di liberali, di grandi chiese che
perseguono un approccio social-liberale e di teologia critica. Non sono in grado
di valutare se si tratta di strategia di mercato (il lettore medio non conosce
la critica biblica) o di convinzione ideologica (pro critica biblica,
ecumenismo, anti-fondamentalismo). Ecco qui di seguito alcuni esempi.
Versione italiana |
Versione tedesca |
«…le intuizioni letterarie o il tipo di esegesi» (p. 7). |
«…o le conoscenze [provenienti] dalla critica letteraria e della
forma» (p. 5). |
«Uno storico della chiesa ha affermato che in questi ultimi tempi
i liberali hanno cercato di riscoprire i Vangeli, i pentecostali il libro degli
Atti, gli evangelici fondamentalisti le Epistole» (p. 11). |
«Secondo la valutazione di uno storico della chiesa, in questi
ultimi tempi le grandi chiese cercano di ravvivare gli Evangeli con la loro
mentalità social-liberale, i pentecostali si attengono al libro degli Atti e gli
evangelicali alle Epistole» (p. 11). |
«Troppo facilmente dimentichiamo che le illuminate asserzioni
della Bibbia in relazione alla sua divina ispirazione… erano indirizzate all’Antico
Testamento, l’unica Bibbia che questi autori avevano» (p.
11).
|
«Come dimentichiamo facilmente che le globali asserzioni della
Bibbia sulla divina ispirazione… si riferiscono all’Antico
Testamento, l’unica Bibbia che gli autori del Nuovo Testamento possedevano»
(p. 10).
|
«Ero
cresciuto sotto l’influenza di un fondamentalismo impermeabile… tutti questi
elementi si erano in qualche modo radicati grazie allo scudo impenetrabile del
fondamentalismo»
(p. 125). «Grazie a» o «nonostante che»? |
«Sono
cresciuto all’interno di un ambiente a chiusura stagna di una devozione
evangelicale … tutte queste proprietà erano penetrate in me in qualche modo
addirittura attraverso la protezione ermetica della devozione»
(p. 143s). |
Confrontando le due traduzioni,
«fotografiamo» semplicemente lo stato dei fatti, lasciando al lettore di trarre
le conclusioni. Infatti, esistono incoerenze e discrepanze rispetto alla logica
delle cose. Le due traduzioni danno un significato del tutto differente, anzi a
volte completamente ribaltato nella sequenza di causa ed effetto. Ecco
soltanto alcuni esempi.
Versione italiana |
Versione tedesca |
«In che modo il libro dell’Ecclesiaste ha inserito il mondo nella
Bibbia?» (p. 8). Ha inserito «il mondo nella Bibbia» o si è inserito «nel mondo
della Bibbia»? |
«E come, per amor del cielo, l’Ecclesiaste si è conquistato mai
il suo posto nella Bibbia» (p. 7). |
«…l’abuso che questi misteriosi libri hanno fatto delle omelie»
(p. 8). Chi ha abusato di chi? |
«…l’abuso [fatto] di questi misteriosi libri come materia di
predicazione» (p. 7) |
«Nulla è ordinato o sistematico» (p. 9). Il tipo di letteratura
(it.) o il senso morale (ted.)? |
«Questo non corrisponde sempre alle nostre cognizioni di diritto
ed ordine» (p. 8) |
«Monelli viziati come Salomone e Sansone…» (p. 8). |
«Pecore nere come Salomone e Sansone…» (p. 8). |
«La qualità straordinaria dell’Antico Testamento consiste nel
fatto che qui vi sono risposte perfette! Dio precede le nostre obiezioni…» (p.
9).
«Risposte
perfette» o «possibili reazioni»? |
«L’Antico Testamento contiene già anche tali possibili reazioni
alle sue descrizioni — questa è proprio la cosa meravigliosa in esso. Dio
condivide le nostre resistenze interiori…» (p. 8). |
«…una serie di domande mistificanti, che come la vita stessa
possono renderci furiosi, e stranamente soddisfatti» (p. 11). Perché
«mistificanti»? |
«Domande che io pongo all’Antico Testamento, a un raggruppamento
di libri, il quale allo stesso tempo incute misteriosamente rabbia e che
stranamente appaga come la vita stessa» (p. 10).
|
«In contrasto con queste teorie, il libro di Giobbe non fa
riferimento alla potenza di Dio, ma solo alla sua giustizia e imparzialità» (p.
