La dottrina della «simultaneità con
Cristo» fu condensata da Paolo così: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non
sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me» (Gal 2,10). Qui Paolo
espresse il fatto che quando Cristo morì, lo Spirito Santo lo aveva tuffato in
Lui; e quando Paolo si convertì, lo Spirito Santo aveva tuffato Cristo in lui.
Questa verità di chiama correttamente «Santo» (non la dottrina carismatica!),
ossia «immersione mediante lo Spirito Santo» nel corpo di Cristo. Traducendo
correttamente 1 Cor 12,13, si evincerà questa verità: «Infatti noi tutti
siamo stati immersi mediante un unico Spirito dentro un unico corpo, e Giudei e
Greci, e schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un unico Spirito». Perciò
Romani 6,4-9 non parla dell’immersione in acqua, ma di quella mediante lo
Spirito nel corpo di Cristo. L’esperienza fatta in Adamo (Rm 5) è fatta qui in
senso contrario in Cristo: la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione
sono avvenute anche al credente rigenerato sia due millenni fa (aspetto
oggettivo) sia al momento della rigenerazione (aspetto soggettivo). Si rilegga
tale brano in questo senso, ossia in senso storico, e si scoprirà la ricchezza
della dottrina della «simultaneità con Cristo»:
«Siamo
dunque stati sepolti con lui mediante
l’immersione nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato
dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di
vita. 5Perché, se siamo
divenuti una
stessa cosa con lui per una morte
somigliante alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua,
sapendo questo: 6che il nostro vecchio uomo
è stato crocifisso con lui,
affinché il corpo del peccato fosse annullato, in modo che noi non serviamo più
al peccato; 7infatti colui che
è morto, è libero dal peccato. 8Ora, se
siamo morti con Cristo, crediamo
pure che vivremo con lui, 9sapendo che Cristo, essendo risuscitato
dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,4-9). Si noti che
non si parla di «acqua». Si notino i verbi che evidenziano un fatto già accaduto
nel passato, ossia sulla croce, e i verbi che indicano il futuro quanto alla
risurrezione. Similmente Paolo, dopo aver parlato della rigenerazione come della
«circoncisione di Cristo» (Col 2,11), prosegue spiegando come è avvenuto «lo
spogliamento del corpo della carne: 12essendo
stati con lui sepolti nell’immersione, nella quale siete anche stati risuscitati
con lui mediante la fede nella potenza di Dio che ha risuscitato lui dai morti».
L’immersione è quella avvenuta in Cristo secondo Gal 2,20. Ciò è avvenuto sulla
croce come fatto storico (Col 2,13ss), di cui ci si appropria nel momento della
conversione. La dottrina
della «simultaneità con Cristo» ha anche un altro vantaggio: toglie ogni dubbio
a chi pensa che la salvezza si possa ancora perdere.
▬ Letteratura■ Nicola Martella, «La pastorale della libertà»,
Entrare nella Breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), p. 80 (La simultaneità
con Cristo).
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► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Simultaneita_Cristo_OiG.htm
19-11-2007; Aggiornamento:
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