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Alla domanda: «Un essere vivente può formarsi solo
da un altro essere vivente?», per millenni si è risposto di no, visto che
dal fango, per esempio, emergevano una varietà di animali e di piante. È stato
Redi
(1626-1698) a dimostrare che la carne in putrefazione non produceva vermi,
se si impediva alle mosche di depositarci le uova, iniziando così la scienza
biologica moderna. La generazione spontanea (GS) è una forma estrema di
evoluzionismo e le due concezioni, storicamente, sono andate
sempre insieme. Dopo aver tentato di soffocare la biologia sul nascere, le due
teorie hanno continuato a contrastarla, opponendosi agli altri fondatori di
questa scienza (Spallanzani,
Linneo,
Pasteur,
Mendel). Ben 21 anni dopo che
Pasteur aveva scientificamente convinto il mondo che anche un essere
microscopico derivava da un altro essere microscopico «della sua stessa specie»,
beneficando l’umanità con la sconfitta di numerose malattie,
Darwin continuò a ostinarsi nel credere ancora alla possibilità
della GS e affermò: «Benché nulla di probante sia stato detto fino ad oggi, a
mio parere, in favore dello sviluppo di un essere vivente partendo dalla materia
inorganica, non posso impedirmi di credere, in accordo con le leggi della
continuità, che un giorno si dimostrerà questa possibilità». Insomma, i fatti
gli davano torto ed ebbe l’onestà d’ammetterlo, ma poi mise da parte i fatti e
sperò quello che desidera: che c’è di scientifico in questo? C’è, comunque, da
notare il principio di «continuità» da lui professato e che è alla base del
sistema evoluzionista. In quest’ultimo il concetto di GS
entra col nuovo nome di
abiogenesi, voce nella quale si spiega perché è possibile credere
che sotto il Polo Sud ci siano i funghi, senza poter essere smentiti (come
Darwin non poteva essere
definitivamente smentito nel suo continuare a credere nella GS).
Contrasta con la
biogenesi
e col
creazionismo. {Fernando De Angelis}
Aggiornamento: 10-05-07 |