63). |
««In contrasto con ciò, il libro di Giobbe non mette mai in forse
la potenza di Dio —[ma] solo la sua giustizia» (p. 71). |
«Mosè aveva un’ultima possibilità per passare alla storia, per
espiare le ingiustizie e il dolore, per trasmettere al suo popolo quella
speranza e quella fierezza delle quali esso avrebbe avuto disperatamente bisogno
in sua assenza» (p. 68). |
«A Mosè rimaneva ancora una possibilità, un’ultima occasione, per
destare i ricordi, per elaborare lutto e dolore e per trasmettere loro speranza
e incoraggiamento, di cui essi senza di lui avrebbe avuto disperatamente
bisogno» (p. 76).
|
«“Se i diversi scrittori della Bibbia fossero stati compositori,
chi scrisse il libro del Deuteronomio sarebbe stato Bach nella sua più totale,
maestosa confidenza”, scrisse Jack Miles » (p. 68). |
«“Se ai diversi scrittori dei libri biblici si associassero dei
compositori, l’autore del Deteuronomio sarebbe stato senza dubbio il Bach fra di
loro”, scrive Jack Miles» (p. 76).
|
«Dopo Mosè nulla fu come prima. Un uomo venne in nome del popolo
e con buone motivazioni. Adottato da un imperatore…: la storia personale di Mosè
ripeté, in piccolo, la storia del suo popolo» (p. 90). |
«Con [l’avvento di] Mosè dovette cambiare tutto. Un uomo divenne
il sinonimo del suo popolo, e questo a ragione. La vita personale di Mosè
divenne la storia del suo popolo in miniatura: figlio adottivo di un padre
regale…» (p. 103). |
«Studiosi moderni, stimolati dalle sensazioni dell’Esodo, pongono
poca attenzione ai quattrocento anni di sofferenza che lo precedettero…» (p.
90). Studiosi o lettori? |
«Oggigiorno la maggior parte dei lettori, presa dall’entusiasmo
per l’esodo dall’Egitto, dedica poca attenzione ai miserevoli quattrocento anni
precedenti…» (p. 103). |
«Nel libro del Deuteronomio vi sono due postscritti ai discorsi
tristi ed eloquenti di Mosè» (p. 92). |
«Nella Bibbia troviamo due appendici ai tristi, ingegnosi
discorsi di Mosè nel Deuteronomio» (p. 106). |
«Il tempio mostrava idoli, gli uomini santificavano prostitute, e
cavalli scolpiti in pietra erano dedicati agli adoratori del dio sole» (p. 93). |
«Idoli, prostituzione e cavalli scolpiti, che servivano
all’adorazione del sole, trovavano posto nel tempio» (p. 106). |
«Subito riconobbero Elia, il tenace, prodigioso profeta il cui
ritorno era anticipato da ogni ebreo» (p. 94). |
«Essi li riconobbero subito: Il primo era Elia, il focoso,
prodigioso profeta, il cui ritorno ogni Giudeo aspettava desideroso» (p. 95). |
«…un approccio che non mi ha mai convinto. Con inquietante
coerenza vorrei approdare a un Salmo che aggravò, più che guarire, il mio
problema» (p. 95). Segue una lunga citazione discordante.
|
«…ma in qualche modo ciò non ha mai funzionato con me. Era già
quasi inquietante con quale strana regolarità incontravo salmi, i quali
rendevano le cose solo peggio, invece che meglio» (p. 109). |
Secondo Jack Miles: «L’Ecclesiaste non maledice né benedice Dio,
ma semplicemente lo trova incomprensibile e cerca di tenere i piedi in più
staffe, incluse quelle della saggezza e della rettitudine» (p. 132). |
Jack Miles lo formula così: «L’Ecclesiaste non maledice Dio né lo
benedice, lo trova semplicemente incomprensibile e punta tutto sul fatto di non
puntare su nulla, neppure su sapienza o giustizia» (p. 152). |
Addirittura le citazioni di altri autori
sembrano derivare da passaggi differenti.
