Consultando le opere che trattano gli inizi della Riforma protestante, del
Risveglio evangelico e di qualsiasi rinnovamento della chiesa conforme alle
Scritture, salta all’occhio come al fermento spirituale sia legata sempre una
diffusa attività di studio dei sacri Testi, di riflessione razionale, di analisi
teologica e di attività letteraria ed editoriale. Durante i tempi di risveglio
spirituale, all’annuncio dell’Evangelo si è sempre associata un’intensa attività
letteraria ed editoriale, alfine di diffondere il messaggio biblico, di
difendere i fondamenti teologici, di denunciare le eresie e le false dottrine,
di prendere posizione a favore della verità, di confrontarsi teologicamente ed
eticamente, e così via. La produzione e la diffusione di trattati, articoli,
libri e di altre forme letterarie hanno sempre caratterizzato un movimento sano,
vivo e in sviluppo. In tempi di restaurazione dottrinale e di recessione spirituale, anche
l’attività letteraria ed editoriale si riduce enormemente. Allora non si
tollerano il confronto, il dibattito e la passione per l’analisi. Allora si
vorrebbe una voce sola come quella di un unico magistero. Allora si evita il
confronto con la società e il mondo. Da «cristianesimo militante» ci si riduce
solo a «cristianesimo contemplante». Allora si nutrono profondi sospetti anche
verso chi vorrebbe spingere a un confronto; non si tollerano altre sfumature e
altri linguaggi, si confonde l’uniformismo con l’unità. Avviene la stagnazione...e spesso l’inizio della fine di quel dato movimento.
Andando nelle chiese, faccio sempre di nuovo l’esperienza che si può racchiudere
nell’adattamento di un antico proverbio: «Dimmi quanto (e cosa) leggi e ti dirò
chi sei». Cristiani militanti che leggono libri, li riconosci subito: hanno uno
spirito sveglio, una mente attiva, cercano il confronto, analizzano le cose
lette con la Bibbia, chiedono spiegazioni e danno risposte, sono attivi e hanno
varie idee come rinnovare la propria chiesa locale e il movimento
d’appartenenza, i loro discorsi e le loro predicazioni non sono piatti e
prevedibili. È la mia esperienza che chi legge libri, legge altresì la Bibbia;
non per ultimo, per vedere «se le cose stanno così». Al contrario, coloro che non leggono regolarmente libri, sono spesso apatici,
disinteressati, sazi e compiaciuti, hanno di solito risposte semplicistiche a
problemi complessi, non cercano un serio confronto su varie problematiche,
spesso non si pongono per nulla dei problemi riguardo alla fede, al mondo e alla
società, né ovviamente cercano soluzioni. Non è un caso che il loro motto è: «Ho
la Bibbia ed essa mi basta!»; oppure: «Non ho tempo neppure di leggere la
Bibbia...». Nelle case dei credenti, mi basta dare, in genere, un’occhiata ai
libri in giro, per capire la povertà o la ricchezza di spirito di tale nucleo
famigliare; allora il livello di discussione e i temi che vorranno affrontare,
sono più che prevedibili. Andando nelle chiese, faccio altresì l’esperienza che le assemblee in fermento
spirituale e in espansione, sono pure quelle interessate a cercare risposte, a
confrontarsi, a rinnovarsi, a conoscere e a leggere. In genere tali chiese
comprano molti libri e incoraggiano alla lettura. Non è un caso che le chiese
sazie, auto-compiaciute, statiche e tradizionaliste comprino pochi libri, non
incoraggino la lettura ed evitano ogni confronto con le idee teologiche, con i
problemi dell’etica, col mondo, con la società e così via. Il nostro desiderio è di contribuire al «fermento» spirituale, teologico ed
etico dell’evangelismo italiano e al rinnovamento del cristianesimo in Italia.
Noi che diciamo di conoscere la «Verità», dovremmo essere altresì quelli che —
per essere credibili — non si accontentano delle semplificazioni, che non temono
il confronto delle idee e che sono esercitati a trovare le risposte adeguate a
problemi vecchi e nuovi. Al riguardo i libri possono essere un valido aiuto. In questo sito vengono presentate le opere dell’editore. Oltre a ciò, si è
sviluppato un vivo confronto su vari campi del sapere, sulla fede cristiana,
sulla vita dei cristiani, sull’etica, sulla religione in genere, sulla cultura,
sul mondo, sulla società, eccetera. Ambedue questi aspetti vogliono
rappresentare una sinergia, secondo questi motti:
«La fede che pensa» — «Accettare la sfida nel nostro tempo».
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L’encefalogramma piatto
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/+G-Presentazione.htm
31-03-07; Aggiornamento: 03-01-2008
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