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Si avrebbe se in una specie comparissero organi e funzioni nuove, prodotte
da una nuova e più complessa informazione genetica; come p.es. se in un
animale con respirazione solo acquatica (branchie dei pesci) a un certo punto
comparissero organi adatti a una respirazione aerea (rane), poi perfezionantisi
fino ai polmoni degli uccelli e dei mammiferi. La macroevoluzione è l’essenza
dell’evoluzionismo, ma non è stata mai constatata, né in laboratorio, né in
natura. Quando in uno strato roccioso si trovano fossili molto diversi da quelli
dello strato supposto molto più antico, se ne deduce che deve esserci
stata la macroevoluzione. Dal tempo di Darwin in poi, però, le acquisizioni
scientifiche (stabilità del DNA, complessità biochimica delle funzioni e loro
stretta correlazione, assenza di fossili intermedi) la rendono sempre meno
spiegabile e la fanno rientrare più nel campo dei «miracoli» (realtà
inspiegabili con le leggi naturali) che in quello della scienza sperimentale. Si
contrappone alla
microevoluzione. {Fernando De Angelis}
Aggiornamento: 10-05-07 |