Versione italiana |
Versione tedesca |
«Come le nutrici frequentemente fanno con i neonati, Dio è solito
“balbettare” quando si rivolge a noi, disse Giovanni Calvino» (p. 10). |
«Come le nutrici normalmente parlano con un tono “infantile” con
i neonati, così parla anche Dio con noi, dice Giovanni Calvino» (p. 9). |
«Mio fratello, che in una fase particolarmente colta della sua
vita, frequentò una scuola biblica, godette della compagnia di gruppi di strani
credenti condividendo con essi il “versetto preferito”» (p. 13). |
«Mio fratello sperimentò, durante il suo periodo di scuola
biblica, una fase in cui si sentiva molto scaltro, e sentiva un particolarmente
godimento di scioccare gli altri con il suo personale “versetto giornaliero”»
(p. 13). |
«Abramo fece il protettore di sua moglie…» (p. 30). |
«Abramo divenne lo sfruttatore [di prostituzione] di sua moglie…»
(p. 32). |
«Il loro tono accondiscendente è espresso in modo chiaro da un
adesivo per automobile: “Se ti sei allontanato da Dio, indovina chi dei due si è
allontanato”» (p. 49). |
«Un moderno adesivo per automobile riproduce il linguaggio
affabile degli amici con tono laconico: “Dio è qui — ma dove sei tu?”» (p. 55). |
«La nostra vita attuale
sembra un vero e proprio combattimento, come se vi fosse stato
qualcosa di realmente incontrollabile nell’universo per la cui redenzione noi —
con i nostri ideali e la nostra piena fedeltà — siamo necessari» (p. 60). |
«La nostra vita ci appare come un combattimento — come se ci
fosse qualcosa di veramente selvaggio in questo universo, e noi dovremmo
impiegare tutto il nostro idealismo e la nostra fedeltà per redimerlo» (p. 68). |
«Egli dovette dare tutto se stesso per condurli dall’altra parte
del fiume verso la terra della quale essi avevano sentito parlare per
quarant’anni. Dà un segnale, con un suono simile a un gemito. Egli sa che non
funziona. Anzi, morrà qui, forse oggi stesso» (p. 69). |
«Che cosa non darebbe, se ora potesse condurli attraverso il
fiume nel paese, di cui egli ha parlato per quarant’anni con ogni possibile
tono. Il suo sospiro risuona quasi come un gemito. Egli dovrà portare le sue
speranze nella tomba, questo lo sa. Morrà, forse addirittura ancora oggi» (p.
77). |
«La vita di Mosè aveva un unico scopo: Dio lo realizzò» (p. 70). |
«La vita di Mosè conosceva soltanto un tema: È tutto opera di
Dio» (p. 79). |
«Tutto ciò è merito di una fede superiore, a dispetto della quale
io non mi sento altro che un bambino. Ora che ho iniziato a leggere nuovamente i
Salmi, forse qualcuno di esse mi cancellerà» (p. 117). ??? |
«Questi poeti frequentarono la “scuola superiore della fede”,
mentre io mi sento talvolta più come un bambino dell’asilo. Ora però, dopo che
ho iniziato a leggere nuovamente i Salmi, forse il loro atteggiamento lascerà
una traccia su di me» (p. 135). |
«Scordati la prudenza, conclude l’Ecclesiaste» (p. 127). |
«La virtuosità? — scordatela, conclude l’Ecclesiaste» (p. 146). |
«Si accumula denaro che finisce a eredi viziati» (p. 128). |
«Tu accumuli denaro ed esso va in mano a eredi incoscienti» (p.
146). |
«Io sono pervenuto all’Ecclesiaste né per errore né come forma di
apologia inversa, ma piuttosto in quanto ricordo dei limiti dell’essere umano»
(p. 142). |
«Ai miei occhi l’Ecclesiaste non è un errore né un’abile forma di
apologetica che argomenta a ritroso, ma piuttosto un libro che ci ricorda in
modo così impressionante la nostra limitatezza umana» (p. 163). |
«I profeti sono bizzarri e confusionari, e si assomigliano tutti»
(p. 149). Sono confusi loro o confondono gli altri? |
«I profeti sono singolari e confondenti, e oltre a ciò risuonano
tutti uguali» (p. 170). Così in tutta la sezione sui profeti. |
«Perché prosperano le nazioni atee? chiedevano i profeti» (p.
