Aspetti generali
Ogni tanto viene qualcuno che afferma di essere il «profeta degli ultimi tempi»,
profeta promesso da Malachia, il «neo Elia», l'Elia che doveva venire e perciò
uno dei due profeti escatologici, chiamati in Ap 11 i «due ulivi». Questi ultimi
saranno gli uomini di Dio ebrei che compariranno in mezzo alla gran tribolazione
in Gerusalemme e che verranno uccisi dalla «bestia», il dittatore escatologico.
Nel mio libro «Escatologia fra legittimità e abuso»
(Escatologia
2), faccio una carrellata
di 2.000 anni di storia dell’escatologia e mostro vari esempi del genere, ossia
di uomini che sono comparsi credendosi e facendo credere di essere qualcosa di
grande, i quali hanno recato solo dei gravi danni al cristianesimo e
all’Evangelo (cfr. le sezioni «Escatologia e primo millennio», pp. 27-52;
«Escatologia e secondo millennio», pp. 53-113).
Chi si crede l’Elia escatologico, deve quindi
dimostrare d’essere ebreo
(Ap 11,3ss). Non può essere quindi un Gentile. Costui deve anche dimostrare
d’appartenere a una tribù d’Israele. Elia, il Tišbita, proveniva da Galaad (1 Re
17,1), territorio che apparteneva alla tribù di Manasse. Giovanni Battista era
della tribù di Levi, visto che suo padre era sacerdote (Lc 1,5).
Poi deve vestirsi di cilicio, al pari dei profeti
dell'AT, e deve spostarsi a Gerusalemme
per predicare in quel luogo (Ap 11,3), poiché questo è detto dei «due olivi»
escatologici; chi vive nella sua comoda città e non veste indumenti così zotici,
come può affermare d'essere l'Elia escatologico o uno dei «due ulivi»?
Ricordiamo anche che questi due profeti d'Israele
compariranno durante la
grande tribolazione, ossia tra la sesta e la settima tromba del giudizio.
Tali due uomini di Dio moriranno in Gerusalemme per mano
della «Bestia», il dittatore escatologico ostile a Dio. Sono interessanti al
riguardo le parole di Gesù, secondo cui «non può essere che un profeta muoia
fuori di Gerusalemme» (Lc 13,33); qui egli intendeva un profeta d'Israele.
Similmente disse: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi
quelli che ti sono mandati» (Mt 23,37).
Profeti d'Israele
Perché l’Elia che deve venire non potrà essere un Gentile, ma
assolutamente ebreo? Chi conoscesse la sua Bibbia, sa che ogni profeta che
opera in Israele e ha un compito da parte di Dio per il suo popolo storico
deve provenire da Israele per essere un profeta legittimo! Durante la
grande tribolazione (quindi da Ap 6,1 a 18,24) non si parla della chiesa, ma
solo del resto fedele d’Israele, da una parte, e delle nazioni empie,
dall'altra. Come già detto, i «due ulivi», ossia i due profeti escatologici
andranno a svolgere il loro ministero a Gerusalemme (Ap 11,1.8), non in una
qualunque città del resto del mondo. Questi «due candelabri» saranno vestiti
come gli antichi profeti d’Israele e faranno cose che facevano Mosè ed Elia (vv.
5s).
Mosè stesso diede le norme per ogni futuro profeta legittimo: «L’Eterno,
il tuo Dio, ti susciterà un profeta come me, in mezzo a te,
dal mezzo dei tuoi fratelli; a quello darete ascolto!» (Dt 18,15.18).
Ciò mostra che ogni profeta che si rivolge a Israele e opera in esso, dev’essere
un Israelita. Questo fu confermato da Pietro (At 3,21-25; anche riguardo a
Gesù!) e da Stefano (At 7,37).
▬ Letteratura■
Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra
legittimità e abuso.
Escatologia 2
(Punto°A°Croce, Roma 2007):
cfr. le
sezioni «Escatologia e primo millennio», pp. 27-52; «Escatologia e secondo
millennio», pp. 53-113.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/DizBB/Profeti_gentili_Esc.htm
02-11-2007; Aggiornamento:
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