Avendo deciso di collaborare in modo sistematico con «Fede
controcorrente», credo sia utile far comprendere ai lettori il retroterra di
questo impegno, gli obiettivi e i metodi per raggiungerli. (30/10/05)
Ogni tanto c’è stato chi mi ha espresso un po’ di
nostalgia per «Proiezioni», ma il 12 marzo 2005 non mi aspettavo certamente che,
dopo un quindicennio, un pastore mi buttasse là l’idea di fotocopiare la rivista
per distribuirne gli articoli nelle scuole. Sei giorni dopo sono casualmente
capitato in casa di un credente che, saputo che ero l’ex direttore di
«Proiezioni», mi ha espresso il rimpianto per la cessazione della rivista,
pregandomi di mandargli i numeri mancanti. Tornato a casa ho trovato una lettera
composta negli stessi giorni (13 marzo) e nella quale c’era fra l’altro scritto:
«Ultimamente ho avuto modo e occasione di leggere alcuni numeri di
“Proiezioni”… ho potuto constatare la freschezza e l’attualità di tutti gli
articoli… se fosse ancora possibile, la pregherei di spedirmi i numeri che
purtroppo ho smarrito nel trasloco… Con l’auspicio nel Signore che la rivista…
possa nuovamente incoraggiare, erudire e difendere il popolo Dio e possa essere
nuovamente redatta».
Il messaggio mi è parso chiaro: dovevo rifare «Proiezioni»!
Non ero però nelle condizioni di organizzarne di nuovo il lancio, e allora ho
scritto un promemoria della vicenda, per vedere se in futuro ci sarebbero state
indicazioni più precise da parte del Signore.
Circa tre mesi dopo, un’amica competente si è incuriosita
e ha chiesto di avere la rivista; il 30/6/05 mi ha poi così scritto: «Ieri
pomeriggio ci è arrivato il pacchetto con i numeri di Proiezioni e ci tengo a
dirti che la rivista è (era) proprio bellissima, nel senso di interessantissima,
utilissima e godibilissima, insomma proprio quello che manca nel panorama
editoriale evangelico in Italia… Sono stata veramente entusiasta di averla
ricevuta e dispiaciuta che non ci sia più».
Proiezioni si proponeva di guardare la cultura di
oggi alla luce della Bibbia, per contrastare la tendenza a vedere la Bibbia alla
luce della cultura del mondo; usando però il linguaggio del mondo, non quello
interno degli evangelici. Ne sono usciti solo otto numeri (1988-92), anche a
causa di sopraggiunti problemi famigliari.
La «cornice culturale» del mondo è data
dall’evoluzionismo, perciò il punto di partenza è stato quello di recuperare una
visione del mondo basata sulla creazione, così come descritta nella Genesi e
intesa in senso letterale (creazione in sei giorni, circa 10 mila anni fa).
Stabilire una cornice creazionista senza riempire il quadro non ha però gran
valore, così mi sono trovato ad affrontare una revisione di varie materie,
riviste sulla base dei presupposti biblici (storia, geografia economica,
agricoltura biologica, psicoanalisi). Le varie elaborazioni le ho in questi anni
messe per lo più in forma scritta e mi è stato di particolare incoraggiamento il
fatto che, persone di orientamento laico (anche atei o marxisti), apprezzassero
il punto di vista biblico, incoraggiandomi a proseguire le ricerche. Un
obiettivo che mi prefiggo è perciò di presentarvi questi lavori con brevi schede
riassuntive, per poi farli in qualche modo pervenire a chi ne abbia interesse.
La nostra data di nascita è molto significativa, perché la
vicenda umana è storica e noi ci inseriamo in un preciso momento. Spesso
però non teniamo conto di quanto ci ha preceduto e perciò è come se fossimo
«fuori del tempo». Alcuni parlano, per esempio, come se non ci fosse stata la
caduta di Adamo, la Torre di Babele o la crocifissione di Gesù. Ecco perché mi
prefiggo di rivedere e proseguire la rubrica di Proiezioni
che si intitolava Radici. La rivista è stata anche uno strumento di
dialogo con i lettori e uno stimolo a produrre nuovi studi: anche questo aspetto
ritengo necessario riprenderlo, invitandovi a scrivermi e a mandarmi vostri
elaborati.
Insomma, ho accettato l’invito di
Nicola Martella
anche perché mi offre sia la possibilità di riprendere
il dialogo con tante persone, sia di cominciarlo
con tutti quelli che lo vorranno. I progetti che mi si pongono davanti
crescono, mentre le forze diminuiscono: ho però fiducia che il Signore mi darà
modo di portare avanti questo impegno, che ha lo scopo di onorarlo.
Aggiornamento: 02-05-07
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