153). Empie o atee? |
«Perché possono prosperare le nazioni empie? chiedono essi » (p.
175). |
«Ironicamente Dio si affida proprio ai profeti come prova della
sua consapevolezza, quelle stesse persone che di fatto stanno mettendo in dubbio
il suo ruolo» (p. 154). |
«Pressoché in modo ironico Dio fa riferimento agli stessi profeti
— quei personaggi che stigmatizzano il suo nascondersi — come una dimostrazione
della sua cura» (p. 175). |
«Egli parla del valore della potatura di una pianta (o nazione)
incontrollabile, con orgoglio indica i pochi seguaci che ancora gli sono
fedeli…» (p. 154). |
«Egli parla del fatto come sia importante recidere le escrescenze
selvatiche (anche nei popoli), indica con orgoglio verso un resto di fedeli
seguaci…» (p. 176). |
«I profeti raccontano infatti di personaggi sensazionali, e più
li studiavo, più ne ero estasiato» (p. 158). |
«In effetti i profeti hanno dipinto immagini vistose e più li
osservavo, più mi piacevano» (p. 181). |
«Ezechiele per mesi rimase sdraiato sullo stesso fianco, legato
con corde, come simbolo di espiazione e modello di Gerusalemme» (p. 158). |
«Ezechiele giacque per mesi, legato con corde, sulla parte
sinistra e fissò [con lo sguardo] un modello di creta di Gerusalemme» (p. 181). |
«Isaia scrive con una prosa eloquente e leggera» (p. 158). |
«Isaia scrive una prosa molto elegante, sublime » (p. 181). |
«Le visioni di Zaccaria fanno sembrare quelle di Ezechiele
banali» (p. 159). |
«Le visioni di Zaccaria fanno apparire quelle di Ezechiele
innocue (o mansuete)» (p. 182). |
«3. Futuro remoto: profezie che sembrano collocate nel
futuro (possono includere riferimenti a un periodo di conflitti mondiali e a una
futura conversione di massa degli ebrei…» (p. 160). |
«3. Molto più tardi: profezie il cui adempimento ancora
oggi sembra essere collocato nel futuro (ci possono essere riferimenti a un
tempo di tribolazione universale e a una futura conversione di tutto Israele…»
(p. 183). |
«La profezia di un bambino fatta durante il regno del re Achab…»
(p. 162). Si tratta dell’Immanuel |
«La nascita di un bambino annunziata da Isaia durante il periodo
di regno del re Achaz…» (p. 185). |
Addirittura le citazioni di altri autori
sembrano derivare da passaggi differenti.
Versione italiana |
Versione tedesca |
«L’uomo di oggi… deve leggere le Scritture come se fossero per
lui del tutto sconosciute, e come se non fossero esistite prima che egli si sia
disposto alla lettura», scrisse lo studioso ebreo Martin Buber» (p. 16). Nota
come è stato tralasciato il passaggio sulla «parvenza di sicurezze “religiose” e
“scientifiche”» che si riferisce alla critica biblica!
|
«Il filosofo giudeo Martin Buber desidera aprire all’“uomo
odierno” un nuovo sentiero verso la Scrittura: “Al riguardo deve accostarsi
certamente alla Scrittura come se non la conoscesse affatto; come se nessuno
gliel’avesse mai messa davanti nella scuola e, da lì in poi, nella parvenza di
sicurezze “religiose” e “scientifiche”» (p. 16). |
«Vi sono due tragedie nella vita. La prima è perdere i desideri
del proprio cuore. L’altra è realizzarli» (Georg Bernard Shaw; p. 67). |
«Ci sono due tragedie nella vita: perdere ciò che si desidera di
più — oppure realizzarlo» (Georg Bernard Shaw; p. 75). |
«Come Kierkegaard fece notare: “Se la vita di un uomo non è stata
resa sonnolenta dall’inattività o sciupata da impulsi pieni di agitazione, vi
dev’essere qualcosa di più elevato che la sospinge”» (p. 141). |
«Kierkegaard espresse al riguardo: “Se la vita umana non deve
desolarsi nella sonnolenza dall’inattività né sciuparsi in un concitato
attivismo, dev’essere allora spronata da qualcosa di più elevato”» (p. 162). |
«“La condizione di una persona immersa nelle parole dei profeti è
quella di essere esposta a continui colpi di indifferenza, e uno avrebbe bisogno
di una mente di pietra per rimanere insensibile a una tale successione di
colpi”. Abraham Heschel» (p. 149). |
«“Chi si immerge nelle parole dei profeti, si lancia similmente a
loro contro un muro di indifferenza, e dovrebbe essere fatto proprio di duro
legno, per incassare questi colpi senza battere ciglio”. Abraham Heschel» (p.
170). |
«Perfino Martin Lutero ammise che i profeti “avevano uno strano
modo di discorrere, simili a persone che, invece di procedere in modo ordinato,
divagano da un argomento all’altro, in modo tale che risulta difficile capire il
senso dei loro discorsi o a cosa mirano”» (p. 159). |
«Lo stesso Martin Lutero [sui profeti] ammise: “…che hanno un
modo intricato di parlare e non procedono sempre come persone corrette in modo
ben ordinato, ma da una cosa saltano alla prossima, in modo tale non si sa più
dove sia l’inizio e la fine e che cosa vogliano dire”». (p. 182). |
Bisogna comunque far notare che, a volte, avviene
anche il contrario, ossia che è la versione tedesca a semplificare.
Versione italiana |
Versione tedesca |
«Dio cerca, come dice un verso di Händel, “l’amore che non è
originato dalla paura o dalla ricompensa”» (p. 46). |
«Dio cerca l’amore che è libero da utilitarismo e paura» (p. 51). |
La citazione finale di Kierkegaard a p. 51 (appena prima di
«una magra vittoria») manca del tutto nella versione tedesca (p. 58); mistero!
In essa a p. 95 manca «Martin Marty ritiene che…». Nella versione tedesca le
parole «Noi siamo insoddisfatti…» di fine paragrafo (p. 158) — senza «lo
definisce “l’effetto della moglie di Bath”» — sono attribuite direttamente a
Roger Shattuck, mentre la versione italiana (p. 138) mostra che egli in effetti
si richiama al riguardo a Chaucer.
Nella versione italiana manca la
citazione iniziale a p. 39: «Un leone ha necessità di impaurire un topo?» (Carl
Jung). In quest’ultima non è indicato neppure che nella poesia di p. 90 si
tratti di un testo gospel. A p. 107 si descrive un salmo, ma il lettore è
all’oscuro di quale, poiché è saltato il riferimento (Sal 88,12). La frase
«Perché tanta povertà e depravazione nel mondo, e così pochi miracoli?» (p.
153), manca nella versione tedesca.
Nella citazione seguente di p. 44 le
parentesi quadre sono al posto sbagliato rispetto all’ebraico: «integro e retto,
[un uomo che teme] Dio e fugge il male» (Gb 1,1); bisogna intendere: «integro e
retto, [un uomo] che teme Dio e fugge il male».
Ecco solo alcuni
altri esempi. Un dio egiziano è chiamato «Khum, l’ariete» nella versione
tedesca (p. 84) e «Khunn l’ariete» nella versione italiana (p. 74). Per gli uni
sono «frecce inzuppate di sangue» (ted. p. 101), per gli altri «frecce levigate
nel sangue» (it. p. 89). Un «terapeuta cristiano» (ted., p. 130) è diventato un
«avvocato di fede cristiana» (it., p. 113). Per gli uni sono «i 73 salmi
attribuiti a Davide» (ted. p. 131) per gli altri solo «72» (it. p. 114). I passi
citati per esteso nella versione italiana (p. 152s: Gr 9,1; 4,19 due volte) non
corrispondono a quelli della versione tedesca (p. 174: Gr 23,9; 4,19); poi
mancano del tutto i riferimenti all’interno dei testi (ted. Is 45,15; 63,19 [=
64,1]; Gr 19,4). L’una cita per esteso Gr 7,25 (ted., p. 175), l’altra Amos
(3,7) a senso, senza il riferimento (it., p. 154). I riferimenti ai passi
mancano pressoché a tutte le citazioni bibliche nella versione italiana.
{Nicola Martella, analisi critica comparativa non
ancora pubblicata in forma cartacea;
© Punto°A°Croce}
Aggiornamento: 01-05-07
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